Ricordando Padre Neno Contran: giornalista, scrittore e direttore di riviste missionarie

Immagine

Mercoledì 29 marzo 2023
Padre Contran Gaetano Nazzareno [Padre Neno, con questo nome era conosciuto] è tornato alla Casa del Padre il 23 marzo 2023 presso la Comunità di Castel d’Azzano a Verona (Italia). Era stato recentemente ricoverato per una polmonite che lo ha provato molto. Rientrato in Comunità, ha sviluppato delle criticità nel suo stato di salute.

La Comunità di Castel d’Azzano e il personale sanitario lo hanno assistito nelle ultime ore della sua vita. Lo ricordiamo nelle nostre preghiere, assieme alla Comunità di Castel d’Azzano e ai suoi familiari.

P. Neno è stato un costruttore di pace, un vero e santo missionario. Ha dedicato gran parte della sua vita all’annuncio del Regno attraverso la stampa. Dopo aver lavorato in Spagna, nella promozione vocazionale, a Roma (segretario generale dell’Animazione missionaria), in Kenya nella rivista New People, ha iniziato e diretto per anni la rivista Afriquespoir a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Uomo di comunione ha servito pure la provincia comboniana del Togo-Ghana-Benin, prima come delegato del Generale e poi come provinciale.

“Vieni servo buono e fedele, entra nella gloria del tuo Signore”. Grazie p. Neno

Lettera di p. Neno al fratello don Alfredo – 2001 – 50° Voti

Omelia di p. Eliseo Tacchella ai Funerali di p. Neno a Castel d’Azzano
27 marzo 2023

“Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto” (1 Cor 13,12). Quando in questi giorni pensavo a p. Neno, me lo sono sempre immaginato in contemplazione di quel Signore che sempre ha amato e servito su questa terra.

Ho vissuto con p. Neno per ben 12 anni a Kinshasa, era arrivato subito dopo l’uscita di Mobutu dalla scena politica, era verso la fine del 1997. Era venuto in Congo per fondare un centro multimedia, che avrebbe avuto come primo frutto la pubblicazione di una rivista, chiamata Afriquespoir, Africa speranza. Oltre alla rivista, P. Neno si era messo a scrivere libri, una passione che già aveva fin dalla sua giovinezza.

Sapevo che era iscritto all’album dei giornalisti, ma non sapevo che lui avesse anche altre lauree e diplomi. Quando ieri p. Fabio mi ha mandato il CV, e sono stato sorpreso nel leggere quanti diplomi, lauree … p. Neno aveva accumulato: 1960 Licenza in Teologia; 1960 Missiologia; 1965 Sociologia; 1965 Diploma in Scienze Socio-Politiche; e Giornalismo.

Neno non sarà contento che io parli di queste cose, perché, lui, mai me ne ha parlato, credo che le considerasse vanità. Ma se oggi, caro Neno, dico qualcosa su di te, non lo faccio per metterti sugli altari, anche se te lo meriteresti, ma per rendere gloria a Dio per quello che hai fatto nella tua vita.

1) E la prima cosa che ho visto in Neno quando è arrivato a Kinshasa è stata la sua identificazione totale con Gesù Cristo e con la missione. Era l’uomo realizzato, il prete identificato, il missionario carico di amore per tutti.

Uomo realizzato: in lui ho sempre trovato appoggio, di fronte a certi problemi era la persona saggia che ti indicava la via da seguire, ma che ti lasciava libero di prendere qualsiasi decisione. Era più preoccupato per il bene degli altri che non di se stesso. Mentre veniva letta la prima lettura che abbiamo ascoltato, mi sono permesso di sostituire nel mio pensiero, la parola carità con la parola Neno. E mi è venuta fuori una bella fotografia di Neno.

Prete identificato: quando nel 1958 viene ordinato sacerdote, già due fratelli più grandi di lui erano già stati ordinati preti, Alfredo, prete diocesano di Padova, e Sergio, Missionario comboniano. Sicuramente da loro ha imparato a identificarsi in tutto e per tutto al Signore. Ma prima ancora aveva respirato l’amore per Gesù e per la chiesa dai suoi genitori, e di questo ne parlava spesso, anche in maniera simpatica: mi raccontava che una volta sua mamma era tornata da messa un po’ seccata, perché il parroco aveva fatto talmente in fretta a celebrare l’eucarestia che lei non ha avuto il tempo per terminare il rosario. Erano i tempi della messa in latino. Tra i suoi libri ce n’è uno che si intitola “Les mots de ma foi”, Le parole della mia fede. Spiega la fede, ma è la sua esperienza di fede.

