In Pace Christi

Titz Karl

Titz Karl
Data de nascimento : 15/03/1861
Local de nascimento : Vienna/A
Data da morte : 28/06/1939
Local da morte : Helouan/EG

Carlo Titz, nato a Vienna il 15 marzo 1861, entrò a Verona dal suo seminario vescovile il 4 maggio 1878. Vestì l'abito clericale nell'istituto di Verona il 16 giugno 1878. Ebbe la tonsura ed i due ordini minori da mons. Comboni il 22 maggio 1879. Ebbe i due altri ordini minori da S. Em. di Canossa il 30 maggio 1882. Parti da Verona pel Cairo il 19 novembre 1885. Fu ordinato suddiacono, previo giuramenti voluto da Propaganda, da mons. Sogaro al Cairo il 2 agosto 1886 (SPV, 47).

Il suo nome non risulta dal registro del Cairo, ma figura nelle liste del personale di Verona per gli anni 1882-85 (A/13/54/35; A/29/12; A/31/4). Mons. Comboni ne parla in una lettera da Verona del 10 luglio 1880 a Giulianelli, in Cairo, e del 17 aprile 1881 da El Obeid a Sembianti (A/15/11; 117).

Un rescritto di Propaganda del 18 luglio 1886 (Prot. 3262) concede a mons. Sogaro facoltà di promuovere al suddiaconato e altri ordini maggiori, fino al presbiterato incluso, i chierici Daniele Sorur, Carlo Titz e Angelo Colombaroli "titulo missionis, praestito tamen prius iuramentum in perpetuo” (A/37/21/7).

Sogaro poi, il 30 ottobre 1885, dopo l'arrivo a Verona dei Gesuiti, scriveva al Vicentini in Cairo: "Fra breve verranno costì altri tre, Giacomelli, Schmidt e Titz, quest'ultimo però da ordinare. Vi prego di mettere giù tranquillamente qualche cosa come un sunterello di regole, di maniera che quando verranno possano subito incominciare ad uniformarsi" (A/39/44/26).

Sembra abbia ricevuto l'ordinazione sacerdotale alla fine del 1886 o ai primi del 1887, perché il 22 settembre 1887 il suo nome appare come celebrante nel registro dei morti (Def. 366).

Don Bonomi scriveva dal Cairo a Sembianti il 1° marzo 1887: "D. Carlo, senza sentirsi niente male, ha fatto alcuni sputi di sangue l'altro giorno, per il che ora si è messo sotto cura; e speriamo nel Signore che non sia niente" (A/26/13/6). Esercitò il suo ministero prima nell'istituto del Cairo, perché Bonomi, scriveva il 9 giugno 1887 allo stesso Sembianti: "D. Carlo Titz raccomanderebbe che Ella scrivesse a Roma a qualcuno per procurargli la grammatica della lingua Galla (Oromonica) pubblicata da il card. Massaia e di spedirgliela, avendo egli da istruire i nostri Galla venuti da Massaua, che non capiscono altra lingua".

Dopo breve tempo a Helouan, agli inizi di quella fondazione, P. Carlo fu mandato a Suakin nel luglio 1887, dove in dieci anni amministrò una decina di battesimi (A/10/21). Nel 1889 si trovò nuovamente col compagno del suo cuore, d. Casimiro Giacomelli, col quale era stato studente a Verona, tanto che nel suo Diario Giacomelli scrive: "Sono ben 9 anni che viviamo insieme, confortandoci a vicenda", che arrivò anche lui a Suakin alla fine di settembre 1889 (A/145/8/227; 236; 262). P. Ohrwalder scriveva da Suakin al Sogaro il 25 maggio 1895: "D. Carlo va con questa posta a Cairo, per stare colà qualche mese. Non sta bene." (A/27/35/8) e aggiunge in un P.S.: "Se V. E. volesse mandarmi quei disegni che fece p. Carlo, Le sarei molto grato. Li terrei come ricordo". Di quali disegni si tratta? Non si sa, ma è noto che p. Carlo se ne intendeva di disegno e si dilettava di pittura, e spesso si parlava delle sue prestazioni in materia. Forse si trattava di qualche disegno della cittadina di Suakin (p. Bonomi fece fare anche alcune fotografie della missione da un fotografo tedesco di passaggio), se non si tratta anche di qualche schizzo dello stesso p. Ohrwalder.

Nel 1897, sembra alla chiusura della stazione di Suakin, p. Carlo fu trasferito a Helouan, dove resterà per il resto della sua vita come coadiutore del p. Casimiro Giacomelli, suo superiore e parroco. Il diario di Gesira nota il 23 aprile 1897, per la festa del Patrocinio: "P. Titz viene a Gesira e tiene il panegirico di S. Giuseppe nella parrocchia" (A/24/2/48).

Come si vede, il materiale d'archivio è piuttosto scarso, ma si è detto tutto di lui dicendo: Vir simplex in quo dolus non est. Era uomo colto, dal distinto aspetto viennese, di stature media, asciutto, e aveva grande facilità per le lingue: scriveva, parlava e pre­dicava correttamente, oltre che nella lingua materna, in francese, italiano, spagnolo, inglese, arabo, e aveva una singolare attrattiva per farsi amici: tutti gli volevano bene e lo stimavano, anche se era di una sem­plicità cristallina. P. Huber, altro campione del genere, lo compativa perché a chi gli chiedeva il nome, non si limitava a dire "P. Carlo" , come tutti lo chiamavano, ma aggiungeva anche il cognome, che in lingua araba è una parola volgare. Oltre la sua abilità artistica, cui si e accennato, aveva anche una collezione di pipe, tipiche dei vari paesi, tra cui una dal lungo cannello che usava nelle solennità.

