Lunedì, 8 settembre 2025
Il 5 settembre 2025, nel palazzo vescovile della diocesi di Verona, il vescovo mons. Domenico Pompili ha aperto l’inchiesta diocesana relativa alla continuata fama di santità del Servo di Dio mons. Antonio Maria Roveggio. Il suo esempio, raccontato in numerose biografie, ha ispirato la vita di tanti missionari comboniani. La sua causa di beatificazione fu introdotta nel 1952, poi ripresa varie volte, ma mai portata a termine.
Giovane sacerdote, Antonio Roveggio entrò nell’Istituto fondato da San Daniele Comboni nel 1884 e nel 1887 partì per l’Egitto. Nel 1895, a soli 37 anni, fu nominato Vicario Apostolico dell’Africa Centrale. Con carità e umiltà, animato da una profonda devozione al Cuore di Gesù, si prodigò con tutte le forze all’annuncio del vangelo in Egitto e presso varie etnie del Sudan. Stremato dalle fatiche, morì a Berber, sul treno, mentre era in viaggio verso l’Egitto. Aveva 43 anni.
Il superiore generale padre Luigi Fernando Codianni e il suo consiglio hanno affidato a padre Cosimo De Iaco, postulatore generale dell’Istituto dei missionari comboniani, l’incarico di proseguire la causa, continuando il prezioso lavoro di padre Arnaldo Baritussio, postulatore emerito.
La sessione dell’inchiesta diocesana è stata presieduta dal vescovo mons. Domenico Pompili. Durante il momento di preghiera iniziale, il prelato ha sottolineato il fatto che la ripresa della causa di beatificazione di una persona morta oltre un secolo fa non mira a celebrare il passato, bensì a tener viva la memoria di un testimone del Vangelo che può ispirare l’oggi e il futuro della Chiesa.
Nel suo indirizzo di saluto, padre Cosimo ha indicato tre aspetti che rendono attuale la figura di mons. Antonio Maria Roveggio e rilevante la sua causa: la totale dedizione all’annuncio del Vangelo, la convinta adesione alle esigenze della vita religiosa, e la profonda devozione al Cuore di Gesù, del quale ha imitato l’umiltà e la mitezza verso tutti.
All’evento, oltre agli officiali del tribunale diocesano di Verona, hanno partecipato i confratelli dalla casa madre di Verona, alcune suore comboniane e un buon numero di amici. Ci auguriamo che la causa possa procedere speditamente, così che la figura di mons. Roveggio possa essere conosciuta, imitata e pregata, assieme a san Daniele Comboni, al beato Giuseppe Ambrosoli e al venerabile Bernardo Sartori.