In Pace Christi

Riedl Andreas

Riedl Andreas
Data de nascimento : 29/11/1903
Local de nascimento : San Jodock-Schmirn/A
Votos temporários : 09/09/1926
Votos perpétuos : 09/09/1929
Data de ordenação : 29/06/1930
Data da morte : 09/01/1974
Local da morte : Brixen/I

Pioniere della riunione comboniana

All’inizio del Capitolo Generale del 1979, il giorno della riunione ufficiale, l’allora padre generale della congregazione comboniana di lingua tedesca, P. Georg Klose, volle nel suo discorso ufficiale, ricordare la persona di p. Andreas Riedl, che con la sua instancabile attività in Spagna, fu precursore di quella riunione che veniva sancita ufficialmente in quel giorno, riunione che lui non poteva vedere con gli occhi della carne, ma che certo lo rallegrò molto in cielo. Questo ricordo in una tale occasione, anni dopo la sua morte, è la miglior testimonianza della statura di questo grande missionario comboniano.

P. Andreas nacque a Schmirn, un paesino montagnoso del Tirolo che si trova tra il Brennero e Innsbruck in Austria. All’età di 14 anni entrò come aspirante nella casa di Bressanone e in questa casa passò tutta la sua formazione, compreso il noviziato, e la teologia. Venne ordinato sacerdote nel duomo di Bressanone il 20 giugno 1930. Qui vi passò anche i primi anni di sacerdozio, prima di passare a Ellwangen e Bad Mergentheim.

Pioniere comboniano in Sudamerica

Nel 1938 fa parte del primo gruppo di tre missionari comboniani che vanno a lavorare in America Latina. Dopo alcuni anni a Pozuzo in Perù, passa al seminario di Huanuco, e lavora come pastore delle anime di villaggi indios abbarbicati su per le Ande.

Pioniere comboniano in Spagna

Vedendo la grave mancanza di sacerdoti in Sudamerica, gli viene l’idea di fondare seminari in Spagna per educare sacerdoti per l’America Latina. Oltre a lavorare in questi seminari in Spagna, svolge anche in Germania un intenso lavoro di animazione e di raccolta di fondi per quella grande impresa. Instancabilmente predicherà domenica per domenica in molte chiese raccogliendo fondi e parlando della necessità di sacerdoti. In quest’attività lo accompagnano due frasi di Pio XII, colui che scrisse l’enciclica Fidei Donum per invitare sacerdoti diocesani a lavorare nelle missioni, specialmente quelle dell’America Latina: « La preoccupazione per i cristiani dell’America Latina non mi lascia in pace » e « Non mi vergogno di fare il mendicante per i mendicanti ».

Provato nel crogiuolo della sofferenza

Se è vero che passò alcune ore difficili nella sua attività missionaria pionieristica, è altrettanto vero che negli ultimi anni della sua vita non gli fu risparmiata la croce della sofferenza e della malattia. Solo chi ha vissuto con lui sa quanto ha avuto da soffrire negli ultimi anni, nessuno però si ricorda di aver sentito un lamento. Tutto offriva per quel grande compito a cui aveva dedicato tutta la sua vita da persona sana. Rimase fedele alla sua missione fino all’ultimo respiro.

Archivio Provinciale

B. Serale, Necrologi dei confratelli della DSP, Innsbruck 1992, p. 39-40

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Inizi della vocazione

Andreas Riedl nacque nel 1903 a San Jodock sul Brennero, Tirolo Nord (Austria). Nel 1917, a 14 anni, entrò a Milland (Bressanone, Tirolo Sud) e ivi fece il noviziato dal 1924 al 1926 data dei primi voti. Fu ordinato sacerdote nel 1930. P. ANTON FINK, entrato nel Noviziato di Milland nel 1935 testimonia quanto segue: "Padre Riedl, come egli stesso confessò, era deciso fin dall'inizio di farsi prete e missionario. Nemmeno per un istante perse di vista questo traguardo. Durante la scuola media non dimostrò grandi doti di intelligenza, ma forse ciò dipese dal fatto che doveva anche lavorare per tirare avanti. I confratelli che lo conobbero in quel tempo, dissero che solo durante la teologia, la sua mente si aprì. Nessun impegno era troppo gravoso per questo giovane deciso ad ogni costo di arrivare al sacerdozio. Il parroco del suo paese - se non sbaglio più tardi fu parroco a Maria Trens (Tirolo Sud) - lo aiutò per quanto gli fu possibile. Quel parroco aveva una profonda devozione al Sacro Cuore di Gesù. Forse fu proprio lui a infondere nel cuore di Andreas un grande amore e un'intensa devozione al Cuore di Gesù. Andreas frequentò il liceo a Cassianeum, fece il noviziato, filosofia e teologia a Bressanone".

