Venerdì 18 marzo 2016
Ieri le comunità della Casa Generalizia dei comboniani a Roma hanno realizzato la Giornata di preghiera – tal come è stato suggerito dai Consigli Generali dei tre Istituti comboniani (SMC, ISMC e MCCJ) assieme al rappresentante dei Laici Missionari Comboniani – per celebrare il XX anniversario della beatificazione di San Daniele nel contesto del Giubileo della Misericordia. L’Eucaristia è stata presieduta dal superiore generale, P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, che nell’omelia ha parlato sul tema della Misericordia di Dio, sviluppando tre punti: accogliere la Misericordia di Dio con fede, condividere la Misericordia di Dio con i miei fratelli e le mie sorelle, e servire la Misericordia di Dio. Sotto pubblichiamo il testo integrale dell’omelia di P. Tesfaye.

Lo scorso 23 gennaio si sono incontrati a Carraia (Lucca/Italia) i Consigli Generali dei tre Istituti comboniani (SMC, ISMC e MCCJ) assieme al rappresentante dei Laici Missionari Comboniani, sig. Alberto de la Portilla. Oltre ad una ricca condivisione sulla situazione dei nostri Istituti, ci si è confrontati sul tema della misericordia e sul coordinamento dei vari gruppi laicali che si ispirano al carisma comboniano. Questi hanno preparato una lettera indirizzata a tutta la Famiglia Comboniana per il Giubileo della Misericordia, nella quale dicono:

“Carissimi Sorelle e Fratelli della Famiglia Comboniana: con questa lettera, frutto del momento di preghiera, riflessione e condivisione che abbiamo vissuto insieme al termine dell’anno della Vita Consacrata e all’inizio dell’Anno Giubilare della Misericordia, desideriamo offrire a tutti i membri della Famiglia Comboniana, alcune nostre riflessioni e, soprattutto, invitare ciascuna/o a vivere in profondità le sfide e le opportunità che l’Anno giubilare ci offre personalmente e come Famiglia. A tal fine desideriamo proporvi una giornata comune di preghiera, ricordando quanto Comboni ci diceva: “l’onnipotenza della preghiera è la nostra forza” (S 1969). E dunque... Celebriamo la misericordia. In questo Anno Giubilare, per intercessione di Maria, Madre della Misericordia, chiediamo a Dio Padre il dono di riconoscerci bisognose/i della Sua misericordia e desiderose/i di essere riconciliate/i: con noi stesse/i, con i nostri fratelli e sorelle in comunità, con i nostri famigliari, con i nostri collaboratori/trici, con i Popoli che serviamo, con i nostri Istituti e gruppi comboniani. Invitiamo, dunque, tutti i membri della Famiglia Comboniana, SMC, ISMC, MCCJ, LMC e altri Gruppi/movimenti che s’ispirano al carisma comboniano, a celebrare, il 17 marzo prossimo, il XX anniversario della beatificazione di San Daniele, con una giornata di preghiera-contemplazione della Misericordia di Dio in Comboni. È un invito, come suoi figli/e a lasciarci trasformare dalla Misericordia del Cuore di Gesù e a ravvivare la nostra compassione e l’impegno di annunziare, con parole e opere, il Dio-Misericordia ai fratelli e sorelle più abbandonati e sofferenti”.


Omelia
del
superiore generale

“Canterò in eterno le misericordie del Signore”
(Sal 89.2)

Cari fratelli e sorelle, in questo giorno particolare per noi come famiglia comboniana, in cui ricordiamo il ventesimo anniversario della beatificazione di Daniele Comboni, siamo invitati nella nostra famiglia a celebrare anche il giorno dedicato alla Misericordia.

Le due letture che abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio ci offrono vari spunti per la nostra riflessione e preghiera. Ma, per non fare un “cocktail” di spunti, vorrei dedicare questo momento di condivisione al nostro tema di oggi, vorrei parlare della Misericordia di Dio.

