Martedì 4 giugno 2019
Dopo varie iniziative locali, le celebrazioni del Giubileo GIM si sono concluse a Bari il primo fine-settimana di maggio: due giorni molto intensi di incontro in una terra segnata da problemi e ricca di stimoli giovanili. I giovani sono stati messi a contatto con il caporalato, la tratta, l’Ilva di Taranto, la lotta alla mafia, la spiritualità di don Tonino Bello: esperienze fatte in piccoli gruppi e poi condivise in modo creativo. Non sono mancate testimonianze di persone che hanno vissuto il GIM in anni lontani.

GIM: 50 anni… e non li dimostra

Circa 50 anni fa un piccolo gruppo di comboniani iniziò a Venegono Superiore, nel nord Italia, un approccio nuovo di pastorale giovanile e vocazionale che fu chiamato GIM: Giovani Impegno Missionario. Di lì a poco anche le suore comboniane e poi le secolari comboniane e i laici costituirono delle equipe delineando pian piano una metodologia propria del GIM. Alcuni nomi di animatori Gim sono rimasti famosi.

Si trattava di un’esperienza completamente diversa dal reclutamento vocazionale che si era fatto fino ad allora, situandosi nel contesto più ampio di servizio al mondo giovanile e alla Chiesa locale: un percorso di spiritualità missionaria che aiuta i giovani a fare una scelta di vita. La vocazione missionaria e comboniana è da sempre stata una proposta ben chiara e i frutti vocazionali (comboniani, comboniane, secolari e laici) non sono mancati.

Nel cammino GIM, infatti, i giovani sono accompagnati personalmente in vista di un discernimento vocazionale.

Agli inizi dell’esperienza, tra le cose che fecero scalpore fu il camminare assieme di ragazzi e ragazze nello stesso gruppo. Per quei tempi era una scelta profetica e quasi scandalosa. Come profetiche furono tante iniziative che nel corso di questi 50 anni si sono moltiplicate: i convegni nazionali GIM, le carovane, i campi estivi in Italia, Albania, Europa e nelle nostre missioni in Africa e America Latina.

Il giubileo non ha voluto essere un momento nostalgico di ricordo delle glorie passate (i numeri si sono estremamente ridotti, ma non la “qualità” dei giovani che ci frequentano) ma piuttosto aiutare i “gimmini” di oggi a incontrarsi a livello italiano con un nuovo impulso. Abbiamo così ascoltato testimonianze di vita di gimmini per i quali il GIM è stato un trampolino di lancio per scelte di missione, di servizio, di politica, di informazione alternativa, per essere stimolo nel presente che viviamo.

Si è scelto di celebrare il giubileo a Bari, nel Sud Italia, in una regione, la Puglia, che presenta numerose sfide ma anche tante audaci risposte cristiane e non. I giovani si sono così confrontati con realtà pesanti – la mafia, il caporalato, la tratta delle donne, l’inquinamento ambientale – e con le risposte di gruppi impegnati. Non poteva mancare un confronto con la spiritualità del vescovo don Tonino Bello che mai smette di essere provocante coi giovani. Sempre in tema di provocazioni, è stata la forte testimonianza di Mons. Pino Caiazzo, vescovo di Matera, pastore che sa parlare ai giovani e che ha vissuto sulla sua pelle la piaga della mafia.

È stato un grande onore poter celebrare l’Eucarestia con segni missionari e presieduta da P. Alex Zanotelli, nella bella cattedrale di Bari, la cui solennità abbiamo… turbato con entusiasmo missionario e giovanile!

Purtroppo, la pioggia non ha permesso che il concerto di P. Fabrizio Colombo & Band si trasformasse in un grande incontro pubblico nella zona più frequentata della città. I nostri giovani lo hanno avuto tutto per loro e… lo hanno vissuto in pienezza.

GIM avanti tutta, ne vedremo ancora delle belle!