 Testimone incrollabile della fede

Dopo la sua ordinazione, P. Riedl esercita il ministero pastorale e si dedicò all'animazione (1931-32) a Josefstal, quindi a Mergentheim (1932-36), di nuovo a Josefstal (1936-37) e infine a Milland (1937-38).

Continua Padre FINK: "P. Riedl era uomo di fede ferma e convinta, che gli traboccava dall'anima e che affascinava gli ascoltatori. Il suo modo di predicare era semplice, ma limpido e tale da trascinare quelli che lo ascoltavano. Gli stava sommamente a cuore la verità che proclamava apertamente e senza paura. Perciò si trovò in aperto contrasto con il regime nazionalsocialista e infine dovette lasciare la Germania. P. Riedl era un pastore tutto d'un pezzo, alla maniera evangelica, perciò non poteva tacere di fronte agli errori del tempo, specie di fronte al nazionalsocialismo. Non voleva comportarsi da 'cane silenzioso', neanche nel pericolo di essere arrestato. Quando si trattava della causa di Dio poteva diventare violento, anche con quei confratelli che minimizzavano il regime nazista di allora o vi simpatizzavano. Vedeva le idee del suo tempo alla luce della fede, da pastore delle anime. La sua persona ardeva di zelo nel difendere la fede cattolica contro il sistema nazista.

Anche di fronte ai suoi superiori non tralasciava di parlare quando si trattava della salvezza delle anime, come quando vedeva che i superiori o gli educatori cedevano colpevolmente e mettevano in pericolo la vocazione dei giovani candidati".

Per sei anni Padre Riedl lavorò nelle case di Germania: a Josefstal e a Mergentheim.

Nel 1937 i superiori ritennero prudente sottrarlo alla mano dei nazisti e lo trasferirono a Milland in Sudtirolo. Ivi lavorò ancora per un anno nel ministero pastorale, fino alla sua partenza per il Perù.

 Missionario nella selva peruviana

L'11 settembre 1938 i primi padri della Congregazione di Missionari Figli del Sacro Cuore arrivarono nel porto di Callao, per iniziare la loro attività missionaria nella parrocchia di Pozuzo, nella selva peruviana.

Erano in tre: P. Ipfelkofer, P. Riedl e P. Wagner. Per un decreto del 30 maggio 1938, il Superiore generale di allora, P. Musar, aveva ricevuto il 'placet' di Propaganda Fide per allargare l'attività missionaria dei nostri al Perù. Così non esitarono a incominciare il loro lavoro a Pozuzo e fra gli immigrati provenienti dal Tirolo e dalla Renania e anche fra gli indigeni del luogo e dintorni.

P. JAVIER SANCHEZ VARGAS, scrive di quel tempo: "Mientras los feligreses de la Colonia de Pozuzo trajeron de su tierra costumbres cristianas propias de sus pueblos de Tirol y Rheinland una religión bien fundada, los fieles nativos eran gentes sin una atención espiritual y que solo tenían cuando llegó un sacerdote para celebrar una Misa, por un 'finado', quien antes de fallacer, encargó a sus familiares le mandaran ofrecer una Misa, por su alma". "Los indios de la selva no estaban - a pesar de su poca cultura - todavia contaminados con los vicios del alcohol y 'coca'. Se pudo notar que nuestro método de pastorear a los indios tenia bastante éxito. La vida cristiana mejoraba". (Labor Misionera en la Prelatura de Tarma y Pasco, Historia y algunos problemas actuales; tesi in Lovania 1977, manuscritto).

 Rettore del seminario diocesano San Toribiol, Huánuco

Nel 1939 il Nunzio Apostolico, Mons. Cento, chiede al Vescovo di Huánuco, Mons. Berroa, di impiegare il P. Wagner come padre spirituale nel seminario. Riguardo al tempo che seguí, il P. Sanchez scrive: "Unos meses después... siguió el P. Andrés Riedl, quien trabajaba por entoces, en los pueblos anexos de la Parroquia de Pozuzo. Fué nombrado (P. Riedl), Rector del Seminario, cargó que desempeño durante nuove años" (op. cit. 14). "Salieron bajo la dirección y rectorado di P. Riedl, unos seis sacerdotes peruanos, que trabajan actualmente en las Diócesis de Hu nuco, Huancayo e Ica" (op. cit. 15).

