Martedì 23 aprile 2024
Lo scorso 15 aprile si è compiuto un anno da quando la guerra è scoppiata a Khartoum, in Sudan. Per l’occasione, si sono avuti dei momenti di preghiera per la pace, come la Messa per la pace, celebrata a Sakakini (Cairo/Egitto) domenica 14, e la preghiera ecumenica, tenutasi a El Obeid (Sudan) sabato 20 aprile. [Nella foto, spari nella zona dell’aeroporto a El Obeid, domenica 21 aprile]

Purtroppo, già domenica 21 a El Obeid si sono sentiti forti spari nella zona dell’aeroporto, non lontano dalla nostra casa. La situazione del conflitto sembra protrarsi a lungo e la Chiesa si interroga su come la sua presenza dovrà adattarsi alla "nuova normalità" di un conflitto che non accenna a diminuire.

Spari nella zona dell’aeroporto a El Obeid domenica 21 aprile.
Lo scritto nella foto: Sotto la Tua protezione oh Signore!

Riaprono le scuole a Port Sudan

Ad un anno dall’inizio del conflitto, le scuole sono state riaperte lo scorso 14 aprile a Port Sudan che, di fatto, è la nuova capitale del Paese. In questa città noi comboniani gestiamo una scuola secondaria in centro e quattro scuole primarie nei quartieri di periferia. Al momento, la secondaria ospita anche il Comboni College of Science and Technology, che in questi ultimi mesi ha trasferito i suoi programmi online, con l’eccezione del programma di infermieristica, che richiede laboratori e pratica ospedaliera.

Lo scorso 20 aprile, l’università ha tenuto gli esami finali dell’anno accademico 2022-2023, che erano stati interrotti dall’inizio della guerra. Questi esami si sono tenuti in alcuni centri: l’Università Cattolica del Sud Sudan a Juba, la scuola della Santa Famiglia a Helwan (Egitto), e la secondaria a Port Sudan. La facoltà di infermieristica continuerà le sue attività nei prossimi mesi, fra le quali anche un corso per cure palliative per la cura domestica di malati terminali, che si terrà all’interno della parrocchia del Sacro Cuore a Port Sudan.

Egitto: Aspettando che la Pasqua sia una!

Quest’anno la distanza fra la data di Pasqua secondo il calendario gregoriano il 31 marzo (seguito dai latini e dai maroniti) e quella secondo il calendario giuliano il 5 maggio (seguita dalla maggioranza degli orientali, fra cui i copti, gli eritrei e i melchiti), è di cinque settimane. La differenza si fa sentire in modo più forte al Cairo, dove i due calendari coesistono. Così, mentre alcune delle nostre parrocchie celebravano la Pasqua altre avevano appena ricevuto le Ceneri. C’è molto da pregare che un giorno si possa arrivare ad una celebrazione congiunta della Pasqua.