Missionario donato: è impressionante vedere il CV di Neno, dove c’era bisogno di lui, lui obbediva e andava: Prima in Italia, poi in Spagna (animatore vocazionale), in Togo (come delegato del generale e poi anche come provinciale), poi di nuovo a Roma come segretario generale dell’AM, in Kenya (new People), in Congo (fondatore di Afriquespoir), con l’obbligo, visto che normalmente era inviato a lavorare in centri mass-media, di imparare bene la lingua del posto. Nel frattempo, scrive. E grazie a uno dei suoi libri, Una strada che potrebbe essere la tua, ha fatto conoscere il Comboni a tantissimi giovani, e di questi, alcuni sono diventati comboniani grazie a questo suo libretto. Neno ha amato la missione, ha amato l’Africa, quanti viaggi ha fatto per scrivere tre libri a cui ci teneva molto: Uno sui preti africani uccisi, uno sulle suore africane uccise, e uno sui laici africani uccisi. Voleva che la memoria di questi africani non andasse perduta. In questo ha fatto un servizio eccellente alla chiesa africana. E un altro libro che è andato a ruba in Africa ed è stato tradotto in tante lingue è stato “I Santi d’Africa”. Un libro che ha messo in risalto il valore dell’Africa nella storia della chiesa. Più di 500 santi nella chiesa del continente africano. La gente era stupita, pensava che l’Africa non avesse peso nella Chiesa. Ma oltre che annunciare il vangelo con i media, Neno era sempre disponibile per ritiri, celebrazioni, confessioni. Un missionario pieno di disponibilità e amore.

2) Una seconda caratteristica che mi ha toccato della vita di Neno è stata l’umiltà e il servizio. Quando arrivava qualche comboniano nella nostra comunità, alla presentazione che Neno faceva di se stesso, io aggiungevo: l’uomo del gran rifiuto. Infatti, come provinciale del Togo, partecipò al capitolo generale del ’79 e rischiava di diventare generale, ma lui rinunciò dicendo “con la responsabilità che ho della piccola provincia comboniana del Togo, già non riesco a dormire, cosa mi succederebbe se fossi eletto padre generale…. e il commento che lui faceva di questo avvenimento era: questa rinuncia è l’unica cosa buona che ho fatto in vita mia. L’umiltà faceva parte della sua personalità così come il servizio. Quando si alzava dalla sua scrivania era per andare in cucina a preparare la cena, e preparava bene o a fare altri piccoli servizi. In comunità con lui si stava bene, perché la sua preoccupazione era che tutti si sentissero bene. Per 12 anni è stato mio superiore, ma mai l’ho sentito dire: Il superiore sono io. Quando gli è stato chiesto di lasciare la direzione di Afriquespoir, si è messo con semplicità a disposizione del nuovo direttore, senza recriminare niente, fin quando ha chiesto di tornare in Italia per non essere di peso alla comunità.

3) Se le prime due caratteristiche sono comuni a tanti consacrati, la terza caratteristica che voglio mettere in evidenza nella vita di p. Neno, è qualcosa che non si trova spesso nella vita delle persone: il senso umoristico. Talmente era convinto che l’humor fa bene, che è arrivato a scrivere 10 libri di barzellette. Non pronunciava un discorso senza inserire qualcosa che facesse ridere e con questo riusciva a tenere alta l’attenzione degli ascoltatori. Quando ha compiuto 80 anni, gli abbiamo chiesto di fare un discorsetto: Sono arrivato a un’età, così ha cominciato, nella quale è più alto il prezzo delle candele che il prezzo della torta. Prima ho detto che si stava bene con lui, adesso aggiungo che stare con lui era uno spasso.

Grazie Signore per avermi, averci messo accanto p. Neno. Sappiamo che adesso sta rallegrando il cielo, fa’ che il suo ricordo continui a ispirarci, a stimolarci, e a rallegrarci. E grazie infinite a te Neno, grazie per essere stato per tutti un modello di missionario secondo il cuore del Comboni.