Il P. KARL WETZEL testimonia quanto segue: "Conobbi P. Riedl personalmente quando arrivai in Perù nel 1951. In quel tempo era Rettore nel Seminario San Toribio e superiore di casa. Mi salutò con una calda cordialità e si preoccupò paternamente affinché stessi bene nel mio nuovo ambiente. Subito mi colpì il semplice stile di vita che gli era diventato una seconda natura. Mi condusse in una stanza misera, quasi vuota, e mi augurò di trovarmi bene. In seguito, quando vidi la situazione nei villaggi degli indios, capii che si era ambientato in tale povertà e ormai si sentiva gioioso di vivere da povero e senza pretese. Tutto il suo pensiero e sentimento era orientato verso gli indios, sapendo che era inviato da Dio per essere il loro missionario.

P. Riedl era sempre un confratello accogliente, disponibile, specialmente per quei missionari che tornavano dai villaggi per qualche affare in città e per qualche giorno di vacanza. Allora voleva sapere tutti i dettagli della loro attività missionaria; ero sorpreso per la sua attiva conoscenza dei vari villaggi e dei loro problemi. Per la sua presenza la nostra vita comunitaria si intensificava e prendeva una svolta missionaria. Egli stesso era un confratello lieto e affabile. Ai miei inizi in Perù talvolta ho potuto accompagnarlo per una 'fiesta' nei villaggi. Era familiare con la gente semplice e sapeva affascinare gli ascoltatori durante la predica, ma riusciva anche a toccare le loro coscienze con una parola convincente. Però anche nei messaggi più seri, ispirati dal suo zelo per la gloria di Dio, gli Indios scoprivano il suo amore passionale, pronto a dare tutto per loro. Apprezzava molto la meditazione del mattino nella cappella ed insisteva perché i suoi sudditi fossero presenti durante le preghiere di comunità. Le sue prediche fatte con molto ardore, instillavano nelle anime l'amore al Sacro Cuore di Gesù. La sua vita spirituale veniva riscaldata da un amore filiale verso la Madre di Dio che trovava espressione nel rosario recitato quotidianamente. Va menzionata espressamente la sua attività nel carcere di Huánuco dove fu cappellano per alcuni anni. Ogni tanto raccontava le condizioni inumane del luogo, ma anche la miseria spirituale dei carcerati, che gli toccava il cuore. Soffriva con essi e li aiutava con la sua carità e compassione.

Per più di dieci anni impegnò tutte le sue forze come direttore ed educatore dei futuri sacerdoti. Spesso non sapeva da dove prendere i mezzi per i pasti quotidiani. Metteva a loro disposizione tutto ciò che aveva o riceveva per se stesso. E il seminario fioriva. P. Riedl ebbe la piena fiducia del suo vescovo, Mons. Berroa. Sotto la direzione di P. Riedl il seminario diede sei sacerdoti indigeni. Quando alcuni seminaristi dovettero essere mandati via a causa del loro comportamento, essi lo denigrarono presso il vescovo. Questo fatto, colpì dolorosamente il suo cuore, ed egli diede le dimissioni da rettore, ma il vescovo lo obbligò a restare al suo posto.

 Superiore Regionale in Perù

Nel 1952 il nuovo vescovo di Huánuco, Mons. Moreno, chiamò dalla Spagna, dei sacerdoti dell'Opus Dei, per incaricarli del seminario San Toribio, così i nostri confratelli furono disponibili per il lavoro pastorale nelle parrocchie.

In settembre arrivò il Superiore Generale, P. Deisenbeck, per la prima visita canonica in Perù. La congregazione ebbe un terreno proprio per costruire la casa regionale e la nuova chiesa parrocchiale 'San Pedro'. Il 3 dicembre venne eretta la nuova regione del Perù, e P. Riedl fu nominato primo superiore regionale. Fu fatto un contratto col vescovo di Huánuco in base al quale, la congregazione avrebbe avuto la cura pastorale delle parrocchie di Pozuzo, San Pedro de Huánuco, Llata e Panao, per dieci anni. In seguito, nel 1954 il Cardinale Guevarra eresse in Lima la parrocchia di San Pio X e la affidò alla congregazione. Nel 1955 P. Riedl, insieme ai Padri A. Lechner e Hirner, andò al Capitolo Generale, il primo dopo la guerra, a 17 anni dal precedente. Al termine del Capitolo P. Riedl tornò in missione, ma solo per un anno. Infatti nel maggio del 1956, su invito del vescovo di Palencia, fu destinato, insieme al P. Schöpf, in Spagna come reclutatore e formatore di futuri missionari per la nuova regione dell'America Latina.

