Piquiá de Baixo chiede terreno per liberarsi dall’inquinamento mortale

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Martedì 11 marzo 2014
La popolazione brasiliana di Piquiá de Baixo, comunità della pre-Amazzonia del Maranhão, è in lotta da sei anni per liberarsi dall’inquinamento provocato dalle industrie minerarie, che “giorno e notte vomitano gas, polvere e rumore sulla gente, con la protezione dei poteri pubblici. È una situazione che non si è ancora risolta anche a causa della rassegnazione dei piccoli che non hanno la forza di resistere a lungo” ha detto P. Dario Bossi, un comboniano che lavora da alcuni anni a Piquiá de Baixo e vuole vedere, anche lui, la “terra promessa” per il reinsediamento di questa gente.


Piquiá de Baixo
reinsediamento subito.

Torniamo a parlare della popolazione di Piquiá de Baixo, da tre decenni vittima dell’inquinamento siderurgico e dei progetti distruttivi della ditta Vale. Da sei anni Piquiá lotta per fuggire dall’inquinamento e lentamente avanza verso il reinsediamento. Alla fine di febbraio è venuto di nuovo il momento di alzare la voce. L’Associazione degli Abitanti si era riunita varie volte durante le settimane precedenti per decidere che cosa fare. La sfida era vincere la paura di affrontare i potenti, ma soprattutto superare, con l’entusiasmo e la passione, la delusione dei poveri.

Le industrie giorno e notte vomitano gas, polvere e rumore sulla gente, protette dai poteri pubblici. È una situazione che non si è ancora risolta anche a causa della rassegnazione dei piccoli che non hanno la forza di resistere a lungo.

Giovedì, all’alba, un camioncino con l’altoparlante è passato per le stradine addormentate e impolverate di Piquiá de Baixo, svegliando la gente: “Presto, correte tutti in piazza!”. Dalle comunità dell’interno sono arrivati rinforzi, organizzati dal Movimento dei Senza Terra (MST) e dal Sindacato dei Lavoratori Rurali. Mezz’ora dopo, il gruppo era grande abbastanza per l’azione non violenta che era stata progettata: sbarrare l’entrata delle due maggiori imprese siderurgiche proprio di fronte al paese, per non far entrare né uscire i camion di minerale grezzo e carbone.

Dopo una notte passata ad affrontare la pressione della polizia e l’arroganza dei dirigenti dell’azienda, è arrivato il presidente del sindacato patronale. Ma gli abitanti di Piquiá hanno fatto sentire la loro voce senza indietreggiare di un passo. La fermezza del popolo ha vinto: rassegnato, il sindacato industriale ha firmato l’accordo per il pagamento dell’indennizzo del terreno per il reinsediamento.
La terra promessa si è avvicinata di qualche passo.
P. Dario Bossi