Giovedì 24 luglio 2025
Un percorso tra arte, fede e giustizia, a 40 anni dalla morte di padre Ezechiele Ramin, giovane missionario comboniano ucciso in Brasile il 24 luglio 1985. (Nella foto, gruppo di giovani del Vicariato Apostolico di Alessandria d'Egitto ospitati a Casa Madre in visita alla cappella Comboni). Per saperne di più, clicca qui.
Nel contesto del cammino verso il Giubileo dei Giovani 2025, che si svolgerà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto, un gruppo di giovani pellegrini provenienti da Spagna, Grecia, Sudan, Sud Sudan, Polonia, Inghilterra, Egitto, Congo e Kenya farà tappa a Verona, ospiti della Casa madre dei Missionari Comboniani. Qui, dal 23 luglio al 26 agosto, è allestita la mostra “Passione Amazzonia”, a cura della Famiglia Comboniana, dell’associazione Terra e Missione, della Famiglia Ramin e del Movimento Laudato Si’. Domani mattina, 25 luglio, il vescovo Domenico Pompili visiterà la mostra Passione Amazzonia.
L’esposizione raccoglie 12 disegni realizzati da padre Ezechiele Ramin, missionario comboniano e oggi Servo di Dio, assassinato a Cacoal, in Amazzonia, esattamente 40 anni fa, il 24 luglio 1985. Aveva solo 32 anni e si era speso fino all’ultimo nella difesa non violenta dei popoli indigeni Surui e dei contadini senza terra, oppressi e cacciati dai latifondi.
I pannelli alternano le immagini della Passione di Cristo a scene di vita quotidiana dei popoli amazzonici, rappresentati con lo sguardo contemplativo e partecipe di padre Ezechiele. Ne nasce una sorta di via crucis contemporanea, che mette in dialogo la sofferenza di Gesù con quella delle comunità native, senza rinunciare alla speranza.
Nel cammino di preparazione al Giubileo dei Giovani, la figura di padre Ezechiele si presenta come una testimonianza attuale e luminosa di dedizione al Vangelo, di amore per gli ultimi e di impegno per la giustizia. Un esempio concreto di fede vissuta con radicalità, capace di parlare ancora oggi al cuore delle nuove generazioni.
«La permanenza di padre Ezechiele in Brasile è stata molto breve ma molto intensa. Già a partire dai primi giorni si capiva che si faceva carico della difesa dei diritti e della terra dei popoli indigeni (specialmente Surui) e dei piccoli proprietari terrieri. Per difendere indigeni e campesinos è stato ucciso in un’imboscata. A padre Ezechiele piaceva disegnare, e spesso accompagnava le sue lettere con illustrazioni. La famiglia ne ha raccolti alcuni e li ha messi a disposizione dei comboniani, del sito Terra e Missione e del Movimento Laudato Si’.
La sua testimonianza è un dono prezioso soprattutto per i giovani di oggi: una vita spesa per la giustizia, vissuta con fede e semplicità, che può ancora ispirare chi è in ricerca e desidera dare senso pieno al proprio cammino», ha dichiarato fratel Antonio Soffientini, missionario comboniano e rappresentante di Nigrizia e Fondazione Nigrizia.
La mostra è arricchita da brevi meditazioni audio e testimonianze scritte, che aiutano a entrare nel vissuto delle popolazioni amazzoniche e a cogliere il legame profondo tra la sofferenza del creato, la passione di Cristo e dei popoli indigeni. Un invito a riconoscere la luce del Risorto proprio nelle ferite della storia.
L’esposizione è visitabile fino al 26 agosto tutti i giorni, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19, presso la Casa Madre dei Missionari Comboniani, in Vicolo Pozzo 1 a Verona.