Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DALLA DIREZIONE GENERALE

Annuario Comboniano

Per tenere aggiornato il più possibile l’informazione nel programma del computer e anche in preparazione alla pubblicazione dell’Annuario Comboniano nel 2005, il segretario generale rinnova ai provinciali/delegati ed altri responsabili dei confratelli la richiesta di informarlo, tempestivamente e con date precise, su arrivi e partenze di confratelli nelle loro province e delegazioni (anche per vacanze), su ogni cambio di comunità all’interno della circoscrizione e di cambi di recapiti dei confratelli.

Fotografie di case e di confratelli
Un sentito grazie a tutti coloro che hanno mandato al segretario generale fotografie di confratelli e fotografie delle nostre case. Ne mancano ancora parecchie. Facciamo appello ancora una volta ai provinciali e delegati e superiori locali di rispondere con alacrità a questa richiesta. Si ricorda poi che tra i documenti dei neoprofessi mandati al segretario generale devono esserci anche tre loro fotografie a colori, formato tessera.

Soppressione di comunità o case religiose
Alcune nostre comunità sono state soppresse ed alcune nostre case chiuse senza nessun permesso del Superiore Generale. Il diritto di sopprimere comunità o case religiose appartiene solo al Superiore Generale con il suo Consiglio, cui deve pervenire in tempo una richiesta ufficiale.
Per evitare inutili complicazioni, ogni volta che una nostra comunità viene soppressa o una nostra casa chiusa, i provinciali e delegati sono pregati di mettere in pratica la Regola di Vita numero 109, 127.2. e 139.2.

Segretariato Generale AM - Consiglio Continentale Europa

Il Consiglio Continentale dell’Animazione Missionaria (AM) in Europa è stato tenuto a Londra dal 4 al 6 maggio 2004. Vi hanno partecipato tutti i segretari provinciali dell’AM d’Europa: P. Franco Mastromauro (London Province), P. Lino Spezia (Italia), P. Geremias Martins dos Santos (Portogallo), P. Florentino Lafuente (España), P. Anton Pramstrahler (DSP), P. Manolo Torres (Polonia), P. Martin Devenish (provinciale incaricato del settore dell’Animazione Missionaria in Europa) e P. Jaime Calvera (Segretario generale dell’Animazione Missionaria).

Come richiesto dal Capitolo Generale ( AC2003.105.5) i consiglieri hanno fatto una riflessione sull’AM in Europa per contestualizzarla tenendo conto delle realtà sociali, culturali e religiose degli ambienti dei paesi europei. Hanno discusso la preparazione della prossima assemblea generale dell’AM in Europa e del Corso per animatori missionari da tenersi nel 2005 (AC2003,129.1), e hanno proposto per i due eventi la sede di Palencia (Spagna), e le date 12-24 settembre per il corso e 26-29 settembre per l’Assemblea.

Le minute delle riflessioni e le proposte sono state presentate ai superiori provinciali d’Europa nel raduno di maggio in Polonia.


Segretariato per la promozione vocazionale e formazione:
statistiche 2003-2004


Aspiranti e pre-postulanti: 194 di cui 106 seminaristi (seminario minore) e 88 pre-postulanti (propedeutico). Abbiamo attualmente 5 seminari minori (2 in Messico, 1 in Portogallo, 1 in Eritrea e 1 in Mozambico) e la fase del pre-postulato, anche se in modalità diverse, è presente in diverse province e delegazioni d’America e Africa.

Postulanti: 268, di cui 231 candidati al sacerdozio (87%) e 37 candidati Fratelli (13%). Abbiamo attualmente 26 postulati (14 in Africa, 8 in America, 3 in Europa e 1 in Asia), di cui 2 per soli candidati Fratelli (Monterrey e Layibi).

Novizi: 110,di cui 98 candidati al sacerdozio (87%) e 12 candidati Fratelli (13%). I neoprofessi quest’anno saranno 48 (43 scolastici e 5 Fratelli). Abbiamo attualmente 9 noviziati: 4 in Africa (Namugongo e Lusaka per l’Africa anglofona; Kinshasa e Cotonou per l’Africa francofona), 3 in America (Sahuayo, Huánuco, Nova Contagem), 1 in Europa (Venegono), 1 nelle Filippine (Calamba).

Scolastici e Fratelli di voti temporanei (VT): 202, di cui 157 scolastici e 45 Fratelli di VT. Per continenti abbiamo: 102 dell’Africa (46%), 62 dell’America (33%), 35 dell’Europa (17%) e 9 dell’Asia (4%). Le province con più professi di VT sono il Messico (33), il Togo (22), il Congo (17) e l’Uganda (16). Abbiamo attualmente 9 scolasticati e 2 C.I.F. (4 in America, 3 in Europa, 4 in Africa).
Durante lo scorso anno 2002-2003 gli usciti di VT furono 26 (20 scolastici e 6 Fratelli).
Per l’anno formativo 2004-2005 si prevedono 230 tra scolastici e Fratelli di VT: 184 scolastici (176 negli scolasticati e 8 in esperienza pastorale), 46 Fratelli: 21 nei C.I.F. e 25 in esperienza missionaria.

Ordinazioni e Fratelli finalisti: 23, sono le ordinazioni previste per il 2004 (13 dell’Africa, 4 dell'America, 2 dell’Europa e 4 dell’Asia). Nel corso dell’anno sono previste, pure, 3 professioni perpetue di Fratelli (1 dell’Africa, 1 dell’America, 1 dell’Europa). I Fratelli finalisti del C.I.F. sono 3 (2 Africa, 1 Europa). Durante l’anno 2003 le ordinazioni furono 32, 1 Fratello finalista nel C.I.F. e 7 professioni perpetue di Fratelli.

Personale: 175 sono i confratelli che lavorano nel settore delle vocazioni, così distribuiti: 84 promotori vocazionali (56 a tempo pieno e 28 a tempo parziale) e 91 formatori (83 a tempo pieno e 8 a tempo parziale).
Il numero globale di confratelli impegnati nel settore rimane più o meno costante. C’è un buon gruppetto di promotori a tempo parziale. Anche se si tratta di confratelli che spesso sono solo semplicemente dei ‘referenti’ vocazionali, impegnati prioritariamente in altri servizi, è un segno della crescente attenzione nelle province all’esigenza di una selezione ed accompagnamento più accurati dei candidati. Tutte le comunità sono state invitate ad avere un confratello incaricato delle vocazioni, affinché l’animazione vocazionale diventi una delle attività abituali della presenza comboniana.

