Venerdì 21 giugno 2019
La Commissione Centrale per la Rivisitazione e Revisione della Regola di Vita ha avuto il terzo incontro dopo quelli di giugno-luglio 2017 e di giugno 2018, sempre a Roma, nei giorni 10-15 giugno. Purtroppo, a causa della malattia, P. Markus Körber non ha potuto essere presente. La sua mancanza si è fatta sentire, ma ancor più forte è stato il senso di comunione spirituale che ci ha unito a lui, nell’affetto fraterno e nella preghiera.

I primi quattro giorni dell’incontro (10-13) sono stati dedicati a completare e rivedere l’esame e rielaborazione delle varie proposte di revisione della Regola di Vita, provenienti dalle Circoscrizioni, dai tre Segretariati Generali e dagli Scolasticati, in modo da preparare un prima bozza del testo rivisto della Regola stessa da presentare eventualmente al Capitolo Generale del 2021. Gli ultimi due giorni (14-15) sono stati di confronto costruttivo con i Consulenti Comboniani.

A questo punto del processo di rivisitazione e revisione della Regola di Vita, bisogna dire che viene confermata l’impressione del primo momento e cioè che c’è nell’Istituto tanto desiderio di riappropriarsi dello spirito della Regola di Vita e di approfondire il carisma comboniano, per re-inventarlo e viverlo in modo nuovo all’interno dei vari contesti socioculturali in cui oggi siamo chiamati ad esercitare il nostro ministero missionario.

C’è stata, infatti, una buona partecipazione della maggior parte delle Circoscrizioni al processo messo in atto dall’“Anno della Regola di Vita”, soprattutto nelle Circoscrizioni dell’Africa e dell’America Latina e più specificamente da parte dei confratelli africani e latinoamericani che, per ovvie ragioni, erano meno presenti quando l’attuale Regola era stata scritta quarant’anni fa. Questo fatto è significativo: esso sottolinea la necessità di tradurre la Regola in una forma meno occidentale e più espressamente multi e interculturale, in un mondo che si sta rivelando sempre più plurale e in un tempo segnato dall’esplosione della “differenza”. Si tratta della realizzazione sempre nuova del sogno del Comboni di un Istituto “cattolico”: segno missionario-profetico di una “convivialità delle differenze-festa di ospitalità”, quando queste differenze rischiano di degenerare in una frantumazione sovranista, violenta e distruttiva.

Sulla stessa onda del ricreare lo spirito sottostante alla lettera della Regola, si collocano altre proposte in favore di una più chiara affermazione del carattere di “fraternità” dell’Istituto, che vada oltre la sua forma clericale e gerarchica, ma anche in favore di una promozione della “Famiglia Comboniana” come soggetto missionario, capace di proiettare l’immagine di una missione in cui Dio fa nuove tutte le cose. Lo stesso vale per la proposta di una descrizione dell’ubbidienza religioso-missionaria che sottolinei l’aspetto di una continua e condivisa ricerca della volontà di Dio operante nel mondo più che il riconoscimento di autorità “rappresentanti di Dio”.

In un regime economico-finanziario come quello attuale che privilegia il profitto, importanti sono anche le proposte per un’evangelizzazione dell’economia nell’Istituto, privilegiando la condivisione al suo interno ma anche con il mondo esterno dei poveri e promuovendo la trasparenza, la responsabilità e la rendicontazione e, al di là di tutto, l’affidarsi alla Provvidenza.

Tutto questo promette bene per il futuro dell’Istituto.

Grazie ai confratelli che hanno partecipato al processo di rivisitazione e revisione della Regola di Vita, per la loro riflessione e la loro testimonianza di passione missionaria.
P. Benito De Marchi