Venerdì 10 giugno 2022
La liturgia di ieri, nono giorno del XIX Capitolo Generale dei Missionari Comboniani, che si svolgerà fino al 30 giugno a Roma, è stata guidata dai capitolari che vengono dalle circoscrizioni di Egitto-Sudan (P. Kyankaaga S. John Richard e P. Mbuthia Simon Mwaura) e Sud Sudan (P. Okot Ochermoi Louis Tony, P. Maku Joseph e Fr. Pomykacz Jacek Andrzej). I lavori in assemblea continuano con la prima fase dell’ascolto dei verbali della Direzione Generale.

Capitolari dalle circoscrizioni di Egitto-Sudan (P. Kyankaaga S. John Richard e P. Mbuthia Simon Mwaura)
e Sud Sudan (P. Okot Ochermoi Louis Tony, P. Maku Joseph e Fr. Pomykacz Jacek Andrzej).

“Nelle letture di oggi – ha detto P. Louis Okot – incontriamo due figure profetiche e, in un certo senso, direi anche due buoni catechisti: il profeta Elia e Gesù. Il profeta Elia affronta e fa la catechesi ai falsi profeti. Svela la loro falsa identità e riorienta o reindirizza il popolo d'Israele verso il vero Dio, il Liberatore. Nel frattempo, Gesù nel Vangelo non si rivolge o insegna ai farisei, agli scribi o all'autorità civile, ma ai suoi seguaci, ai suoi discepoli. Dà loro un nuovo insegnamento, un nuovo modo di vivere. Li invita a passare al livello più profondo: radicati in Dio/Gesù, alla conversione personale (non strutturale), a vivere la loro fede e a trasmetterla, dando loro nuova vita. In secondo luogo, li invita a escludere qualsiasi comportamento violento nei confronti del prossimo, sia con le azioni che con le parole o persino con il pensiero, e infine li invita alla riconciliazione. Elia e Gesù ci invitano a condurre le persone a Dio o, in altre parole, a guidare le persone a radicarsi in Dio. Ed è questo che siamo invitati a vivere e a praticare nei nostri diversi ministeri: condurre, guidare le persone a Dio/Gesù”.

Da destra, Segretariato generale della Missione (SGM) a Roma: P. Fernando González Galarza, P. Arlindo Pinto, e Fr. Alberto Parise.
Più i moderatori: Fr. Antonio Soffientini e P. David Domingues.

In mattinata sono state presentate le relazioni dei segretariati generali della Missione (P. Fernando González Galarza, Fr. Alberto Parise e P. Arlindo Pinto) e della Formazione (P. Elias Sindjalim Essognimam).

P. Fernando Galarza ha messo particolarmente a fuoco lo stile di missione, la riflessione e la revisione degli impegni, i servizi pastorali specifici, la missione in Europa e la riorganizzazione del Segretariato generale della missione (SGM), a sostegno del cammino missionario dell’Istituto. Infine, ha indicato le sfide e opportunità che ci interpellano e che bussano alla porta di questo XIX Capitolo Generale.

“Il XVIII Capitolo Generale ha preso come quadro di riferimento l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco con l'obiettivo di fare un Capitolo Generale in linea con il magistero attuale della Chiesa: l'ecclesiologia e la missiologia di Papa Francesco. Al centro di questa visione, infatti, troviamo l’idea di una Chiesa in uscita, una Chiesa ministeriale in cammino sinodale.

Negli ultimi anni Papa Francesco ha pubblicato altri due documenti fondamentali del suo magistero: la Lettera Enciclica Laudato Si' (2015) e la Lettera Enciclica Fratelli Tutti (2020). Ha anche lanciato alcune iniziative ecclesiali di importanza epocale (es. Economia di Francesco, Patto educativo globale e Piattaforma di iniziative Laudato si’), che sono dei cammini ecclesiali che cercano di rispondere ad alcune sfide del nostro tempo e che non possiamo ignorare. È importante tenere presente questo quadro di riferimento per valutare il cammino che abbiamo fatto in questi ultimi 7 anni.