Specializzazioni: 25 sono i confratelli che attualmente frequentano dei corsi di specializzazione, includendo i Fratelli nel C.I.F. (4) e gli scolastici (2). Durante l’anno scorso 2002-2003, 15 confratelli hanno conseguito una specializzazione (1 laurea, 12 licenze o equivalenti, 2 particolare diploma). I confratelli che frequentano attualmente dei corsi di preparazione specifica ad un servizio sono 10 (di cui 9 in vista della promozione e formazione). L’anno scorso sono stati 12 (di cui 10 per la formazione).

Voti perpetui
Fr. Afanvi Jean Kossi (T) Lomé (TG) 01.05.2004

Ordinazione sacerdotale
P. Kouande Adekoun Victor (T) Kodjoviakope (TG) 17.04.2004


Intenzioni di preghiera
Giugno - Perché San Daniele Comboni ci aiuti a fare nostri i sentimenti di Cristo. Il suo Cuore Trafitto sia il centro di comunicazione tra noi, nelle nostre comunità, con le Chiese locali e con i più poveri. Preghiamo.

Luglio - Perché San Daniele Comboni ispiri e sostenga i lavori di preparazione al Capitolo Generale delle Suore Missionarie Comboniane. Preghiamo.

ASIA

Giornate speciali di ricchezza missionaria per la Delegazione dell’Asia

ESERCIZI SPIRITUALI

Dal 5 al 9 maggio tutti i confratelli della delegazione (Hong Kong, Macau, Taipei e Filippine), si sono incontrati nel nostro noviziato per il ritiro annuale, predicato da P. Teresino Serra. Basandosi sulla Bibbia, sugli Scritti del Comboni e sugli Atti del Capitolo Generale, P. Teresino ci ha condotti ad apprezzare in profondità la nostra vocazione missionaria come grazia e come servizio da vivere a livello personale e di comunità.

ASSEMBLEA

Agli esercizi spirituali è seguita l’assemblea della delegazione durata tre giorni. Ancora il Superiore Generale, ha rilevato l’importanza di questo tempo che l’Istituto sta vivendo nello sforzo di implementare il Capitolo Generale nei diversi ambienti in cui lavoriamo. Abbiamo riflettuto in gruppi come le sue osservazioni possano essere applicate alla metodologia della missione, alla formazione permanente e alla vita comunitaria nella nostra delegazione. Alla relazione dei gruppi è seguita una discussione su alcuni punti principali. Si è cercato di arrivare ad una visione e decisioni comuni.

CONSACRAZIONE ALLA MISSIONE

Domenica, 16 maggio, il Superiore Generale ha presieduto nella cappella del nostro noviziato alla celebrazione dei primi voti di due dei nostri novizi, Paruñgao Victor Cunanan e Mula Eutiquio Muso. Un piccolo gruppo di amici e parenti si sono uniti a noi nel ringraziamento. Una settimana più tardi è stata la volta degli amici della missione e di quelli che frequentano la cappella del nostro seminario Daniele Comboni ad incontrarsi con P. Teresino che ha presieduto all’Eucaristia. In segno di benvenuto e di apprezzamento, la comunità della cappella ha condiviso con lui un semplice rinfresco.


INCONTRI

Quantunque la visita del Superiore Generale avrebbe dovuto consistere principalmente nel guidarci durante gli esercizi spirituali e l’assemblea, P. Teresino ha avuto l’opportunità di incontrarsi con tutti i confratelli, visitare le nostre tre comunità nelle Filippine e incontrare per una visita di cortesia i vescovi nelle cui diocesi si trovano le nostre comunità.
Mentre speriamo che in futuro P. Teresino possa visitare anche la Cina (Taipei e Macau), come delegazione desideriamo esprimere la nostra gratitudine per le giornate che ha trascorso con noi, per il suo incoraggiamento e per aver rafforzato la presenza comboniana nel continente asiatico.


CIAD

Dichiarazione dei vescovi del Ciad sulla situazione del paese
Il 29 aprile i vescovi del Tchad, riuniti per la loro conferenza episcopale a Moundou, hanno pubblicato una dichiarazione sulla situazione socio-politica del paese.
Dopo aver osservato il degrado progressivo delle condizioni del paese, reso visibile tra l’altro dalla presenza di rifugiati centrafricani al sud e dei sudanesi all’est (Darfur), i vescovi hanno dichiarato che è necessario lo sforzo dei politici nazionali e internazionali per evitare che insicurezza e instabilità si diffondano in tutta la nazione.
La Chiesa alza la voce per denunciare altri fatti che sconvolgono la vita sociale e sono una minaccia alla pace: i massacri della popolazione civile al sud e all’est; i conflitti sempre più pesanti tra allevatori e agricoltori, con interventi partigiani delle autorità locali; la corruzione che incancrenisce tutte le istituzioni dello stato, i salari irregolari e gli scioperi che ne conseguono...che scoraggiano i cittadini e generano violenza. I primi a pagarne le spese sono i giovani che, senza progetti e senza avvenire, sono tentati dalla disperazione e dagli estremismi.
Infine i vescovi denunciano il progetto di modificare la costituzione per assicurare al presidente un terzo mandato nel 2006 e s’interrogano sull’opportunità di tale processo nel contesto attuale. Questo significa, secondo l’opposizione, trasformare la democrazia in monarchia...
Non è un caso se, nella notte tra domenica 16 e lunedì 17 maggio, a pochi giorni dalla dichiarazione dei vescovi, vi sia stato un tentativo di colpo di stato, scoperto e risolto, fortunatamente, senza spargimento di sangue. Se la causa ufficiale dell’incidente è stata presentata come lo scontento dei militari per problemi salariali, molti affermano che in realtà la posta in gioco è più alta: si chiedono le dimissioni del presidente, giudicato debole e neutrale nel conflitto del Darfour ed eccessivamente impegnato a riservare solo alle persone del suo clan le responsabilità politiche che contano.

