Domenica 3 agosto 2025
Nella mattinata di venerdì 1° agosto 2025, un gruppo di un centinaio di pellegrini, accompagnati da alcuni sacerdoti, si sono recati al cimitero di Fontaniva, (Padova) sulla tomba di mons. Camillo Ballin, missionario comboniano, che qui è nato e qui riposa, nella tomba di famiglia, dal 15 aprile del 2020, insieme ai suoi genitori e altri famigliari. Vengono dal vicariato dell’Arabia del Nord: Bahrein, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita. Sono venuti a rendere omaggio a mons. Camillo che per 15 anni è stato il loro vescovo. È morto a Roma la sera del 12 aprile 2020, era la sera di Pasqua.

“Per me è stato un vescovo santo, ha vissuto virtù eroiche: ha subito ingiustizia e difendeva i suoi accusatori.
Se sono venuti fin qui, queste persone vuol dire che volevano bene a Camillo”, ha detto Alfonso, fratello di mons. Camillo.

Accolti dal fratello Alfonso, da altri familiari e compaesani, dal parroco d. Andrea Mazzon e da p. Gaetano Montresor, si sono inginocchiati sulla sua tomba, hanno pregato, cantato; hanno ascoltato con molta attenzione e commozione l’intervento di Hubert, un loro accompagnatore, che ha ricordato la presenza e l’opera di mons. Camillo nel vicariato e la sua maniera di vivere come vescovo in mezzo al suo popolo; il suo modo di annunciare il vangelo, la sua gestione del vicariato, con le difficoltà e anche sofferenze, e accuse ingiuste, che ha accettato con dignità e perdonando. È stato un grande e coraggioso lavoratore. Mons. Camillo ha amato ed è stato amato. Ha avuto relazione di amicizia e rispetto per tutti.

P. Gaetano ha raccontato della famiglia di mons. Camillo, della fede e delle vicende tristi della famiglia: ha perso la mamma che aveva solo tre anni ed era il quarto figlio. Accogliendo l’invito della moglie morente, che gli chiedeva di dare una mamma ai figli che lei lasciava, il papà Angelo si è risposato ed è nato Alfonso, a cui è stato dato il nome del primo figlio morto a sette anni. Alfonso, fratello di Camillo, è presente a questa cerimonia.

P. Gaetano ha ripercorso il cammino vocazionale di Camillo. Ragazzo entra nel seminario di Vicenza ma, dopo poco, causa la fragile salute, ritorna in famiglia. Terminata la scuola superiore, viene accolto nel noviziato comboniano, e nel 1969 è ordinato sacerdote. Il parroco gli dice alla sera della sua prima Messa a Fontaniva: hai realizzato il grande desiderio di tua mamma che voleva tu fossi sacerdote! P Camillo sceglie, in modo deciso, la missione nel mondo arabo, musulmano. Egitto, Sudan e i paesi del Golfo, saranno la sua terra di missione, come sacerdote e come vescovo. S’inserisce nella vita e nella cultura dei popoli dove vive ed opera; impara la lingua araba in modo straordinario - da ricordare la sua traduzione dall’arabo e in arabo, per papa Giovani Paolo II nella sua visita a Karthoum, in Sudan - è professore e direttore di scuole, ha responsabilità di governo nelle comunità comboniane. Vive relazioni di intensa amicizia con tutti ed anche con il re del Bahrein.

La parrocchia di Fontaniva, i missionari comboniani sono fieri di aver avuto e conosciuto mons. Camillo Ballin e sono riconoscenti per l’omaggio reso, oggi, a mons. Camillo sulla sua tomba. Il fratello Alfonso, uomo di poche parole, sollecitato ad esprimere il suo sentimento, nel veder il numeroso e commosso – quanti occhi lucidi, quante lacrime! – gruppo di pellegrini che rendono omaggio al fratello Camillo, dice una sola, breve frase: se sono venuti fin qui, vuol dire che gli volevamo bene. Con il canto Gli occhi miei sollevo ai monti, in inglese e in italiano, termina l’intenso momento di omaggio e ringraziamento a mons. Camillo Ballin. Sulla sua tomba, da parte dei fedeli pellegrini del vicariato dell’Arabia del Nord

La visita al cimitero di Fontaniva è inserita nel pellegrinaggio giubilare che ha visto i pellegrini passare per Roma, evidentemente, poi raggiungere Padova, Sant’Antonio e Fontaniva per arrivare ad Assisi.

Fontaniva – Padova, 1° agosto 2025, pellegrini del vicariato dell’Arabia del Nord sulla tomba di mons. Camillo Ballin.

Particolarità del gruppo è quella di essere formato da fratelli e sorelle, membri delle comunità neocatecumenali del vicariato dell’Arabia del Nord. Mons Camillo Ballin ha potuto aver con sé vari sacerdoti del Cammino, che sono stati e sono ancora una grande e insostituibile risorsa ministeriale per il vicariato. La sera del giorno precedente l’arrivo del gruppo di pellegrini a Fontaniva, è stata celebrata un’Eucarestia, alla maniera neocatecumenale, nel Duomo di Fontaniva, Era previsto di celebrarla insieme a tutto il gruppo dei pellegrini, ma per le difficoltà incontrate durante il viaggio, il gruppo non ha potuto arrivare. La gioiosa Eucarestia è stata comunque celebrata, presieduta da p. Gaetano insieme a p. Giuseppe, due comboniani di Padova. È stato un rendere grazie al Signor per la vita e la missione di mons. Camillo.

L’ultimo atto del gruppo di pellegrini è stato un momento di preghiera e di lode al Signore sulla piazza e dentro il Duomo, dove è conservato il Pastorale di mons. Camillo Ballin, segno della sua continua presenza nella comunità di Fontaniva, quella comunità dove è cresciuto nella fede e da cui è partito per annunciare il Vangelo, come missionario, sacerdote e vescovo. nelle terre abitate in gran parte da arabi di fede musulmana, ma anche da tanti lavoratori immigrati, di fede cristiana: il popolo caro a mons. Camillo Ballin. Fontaniva, fonte di acqua viva, quella di Gesù, che mons. Camillo ha fatto sgorgare anche nella vita di tanti uomini e donne, nel vicariato dell’Arabia del Nord.

P. Gaetano Montresor, mccj