1. Accogliere la Misericordia di Dio con fede. Dio mi perdona attraverso la Misericordia di mio fratello e di mia sorella nella mia famiglia, nella mia comunità, nei miei rapporti quotidiani. Dio è misericordioso verso la società, la famiglia, la comunità, il paese e il mondo in cui vivo e lavoro... Dio è paziente con gli uomini e le donne del mio tempo…

Il profeta Geremia dice “Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, l’ora della salvezza ed ecco il terrore! Riconosciamo la nostra iniquità, Signore, l’iniquità dei nostri padri: contro di te abbiamo peccato. Ma per il tuo nome non abbandonarci, non render spregevole il trono della tua gloria. Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi…” (Ger 14,19-21).

Come sarebbe il mondo, se Dio non fosse misericordioso! Purtroppo anche chi uccide nel nome di Dio, pronuncia il nome di Dio misericordioso quando uccide, Bism illah Alrahman Arahiim. Anche su questo, Dio è paziente.

Accogliamo il perdono; il perdono, Dio ce lo dà attraverso la nostra coscienza, dove dimora e opera lo Spirito Santo; attraverso il perdono dei fratelli e la tolleranza nei nostri confronti; siamo chiamati ad accogliere il perdono da Dio, perché non possiamo noi – che siamo quelli che sbagliano – essere accusati-accusatori e giudici di noi stessi, possiamo solo accogliere il perdono di Dio.

2. Condividere la Misericordia di Dio con i miei fratelli e le mie sorelle. Dio, nostro padre, entriamo nel tuo tempio perché siamo perdonati, abbiamo la tua compagnia, abbiamo fatto esperienza della tua grande Misericordia, nuotiamo nel mare della tua pazienza, della tua speranza per noi e della tua fiducia in noi. “Ma io, per la tua grande misericordia, entrerò nella tua casa; mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio” (Sal 5,8). Come condivido la Misericordia di Dio con i miei confratelli, con la mia famiglia? Come vivo l’insegnamento di Gesù, di perdonare settantasette volte, nel rapporto con chi è vicino e con la persona considerata lontana da me per diverse ragioni? La Misericordia si vive nella verità, nella pazienza e nell’umiltà. Si perdona perché si spera e si crede che con la grazia di Dio e con il suo aiuto la vita è diversa, e noi viviamo secondo la nostra natura e dignità di figli di Dio. Siamo chiamati a condividere il vestito, il mantello della Misericordia di Dio, vestendoci-rivestendoci reciprocamente di questa misericordia. Condivido la Misericordia di Dio, perché essa è, per sua natura, una grazia da passare agli altri e da far fruttificare: essa serve come strumento per una comunione e un amore più purificati. La pietà chiama pietà, l’amore amore, il perdono perdono.

In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera secondo la sua volontà perché fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria” (Ef 1,11-14).

“Sono peccatore e pieno di demeriti: ma vi è il perdono e l'assistenza di Dio. Il procedere del Superiore è tale, che potrebbe benissimo far andare fuori di strada chi non è ben fermo. Se avessi ammazzato un prete, non è questo il mezzo di convertire e ridurre sul buon sentiero un traviato. Io lo amerò sempre, e sarò grato in eterno; perché se ora sono in condizione da fare del bene, lo devo a quel caro vecchio. Ma bisogna che vomiti tutto per stare cogli occhi aperti perché non ne venga male a me, alle mie opere, a Lui, ed ai nostri Istituti. Il nostro buon vecchio ha viste magnanime e gigantesche adattate al vero progresso; e per disgrazia non ha modo, non ha prudenza; e potrebbe avere dei dispiaceri, come sono lì per averne io, se seguita di questo passo. Io per ora non gli scrivo; e vivo come se nulla vi fosse. Ma non credo di essere poi tanto cretino da non vedere le conseguenze. Basta. Io prego pei nostri cari Ist.i; e a Verona si preghi per me: che il Centro de' nostri rapporti è Dio” (Scritti 976).

