Padre Christian Carlassare: “Ripartire dal Perdono – Santa Pasqua 2022”

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Venerdì 18 marzo 2022
Padre Christian Carlassare è in ripartenza per il Sud Sudan. L’ordinazione episcopale e insediamento sono fissati per il 25 marzo. E scopre che ripartire per lui significa prima di tutto perdonare. Perché senza perdono non ci sarebbe ripartenza, ma solo un rimanere fermi al momento dell’attacco, avvenuto il 26 aprile scorso. La misericordia che Gesù ci insegna, invece, diventa capacità di allacciare rapporti e ricostruire relazioni laddove si erano interrotti. La misericordia diventa un appello contro l’egoismo e il rifiuto dell’altro. Indica il cammino della fraternità da imboccare insieme. In allegato pubblichiamo lo stemma episcopale di P. Christian. [Nella foto, lincontro di P. Christian con papa Francesco il 14 marzo 2022. Foto: Vatican Media]

Ripartire dal Perdono
Santa Pasqua 2022

Ricordo che papa Francesco, quando nel 2015 ha indetto l’anno santo della misericordia, aveva confidato: “Ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia”. E ci ha fatto riflettere su una verità profonda e cioè che “La misericordia è la sostanza stessa del Vangelo”.

Dopo un anno dalla nomina a vescovo e dall’attacco di cui sono stato vittima, ritorno a Rumbek per l’ordinazione episcopale e per celebrare la Pasqua. Parto con in cuore sentimenti di rinnovato affidamento sia a Dio che mai abbandona, sia alla chiesa locale e comunità cristiana per camminare insieme mano nella mano.

La chiesa Sud Sudanese è una chiesa povera dove mancano sicurezze e mezzi, ma può contare sulla solidarietà e resilienza della gente. É una chiesa ferita e sofferente, ma non mancano fede e speranza nella guarigione. È una chiesa giovane che ha un lungo cammino da percorrere davanti ad essa. È una chiesa fragile e imperfetta che fa esperienza dell’amore compassionevole di Dio ed è chiamata ad essere testimone di misericordia.

La preghiera di Gesù ci è di grande conforto: “Io prego per loro perché sono tuoi. Custodiscili nel tuo amore perché siano una cosa sola. Consacrali nella verità. La tua parola è verità” (Gv 17s). E la verità è che tutti abbiamo bisogno di misericordia. Dobbiamo accoglierla per fare verità nella nostra vita, per convertirci e scoprire che la vita è un dono che ci chiede di spenderci al servizio gli uni degli altri per la vita di tutti. La chiesa di Rumbek ha bisogno di verità e perdono. Il paese, poiché continuano purtroppo miseria e violenze, ha bisogno di verità e misericordia. Solo accogliendo questi doni ci sarà spazio per la pace.

Mi sono interrogato sul significato etimologico della parola misericordia. Viene da una parola latina che unisce il concetto di miseria o miserere, aver pietà, con il cuore cor o cordis. Significa avere il cuore impietosito o, meglio, nutrire in cuore un sentimento di compassione per la miseria morale o materiale altrui. Le miserie altrui mi stanno a cuore perché mi rimandano alla mia miseria colmata solo dall’amore misericordioso di Dio.

Avere un cuore aperto per ricevere i fratelli richiama molto da vicino quello che il mondo ebraico esprimeva con il termine rahamim. Questo termine parla di misericordia riferendosi alle viscere materne che accolgono la vita che nasce. La dinamica della misericordia allora vuole che si faccia spazio dentro di sé alla vita dell’altro: uno spazio di profonda comunione, di sentire con l’altro, di gioire con l’altro e di patire con l’altro. La misericordia quindi altro non è che l’appello di Dio contro l’egoismo, l’indifferenza e il rifiuto dell’altro. Indica invece l’accoglienza, la compassione, l’abbraccio dell’altro. E diventa capacità di allacciare rapporti e ricostruire relazioni laddove si erano interrotte.

Il 25 Marzo, festa dell’Annunciazione, sarò ordinato vescovo di Rumbek. Non è una ricorrenza che mi sono scelto, ma mi è stata data in dono. Il sì di Maria è una risposta bellissima al sì di Dio per l’umanità. Anch’io sono chiamato a ripetere il mio sì alla chiesa e al popolo del Sud Sudan in maniera forse un po' più radicale di quanto sia riuscito a vivere fino ad ora. Prego perché la gente di Rumbek possa anche dire il suo sì al cammino di chiesa da compiersi insieme. Per questo mi affido al Signore e alle vostre preghiere.

