Sabato 14 febbraio 2015
I comboniani del Continente americano che lavorano con i popoli indigeni si sono riuniti dal 10 al 13 febbraio presso la casa provinciale a Lima, in Perù. Gli scopi dell’assemblea erano vari: valutare l’azione pastorale alla luce della prima assemblea continentale di pastorale indigena in Messico nel 2013, chiarificare le sfide della pastorale indigena e proporre linee pastorali di lavoro. All’assemblea hanno partecipato comboniani dal Messico, Ecuador, Perù, Guatemala e Brasile. Al centro, nella foto: Mons. Gerard Anton Zerdin.


Missionari comboniani
P. Dunn A. Henry Oswaldo,
e P. Adam Zagaja.

 

Le assemblee continentale dei missionari comboniani che lavorano nella pastorale indigena hanno uno scopo eminentemente pastorale e pratico. “Le assemblee continentali – ha scritto il Superiore Generale, P. Enrique Sánchez González, ai membri dell’assemblea – non sono solo un momento di incontro e di messa in comune delle esperienze, ma una opportunitá di rivedere e ri-orientare l’azione pastorale”.

All’assemblea ha partecipato anche Monsignor Gerard Anton Zerdin, dei Frati minori, vescovo del Vicariato Apostolico di San Ramón. Mons. Anton Zerdin ha dato la sua testimonianza di fede e di servizio in un villaggio indigeno chiamato Cumaria, dove ha trascorso trent’anni con il popolo Shipibo. Zerdin, da giovane francescano, partì per il Perù e fu ordinato sacerdote in quel Vicariato apostolico, immerso nella selva peruviana.

 

Da sinistra:
P. Ferdinand Sito, P. Juan Pablo Pezzi,
P. Ernesto Fernández, e P. Simón Rodríguez.

 

Il provinciale del Perù, P. Alberto Barrera Pacheco, ha aperto i lavori presentandone il tema: Storia, cosmovisione e organizzazione del popoli indigeni e il Piano del Comboni oggi. È il Piano del Comboni e la sua realizzazione nell’oggi della pastorale indigena, infatti, il filo conduttore che ha legato i vari momenti dell’assemblea i quali si sono dipanati tra tempi dedicati alle conferenze, alla condivisione di esperienze e alla ricerca di priorità per un lavoro comune e condiviso. Particolarmente interessanti sono state le conferenze di Mons. Anton Zerdin, vescovo di San Ramón, e della suora dell’istituto trinitario Sonia Chipana, teologa indigena boliviana.

“I popoli indigeni – ha sottolineato Sr. Sonia – camminano con un piede nella cultura e un altro nella fede cristiana; ma questi due piedi camminano su due strade differenti che non si incontrano”. È proprio questa schizofrenia tra fede e cultura una delle sfide pastorali dei popoli indigeni. Infatti, “le due linee di lavoro della pastorale indigena – ha affermato Mons. Zerdin – sono la valorizzazione degli elementi culturali e la difesa dei diritti dei popoli indigeni”. Queste due linee sono pure quelle su cui si sono soffermati i partecipanti all’assemblea. Ma una vera pastorale indigena che sia veramente effettiva, si è sottolineato, non potrá essere portata avanti senza la collaborazione con la gente locale, altri Istituti religiosi e con organizzazioni non governative che lavorano sul campo.