Sessione di formazione sull’islam
Da più di un mese nelle varie parrocchie di N’djamena si sta presentando un corso di formazione sull’islam agli agenti pastorali che sono responsabili delle CEB e dei movimenti ecclesiali e cristiani impegnati.
In Tchad il potere politico, economico e militare è nelle mani dei musulmani e la città di N’djamena è musulmana al 70%. I cristiani vivono spesso la relazione con l’islam in un contesto di conflitto o di sottomissione.
Per animare i cristiani ad un maggior presa di coscienza dei propri diritti e a una migliore conoscenza della realtà, l’ufficio diocesano per l’incontro tra cristiani e musulmani ha organizzato una formazione di base per tutte le parrocchie e tutto il personale apostolico. Nascita e diffusione dell’islam, i vari tipi di islam, la penetrazione dell’islam in Africa e in Tchad, la sharia, la comunità musulmana, i pilastri dell’islam... sono i temi trattati.
Ogni sessione inizia con la proiezione di una videocassetta, realizzata dalla televisione francese sulla situazione dei cristiani sudanesi, dove tra l’altro vi è un’approfondita presentazione dell’opera di Comboni e dei Comboniani a Khartoum e in tutto il Sudan.
L’animatore di tali incontri è un ex ministro del sud, M. Gali Ngoté, che ha curato la sua preparazione per due anni al Dar Comboni del Cairo e al PISAI di Roma. Siamo grati ai Comboniani dell’Egitto e del Sudan per una collaborazione che sta dando frutti insperati. Grande, infatti, è la gioia dei cristiani di avere una formazione così qualificata.
Il P. Renzo Piazza della comunità di N’djamena è il “promotore” di queste attività che coordina dall’ufficio diocesano.

ECUADOR

Rinnovo dei voti

Durante il mese di aprile abbiamo avuto la grazia di celebrare il rinnovo dei voti di alcuni nostri confratelli.
Lo scolastico Pedro Jimmy Indacochea Quimis ha rinnovato i voti nella parrocchia di San Lorenzo (Esmeraldas) il 19 aprile, durante la celebrazione della Messa afro alla presenza della comunità, dei movimenti apostolici e delle comunità religiose di Borbón e San Lorenzo.

Il 1° maggio, a Guayaquil, nel quartiere “Le Malvinas”, nella chiesa del Buon Pastore, Fr. Roberto Misas Ríos e Fr. Alberto Degan hanno rinnovato i voti alla presenza della comunità afro, dei giovani della zona pastorale e della comunità.

Prima professione di Carlos Iván Aponte Cagpata

Durante tutta la Settimana Santa, i nostri postulanti hanno motivato e animato la parrocchia di Patate e delle comunità circostanti per prendere coscienza del proprio impegno missionario. Abbiamo anche trascorso quindici giorni a visitare collegi, scuole, gruppi, movimenti per preparare la celebrazione di questa prima professione.
Patate è un villaggio della sierra, distrutto dal terremoto del 1897, alle falde del vulcano Tungurahua, che negli ultimi anni è stato motivo di preoccupazione e paura per gli abitanti a causa delle continue eruzioni. Domenica 16 maggio il villaggio ha vissuto un momento indimenticabile accompagnando il primo dei suoi figli che si consacrava a Dio per le missioni. La celebrazione ha rappresentato, per questa comunità che è stata abbandonata per molto tempo, l’espressione più alta della fede vissuta e dell’impegno missionario. In tipico stile della sierra e secondo le tradizioni locali, la cerimonia è iniziata per strada, con i discorsi di benvenuto da parte del sindaco e delle autorità, dei presidi e professori delle scuole dove Carlos Iván Aponte Cagpata aveva studiato, e anche di alunni e giovani. Durante la Messa, sono stati offerti a Dio i doni propri di questa terra. La nuova destinazione del neo professo è lo scalsticato di San Paolo, in Brasile.

Riunione Afro

Dal 10 al 14 maggio, a Quito, si è svolto un incontro nazionale di pastorale afro organizzato dall’ITEPE sul tema “Strategia per una proposta di crescita e sviluppo afroecuadoriano”. Hanno partecipato all’incontro 25 agenti di pastorale afro provenienti da Quito, Chota, Carchi, Quinindé, Borbón, Santa María de los Cayapas e Guayaquil.

Il primo giorno ha aperto l’incontro Fr. Joel Cruz Reyes, che ha sottolineato l’esistenza di alcuni miti che bloccano lo sviluppo del popolo nero. Una persona che ha preso la mentalità del “non posso, non so, non sono capace”, non può essere protagonista del proprio sviluppo. Per questo lo sviluppo ci pone, innanzitutto, l’identificazione del nostro carisma per renderci capaci di assumerci le responsabilità e di affrontare le nostre difficoltà.

I giorni seguenti, John Anton Sánchez e Ruth Díaz Quiñones hanno condiviso con noi il risultato della ricerca su “Problematica Afroecuadoriana e proposte d’azione” realizzata con la collaborazione del BID. In particolare, sono stati approfonditi i seguenti temi: “Identità dell’afrodiscendente”, “Etnosviluppo” e “Rafforzamento della presenza politica dell’afroecuadoriano”.

Attraverso lavori di gruppo sono state delineate strategie e proposte per ognuno di questi temi per vedere come, a partire dalla pastorale afro, possiamo contribuire al rafforzamento e allo sviluppo del nostro popolo nero. Le priorità scelte per i partecipanti saranno oggetto di discussione nel prossimo EPA nazionale, che si terrà ad agosto a Quito, e che si incaricherà di vedere come tradurre in un linguaggio semplice e con proposte pedagogiche la ricchezza di informazioni e conoscenze che abbiamo acquisito in questi giorni.

ETHIOPIA

Primo sinodo diocesano di Awasa

“Crescere con Cristo nella fede e nel servizio”, è il motto del 1° sinodo diocesano di Awasa che si è svolto nel Centro Pastorale di Dongora nell’aprile 2004. Si è trattato anche del 1° sinodo della Chiesa Cattolica in Etiopia.