 Il Missionario

Ricorda P. UHL: "Ho fatto la conoscenza di P. Riedl nell'estate del 1955 quando io ero novizio a Bamberga. Il Padre era rientrato dal Perù come Delegato al Capitolo Generale. Allora era Superiore della Circoscrizione del Perù, carica che occupò dal 1952 al 1957. A Bamberga parlò alla comunità della sua missione in Perù e del suo lavoro che aveva svolto. La comunità di Bamberga era formata allora da Padri, Fratelli, Scolastici e Novizi. Ricordo il suo entusiasmo e il suo amore con cui parlò degli indiani delle Ande Peruviane. Si presentava come un missionario tutto d'un pezzo. Credo che nessuno mi abbia fatto sperimentare così intensamente la missione come lui, durante i miei anni di formazione. Presentava la problematica missionaria in maniera positiva. Questo era molto importante, allora, giacché qualche altro confratello parlava in modo molto diverso della gente dell'America Latina. P. Riedl invece amava veramente la sua gente e la sua missione sull'esempio del Comboni, e secondo l'immagine che molti di noi avevano allora, del Comboni.

 In mezzo ai più poveri ed abbandonati

Durante quella conferenza di P. Riedl, percepii che nelle Ande del Perù, la vita era molto dura, sia per la gente stessa, sia per i missionari. Gli Indios vivevano in condizioni di povertà, abbandono e oppressione, senza un'assistenza pastorale regolare. Quello affidato a P. Riedl, doveva essere un gruppo tra i più poveri ed abbandonati. Chi andava tra quella gente doveva aver fatto un'opzione molto impegnativa ed avere un cuore buono e paziente. Questo era proprio il caso di P. Riedl. Aveva fatto tale opzione consacrandosi completamente a quella missione tra i più poveri ed abbandonati. Ricordando la sua persona ed il suo modo di parlare della sua missione nel 1957, capisco adesso che il P. Riedl visse ed attuò pienamente il Carisma del Comboni.

 Pastore dei più abbandonati

La povertà degli Indios era grande anche nell'ambito della fede. Molta gente cresceva senza una vera istruzione religiosa e cura pastorale; si trattava insomma, di un gregge senza pastore, abbandonato a se stesso e senza la possibilità di aiutarsi. Secondo P. Riedl, i suoi Indios erano buoni. Egli veniva loro incontro e cercava di aiutarli e di capirli... Passò sopra le loro mancanze e debolezze e li accettò così com'erano. Gli Indios intuivano il suo grande cuore di pastore, sacerdote e di missionario. Gli esempi raccontati dal Padre durante la sua conferenza a Bamberga, confermavano queste nostre impressioni. Diventò così, a partire dal 1955, un animatore missionario affascinante ed indimenticabile, per molti giovani membri della Congregazione.

 Animazione missionaria

Mi incontrai di nuovo con lui a Mellatz, e dal 1963 al 1967, appartenemmo alla stessa comunità. Mellatz era già allora la sede del noviziato. P. Anton Baumgart era il Padre Maestro e P. Riedl, confessore dei novizi e della comunità. P. Riedl apparteneva a quella comunità dal 1961, da quando venne eletto Assistente Generale. Fu l'anima della 'Spanienaktion' durante tutti i sei anni del suo incarico. Ogni fine settimana, si recava in una parrocchia per una giornata missionaria. Predicava durante le Messe, e il pomeriggio e la sera, teneva delle conferenze con diapositive. Lo slogan della sua animazione missionaria era 'Preti per l'America Latina'. Insieme al P. Mohn pubblicò regolarmente i 'Bildnachrichten' (Notizie illustrate). I promotori di questa animazione missionaria erano altri confratelli, ma lui era l'anima indiscussa. I parroci della regione gli volevano molto bene e appoggiavano la sua impresa. Nessun Missionario Comboniano era tanto conosciuto durante gli anni sessanta nella parte sud della Germania, quanto P. Riedl. Fu stimato dal clero e dal popolo, non perché era un uomo di cultura o di scienza, ma per il suo amore a gli Indios e per il suo zelo missionario.

 Uomo di Chiesa

La missione era per lui un progetto della Chiesa universale al quale partecipava la Congregazione, e nel quale si sentiva coinvolto. Come uomo di Chiesa e in obbedienza ad essa , conobbe i segni dei tempi, in quanto comprese che era scoccata l'ora dell'America Latina - simile all'ora dell'Africa Centrale ai tempi del Comboni. Essendo grande l'urgenza di pastori, si rivolse alla Spagna dove in quell'epoca fiorivano molte vocazioni religiose e sacerdotali.

Senza riserve e usando tutti i suoi talenti , si buttò nell'impresa per trovare vocazioni per la Congregazione e particolarmente per il suo campo di lavoro in Perù. P. Riedl seppe capire il momento storico per la Chiesa, come lo aveva capito il Comboni per il suo tempo.