Custodisco nel cuore quanto scritto da sant’Agostino riguardo al suo ministero episcopale: “Pregate per me perché io sia in grado di portarne il peso. E sorreggetemi in modo che portiamo l'un l'altro i nostri pesi. Se Cristo non condividesse il nostro peso, ne resteremmo schiacciati; se egli non portasse noi, finiremmo per soccombere. Nel momento in cui mi dà timore l'essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell'incarico ricevuto, questo della grazia; quello è occasione di pericolo, questo di salvezza.

Così mi dispongo a vivere questa Quaresima in attesa della Pasqua, perché nella misericordia possiamo ripartire ogni giorno e trovare vita nuova in Cristo.
BUONA PASQUA di RISURREZIONE

Padre Christian Carlassare
Vescovo eletto di Rumbek

STEMMA ESPISCOPALE DI PADRE CHRISTIAN CARLASSARE
VESCOVO DI RUMBEK (SUD SUDAN)

Lo stemma assume la forma di uno scudo africano. Al posto delle due tradizionali lance, dietro lo scudo, troviamo incrociati il bastone pastorale e il bastone del pellegrino. Il bastone ha una zucca legata su di esso che viene utilizzata per raccogliere e trasportare il latte lungo il cammino.

Il campo principale dello scudo è bianco. Questo colore simboleggia l'apertura, la disponibilità e la santità di vita. È in una forma di striscia che parte dal basso e sale verso l'alto, indicando il percorso della vita da intraprendere con coraggio. Le due forme laterali sono di colore rosso e simboleggiano la terra d'Africa che richiamano la testimonianza cristiana e la donazione di sé per promuovere la vita.

Il cammino della vita cristiana inizia con l'acqua del battesimo che indica la nostra conversione e professione di fede. Questa fede si alimenta con il pane: il pane da mangiare e il pane eucaristico che è Gesù Cristo che viene a noi e ci accompagna lungo il cammino. Il pane eucaristico è pane spezzato e donato per tutti, in esso Gesù ci ha dato la sua vita e ci chiama ad essere pane spezzato e donato a tutti i nostri fratelli e sorelle. Il pane spezzato rappresenta anche la nostra missione. E, come diceva san Daniele Comboni, l'opera di Dio, cioè la missione di evangelizzazione, inizia ai piedi della croce. La croce della prova e della sofferenza può essere un ostacolo per continuare il nostro cammino di fede ma può anche diventare una scala per salire più in alto.

Le tre figure a destra rappresentano tre persone africane: una donna, un uomo e un bambino. L'uomo indossa una fascia bianca e la donna perle bianche a significare la dignità e la liberazione del popolo africano e l'impegno di ogni cristiano a portare quella liberazione agli altri. Il bambino ci ricorda la nostra vocazione di aiutare gli altri a crescere in Cristo. Rappresentano anche la Sacra Famiglia - Gesù, Giuseppe e Maria - poiché la cattedrale di Rumbek è sotto il loro patrocinio. E possono incarnare ogni famiglia che è una Chiesa domestica. Ci aiutano anche a ricordare i santi e martiri africani, come santa Giuseppina Bakhita, padre Barnaba Deng, don Arkangelo Ali, molti catechisti e altri cristiani che hanno offerto la loro vita per la fede e la salvezza di altre persone.

Sul lato sinistro c'è la colomba bianca che porta un ramoscello d'ulivo, simbolo di pace e riconciliazione. Questo messaggio dice al popolo del Sud Sudan che Dio desidera donarci la sua pace e sollecita tutti a lasciarsi alle spalle le divisioni e la violenza del passato. Ci invita a aprire la porta a un futuro di pace. Qualsiasi tipo di discriminazione o emarginazione è una deliberata negazione dell'unità che tutti noi abbiamo in Cristo.

Pertanto, il motto OMNES UNUM IN CHRISTO è preso da San Paolo ai Galati 3,28: “Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.”

“Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato lungo il cammino e assicuro la mia umile preghiera.
Un grazie speciale all’artista Umberto Gamba per il sostegno grafico nel realizzare lo stemma”. (P. Christian Carlassare)