Su YouTube: Funerale di P. Nazzareno Contran a Castel d’Azzano

Introduzione di p. Gaetano Montresor ai Funerali di p. Neno a Piove di Sacco (PD)
 27 marzo 2023

Introduco il racconto della vita di p. Neno Contran con due proverbi del Togo. Paese dove p. Neno ha vissuto per 10 anni:

La saggezza è come un baobab e due sole mani non riescono da sole ad abbracciarlo.
(Cioè: la vita di p. Neno è talmente grande che una sola voce non può raccontarla)

Un anziano che muore è come una intera biblioteca che brucia e si riduce in cenere.
(Cioè: un uomo come p. Neno che muore lascia un vuoto di saggezza, di cultura, di esperienza di vita, incolmabile)

P. Neno (Gaetano Nazzareno) ci ha lasciato giovedì 23 marzo 2023. La data dei 90 anni non era lontana, essendo nato il 26 agosto 1933 a Piove di Sacco. Al momento della notizia della sua morte il primo pensiero è andato ai due fratelli sacerdoti, don Alfredo, direttore per 28 anni della Difesa del popolo, scomparso il 20 ottobre 2007, a 82 anni e a p. Sergio mancato sei anni fa il 25 marzo 2017, dopo 57 anni di vita missionaria, spesa soprattutto negli Stati Uniti. Faranno Pasqua insieme in paradiso, insieme a tutta la sua famiglia, papà, mamma e fratelli.

Inizia la sua formazione come comboniano nel noviziato di Gozzano nel 1949, fa la sua prima professione religiosa il 9 settembre 1951 e quella perpetua il 9 settembre 1957 ed è ordinato sacerdote il 31 maggio 1958, dopo gli studi di teologia in parte in Spagna e in parte a Venegono Superiore (Varese).

Per il suo carattere gioioso, il suo stile di approccio alle persone è la persona più adatta per vivere in mezzo ai giovani e li entusiasma infatti con la sua presenza, le sue parole, e li apre alla missione e ad uno stile di vita impegnato per gli altri. In questi primi anni di apostolato missionario, ottiene un Licenza in teologia, studia missiologia, sociologia e ottiene un diploma in scienza politiche e in giornalismo. Scrivere sarà la grande passione della sua vita e un servizio stupendo e efficace fatto all’annuncio del Vangelo e all’Africa.

Intelligente, con uno sguardo sempre positivo, gentile, attento alle persone e alle situazioni, che capiva perfettamente e sapeva come intervenire, soprattutto per creare serenità, anche quando invitava a cambiare e far meglio.

Due i suoi grandi impegni come comboniano: Direttore di riviste missionarie, giornalista e scrittore e, secondo, superiore e coordinatore di attività missionarie. In Italia, Spagna e in diversi paesi d’Africa: Togo, Kenya, Congo.

Missionario in Africa

Nel 1970 parte una prima volta per la missione in Togo dove viene scelto come responsabile del gruppo comboniano. Subito si appassiona alla cultura del popolo e al mondo della religione vudù, che racconta attraverso raccolte di proverbi locali, e articoli e divulgazione di foto, scattate da vero professionista.

Ritorna in Togo da superiore provinciale per altri sei anni. Per tutti è la persona amica che sdrammatizza, incoraggia e crea serenità. Dal 1994 al 1997 è a Nairobi nella redazione di New People, la rivista comboniana del Kenya. La decisone di iniziare una nuova rivista comboniana per i paesi francofoni, lo porta a Kinshasa, dove fonda Afriquespoir e la dirige per 12 anni. Questa rivista nasce in un paese in piena guerra, e subito conquista tutti, ha una grande diffusione e i comboniani, in Congo, ormai saranno chiamati i missionari di Afriquespoir (Africa speranza).

P. Neno ha annunciato il Vangelo della gioia: era solito terminare tutte le sue prediche, omelie, con dei racconti e battute pieni di buonumore, che portavano tutti al sorriso. Dove c’era p. Neno c’era il sorriso e la gioia.

Giornalista, scrittore, direttore di riviste missionarie

P. Neno è stato un grande comunicatore, con uno stile di scrittura chiaro e molto efficace. Ha raccontato la gente dell’Africa, la loro dignità, la loro umanità e spesso, la loro vita eroica, fino al dono completo della loro vita nel martiro, per la pace, la libertà, il rispetto dei diritti umani.

Ha diretto la rivista Nigrizia, mensile dell’Africa e del mondo nero, edito dai missionari comboniani, in Italia da ben 142 anni. A Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, ha fondato e diretto, per ben 12 anni, Afriquespoir, rivista trimestrale per i paesi africani francofoni, che racconta di una Chiesa d’Africa aperta al mondo. Ha scritto articoli per Mundo Negro, la rivista comboniana della Spagna e per New People, la rivista comboniana del Kenya.

P. Neno ha pubblicato numerosi libri, sempre con un’unica finalità: dare testimonianza di vita vissuta e donata nella semplicità e nella quotidianità.

Uno sui preti africani uccisi, uno sulle suore africane uccise, e uno sui laici africani uccisi. Voleva che la memoria di questi africani non andasse perduta. In questo ha fatto un servizio eccellente alla chiesa africana. E un altro libro che è andato a ruba in Africa ed è stato tradotto in tante lingue è stato “I Santi d’Africa”.

