Lunedì 14 settembre 2020
“L’anno della ministerialità (2020) è per i comboniani una chiamata al rinnovamento, a verificare se viviamo il nostro ministero nel modo in cui lo vuole Gesù. Insomma, questo anno è un modo di dare nuova vita al nostro ministero”, dice Fr. Jonas Dzinekou Yawovi attuale direttore dell'Istituto per la Trasformazione Sociale della Tangaza University College a Nairobi (Kenya). [
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Il magistero di papa Francesco insiste sulla visione di una Chiesa ministeriale, cioè fraterna, intrisa “dell’odore delle pecore”, sinodale, collaborativa e che testimonia la gioia del Vangelo con l’annuncio, con lo stile di vita e con il servizio. Una Chiesa che intraprende un cammino di conversione e che supera il clericalismo e il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così” (EG 33). Il XVIII Capitolo Generale dei Missionari Comboniani ha accolto questo orientamento della Chiesa universale e lo ha fatto proprio, auspicando un cammino di rigenerazione e riqualificazione del nostro impegno missionario nel senso della ministerialità (AC ’15, 21-26; 44-46).

2020: Anno della ministerialità

Fratel Jonas Dzinekou Yawovi:
“La ministerialità e la imprenditorialità sociale”

La ministerialità è il modo in cui pensiamo, percepiamo e viviamo il nostro ministero, individualmente e come comunità. La ministerialità è centrata sulla persona, e la capacità di servire la gente. Se non si prende cura delle persone, la ministerialità perde il suo senso. L’anno della ministerialità è per un comboniano una chiamata al rinnovamento, a verificare se viviamo il nostro ministero nel modo in cui lo vuole Gesù. Insomma, questo anno è un modo di dare nuova vita al nostro ministero.

Abbiamo bisogno di passare da un ministero visto come forma di potere e di status, al servizio. Su cosa è centrato il nostro ministero: sul potere e lo status o sul servizio?

Credo anche che quest’anno 2020 sia un modo di riorganizzare la nostra missione, una missione per la gente. Abbiamo visto che l’imprenditorialità sociale può essere un servizio che raggiunge la gente. Un imprenditore sociale è chiamato è chiamato a servire la gente cercando di risolvere i problemi che devono affrontare. Quindi c’è un collegamento molto importante, profondo tra l’imprenditorialità sociale e la ministerialità. Questo è uno dei pilastri di ciò che facciamo al Tangaza University College. Educhiamo persone che creano imprese per risolvere i problemi della società.

Negli ultimi anni abbiamo riflettuto sul significato dell’imprenditoria sociale per noi comboniani e per il nostro servizio missionario. Sono contento che ora la prendiamo come una dimensione molto importante del nostro ministero.

Abbiamo avviato un’organizzazione che si chiama Alleanza Comboniana per l’Imprenditoria Sociale, con base in Kenya ma che darà supporto a varie iniziative ed imprese sociali in tutta l’Africa. Penso che sia un approccio molto interessante al ministero. Sappiamo che in molte delle nostre missioni abbiamo delle grandi sfide: come vorremmo che la gente possa risolvere quei problemi e trasformarli in opportunità per una vita migliore, per creare una situazione migliore per la gente?

Per noi comboniani questo è un grande momento, un nuovo percorso e sappiamo bene come anche papa Francesco sia un avvocato dell’economia sociale, che sta emergendo con forza. L’economia sociale sta diventando una dimensione molto importante della missione. Per noi comboniani accogliere l’imprenditoria sociale significa essere parte del cambiamento che sta prendendo piede.
Fr. Jonas Yawovi