 Spiritualità della Croce

P. Riedl era un uomo realista. Sapeva bene che tutte le opere di Dio e anche quella per cui egli lavorava, potevano prosperare solo all'ombra della Croce. La Croce gli era ben familiare dal tempo del suo lavoro missionario. In Padre Riedl scopriamo assieme alla devozione del Cuore di Gesù, anche la spiritualità della Croce. Dal suo modo, pur discreto di parlare e dalle prediche occasionali, si poteva percepire che la sua vita come missionario nel Perù e nell'animazione missionaria, era piena di croci, ma questo, per lui, faceva parte della storia della salvezza. La missione della Chiesa va avanti a fatica, sperimentando molti ostacoli ed esigendo un grande spirito di sacrificio e un'altrettanta grande capacità di soffrire. Con gioia e gratitudine, egli ricorda sempre gli anni del Perù. Con l'avanzare dell'età, apparivano sempre più le conseguenze degli strapazzi vissuti nel Perù, e diminuivano le sue forze fisiche, mettendo in risalto le varie infermità. Tuttavia il Padre accolse anche questa croce con grande serenità.

 Comboni e la riunione

Il Padre ha sempre riconosciuto Comboni come il Fondatore dell'Istituto, e lo ha venerato come tale. Anche se conobbe Comboni solo limitatamente, per mancanza di scritti, tuttavia fu proprio il Fondatore la sua guida nel cammino verso la riunione. P. Riedl era Assistente Generale di quella Direzione Generale che durante il Concilio Vaticano II accolse i segni dei tempi (1961-67) e comincio a mettere in luce il Comboni e a parlare della riunione inserendo questi due temi nell'agenda del Capitolo Generale del 1967. Le sue esperienze in Spagna e i buoni rapporti ormai esistenti tra i due rami lo convinsero completamente che il Carisma e il compito delle due Congregazioni erano identici e che perciò potevano, anzi dovevano, unirsi nell'unico Istituto.

 Missionario in comunità

Ricordo un'altra esperienza che ho fatto con P. Riedl in connessione con la sua vita di comunità. Nella comunità di Mellatz, era molto stimato e tutti si fidavano di lui. Parlava con grande bontà e amore e sempre incoraggiava. Era facile avvicinarsi a lui e uno si trovava a suo agio in sua compagnia. Anche i Fratelli ricevevano da lui incoraggiamento, specialmente in relazione alla vita comunitaria. P. Riedl non solo aveva un carattere felice che gli facilitava la vita comunitaria, ma aveva la profonda convinzione che i missionari dovevano vivere in comunità. Anche questo aspetto del Carisma era parte della sua vocazione ed egli lo mise volentieri a disposizione dei confratelli. Suo massimo desiderio era che, nel Fondatore i suoi collaboratori formassero un 'cenacolo di apostoli' (Regola del 1871)".

Ricorda P. EDER: "Conobbi P. Riedl nel 1959, quando cioè, entrai in noviziato. Egli apparteneva allora alla comunità di Bad Mergentheim e stava raccogliendo fondi e mezzi per le sue fondazioni in Spagna. Noi novizi eravamo molto interessati alla fondazione spagnola. Era la prima apertura fuori delle frontiere linguistiche dei MFSC. E siccome P. Riedl era l'iniziatore, logicamente eravamo interessati anche a lui.

Dopo il mio noviziato visitò parecchie volte la comunità di Mellatz e potei così parlare in varie occasioni con il Padre. Si interessava sempre delle nostre case in Spagna per le quali lavorava giorno e notte (per finire le costruzioni e per mantenere i molti studenti). Parlava anche spesso del suo lavoro missionario. Amava la sua vocazione e il popolo per cui aveva dato gli anni migliori della sua vita.

Un altro tema favorito era quello della riunione. Era contentissimo che proprio le sue fondazioni in Spagna si stessero dimostrando provvidenziali soprattutto per la riunione delle due Congregazioni. Questo solo frutto, secondo me, avrebbe giustificato da solo il già enorme sforzo delle fondazioni. Era un sostenitore convinto della riunione e appoggiava qualsiasi iniziativa in questo senso. Questo desiderio era in lui, penso, da sempre. Aveva sperimentato personalmente la divisione del 1923 e la pianse sempre. Secondo lui era stata imposta dall'alto senza che nessuno della base fosse consultato. Era pienamente identificato nella Congregazione e nella sua vocazione missionaria. Il suo impegno era totale e fino in fondo, con una perseveranza ammirabile. Non ricordo di averlo sentito criticare i confratelli o le strutture della Congregazione. Aveva molta fiducia nella divina provvidenza. Era convinto che Dio voleva le fondazioni in Spagna e andava avanti per questa strada senza paure e con molta decisione. La sua esperienza missionaria in Perù e le fondazioni spagnole erano i suoi temi favoriti.