Preparazione
Operatori pastorali e fedeli delle comunità cristiane lo hanno preparato in sei anni di attività pastorale e catechetica. Il vescovo di Awasa, Mons. Lorenzo Ceresoli, aveva annunciato ufficialmente il sinodo a fine 1997. Le tappe di preparazione sono state affidate ad un comitato centrale a cui era seguita la formazione di altrettanti comitati preparatori in ognuna delle 18 parrocchie, formati da rappresentanti delle varie realtà ecclesiali e categorie di fedeli. Queste le varie tappe: studio della realtà religiosa e sociale del luogo; risposta a un dettagliato questionario; incontri di preghiera e settimane di rinnovamento “a tutto campo” nelle parrocchie e nelle centinaia di comunità cristiane; preparazione di uno “Strumento di lavoro” o “Documento preparatorio” che ha raccolto il frutto delle migliaia di risposte al questionario ed infine la scelta dei rappresentanti religiosi e laici all’assemblea sinodale sono state le principali iniziative condotte lungo i sei anni di preparazione.

Sessioni
Il sinodo si è svolto in due sessioni di una settimana ciascuna, con una settimana d’intervallo tra le due. Circa 70 i partecipanti: oltre ai parroci, vi erano i rappresentanti degli Istituti religiosi operanti nel Vicariato Apostolico, dei catechisti, degli insegnanti cattolici, degli operatori sanitari e dei centri di promozione umana, laici alla guida di comunità cristiane e rappresentanti di associazioni di giovani e donne cattoliche. Ogni parrocchia ha potuto inviare da uno a tre rappresentanti in base al numero dei propri cristiani.

Strumentum Laboris
Nei mesi che hanno preceduto la celebrazione del sinodo, in due incontri preparatori, i sinodali si sono suddivisi in 10 gruppi con l’incarico di studiare i dieci capitoli inclusi nello “Strumento di lavoro”: Catechesi, ministeri laici, liturgia e famiglia cristiana, giovani, inculturazione, ecumenismo, giustizia e pace, collaborazione tra operatori sociali e pastorali, integrazione tra attività pastorale e promozione umana, gestione finanziaria ed amministrazione delle parrocchie. Nelle sessioni sinodali i 10 gruppi di lavoro al mattino hanno discusso e steso varie “proposizioni” poi dibattute, emendate ed approvate nelle sedute plenarie del pomeriggio.

Progetto pastorale
P. Rodrigo Mejia, S.J., esperto moderatore del sinodo, con grande competenza ha guidato l’assemblea nella formulazione di oltre 120 “proposizioni” che permetteranno al vescovo di preparare il Piano Pastorale quinquennale della diocesi. La presenza e il contributo personale del vescovo ha costituito per tutti uno stimolo ad un impegno incessante nei lavori.

Celebrazione di chiusura
Il 1° maggio si è celebrata l’Eucaristia di conclusione ai lavori sinodali, presieduta da Mons. Ramiro Moliner Ingles, Nunzio Apostolico in Etiopia e Gibuti, che ha letto messaggi di auguri e benedizione del Papa e del Cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il coro dei giovani di cardinale Dongora ha animato la celebrazione alla presenza di molti fedeli della parrocchia. Giornalisti ed operatori televisivi del Dipartimento delle Comunicazioni del Segretariato Cattolico Nazionale di Addis Abeba hanno offerto completa copertura ai lavori del sinodo.

Le Proposizioni
Le “proposizioni”, una volta emendate dal vescovo, saranno trasformate in “decreti” dopo l’approvazione finale. Saranno quindi consegnate ufficialmente all’intera Chiesa locale di Awasa il 30 maggio 2004, solennità di Pentecoste, nella cattedrale di Awasa, alla presenza di Mons. Berhane Yesus Suraphiel, arcivescovo metropolitano di Addis Ababa. Un ringraziamento speciale a P. Giuseppe Cavallini, responsabile del Centro Pastorale Diocesano di Dongora, a tutti i collaboratori e partecipanti al sinodo per la positiva realizzazione di questo importante evento di crescita verso l’autosufficienza della Chiesa locale di Awasa.

ITALIA

Padova ospita 11 associazioni
La volontà di collaborazione ha spinto la comunità di Padova a mettere parte della casa a disposizione di ben undici associazioni unite da intenti e obiettivi comuni. Ispiratore e realizzatore principale dell'iniziativa è stato P. Giorgio Padovan, che ha detto: “Inizialmente avevamo pensato di utilizzare gli spazi disponibili per un’ospitalità generica: studenti, parenti di persone nostre ospiti, ecc. Poi, considerati i posti limitati, abbiamo scelto di favorire le associazioni che si occupano di giustizia e pace per creare una catena di solidarietà ed essere più significativi nella città”. Alla presentazione dell'iniziativa erano presenti i rappresentanti di tutte le associazioni e ognuno di loro ha avuto uno spazio per presentare sinteticamente le proprie attività. La mediazione culturale, gli aiuti verso i paesi impoveriti e il reinserimento dei detenuti all'interno del quotidiano sociale sono risultati gli ambiti principali dei loro interventi. Tutti hanno espresso la volontà di far parte di una rete di collaborazione comune che sviluppi sempre nuovi e stimolanti progetti.

A che serve la missione se...
Il Convegno Comboni 2004, organizzato dalla provincia italiana per riflettere sul significato della canonizzazione di Comboni in relazione al nostro essere missionari oggi, ha avuto un successo insperato, soprattutto per l’interesse suscitato dagli interventi dei relatori: P. Arnaldo Baritussio - Missione e Santità; P. Walter Vidori - Missione e Piano; P. Giuseppe Franzelli - Comboni animatore; Don Alessandro Pronzato - Comboni “inclassificabile”; Prof. Fulvio De Giorgi - Indirizzi fondamentali dell’azione missionaria di Comboni. Nella convinzione che possono essere utili a tutti, le relazioni sono state pubblicate sotto il titolo: “A che serve la missione se...”. Prezzo: € 5 circa. Per motivi di praticità, le ordinazioni vanno fatte a P. Venanzio Milani (Roma - S. Pancrazio) via fax (06.5898101) o per e-mail (vmilani@emi.it).