Un piccolo libro di p. Neno, Una strada che potrebbe essere la tua, che ripercorre la vicenda umana e missionaria di Daniele Comboni, fa nascere in chi lo legge, un affetto, una empatia con Comboni che spinge a seguirlo e a fare come lui: tanti giovani, soprattutto africani, sono oggi missionari comboniani per aver letto quel libro.

Superiore e segretario generale

Per la sua intelligenza e le sue capacità, a p. Neno è stato chiesto anche un servizio all’interno della congregazione comboniana che sicuramene non desiderava, ma che ha svolto con competenza, saggezza e anche con tanto sano umorismo.

È stato superiore di comunità, in Kenya e in Congo, ma soprattutto è stato per due volte superiore di delegazione e provinciale in Togo. Si racconta che, partecipando ad un Capitolo generale, con molta convinzione era stato fatto il suo nome per essere eletto superiore generale della Congregazione e che lui avrebbe risposto: con la responsabilità che ho della piccola provincia comboniana del Togo, già non riesco a dormire, cosa mi succederebbe se fossi eletto padre generale.

Per nove lunghi anni fu anche segretario generale delle attività di animazione missionaria dei comboniani, in tutto il mondo.
Dal 2020 era nella comunità di confratelli anziani e ammalati a Castel d’Azzano, Verona.

Anche se segnato dalle fatiche e dalla malattia, mai ha perso la sua vivacità intellettuale e comunicativa. Continuava a coltivare dei progetti ormai impossibili a realizzare. Ancora voleva essere presente nella sua Piove di Sacco che tanto amava, di un amore fortemente ricambiato.

All’inizio del mese di marzo 2023, la sua situazione sanitaria precipita e dopo un momento in cui sembrava riprendersi, ci lascia.

La sua morte suscita una grande emozione in tantissime persone e in varie nazioni del mondo. In tanti gli siamo riconoscenti e con il detto africano lo salutiamo: P. Neno, che la terra ti si leggera!
p. Gaetano Montresor, comboniano

Intervento di P. Renzo Piazza ai Funerali di p. Neno Contran a Piove di Sacco (PD)
27 marzo 2023

“Pauper, servus et humilis”

Sappiamo bene che il cuore della liturgia è la persona di Gesù, il Figlio di Dio, che ci ha amati e ha dato se stesso per noi. La fede in lui e nella risurrezione alimenta la nostra speranza di raggiungerlo un giorno per essere con lui per sempre. 

Nella liturgia facciamo spazio alla Parola: è la buona notizia che ci illumina e alimenta il desiderio di seguirlo per essere come lui. L’omelia dovrebbe spiegare e attualizzare ciò che abbiamo ascoltato. 

Ma quando un discepolo diventa simile al Maestro, ciò che ha detto e fatto, diventa vangelo vivo: si può parlare anche di lui, senza paura di tradire il Maestro. 

Per questo non mi sembra fuori luogo ricordare in che modo con le parole e la vita P. Neno è stato testimone di Gesù. 

Sabato ho chiesto ai confratelli della comunità di riassumere con una parola o con un aggettivo chi era stato per loro P. Neno. Ecco le risposte: semplicità, serenità, bontà, servizio. Sempre disponibile, sempre impegnato, bonario, spiritoso, franco, equilibrato, buono, libero, sereno,  ilare , altruista, solare, gentile, intelligente, tenero…

Vorrei sottolineare il modo con cui P. Neno ha saputo vivere il tempo in cui declinano le forze con la saggezza dell’uomo di Dio che vuol continuare a donarsi ai fratelli. Prendo lo spunto da tre aggettivi presi in prestito dal canto Panis angelicus: pauper, servus et humilis.

Pauper 

P. Neno ha vissuto tra noi come un povero. Nella sua stanza solo l’essenziale. Povero il suo vestito, poveri i suoi strumenti di lavoro: un vecchio PC portatile, lento, con lo schermo rigato e un vecchio telefonino tradizionale. In più una chiavetta USB perennemente intasata dai troppi files copiati! Quando gli abbiamo proposto uno smartphone lasciato in eredità da un confratello deceduto, lo ha tenuto per un giorno e subito lo ha riconsegnato perché… gli faceva perdere la pace, troppo preziosa per lui. 

Ma quante novità e ricchezze è riuscito a tirare fuori dal vecchio computer: gli articoli, le traduzioni, i libri scritti, le ricerche, le omelie… E’ proprio vero che la vita dell’uomo non dipende dai beni che possiede, ma da ciò che porta nel cuore e nel cervello!