P. Riedl pregava molto. Ricordo che celebrava le Messe con molta devozione e profondo raccoglimento, pregando a lungo anche immediatamente dopo la celebrazione. Dopo il Capitolo del 1967 fu inviato come Direttore Spirituale nel seminario minore di Saldaña (Spagna). Quel periodo non fu il più felice. Il lavoro nel seminario risultava troppo difficile per lui e allo stesso tempo aggravava il suo stato di salute. Perciò nel 1970 fu trasferito nella comunità di Bressanone, dove aveva iniziato, nell'anno 1917, la sua vita missionaria. Dovette subire tre operazioni, ma anche in quei giorni difficili era pieno di buon umore. Morì il 9 gennaio 1974. Aveva 71 anni.

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P. Andreas wurde in St. Jodok am Brenner/Tirol/Österreich am 29. November 1903 geboren. Mit vierzehn Jahren, am 15. September 1917, fuhr er nach Brixen, um als Student bei den Comboni-Missionaren in Milland einzutreten. Er besuchte das von den Chorherren von Neustift geleitete Augustinergymnasium in der Stadt. Nach Abschluss des Gymnasiums begann er in Milland am 9. September 1924 das Noviziat und beendete es mit den zeitlichen Gelübden am 9. September 1926. Gegen Ende seines Theologiestudiums legte er am 9. September 1929 die ewigen Gelübde ab. Am 29. Juni 1930 weihte ihn der Diözesanbischof Dr. Johannes Geisler im Dom von Brixen zum Priester.

Als Student und Scholastiker erlebte er noch die letzte Phase des ersten Weltkrieges, die Zerschlagung der Habsburg-Monarchie, die Enttäuschung über die Teilung Tirols und vor allem die Teilung der Kongregation 1923. Letztere empfand er als sehr schmerzlich und es fiel ihm sehr schwer, sie anzunehmen. Das erklärt dann auch sein entschiedener und aktiver Einsatz für die Wiedervereinigung.

Nach der Priesterweihe konnte er seine Missionstätigkeit beginnen und zwar zunächst einmal in Südtirol und Deutschland. Er leistete viele Sonntagsaushilfen und widmete sich der Missionarischen Bewusstseinsbildung von 1930 bis 1938:  In Brixen, Ellwangen und Bad Mergentheim. Schon damals schätzen ihn die Leute wegen seiner Leutseligkeit und Echtheit, seines sprühenden Missionseifers und seines Humors. Er war ein entschiedener Gegner des Nationalsozialismus und brachte seine Haltung auch bei seiner Predigttätigkeit zum Ausdruck, so dass die GESTAPO, geheime Staatspolizei, ihn zu beobachten begann und man fürchten musste, dass sie ihn früher oder später festnehmen könnte. Deswegen wurde er 1937 nach Milland versetzt und nach dem Beschluss, in Peru eine Mission zu übernehmen, mit zwei anderen Mitbrüdern dorthin gesandt. In der zweiten Hälfte von 1938 bestieg er in Genua das Schiff, das ihn und seine zwei Begleiter nach Peru brachte.

Im September des gleichen Jahres erreichte die Dreiergruppe ihre Arbeitsfeld, die Pfarrei Pozuzo in der Diözese Huanuco. Er lernte gleich die spanische Sprache und machte sich dann an die Pfarrarbeit, auf die er aber schon bald verzichten musste. Der Bischof von Huanuco übertrug ihm nämlich die Leitung des Priesterseminars in der Bischofsstadt. Gleichzeitig unterrichtete er theologische Fächer. Dieses Amt musste er 1952 abgeben, da er zum Kreisoberen von Peru ernannt wurde. Er residierte aber weiterhin in Huanuco.

Als Kreisoberer nahm er 1955 am 5. MFSC Generalkapitel in Josefstal teil. Er benutzte diese Gelegenheit, um den Kapitularen seinen Plan zu unterbreiten, in Spanien eine Niederlassung zu gründen, um Missionare für Lateinamerika heranzubilden. Er hatte sein Projekt bereits gut durchdacht und konkrete Schritte ausgearbeitet. Die Kapitulare hießen den Plan gut und überließen es dem neuen Generalrat weiterzusehen. P. Riedl kehrte nach dem Kapitel wieder nach Peru zurück. Bald ab erhielt er grünes Licht vom Generaloberen P. Richard Lechner, mit seinem Projekt zu beginnen. Er begab sich nach Spanien, besuchte mehrere Bischöfe und erhielt schließlich vom Bischof von Palencia die Erlaubnis, in seiner Diözese anzufangen.

