Il mese di febbraio si apre con la festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio (2 febbraio, detta anche la "candelora" perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo, luce per illuminare le genti) quarto mistero gioioso del Santo Rosario. Il racconto evangelico di questo fatto, lo presenta come il gesto liturgico fondamentale della Sacra Famiglia che ringrazia gioiosamente per il dono del figlio, riconoscendo pubblicamente che solo Dio è l'autore della vita. A Lui appartengono tutti i figli, che poi, da Lui vengono affidati ai genitori perché li proteggano e accompagnino la loro crescita materiale e spirituale.

Al Tempio sono presenti due testimoni importanti, Anna e Simeone. Anziani perché rappresentano la speranza secolare dell'umanità che implora la venuta del Salvatore; fedeli frequentatori del Tempio perché al centro della loro vita c'è la fede in Dio; una vita totalmente dedicata alla preghiera e al servizio della carità. Sono queste le virtù caratteristiche che hanno indotto la madre Chiesa a dichiarare il 2 febbraio «Giornata mondiale della Vita Consacrata»: uomini e donne che testimoniano con le loro scelte di povertà, castità ed obbedienza il modo di esistere e di agire di Gesù e anticipano quello che ci caratterizzerà tutti quando saremo riuniti nella gioia dell'abbraccio del Padre, e presentati da Cristo come suoi fratelli saremo coinvolti dallo Spirito Santo nella danza d'amore della Trinità.

2 febbraio «Giornata mondiale della Vita Consacrata».
Nella foto: Fr. Alberto Degan, missionario comboniano in Colombia.

“Chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore”. Si illudeva San Paolo? Fosse vero che chi non è sposato “si preoccupa delle cose del Signore”! Non è automatico: purtroppo ci sono cristiani non sposati che non cercano affatto di piacere al Signore! Ma ci sono però anche quelli che, volendo con tutta la propria vita dare testimonianza a Gesù, addirittura scelgono di non sposarsi. Proprio quest’anno papa Francesco ha pensato a loro: egli vuole che ci prepariamo al Sinodo che tratta della famiglia osservando chi si è consacrato al Signore e pregando per loro. Proposta significativa e profetica! La via più comune per l’uomo e per la donna è quella del matrimonio, o così almeno lo era fino a qualche anno fa: oggi infatti si sono diffuse ideologie e modi di fare e di comportarsi che propagandano concezioni della sessualità decisamente in contrasto con i disegni di Dio e, quindi, in opposizione al vero bene delle persone. I credenti sono sempre circondati da opinioni e sollecitazioni che mettono alla prova la loro fede e richiedono maggior consapevolezza e forza interiore per testimoniare la sapienza di Dio.

Proprio per questo la vita di coloro che scelgono il Signore fino al punto di rinunciare all’affetto umano e a formare una famiglia, è una luce che continua a splendere nella Chiesa. Non è la rinuncia la cosa più importante, ma piuttosto il fatto che questa fa risplendere un grande amore per il Signore, un amore che afferma che lui è pienezza, che lui è sufficiente a riempire di gioia e a donare soddisfazione al cuore umano. Chi si dona al Signore offrendogli tutto il proprio affetto, il proprio tempo, tutto il desiderio, come un innamorato, testimonia la bellezza e la grandezza di Dio: questi vive una missione profetica.

E oggi, in un mondo che vive dell’edonismo più sfacciato, e pretende una libertà sessuale violenta e spudorata, per annunciare il vangelo è necessaria la profezia di una vita pura, libera della vera libertà. La vera libertà è quella che spezza le catene degli egoismi, e rende liberi dall’uomo vecchio e dalle passioni vergognose. Donarsi al Signore Gesù per divenire manifestazione della sua presenza, della sua sapienza, della sua bellezza, questa è una novità che interroga molti. Essa è una “Parola” di Dio, una parola non pronunciata, ma veduta, che può raggiungere i cuori. Li raggiunge tramite gli occhi invece che tramite gli orecchi. San Paolo propone questa scelta a molti, a tutti quelli che non sono ancora sposati. Egli non vuole però costringere nessuno, ma vuole che tutti almeno sappiano che questa possibilità esiste, una possibilità concreta e incisiva per annunciare il Regno di Dio in modo gioioso e fruttuoso, comprensibile, libero e liberante.
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