Servus

Venuto da anziano nella “casa di riposo”, in realtà non si è mai riposato. Si è inserito come un novizio generoso nei ritmi della vita comunitaria. Settimanalmente presiedeva l’Eucarestia e con scrupolo e precisione preparava la sua omelia scritta, commentando il vangelo del giorno. Quando la riflessione sul Vangelo è diventata difficile, si è fatto esperto nel presentare il santo del giorno. Cercava nella sua memoria e in Internet le sue informazioni e condivideva il frutto del suo lavoro. 

Con l’arrivo del COVID la comunità fu totalmente scompaginata e per un tempo fu suddivisa in tre blocchi indipendenti e separati: i sani, gli ammalati, i convalescenti guariti. Neno si trovò tra i sani come l’unico capace di animare il gruppo e dirigere la liturgia del giorno. Si diede da fare per favorire la partecipazione di tutti, fece il celebrante e il sagrestano, trasformando la sala da pranzo in cappella, presiedeva, predicava, animava tutti…

Si sa che gli anziani hanno bisogno di essere aiutati anche al momento dei pasti. Per lui rimanere seduto al proprio posto in attesa di essere servito, era un po’ difficile. Eccolo allora affiancare il personale nei lavori più semplici ma essenziali: mettere il pane e il vino sui tavoli, versare l’aranciata a chi la chiedeva, leggere a voce alta il menù del giorno con l’immancabile rima finale: “frutta di stagione e … buona digestione!”

Humilis

L’umiltà in primo luogo è sano realismo. Ha riconosciuto e accettato l’arrivo dell’anzianità con i suoi acciacchi e le sue limitazioni. Non ha cercato di aggrapparsi a ruoli di prestigio o ad attività gratificanti, ma ha serenamente accettato di venire nella casa in cui si accolgono i non autosufficienti (lui diceva: autodeficienti!) per continuare da lì a dare il suo contributo.  Umiltà è capacità di riconoscere e accettare la realtà: il bene che viene da Dio e la fragilità dell’uomo peccatore. Ma umiltà è anche non gonfiarsi di orgoglio, non attribuirsi dei diritti, non credersi grandi, ma rimanere se stessi, nella semplicità. Il Fondatore e Direttore di Afriquespoir, autore di tante pubblicazioni accettò di buon grado di continuare a sostenere la rivista correggendo gli articoli degli altri (di cui a volte non condivideva il contenuto…), completando e arricchendo su loro richiesta, pubblicazioni che per lui erano già pronte da tempo… Quanti giorni di lavoro, con la testa stanca, la memoria che lo tradiva e il computer che pareva nascondergli regolarmente il documento appena scritto…

Aveva pubblicato in Congo due libri che avevano incontrato un grande successo: Le parole della fede e Le parole della gioia. Ha tradotto in italiano il secondo, sperando di pubblicarlo con l’aiuto di qualche amico. Ho l’impressione che finita la traduzione sia arrivato il COVID e il libro si è perso nel suo PC. Magari sarà pubblicato postumo…  

Per i 25 anni della rivista Afriquespoir apparve un articolo che parlava del cammino fatto, dei collaboratori, delle sfide, dei successi della rivista durante un quarto di secolo.  Unico neo: mancava il nome del fondatore e del direttore per tanti anni, il suo. Gli feci notare quello che ritenevo un’ingiustizia e un’ingratitudine… Candidamente mi rispose: “Ma quell’articolo l’ho scritto io…”

L’amore a Piove di Sacco!

Voleva bene al suo paese e desiderava ritornarvi almeno per la festa di S. Martino, occasione per ritrovare i sacerdoti a cui si sentiva molto legato, la famiglia, gli amici. Quante volte, con delicatezza e discrezione mi chiedeva se era possibile andare, farsi accompagnare, per non pesare sulla comunità, approfittando della disponibilità di un altro Piovese, P. Benito Buzzaccarin…

Quante volte raccontava le storie legate alla sua infanzia, al suo papà seminarista e militare ferito, alla sua vocazione, a quando era chierichetto, a don Ampelio e alle sue trasgressioni nell’usare la bici da uomo invece che quella da donna, la sola permessa ai chierici…

E’ doverosa la nostra gratitudine nei confronti della sua famiglia che ha donato tre figli al Signore, di cui due missionari comboniani. 

Grazie, P. Neno, per il tanto bene che hai fatto alla chiesa e alla missione. Sei stato il servo buono e fedele. Abbiamo la certezza che al tuo arrivo il Padrone ha lasciato i suoi impegni, si è cinto i fianchi ed è venuto a servirti! Vivi per sempre nella gioia del tuo Signore!

P. Renzo Piazza
Superiore della comunità di Castel d’Azzano