Durante la prima guerra mondiale, lui e p. Giacomelli, come sudditi austriaci, furono espulsi dall'Egitto e scelsero di recarsi in Spagna, dove p. Carlo  rimase fino al 1921, mentre p. Giacomelli, come trentino, poté ritornare a Helouan appena ristabilite le normali relazioni diplomatiche. Il 29 maggio 1921 p. Titz era tuttora in Spagna (A/55/5/4). Su questo periodo spagnolo ci informa lo stesso p. Carlo, in una lettera del 1° luglio 1916 a p. Federico Vianello, superiore generale, che si interessava di tutti e singoli in nostri soldati, a internati o esuli.

"Arenys è già il terzo domicilio che occupo quest'anno. I primi mesi si passarono in Barcelona stessa, dove la famiglia De Ros possiede una bella casa. Nella settimana di Pasqua si passò in una casa di campagna a San Andrés nei dintorni di Barcelona. Di là potevo visitare il p. Gia­comelli varie volte la settimana, ma da ieri ci troviamo qui a un'ora di treno celere da Barcelona e così le interviste col p. Giacomelli sono interrotte per più d'un mese. Arenys al Mar è un luogo di 4-5000 abitanti, molto pulito. La casa che la famiglia possiede qui è signorile. Dopo un mese ed alcuni giorni andremo in un'altra possessione a S. Celoni nella montagna, ove si starà fino al 1° d'ottobre, l'apertura delle scuole in Barcelona, dove uno dei miei allievi frequenta il collegio dei Gesuiti. Il Signore e la signora De Ros sono ancora giovani e molto buoni per me. La mia occupazione consiste in dare lezioni di lingua tedesca ad una ragazza di 9, ed il surriferito ragazzo di 8 anni, ed insegnare a leggere e scrivere a due altri di 6 e 4 anni. Ora durante le vacanze do pure

lezione di disegno al più grande. Lei mi chiamerà felice d'aver trovato questo posto ed infatti ne ringrazio Dio, ma con tutto ciò sento nostalgia per Helouan. Se Dio volesse che finisse una volta questa guerra spaventosa!

"P.S. Mi sono dimenticato di dirLe che la famiglia De Ros è molto buona. In ognuna delle loro case tengono una cappella privata, ove dico messa la domenica e durante la quale tutti quelli della fami­glia che hanno l'età fanno sempre la comunione" (C/266/13).

P. Carlo Titz, che ultimamente era stato indisposto a Helouan ed era in cura nell'ospedale italiano del Cairo, morì placidamente il 28 giugno 1939. L'avevo visto pochi giorni prima di passaggio dal Cairo al mio primo rientro in Italia dopo 10 anni a Khartoum.

Da P. Leonzio Bano, Missionari del Comboni 4, p. 127-130

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Nacque a Vienna il 15 marzo 1861, ove giovane studente conobbe il Com­boni che lo accettò nell'Istituto nel 1877. Partì nel 1885 per l'Egitto, dove ricevette il sacerdozio. Missionario per qualche tempo nella stazione di Suakim, sulle rive del mar Rosso, fu poi fino alla morte, che avvenne il 28 giugno di quest'anno 1939, nella parrocchia di Hélouan ove a fianco di P. Giacomelli dapprima, di cui era braccio destro, profuse i tesori del suo buon cuore e del suo zelo, facendosi amare e stimare da tutti. Era l'ultimo dei membri dell'antico Istitu­to, che non faceva parte della Congregazione, colla quale però seguitò fedelmente a lavorare sino alla fine. Gli si fecero i suffragi come a un Confratello.

Da Bollettino n.18, ottobre 1939, p.579

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P. Titz Karl (15.03.1861 – 28.07.1939)

Geboren am 15. März 1861 in Wien, also am 30. Geburtstag Combonis, trat er 1878 in Verona ein. Von Comboni erhielt er noch die sogenannten niederen Weihen und 1887 von Sogaro die Priesterweihe. Titz gehörte zu denen, die still und solide im Hintergrund wirken. In einem Manuskript mit Kurzbiografien der Mitarbeiter Combonis wird er als „Vir simplex in quo dolus non est“ (Ein einfacher Mann, in dem keine Falschheit ist) beschrieben, als „gebildeter, distinguierter Wiener. Er sprach neben seiner Muttersprache sehr gut französisch, italienisch, spanisch, englisch und arabisch. Er hatte ein Talent, sich Freunde zu machen.“ „Alle“, heißt es weiter, „schätzten ihn und hatten ihn gern, denn sein Wesen war von einer kristallinen Einfachheit“. 

Als Comboni starb, studierte Titz noch in Verona. Als Titz Priester wurde, war der Sudan bereits unter der Herrschaft des Mahdi. Er  arbeitete von 1887 bis 1915 als Seelsorger in Suakin am Roten Meer, in Gesira und vor allem in Heluan. Während des Ersten Weltkriegs musste Titz den Sudan verlassen. Er ging nach Spanien als Erzieher und Sprachlehrer der Kinder einer befreundeten Familie. 1921 kehrte er nach Heluan in Ägypten zurück. Dort starb er am 28. Juli 1939. R.I.P.          P. Alois Eder