Giovedì 27 novembre 2025
Preghiamo perché i cristiani che vivono in contesti di guerra o di conflitto, specialmente in Medio Oriente, possano essere semi di pace, di riconciliazione e di speranza. [Il video del Papa]
Nell’ultima intenzione di preghiera del 2025, il Papa ci invita a pregare “perché i cristiani che vivono in contesti di guerra o di conflitto, specialmente in Medio Oriente, possano essere semi di pace, di riconciliazione e di speranza”. Alla vigilia del suo primo viaggio apostolico, in Turchia e Libano, il Santo Padre ci esorta a non “cadere nell’indifferenza” e a essere “costruttori di unità”, pregando insieme a lui il “Dio della pace” per queste comunità – minoranze cristiane che vivono in mezzo alle guerre – che non devono sentirsi abbandonate.
Le immagini di questo video, realizzato dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, ci mostrano esempi di una fede incrollabile anche tra le macerie: le celebrazioni nei villaggi iracheni tornati alla vita, la forza della comunità parrocchiale di Gaza e il lavoro indispensabile di Caritas in Libano tra i poveri e i rifugiati.
Preghiera di Papa Leone
Dio della pace,
che attraverso il sangue di tuo figlio
hai riconciliato il mondo con te,
ti preghiamo oggi per i cristiani
che vivono in mezzo a guerre e violenza.
Anche circondati dal dolore,
possano non smettere mai di sentire la gentile bontà della tua presenza
e le preghiere dei loro fratelli e sorelle nella fede.
Perché solo attraverso di te,
e rafforzati dai legami fraterni,
possono diventare i semi della riconciliazione,
costruttori di speranza nei gesti piccoli e grandi,
capaci di perdonare e di andare avanti,
di superare le divisioni e di cercare la giustizia con misericordia.
Signore Gesù,
che hai chiamato beati quelli che lavorano per la pace,
rendici tuoi strumenti di pace
anche dove l’armonia sembra impossibile.
Spirito Santo,
fonte di speranza nei momenti più bui,
sostieni la fede di coloro che soffrono
e rafforza la loro speranza.
Non lasciarci cadere nell’indifferenza
e rendici costruttori di unità, come Gesù.
Amen
Costruttori di speranza, strumenti di pace
I cristiani “che vivono in mezzo a guerre e violenza” non si sentano mai abbandonati: “anche circondati dal dolore”, dice il Santo Padre, “possano non smettere mai di sentire la gentile bontà” della presenza di Dio “e le preghiere dei loro fratelli e sorelle nella fede”. “Rafforzati dai legami fraterni”, prosegue, “possano diventare i semi della riconciliazione, costruttori di speranza nei gesti piccoli e grandi, capaci di perdonare e di andare avanti, di superare le divisioni e di cercare la giustizia con misericordia”.
Anche in quelle parti del mondo in cui la guerra sembra l’unica legge, “dove l’armonia sembra impossibile”, i cristiani sono chiamati a essere “strumenti di pace”. E non soltanto coloro che vivono lì, ma tutti noi, perché Gesù ha “chiamato beati quelli che lavorano per la pace”: allo Spirito Santo, dunque, il Papa chiede non solo di sostenere “la fede di coloro che soffrono” e di rafforzare “la loro speranza”, ma anche di “non lasciarci cadere nell’indifferenza” e di renderci “costruttori di unità”.
La fede tra le macerie
L’intenzione di preghiera di questo mese, e lo stesso primo viaggio apostolico di Leone XIV, si concentrano su una delle aree più instabili del mondo sotto il profilo politico, economico e della sicurezza. Secondo il Rapporto 2025 sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, il numero dei conflitti nella regione mediorientale e le condizioni socioeconomiche espongono le minoranze religiose, in particolare i cristiani, a una condizione di estrema vulnerabilità. In Palestina, dopo due anni di guerra, la popolazione è stremata e molte chiese sono diventate rifugi per le famiglie senza casa. In Libano, la grave crisi economica ha spinto centinaia di migliaia di persone a emigrare, svuotando parrocchie e scuole. In Siria e Iraq, la ricostruzione procede a fatica tra instabilità politica, insicurezza e mancanza di prospettive per i giovani. Eppure, in mezzo a queste difficoltà, tante piccole comunità continuano a custodire la fede, a servire i poveri e a costruire ponti di convivenza con i loro vicini di altre religioni.
Le immagini che accompagnano la preghiera letta dal Papa raccontano proprio questo, mostrando esempi di una fede incrollabile anche in mezzo alle macerie. Ci sono le celebrazioni nei villaggi iracheni tornati a vivere dopo la guerra, la forza straordinaria della comunità parrocchiale di Gaza anche nei giorni delle bombe, il lavoro indispensabile della Caritas in Libano tra i poveri e i rifugiati dei Paesi vicini, le oasi di spiritualità offerte dai monasteri siriani: tutti segni della presenza di quello Spirito Santo che – come recita la preghiera letta dal Papa – è “fonte di speranza nei momenti più bui”.
Da Francesco a Leone
“La condizione dei cristiani nei contesti di conflitto è una preoccupazione costante nel cuore del successore di Pietro”, ricorda p. Cristóbal Fones, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa. “Nel corso degli anni, Papa Francesco aveva affidato più volte alla preghiera della Chiesa universale le sofferenze e la testimonianza dei cristiani che vivono in contesti difficili. Aveva chiesto di pregare, ad esempio, per i cristiani perseguitati (marzo 2017), per il dialogo e la riconciliazione in Medio Oriente (novembre 2019), per le comunità religiose discriminate e perseguitate (gennaio 2022), per i nuovi martiri, testimoni di Cristo (marzo 2024).
Papa Leone XIV riprende questa eredità, proprio in coincidenza con il suo primo viaggio apostolico in Turchia e in Libano. Il suo invito alla preghiera è un gesto di vicinanza e di speranza: un modo per dire ai cristiani di Palestina, Libano, Siria, Iraq e di tanti altri Paesi che non sono dimenticati, che la Chiesa universale cammina con loro; ma anche per ricordare a noi tutti che la fede cresce anche in mezzo alla prova, e che dalle comunità ferite possono nascere semi di riconciliazione e di pace. Per questo, come Rete Mondiale di Preghiera del Papa, desideriamo unirci al Santo Padre nel chiedere allo Spirito Santo di sostenere questi fratelli e sorelle, e di rafforzarci tutti nella speranza e nella solidarietà”.
Va ricordato infine che, nel contesto dell’Anno Santo 2025, Il Video del Papa acquista una rilevanza particolare, perché ci fa conoscere le intenzioni di preghiera che il Santo Padre porta nel suo cuore. Per ottenere la grazia dell’indulgenza giubilare, occorre pregare per queste intenzioni.