Pellegrini dal vicariato dell’Arabia del Nord alla tomba di mons. Camillo Ballin

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Giovedì 7 agosto 2025
Nella mattinata di venerdì 1° agosto 2025, circa un centinaio di pellegrini, provenienti dal Vicariato Apostolico dell’Arabia del Nord (Bahrein, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita) e accompagnati da alcuni sacerdoti, hanno fatto visita al cimitero di Fontaniva (Padova) dove, nella tomba di famiglia, riposa anche mons. Camillo Ballin, missionario comboniano. Hanno voluto rendere omaggio a colui che per 15 anni è stato il loro vescovo. Mons. Ballin è morto a Roma la sera del 12 aprile 2020. Era la sera di Pasqua.

«Per me è stato un vescovo santo. Ha vissuto virtù eroiche. Ha subito ingiustizie e difendeva i suoi accusatori.
Se queste persone sono venute fin qui, significa volevano bene a Camillo», ha detto Bellini Alfonso, fratello di mons. Camillo.

Accolti dal fratello Alfonso, da alcuni familiari e vari compaesani, dal parroco don Andrea Mazzon e da padre Gaetano Montresor, i “pellegrini” si sono inginocchiati sulla tomba del loro pastore, hanno pregato e cantato. Hanno anche ascoltato con molta attenzione e commozione l’intervento di Hubert, un loro accompagnatore, che ha ricordato la presenza e l’opera di mons. Camillo nel vicariato e il suo modo di vivere come vescovo in mezzo al suo popolo. «Esemplari sono stati il suo modo di annunciare il vangelo, la sua gestione del vicariato, disseminata di difficoltà e anche sofferenze e ingiuste accuse. Lui ha accettato tutto con dignità e perdonando. È stato un grande e coraggioso lavoratore. Mons. Camillo ha saputo amare ed è stato amato. Ha tessute relazioni di amicizia con molti e mostrato rispetto per tutti».

Padre Gaetano ha parlato della famiglia di mons. Camillo, sottolineando la grande fede che vi si viveva ed elencando alcune tristi vicende familiari: «Perse la mamma quando aveva solo tre anni. Ed era il quarto figlio! La mamma morente invitò papà Alfonso a dare una mamma ai figli che lei lasciava. Papà si risposò. E fu così che nacque un nuovo figlio, cui fu dato il nome di Alfonso, in memoria del primo figlio, morto a sette anni. Oggi Alfonso, fratello di Camillo, è qui con noi».

Padre Gaetano ha anche ripercorso brevemente il cammino vocazionale di Camillo. Entrato ancora ragazzo nel seminario di Vicenza, deve molto presto rientrare in famiglia per la salute fragile. Ma lui non demorde: continua a studiare, seguendo gli stessi corsi che avrebbe avuto in seminario. Terminata la scuola superiore, è accolto nel noviziato comboniano di Gozzano, dove emette  primi voti religiosi il 9 settembre 1965. Nel settembre 1968 fa la professione perpetua. Il 30 marzo 1969 è ordinato sacerdote. Durante la sua prima messa a Fontaniva, il parroco gli dice: «Hai realizzato il grande desiderio di tua mamma. Lei ti voleva sacerdote!».

Padre Camillo sceglie con determinazione la missione nel mondo arabo-musulmano. Egitto, Sudan e i paesi del Golfo saranno la sua terra di missione, dapprima come sacerdote, poi come vescovo. Si inserisce nella vita e nella cultura del popolo tra cui vive e opera. Giunge a parlare l’arabo in modo perfetto. Sarà lui a fare da interprete a Giovani Paolo II durante la sua visita papale a Karthoum (Sudan) nel febbraio 1993. Diventa professore e direttore di scuole. Viene eletto come superiore provinciale dai confratelli impegnati in Egitto. Tesse relazioni di intensa amicizia con tutti, perfino con il re del Bahrein».

I parrocchiani di Fontaniva e i missionari comboniani sono riconoscenti per l’omaggio reso a mons. Camillo da questi pellegrini. Il fratello Alfonso, persona di poche parole, sollecitato a dire alcune parole ai pellegrini, si asciuga le lacrime, tira un profondo respiro e dice una sola frase: «Se siete venuti fin qui, vuol dire che gli volevamo bene».

Il canto Gli occhi miei sollevo ai monti, dapprima in italiano, poi in inglese (I will lift up my eyes to the hills) termina l’intenso momento di omaggio e ringraziamento a mons. Camillo Ballin.

Questa visita è stata inserita nel pellegrinaggio giubilare del gruppo. Dopo una permanenza a Roma, i pellegrini hanno raggiunto Padova, dove hanno visitato la Basilica di Sant’Antonio, quindi Fontaniva, per poi concludere il loro pellegrinaggio ad Assisi.

Fontaniva – Padova, 1° agosto 2025 pellegrini del vicariato dell’Arabia del Nord sulla tomba di mons. Camillo Ballin.

Il gruppo proveniente dal Vicariato Apostolico dell’Arabia del Nord era formato da membri di comunità neocatecumenali. Mons Camillo Ballin ha sempre potuto contare sull’aiuto di vari sacerdoti del Cammino, che sono stati – e tuttora sono – una grande e insostituibile risorsa ministeriale per il Vicariato.

La sera del giorno precedente l’arrivo del gruppo di pellegrini a Fontaniva, è stata celebrata un’Eucarestia, alla maniera neocatecumenale, nel duomo di Fontaniva. Il piano era che alla messa partecipasse anche l’intero gruppo dei pellegrini arabi. Difficoltà incontrate durante il viaggio hanno impedito al gruppo di arrivare in tempo. La gioiosa Eucarestia è stata comunque celebrata, presieduta da padre Gaetano e da padre Giuseppe Caramazza. È stato un rendere grazie al Signor per la vita e la missione di mons. Camillo.

Prima di lasciare Fontaniva, il gruppo di pellegrini ha voluto un momento di preghiera e di lode al Signore sulla piazza antistante il Duomo, sia dentro la grande chiesa dove è conservato il pastorale di mons. Camillo.

P. Gaetano Montresor, mccj