Il magistero recente della Chiesa ci dona un'opportunità per ripensare il nostro modo di essere missionari e di fare missione in un mondo che sta cambiando profondamente. Da parte nostra, dobbiamo pensare se con il personale che abbiamo possiamo portare avanti tutto ciò che facciamo, o se dobbiamo piuttosto riqualificare i nostri impegni, passando da un approccio geografico ad uno basato sui ministeri, sulle pastorali specifiche e sulla sinodalità. (…)

Lo Spirito ci muove e ci spinge a cercare nuove vie per la missione. Uno dei popoli indigeni che esisteva prima dell'arrivo degli spagnoli in Messico erano gli Aztechi. Pensavano la vita come movimento: se c'è movimento c'è vita e, viceversa, se c'è vita c'è movimento. Quando il movimento si ferma, la vita finisce. Reinterpretando questa visione azteca della vita in termini cristiani per il nostro Istituto, possiamo dire che non possiamo accontentarci del nostro modo di essere e di fare missione perché lo Spirito continua ad agire nella Chiesa e nell’Istituto. Lo Spirito ci muove e ci spinge a cercare nuove vie per la missione. L'attività e la riflessione sono vita e movimento per il nostro Istituto. Mentre c'è movimento c'è vita, mentre c'è vita c'è speranza, c'è presente e c'è futuro. La passività, l'inattività, la mancanza di riflessione e di ricerca saranno la sua morte. Seguiamo le ispirazioni e il movimento dello Spirito affinché possiamo avere vita in abbondanza per servire il popolo di Dio attraverso il nostro carisma missionario”.

Da sinistra: P. Elias Sindjalim Essognimam e P. Fermo Bernasconi sullo schermo.
Sotto: Fr. Antonio Soffientini e P. David Domingues.

Le statistiche presentate dal segretariato generale della Formazione, P. Elias Sindjalim, hanno permesso di mettere in evidenza che se le vocazioni sono rare in Europa, ce ne sono in America, in Asia e soprattutto in Africa. Tra le tante statistiche e sfide, P. Elias ha detto:

“Si nota che cresce il numero delle vocazioni e questo pone non solo la sfida economica ma soprattutto la sfida dei formatori da trovare e preparare per questo servizio di accompagnamento dei giovani; inoltre c’è la sfida delle strutture formative, perché gli scolasticati sono pieni. Si aprano i cammini di discussione e di discernimento delle strutture più adatte al modello formativo dell’integrazione, scelto dall’Istituto nei capitoli precedenti, con la possibilità di piccole comunità formative.

Al di là dei numeri, la grande sfida si trova nella qualità della formazione e nella qualità del cammino formativo dei giovani in formazione. Alla quantità, infatti, bisogna abbinare la qualità e, per questo, il bisogno di trovare formatori e prepararli, e accompagnare con programmi e assemblee di formazione continua sia i formatori che i promotori vocazionali. Per dare consistenza a questa preparazione, bisognerà prestare attenzione al troppo rapido cambiamento dei formatori e mantenere una certa continuità.

Anche le statistiche presentate riguardo alle specializzazioni dei confratelli ci permettono di fare alcune letture: l’Istituto continua ad investire nella preparazione dei confratelli anche se va fatto un piano organico di queste specializzazioni; un altro elemento che emerge è il fatto che le specializzazioni sono “Roma-centrate”: bisognerà diversificare i luoghi delle specializzazioni e far sì che queste rispondano ai bisogni reali della missione comboniana”.

Da destra: Fr. Mario Camporese, Fr. Daniele Giusti, P. Cosimo De Iaco, e Fr. Antonio Soffientini (moderatore).

Nel pomeriggio, hanno presentato le loro relazioni il Segretario generale (Fr. Daniele Giusti), il Servizio accompagnamento confratelli (P. Fermo Bernasconi), e gli incaricati dei seguenti Uffici: Procura (P. Cosimo De Iaco), Biblioteca (Fr. Mario Camporese), Archivio storico (P. Umberto Pescantini), Postulazione (P. Arnaldo Baritussio), Studium Combonianum (P. Manuel Augusto Lopes Ferreira), e Comunicazioni (P. Arlindo Pinto).