LONDON PROVINCE (Inghilterra-Scozia-Galles-Irlanda del Nord- Eire)

In memoria di P. Luciano Fulvi
Il 6 maggio la comunità di Leeds ed amici si sono riuniti per una santa Messa commemorativa in memoria di P. Luciano Fulvi. Il 14 maggio l’arcivescovo di Glasgow, Mons. Mario Conti, ha presieduto ad una seconda commemorazione nella chiesa di S. Paolo. Oltre ai confratelli, tra cui il provinciale, altri 18 sacerdoti diocesani e molti amici di P. Luciano hanno preso parte alla celebrazione.
P. Luciano era molto conosciuto e stimato nella provincia dove aveva trascorso 28 anni.

PERU-CHILE

Nozze d’argento per “Misión sin Fronteras”
Nel pomeriggio del 30 aprile, a conclusione dell’Assemblea Provinciale di Animazione Missionaria, la nostra rivista “Misión sin Fronteras” ha celebrato i suoi 25 anni.

La celebrazione è iniziata con la Messa presieduta da Mons. José Luis Astigarraga, presidente della Commissione Episcopale delle Missioni, accompagnato da Mons. Salvador Piñeiro e da un numeroso gruppo di sacerdoti. Fra i partecipanti, erano presenti tanti amici e amiche del mondo ecclesiale, religioso, missionario e dei media.
Le parole di accoglienza e di ringraziamento erano state affidate a P. Conrado Franco Lorenzo, provinciale, che ha sottolineato il servizio reso da Misión sin Fronteras durante questi anni alla Chiesa locale come mezzo di animazione missionaria, e ha lodato la collaborazione di tanti amici e benefattori alla diffusione della rivista.
Subito dopo la Messa, si è passati nel giardino della casa provinciale dove, in un clima festoso e familiare, P. Juan José Tenías Fenollé, direttore della rivista, accompagnato dall’attuale gruppo della redazione, dell’impaginazione e dell’amministrazione, ha brindato al passato, al presente e al futuro della rivista. Il momento è stato sottolineato da alcuni brani di musica del nord e di musiche tipiche peruviane, eseguite con chitarra, zampogna, flauto e “cajón”.
Si è colta l’occasione anche per rendere omaggio a tre persone per il legame particolare con la rivista, offrendo loro una medaglia di San Daniele Comboni: Sr. Hilda Álvarez, per i 25 anni di lavoro in amministrazione; Sr. Elvira de Geu, quale esempio nel lavoro di diffusione, e Mons. José Luis Astigarraga, per la sua vicinanza e il suo appoggio.
Per la cena, Fr. Kuno Stösser e un gruppo di signore avevano preparato un risotto ai frutti di mare e una grigliata a base di salsicce e spiedini di pollo.
Uno dei momenti più emozionanti è stato, alla fine, lo “arrullo” spontaneo con cui il gruppo della rivista ha brindato alla torta commemorativa, decorata con il logo e la copertina del numero speciale della rivista.


TOGO-GHANA-BENIN

Ordinazione sacerdotale di P. Victor Kouande Adekoun
Il 17 aprile, nell’ottava di Pasqua, il Signore ha concesso la grazia di ammettere al ministero presbiterale il nostro confratello Victor Kouande Adekoun. Le cerimonie si sono svolte nella chiesa di Cristo Re di Kodjoviakopé, che è la sua parrocchia e la nostra prima missione in Togo. Per l’occasione, era stata ben adornata ed era piena di fedeli. Fra questi, una delegazione giunta da Londra per stare accanto col suo affetto a P. Victor.
Ha presieduto l’ordinazione il vescovo di Kpalimé, Mons. Bénoît Alowonou, che sostituiva l’Arcivescovo di Lomé, Mons. Philippe F. Kpodzro, in viaggio all’estero. Il vescovo era circondato da una ventina di sacerdoti e due diaconi. Nell’omelia ha precisato che solo Dio chiama un uomo o una donna ad un servizio particolare e specifico nella Chiesa, nella libertà più assoluta, e al dono totale di sé alla missione ad gentes.
Concludendo l’omelia, il vescovo ha invitato l’ordinando a mettere al centro di tutta la sua vita missionaria l’Eucaristia, la quale riassume il cuore del mistero di Cristo, crocifisso, morto, risorto e vivo per tutti i secoli. Alla fine, il neosacerdote ha ringraziato tutti e così ha fatto anche il provinciale. Alla fine, P. Victor ha benedetto prima il vescovo e tutti i sacerdoti, poi i suoi parenti ed i fedeli presenti.

XVI anniversario del decesso di Fr. Santi Adone
Il 2 maggio, in occasione della giornata mondiale delle vocazioni, gli ex apprendisti diventati oggi istruttori, hanno voluto far memoria del loro amico Fr. Santi Adone, morto sedici anni fa. Come contesto della commemorazione è stata scelta la Messa delle 6.30. Fra gli invitati, vi erano due Fratelli Missionari Comboniani, Fr. Simon Tsoklo Zissou e Fr. Pierre-Fourrier Latevi Akouété, che hanno partecipato in qualità di delegati della provincia. All’uscita dalla Messa, il parroco ha pronunciato una breve preghiera sulla tomba di Fr. Santi, accompagnato da tutti gli amici e dagli istruttori. Un vecchio amico di Fr. Santi ha ripercorso un po’ la storia del centro di arti e mestieri di Afagnan, ricordando che dal giorno della sua apertura, il 13 luglio 1964, ad opera di colui che ne è considerato il direttore e fondatore, e cioè Fr. Santi, è stato per la regione un centro pilota. “Fr. Santi era un pioniere instancabile, ha dato tutto fino al sacrificio supremo per lo sviluppo e il futuro del nostro centro. La morte ce lo ha strappato il 29 aprile 1988, lasciando un grande vuoto difficilmente colmabile. Preghiamo Dio, l’Eterno, affinché conservi accanto a lui la sua anima e che la terra gli sia sempre leggera”.