Dann begann P. Riedl unermüdlich zu arbeiten, um die Gründung in Spanien zu finanzieren. Zuerst von Bad Mergentheim (1957 –1961) und dann von Mellatz (1961 – 1967) aus besuchte er zusammen mit P. J. Deisenbeck die Pfarrer, und ersuchte sie, in ihren Pfarreien Missionssonntage abhalten zu können. Sonntag für Sonntag predigte er nun in Pfarrei und zeigte Lichtbilder von seiner missionarischen Tätigkeit in Peru. Überall blieb er wegen seiner humorvollen Art in guter Erinnerung. Die sogenannte „Spanienaktion“ und die „Bildnachrichten“ unterstützen die Arbeit von P. Riedl. Von 1961 bis 1967 war er Generalassistent und Motor der Spanienaktion in Mellatz.

Nach dieser zehnjährigen aufreibenden Tätigkeit übernahm ein jüngerer Mitbruder die Spanienaktion und P. A. Riedl wurde nach Spanien versetzt, um im Seminar von Saldana die Seminaristen als Spiritual zu begleiten. Nach der „vorausgenommen“ Wiedervereinigung der beiden Comboni-Gruppen in Spanien 1970 kam es zu großen Änderungen und Umstrukturierungen innerhalb der „neuen“ spanischen Provinz. P. A. Riedl, dessen Gesundheit inzwischen zu wünschen übrig ließ, konnte sich nun zurückziehen und wurde nach Milland versetzt. Soweit es ihm möglich war, machte er noch Aushilfen, aber seine schwere Krankheit konnte nicht mehr aufgehalten werden. Er starb am 9. Januar 1974 im Altersheim der Grauen Schwestern in Brixen und wurde im Friedhof von Milland beigesetzt.

P. Romeo Ballan, der P. Riedl gut kannte und sehr schätzte, veröffentlichte 2013 in spanischer Sprache eine Biographie mit dem Titel „Taita Andrés“. Eine Reihe von Mitbrüdern wurde gebeten, ihre Erinnerungen an P. A. Riedl niederzuschreiben. Hier folgen einige Stichworte: P. Riedl war ein Mann von glühender Menschenliebe und Missionsbegeisterung wie Comboni; er gab sich ganz der Mission für die Ärmsten und Verlassensten in Peru hin; als Mann der Kirche und in Gehorsam zu ihr erkannte er die Zeichen der Zeit, die die Stunde für Lateinamerika anzeigten; in Mellatz verriet P. Riedl  neben der Herz-Jesu Verehrung auch eine Spiritualität des Kreuzes; Comboni war ihm wegweisend für den Gang der Kongregation auf die Wiedervereinigung zu; er war ein feuriger Befürworter. – P. Riedl war durch und durch Seelsorger und konnte zu den Irrtümern seiner Zeit, insbesondere zum Nationalsozialismus, nicht schweigen. – Kam man mit P. Riedl ins Gespräch, landete man bald beim Thema Wiedervereinigung. Damals zeigte sich immer mehr, dass die beiden Gruppen in Spanien einen wesentlichen Beitrag zur Wiedervereinigung leisten würden; für P. Riedl hätte sich dadurch seine Gründung voll und ganz gelohnt, wie er immer wieder betonte. R.I.P.

P. Riedl Andreas (29.11.1903 – 09.01.1974)

P. Andreas nacque a St. Jodok am Brenner/Tirol/Austria il 29 novembre 1903.  Il 15 settembre 1917, all’età di quattordici anni, viaggiò a Bressanone per entrare come aspirante nel seminario dei Missionari Comboniani di Milland. Frequentò il ginnasio/liceo dei Canonici Regolari di Novacella che questi dirigevano in città. Il 9 settembre 1924 incominciò il noviziato e lo terminò due anni dopo con i voti temporanei il 9 settembre 1926. Verso la fine degli studi di filosofia e teologia al seminario maggiore diocesano si consacrò a Dio per le missioni con i voti perpetui il 9 settembre 1929. Fu ordinato sacerdote dal vescovo diocesano di Bressanone Dr. Johannes Geisler il 29 giugno 1930 nel duomo della città.

Da studente e scolastico ha vissuto l’ultima fase della prima guerra mondiale, il collasso della monarchia austriaca, la separazione della parte sud del Tirolo dall‘Austria e la divisione della Congregazione, esperienze molto dolorose per lui. Gli costò molto accettare la divisione imposta dall’alto e senza consultare la base. Questo spiega anche il suo entusiasmo per la riunione e la sua attiva collaborazione.

Dopo la sua ordinazione si mise subito a lavorare nella pastorale diocesana e nell’animazione missionaria nelle parrocchie della diocesi di Bressanone e in Germania, appartenendo alle comunità di Milland, Josefstal e Bad Mergentheim. Svolse quest’attività durante otto anni, cioè dal 30 al 38. La gente lo voleva molto bene per la sua affabilità e autenticità, per il suo entusiasmo missionario e il suo carattere aperto. Era un fermo avversario del partito e dell’ideologia del nazismo e non nascondeva quest’atteggiamento e pensiero nella sua predicazione. Questo non sfuggì naturalmente alla polizia segreta che cominciò a osservarlo. Si temeva che prima o poi potesse essere arrestato. Allora i superiori lo mandarono all’estero, a Milland. 1937 la Congregazione aveva deciso di fondare una nuova missione in Peru inviando tre confratelli. Uno di loro era P. A. Riedl. Partirono in agosto del 1938 prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale.

