Mercoledì 31 maggio 2023
Oggi voglio condividere con voi una storia di discernimento e coraggio che ho vissuto di recente. È la storia di un gruppo di mie Consorelle e altri compagni di cammino, che hanno affrontato pericoli e incertezze durante gli ultimi disordini a Khartoum, in Sudan, la prima missione delle Suore Missionarie Comboniane dal 1872 fino ad oggi.

Il 15 aprile, la violenza è scoppiata improvvisamente tra le milizie del Darfur e l’esercito del governo di Khartoum. L’ambasciata italiana ha rapidamente inviato un avviso alle suore di rimanere in casa, lontane dalle finestre e dalle porte. Inizialmente, speravano che la violenza sarebbe presto cessata, ma è continuata inarrestabile per giorni. La casa delle Suore era circondata dalle milizie del Darfur e loro non potevano uscire. L’energia elettrica è stata interrotta e si sentivano forti spari ovunque attorno.

La situazione era grave, ma l’ambasciata italiana ha offerto loro la possibilità di lasciare il Sudan, con la condizione di incontrarsi alla residenza dell’ambasciatore prima di andare all’aeroporto il 23 aprile. Tre suore hanno deciso di accettare l’offerta e sono partite, ma le altre Suore e i loro compagni missionari hanno preferito aspettare.

La violenza è continuata, c’è stata la chiusura anche di ospedali e della Saint Mary Maternity (centro maternità) per evitare che le milizie impadronissero per una loro utilità. Le Suore della scuola “Sisters School” erano bloccate in casa, senza possibilità di raggiungere un’altra comunità. La “Sisters School” al palazzo governativo dove il conflitto era ed è presente in un modo molto forte.  Solo dopo dieci lunghi giorni le Sorelle sono uscite a mani alzate e si sono dirette verso una comunità più sicura.

Nonostante il pericolo e l’incertezza, le Suore sono rimaste risolute. Si sono incoraggiate a vicenda e dopo molte difficoltà, sono riuscite a lasciare Khartoum per Omdurman il 25 aprile. Anche lì la situazione era lontana dall’essere ideale, ma si sentivano leggermente più al sicuro. Con grande sforzo e coraggio, hanno continuato verso il confine egiziano, insieme alle Suore Missionarie della Carità (conosciute come Suore di Madre Teresa di Calcutta) e con due famiglie che desideravano raggiungere l’Egitto.

Il loro viaggio non è stato facile, ma erano determinate a raggiungere la loro destinazione. Hanno perseverato attraverso condizioni difficili, ma allo stesso tempo hanno incontrato persone che hanno mostrato in un modo semplice la loro solidarietà. Le Sorelle non possono dimenticare la presenza del Nunzio dell’Egitto che per vari giorni ha accompagnato e atteso nella frontiera l’arrivo del gruppo presente nel pulman partito da Omdurman.

La loro storia è una testimonianza della forza dello Spirito e del potere della preghiera delle Missionarie e dei Missionari e di tanti amici e conoscenti che hanno accompagnato l’esodo di queste Sorelle e famiglie verso il confine con l’Egitto.

In conclusione, voglio esprimere, nonostante la sofferenza di lasciare il popolo sudanese, la mia ammirazione e gratitudine a queste donne per il loro servizio donato fino all’ultimo a questo popolo. Sono un’ispirazione per tutti e ci ricordano che di fronte al pericolo e ai momenti più bui, c’è sempre una speranza.
Inma Cuesta, smc