UGANDA

CD su San Daniel Comboni
Finalmente è uscito, dopo parecchie difficoltà, il CD su Comboni. Si tratta di un Recital di cori, solisti, piano e organo. I testi e la musica sono di P. Guido Oliana. È stato inciso a Kampala. Il Recital, che consiste di due CD, è dedicato “Alla memoria dei 14 martiri comboniani uccisi in Uganda e a tutte le migliaia di vittime della violenza nel nord della nazione. Per l’intercessione di San Daniele Comboni e dei Beati Daudi e Gildo, possa la riconciliazione e la pace giungere anche nel nord dell’Uganda. Il Recital è una celebrazione dell’amore benefico di Dio per gli ugandesi e tutti coloro che lavorano per la pace. Mentre questo CD era in preparazione, un altro Missionario Comboniano è stato ucciso a Layibi, nei pressi di Gulu: P. Luciano Fulvi. Il numero dei martiri comboniani in Uganda ha così raggiunto il numero di 15. Dedichiamo questo Recital anche alla memoria di P. Fulvi”.
Per ordinare il Recital bisogna rivolgersi a P. Guido Oliana o Fr. Pasqualino Artuso. Il costo dei due CD è US$ 15,00. Il costo dei due nastri magnetici è US$ 5,00.

IN PACE CHRISTI

P. Germano Pilati (08.07.1917 – 24.04.2004)

Nelle prime ore del 24 aprile 2004, nella Casa madre dei Comboniani di Verona, P. Germano Pilati ha concluso la sua esistenza terrena. Gli ultimi mesi della sua vita sono stati veramente dolorosi: si nutriva col sondino e respirava con l’ossigeno, inoltre doveva servirsi della sedia a rotelle finché non è dovuto rimanere immobile nel letto. Eppure dalla sua bocca non è mai uscito il più piccolo lamento. Solo due giorni prima di morire ha detto ad un’infermiera: “Basta!”, ma ha pronunciato queste parole con il tono con cui Gesù ha detto “Padre, passi da me questo calice”.
P. Germano ha lasciato un diario di 70 pagine battute a macchina. In esso racconta la sua vocazione e la sua vita di missione, viste “come un dono di Dio”. Tutto è stato dono: la famiglia molto religiosa, il paese animato da un prete santo, la vocazione, l’andare in missione, l’essere liberato dai pericoli… “Ricordo a volo d’uccello le grazie che il Signore mi ha fatto nella mia lunga vita…”, scrive.
Nato a Pressano di Lavis, Trento, l’8 luglio 1917, “mentre il rombo del cannone delle prima guerra mondiale mi cantava la ninna nanna, sono vissuto tra casa, chiesa e scuola”. Nella sua infanzia ha incontrato P. Stefano Patroni che era andato al paese per predicare una Giornata Missionaria. Questi, vedendo quel ragazzino mentre puliva lo scalone di casa, gli ha chiesto se volesse farsi missionario. Germano ha risposto di sì. Non c’è da meravigliarsi di un “sì” così pronto e spontaneo perché la famiglia Pilati era profondamente cristiana. Dopo Germano, infatti, anche le sorelle Eleonora e Liliana e il fratello Tarcisio si sono fatti Comboniani. Che pure la Madonna avesse messo gli occhi addosso a quel ragazzino, lo dimostra il fatto che, mentre sul terrazzo di casa imitava la processione del Corpus Domini, accecato dallo stendardo (un asciugamano) ha messo il piede in fallo ed è caduto di peso sui pietroni del selciato sottostante, 4 metri, senza farsi un graffio. In quel periodo il paese, di soli 700 abitanti, ha dato alla chiesa ben 17 sacerdoti e religiosi.
Nel settembre del 1928 Germano era nella scuola apostolica di Trento, sotto la direzione di P. Angelo Negri. È stato subito ingaggiato nella filodrammatica, nel coro e nel gruppo artisti per la preparazione degli scenari per le commedie. Ha imparato anche a suonare l’harmonium. Durante una Giornata Missionaria, il superiore lo ha portato al paese perché lo aiutasse nella vendita dei libri. “Quel dì abboccò all’amo il giovinetto Giuseppe Dalvit, poi vescovo di San Mateus in Brasile”.
Durante l’anno di terza media, causa un paratifo, Germano è stato mandato definitivamente a casa. Con quella salute non poteva diventare missionario. La mamma ha fatto il miracolo e, in pochi mesi, lo ha rimesso in piedi. Dio ha fatto il resto: il seminarista ha trovato nel parroco di Nave San Rocco, Don Maurina, un esimio insegnante che in pochi mesi lo ha preparato agli esami di terza media, così è potuto rientrare in seminario, non a Trento, ma a Brescia, per la quarta e quinta ginnasio.
Ha fatto il noviziato a Venegono e, il 17 ottobre 1937, festa del Santo Rosario, ha emesso i voti. Il giorno dopo era a Verona per il liceo che aveva luogo nel seminario diocesano. A Germano venne affidato l’incarico di fotografo della comunità, un lavoro che gli verrà buono in missione. Per la teologia è passato a Padova come assistente dei seminaristi comboniani. Il 24 giugno 1943 è ordinato sacerdote dal vescovo di Padova, Mons. Agostini. Sono presenti i suoi genitori.
Essendo chiuse le vie della missione, nel 1945 troviamo P. Germano come incaricato della gioventù nella parrocchia dell’Abbazia di San Zeno Maggiore a Verona. Alla fine dell’anno era a Bologna per lo studio dell’inglese. Nel giugno del 1946 i superiori lo hanno mandato in Inghilterra. P. Guido De Negri gli dice di andare a Glasgow a cercare vocazioni.