Dopo un lungo viaggio in nave, i tre arrivarono a Lima il 21 settembre e partirono subito per la nuova destinazione della parrocchia di Pozuzo nella diocesi di Huanuco. Il Padre si mise subito a studiare la lingua spagnola e a iniziare il lavoro pastorale. Dovette però rinunciare a questa sua attività prediletta nel 1940 perché il vescovo lo aveva affidato la direzione del suo seminario maggiore nominandolo rettore e professore. Si ritirò da questo incarico 1952 quando fu eletto superiore regionale del gruppo comboniano. Nella storia del seminario maggiore il periodo di P. Riedl è stato il migliore e ha portato abbondanti frutti.

Come superiore regionale partecipò al quinto Capitolo generale dei MFSC 1955 a Josefstal. In quell’occasione parlò ai capitolari di un suo progetto di aprire un seminario in Spagna per preparare dei missionari per America Latina. I capitolari si mostrarono favorevoli al progetto e incaricarono il superiore generale P. Richard Lechner di concretarlo. Dopo il capitolo P. Riedl partì nuovamente a Peru. Presto però arrivò il permesso del Superiore generale e P. Andreas si recò in Spagna e dopo piuttosto lunghi contatti e incontri con vari vescovi diocesani, arrivarono alla conclusione di aprire una casa nella diocesi di Palencia.

Dopo la decisione della Congregazione di aprire un seminario in Sagna e la scelta del posto, P. Riedl cominciò la sua attività in Germania per cercare i mezzi necessari per iniziare la costruzione del seminario. Prima da Bad Mergentheim (1957 – 1961) e poi da Mellatz (1961 – 1967) visitò in compagnia di P. J. Deisenbeck molti parroci per avere il loro permesso di predicare le domeniche e di organizzare delle conferenze con diapositive sulla sua attività missionaria in Peru e la nuova fondazione in Spagna per animare la gente a contribuire alla nuova iniziativa. Fu accolto con simpatia dappertutto e piaceva il suo stile di parlare e di animare la gente. Parallelamente furono fondati la „Spanienaktion“ und le „Bildnachrichten“ per appoggiare il lavoro d’animazione di P. Riedl.

Da 1961 a 1967 P. Riedl era anche membro del Consiglio generale. Dopo dieci anni d’intensa attività, un confratello più giovane è stato incaricato di continuare l’azione e P. Riedl assegnato al seminario di Saldaña come direttore spirituale dei seminaristi. Dopo la riunione “anticipata“ dei due gruppi comboniani in Spagna nel 1970, furono fatti parecchi cambiamenti e ristrutturate le case dentro della “nuova Provincia dei Missionari Comboniani!”. Per questo motivo e per la sempre più precaria salute, P. Riedl fu assegnato alla comunità di Milland. All’inizio aiutò ancora nelle parrocchie finché il suo stato di salute lo permetteva. Gli ultimi mesi della sua vita trascorse nella casa di riposo delle Suore di Santa Elisabetta di Bressanone, distante solo alcuni kilometri dalla casa missionaria. E’ spirato serenamente il 9 gennaio 1974 e fu  sepolto nel cimitero di Milland accanto ai suoi confratelli defunti.

P. Romeo Ballan mccj, che ha conosciuto P. Riedl molto bene e l’ha stimato profondamente, pubblicò nel 2013 la sua biografia in lingua spagnola con il titolo “Taita Andrés“. Parecchi confratelli hanno contribuito con delle testimonianze. Seguono qui alcuni estratti: P. Riedl amava il prossimo e la missione come Comboni; dedicava la sua vita ai più poveri e abbandonati in Peru; da uomo di Chiesa e di ubbidienza riusciva a interpretare i segni dei tempi, l’ora per America Latina; grande era la sua devozione del Cuore di Gesù e coltivava la spiritualità della croce; Comboni gli indicava il camino della riunione che aspettava con ansia. – P. Riedl era uomo della pastorale; aveva il coraggio di dire pane al pane, anche in relazione con il partito nazista. – Parlando con P. Riedl non mancava mai il tema della riunione. Allora appariva sempre più chiaro che i due gruppi comboniani presenti in Spagna avrebbero dato un contributo essenziale alla riunione. Anche solo con questo risultato secondo P. Riedl la fondazione MFSC in Spagna sarebbe valsa la pena. R.I.P.

P. Alois Eder