“Misercordes sicut Pater” (Lc 6,36)

3. Servire la Misericordia di Dio. Siamo chiamati a condividere la Misericordia di Dio, ma il Signore ci ha chiamati a fare qualcosa di più: servire la Misericordia di Dio, attraverso il servizio dell’Annuncio della Buona Notizia, la nostra testimonianza e il nostro servizio all’umanità bisognosa attraverso le opere spirituali e materiali di Misericordia. Ecco il grande esempio che oggi abbiamo da celebrare: un grande servo della Misericordia di Dio, Comboni, Padre e Fondatore, che la Chiesa ha riconosciuto vent’anni fa come Apostolo dell’Africa Centrale, che ha vissuto la beatitudine e la santità del Vangelo nella sua vita.

  • Chi crede nella Misericordia di Dio, annuncia la buona novella del perdono di Dio, della conversione delle persone e la forza della sua grazia che può costruire il Regno di Dio fra noi. Non vive di notizie brutte e negative dalla mattina alla sera.
  • Chi vive della misericordia di Dio vuole far vincere la grazia di Dio nella propria vita e nella vita del fratello e della sorella. Allora si impegna a testimoniare la verità, la bellezza del Vangelo, della presenza di Gesù e della sua opera salvifica e liberante.
  • Chi crede nella Misericordia di Dio si impegna nelle opere materiali di promozione umana e nelle opere spirituali per la dignità e santità del fratello e della sorella. Che gesti di misericordia viviamo noi? Come viviamo noi, qui in Curia, il contatto con chi ha bisogno della misericordia e della vita di Dio? Come siamo impegnati per la giustizia, la pace, la riconciliazione fra noi esseri umani?

Come seguiamo Comboni, che si è donato totalmente per i suoi fratelli e sorelle? Come Abramo, di cui abbiamo sentito nella prima lettura e nel Vangelo, Comboni, che ha vissuto secondo la parola di Dio, è diventato non solo un discepolo-apostolo, che la Chiesa ha riconosciuto nella sua santità, ma padre di comboniani e comboniane, della Chiesa sudanese ed è divenuto ispirazione per moltissime iniziative e per un movimento di laicato comboniano per il quale ringraziamo Dio. Chiediamo l’intercessione della nostra Madre della Misericordia. Comboni pregava dicendo…

“O Vergine Immacolata de La Salette, rigeneratrice del genere umano, è qui che sei scesa per proclamare al mondo questa grande novità, è qui che hai ordinato di farla sapere a tutto il Tuo popolo, è qui che ogni giorno manifesti i prodigi della Tua potenza e della Tua bontà; qui ti mostri veramente nostra Regina per dominare, ma anche nostra Madre per ottenerci grazie e perdono, perché è veramente un nuovo Calvario, un altro altare di espiazione. O Maria, rifugio dei poveri peccatori, mostrati anche Regina e Madre dei poveri neri, poiché anch'essi sono Tuo popolo. Io voglio far loro imparare questa grande notizia che hai proclamato dall'alto di questa santa montagna. Sì, buona Madre di misericordia, Tu sei la Madre dei neri: in questo momento io, loro padre e loro missionario, li metto tutti ai Tuoi piedi affinché Tu li metta tutti nel Tuo Cuore: mostrati Madre! Lo so che ti domando un grande miracolo. Ma, Divina Madre, Tu non sei venuta a piangere in questi luoghi che per moltiplicare i Tuoi miracoli. Io a mia volta, piango con Te per ottenerne uno in favore dei miei neri: mostrati Madre! L'Oriente si è già voltato verso questa santa montagna. Vediamo dei bimbi di Sem tra quelli di Japhet. In questa solennità io vengo per unire i figli di Cam in modo che tutto il genere umano sia consacrato alla Vergine del perdono e della salvezza” (S 1641-42).