“A cercare vocazioni con quell’inglese che so? Almeno mi dia un indirizzo, un punto di appoggio”.
“Non sono mai stato a Glasgow. Tu vai, fai colazione in stazione e poi infilati nella prima cabina telefonica che trovi, cerca un nome italiano e chiama: quello sarà il tuo appoggio”. In questo modo ha riempito il seminario di Sunningdale.
Nel maggio del 1949, ritornando da un lungo giro “vocazionale” incontra Fr. Giovanni Battista Volpato che sta imbiancando il soffitto. Il Fratello si volta e dice: “Ehi, P. Germano, non sai che ti mandano in Uganda?”. Egli scrive sul diario: “Il dialogo si faceva così, ed era meglio perché lo faceva il Signore… da solo”.
Nel suo primo turno in Uganda, P. Germano ha passato una dozzina d’anni. È stato nelle missioni di Anaka, Pabò, Padibe, Morulem, Kigumba, Bugungu, di nuovo a Kigumba, a Morulem, a Kaabong e ancora a Morulem. Sono nomi che si pronunciano in fretta, ma ciascuno di essi suppone un cumulo di sofferenze e gioie che Dio solo conosce. Sofferenze perché quasi tutte erano missioni da iniziare o appena iniziate con l’angustia di trovare acqua, scavare pozzi, cuocere mattoni a migliaia, e poi costruire chiese, cappelle, scuole, ospedali o dispensari, case per catecumeni e catechisti, abitazioni per missionari e missionarie, officine di arti e mestieri… P. Germano era animato da uno spirito di modernità. Quando è arrivato in missione ha incontrato tanti confratelli ormai stanchi e logori per la mancanza di ricambio di personale e di rifornimento di mezzi a causa della guerra. Molte missioni erano fatiscenti, con le capanne che cadevano a pezzi. P. Germano ha animato i confratelli ad impastare mattoni per tirar su casette decenti, belle chiese che egli stesso pitturava “quando non si poteva uscire a causa delle piogge, perché non si doveva rubare il tempo all’apostolato”.
I numerosi viaggi esigevano visite periodiche che duravano da pochi giorni a varie settimane. Egli andava a piedi, in bici, in moto o col camioncino, secondo la distanza. Non sono mancati incontri da far sussultare il cuore con il leopardo, il leone, i bufali, i serpenti, gli elefanti… ma da tutti questi giganti Golia, Dio sempre ha salvato il suo piccolo Davide.
Nel 1961, ha chiesto di andare in Inghilterra a specializzarsi in pittura. È stato invece deviato in Olanda come cappellano degli immigrati. Così ha imparato l’olandese, ma anche il tedesco perché c’erano pure cattolici tedeschi. Un giorno il cappellano degli spagnoli ha un infarto. Manda a chiamare P. Germano e gli dice: “Interessati dei miei spagnoli”. “Non so la lingua”. “Imparala”. E la impara. Dopo 10 anni torna in Uganda. Circumnavigando l’Africa in nave, gli capita in mano una grammatica kiswaili. Impara la lingua e, appena arriva a destinazione, trova un giovane che ha bisogno del sacerdote e parla solo kiswaili. Dio è grande. Per intendersi con la gente P. Germano si è messo in testa ben 12 lingue. Per lui erano come le 12 stelle che stanno attorno alla testa della Madonna. Giunto in Uganda, infatti, lo mandano tra i karimojong. Ne impara la lingua: è la dodicesima stella. Ma ecco nuovi pericoli: non dalle bestie, ma dagli uomini, soprattutto ai tempi di Amin. Soldati in fuga o sbandati alla ricerca disperata di cibo, che portano via tutto e minacciano con il fucile puntato… Le gioie più grandi per P. Germano scaturiscono dalla possibilità di insegnare a molti la Parola di Dio e di distribuire a piene mani il perdono nei moltissimi battesimi, nelle confessioni, nelle eucaristie e negli altri sacramenti. P. Germano ricorda commosso una bambina di 9 anni che, per non interrompere i primi venerdì del mese, ha fatto a piedi Dio sa quanti chilometri, camminando per tutto il giorno senza prendere una goccia d’acqua. Ricorda pure un soldato che il giorno di Pasqua, armato fino ai denti, arriva ad una cappella e, non vedendo il missionario ben nascosto perché non conosce le intenzioni del soldato, lascia ad un ragazzetto l’offerta per una Messa con un biglietto che dice: “Padre, devo scappare; non so fin dove arriverò: preghi per me e per la pace nel mio paese”.
Nel 1996, quando lascia la missione, ha circa 80 anni e ha vissuto 58 anni di sacerdozio missionario. Merita davvero un po’ di riposo. Ma il suo riposo sarà il tempo vissuto nella fede e nella sofferenza consapevolmente accettate e pregate. Dopo un periodo ad Arco, dove celebra il 60° di sacerdozio, passa a Verona, nel Centro Ammalati, ma è meglio dire “davanti al tabernacolo”.
Il 24 aprile 2004 sorella morte è venuta a liberarlo dalle angustie della vita per spalancargli la porta del Cielo. Così è partito questo grande missionario che, nel silenzio, in punta di piedi e senza farsi notare, ha compiuto cose stupende. Dopo i funerali in Casa madre, che hanno visto una numerosa presenza di confratelli, parenti ed amici, P. Germano è stato sepolto nel cimitero di Verona, accanto a coloro con i quali ha condiviso la missione. (P. Lorenzo Gaiga)

P. Renzo Salvano (10.08.1931 – 29.04.2004
P. Renzo Salvano fu davvero un uomo eccezionale: intelligente, creativo, intraprendente, indipendente, libero, saggio, buono e cordiale. Pensava alla grande. Ogni cosa che intraprendeva era all’insegna di una certa genialità. La sua ultima realizzazione fu lo SPACE (Spirituality Pastoral Centre) di Lodonga. Si tratta di una duplice struttura: una per la formazione di catechisti, e l’altra per corsi di formazione permanente e spiritualità. Seguiva personalmente i catechisti in lavori di gruppo nelle diverse parrocchie, senza badare a se stesso. Spesso si trascurava. Nel centro di spiritualità pianificava corsi per sacerdoti e religiosi. Organizzava ogni anno gli Esercizi Spirituali e una volta all’anno anche il Mese Ignaziano. Era generoso. Non riusciva ad esigere una tariffa fissa dai partecipanti. Chiedeva un libero contributo.
Ultimamente aveva espresso il desiderio di volere realizzare due altri sogni, ma che non riuscì a causa della salute che incominciava a minarlo. Una volta che avesse consegnato la direzione del centro di Lodonga a qualche altro confratello, pensava di andare a vivere con un sacerdote locale in una nuova parrocchia. Pianificava di usare mezzi semplici, andando, per esempio, a piedi o in bicicletta. Il suo ultimo sogno fu l’idea di una scuola di teologia per laici.
P. Renzo nacque a Sinio d’Alba il 10 agosto 1931. Corse il rischio di essere mandato via dal seminario perché sembrava indipendente e non tollerante delle regole e delle strutture che gli sembravano troppo anguste per la sua mente aperta e creativa. “P. Renzo era un tipo apparentemente molto libero, si sentiva un po’ stretto nelle varie regole e tradizioni, tanto che fu sul punto di essere dimesso dallo scolasticato di teologia”, dice P. Giuseppe-Zeno Picotti.
Venne ordinato sacerdote l’8 settembre del 1956. Lavorò in Italia per qualche anno. Prestò il suo servizio anche in formazione. Era apprezzato dai ragazzi per la sua giovialità e intraprendenza. Sapeva di musica, componeva canti. “Aveva un grande ascendente sui ragazzi e li sapeva intrattenere con gioia nei momenti di ricreazione”, commenta sempre P. Picotti, che lo ha conosciuto a Rebbio da prefetto durante l’anno scolastico 1951-1952.
P. Renzo raggiunse l’Uganda il 1962. Lavorò in varie missioni: Maracha (1962-1965; 1976-1979); Koboko (1965-1968;1985-1988), Oluvo (1970), Lodonga (1970-1975; 1989-2004). Spese anche qualche anno nello Zaire con i rifugiati ugandesi (1981-1985). Durante gli anni di insicurezza nel West Nile rischiò molto. Una volta gli spararono e lo ferirono. Il 2 febbraio 1997 mentre celebrava la Messa nella basilica di Lodonga fu rimosso dall’altare da un gruppo di 18 ribelli e a fucile spianato fu condotto nella casa dei missionari che fu completamente svaligiata.
P. Picotti, che lavorò con P. Renzo in parrocchia nel West Nile, descrive qualche tratto della sua personalità. “Era molto disordinato nelle sue cose. Ma era molto generoso, sempre pronto, instancabile, e, vedi il caso, molto organizzato nel suo lavoro. Da lui ho imparato molto per l’organizzazione della missione: con lui iniziammo a dare a tutti i catechisti il quaderno per la preparazione delle omelie domenicali di cui si facevano le prove durante la loro riunione mensile. Era esigentissimo nella tenuta del registro dei catecumeni, e ad ogni cappella c’era un registro delle entrate e delle spese che veniva controllato ogni mese”.
Durante gli anni di insicurezza nel West Nile, P. Renzo, in equipe con P. Picotti e P. David Baltz, visse un periodo in Congo (l’allora Zaire) al servizio di circa 250.000 rifugiati Logbara dall’Uganda. È sempre P. Picotti che dà testimonianza di quell’esperienza. “Fu un periodo bellissimo… Eravamo continuamente in giro in visita ai vari campi… Si doveva stare fuori per settimane intere, giacché alcuni campi erano distanti più di 150 km. Visitavamo ogni famiglia cattolica e prendevamo contatto con quelle sopraggiunte da poco. P. Renzo aveva organizzato il lavoro in maniera eccezionale: apertura di centri preghiera, incontri con catechisti e loro formazione, fondazione di scuole e formazione di maestri, celebrazioni solenni, ecc… Un’idea che si mostrò profetica fu la decisione di aprire un piccolo seminario che ospitammo in capannoni di pali, fango e paglia… Ora da questi 32 ragazzi sono usciti un Comboniano (P. Alexis Matua Asumi) e cinque o sei sacerdoti diocesani della diocesi di Arua”.
P. Renzo era un uomo che godeva delle gioie legittime della vita e sapeva rilassarsi. “Quando arrivavo a Lodonga mi dava sempre con gioia il benvenuto e non tardava ad offrire una birra fresca e a sedersi anche lui a bere la sua, mentre ci si intratteneva in conversazione sulle sue strategie pastorali, vari progetti e aspetti vari della vita comunitaria”, commenta il provinciale P. Guido Oliana. Era un fumatore spietato, ma durante la Quaresima interrompeva fino a Pasqua. Era un appassionato di riviste di pastorale, ma anche di Topolino e di libri gialli, segno della sua grande fantasia, che si manifestava in idee creative, originali e pastoralmente efficaci.
P. Renzo se n’è andato quand’era ancora sulla cresta dell’onda. Nonostante gli ultimi anni sentisse stanchezza ha portato avanti il suo impegno pastorale fino alla fine. Nel marzo scorso dovette interrompere a metà il suo lavoro con un gruppo di catechisti ad Arua. Febbre continua, mancanza d’appetito e una strana spossatezza furono i sintomi che qualcosa davvero non funzionava. Già da qualche mese le cose non andavano bene con la sua salute. Si era recato ad Angal per farsi vedere da un dottore, che non gli riscontrò nulla di preoccupante. Quest’ultima volta però accettò di andare a Kampala per un esame più approfondito. I controlli medici scoprirono una massa dura nello stomaco. Si recò immediatamente a Milano, dove fu subito esaminato, aperto e chiuso. Un tumore galoppante lo aveva invaso in modo irreparabile. P. Renzo rimase sereno fino alla fine. Aveva usato tutte le sue ricche energie d’intelligenza e di creatività. Sentiva che aveva dato tutto. Il 20 aprile 2004, quindi, se n’andò tranquillo, in punta di piedi, senza disturbare, indipendente come sempre. (P Guido Oliana)

P. Domenico Pazzaglia (20.04.1919 – 30.04.2004
Il suo necrologio apparirà nella prossima Familia Comboniana.

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: Domenico di P. Christopher Besigye (KE); Pissang di Fr. Tchangai Polycarpe Pyabalo.

IL FRATELLO: Eli dello Sc. Faustin Mboka Ngere (CN); Agostino Recoleto di Fr. Amancio Galerón González (E); Edoardo di P. Paolo Tabarelli (CN); Alfredo dello Sc. Celestino Seabra Invaha Nameneque (MO)

LA SORELLA: Clarisse dello Sc. Bonaventure Henri Gnaha Cossi (T); Luisa di P. Guido Cellana (U); Mariangela di P. Michele Dinoia (CN).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Brunetta Valentini; Sr. Federica Gnemmi; Sr. Saturnina Moro; Sr. Sabina Nicolis; Sr. Cecilia Trezzi.

MISSIONARI COMBONIANI VIA LUIGI LILIO 80 - ROMA


Familia Comboniana n. 610