Sabato, 11 ottobre 2025
Padre José Miguel Córdova Alcázar, comboniano peruviano, ha compiuto pochi giorni or sono 57 anni. Gettando il proprio sguardo al suo passato, ha pensato di scrivere una lettera aperta in cui esprimere la sua gratitudine verso i numerosi fratelli e amici anziani che ha conosciuto lungo il suo cammino missionario. Padre José Miguel ha fatto il noviziato a Sahuayo, in Messico, e lo scolasticato a Elstree, in Inghilterra. Nell’agosto 2000 è stato ordinato sacerdote. Subito dopo è partito per l’Etiopia, dove ha trascorso in tutto 15 anni. Ha svolto anche un periodo di missione in Perù e oggi si trova nella comunità di Barcellona, in Spagna.
Nel testo che accompagnava la “lettera aperta”, padre José Miguel spiega: «Desidero ricordare tutti i confratelli e amici con cui mi sono incontrato e con cui ho vissuto ho condiviso la mia vita. Ho imparato e ricevuto molto da ciascuno di loro, e ognuno ha lasciato in me un segno indelebile. Oggi, alcuni vivono lontano, altri, purtroppo, non sono più tra noi. Tuttavia, vorrei ricordarli tutti con tutto il cuore. Tutti, tutti vivono dentro di me».
Ai nostri fratelli e sorelle anziani, testimoni di fedeltà
[Mi ispiro a Giovanni 21,18-20]
Carissimi fratelli e sorelle,
oggi voglio rivolgermi a voi, uomini e donne che, nel corso della vita, avete amato, lavorato, lottato, creduto, e oggi siete ancora una presenza viva nelle nostre comunità. Questa lettera nasce dal Vangelo, ma anche dalla vita – quella vita che voi conoscete bene, perché l’avete vissuta con intensità, con dedizione, con fede.
Gesù dice a Pietro: «Quando eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le mani e un altro ti cingerà e ti porterà dove non vuoi» (Gv 21, 18). Queste parole, lungi dall’essere una rinuncia, sono una profonda rivelazione sul trascorrere del tempo, sulla fragilità umana e sulla fedeltà di Dio che non viene mai meno.
Viviamo in una società che spesso idolatra la giovinezza, la produttività, la velocità. Si parla di innovazione, di cambiamento costante, di futuro… Tuttavia, in mezzo a questo vortice, voi — nostri anziani — siete memoria, radice, testimonianza. Siete coloro che possono dire: «Ho visto che Dio non manca mai». E questo, oggi più che mai, è necessario.
Molti di voi sono stati protagonisti della storia. Religiosi e religiose che hanno fondato comunità, missionari che hanno attraversato confini, laici che hanno sostenuto parrocchie, famiglie, movimenti. Siete stati leader, educatori, artigiani della fede e della giustizia. E ora, in questa diversa fase della vostra vita, forse sentite che il mondo gira senza consultarvi, che le decisioni sono prese a prescindere da voi, e che la vostra voce è meno ascoltata di un tempo.
Ma non fraintendete: la vostra vita è tuttora feconda. La fecondità non si misura dall’attività, bensì dalla capacità di amare, di ispirare, di sostenere con lo sguardo, con la preghiera, con l’esperienza. Voi siete testimoni di una Chiesa che ha attraversato profondi cambiamenti: dal Concilio Vaticano II alle nuove forme di evangelizzazione; dalle missioni rurali alle reti digitali; dalle comunità di base alle sfide della secolarizzazione.
Avete vissuto anche cambiamenti sociali: il passaggio dalle dittature alle democrazie, la lotta per i diritti umani, i progressi della scienza, la trasformazione delle famiglie, il dolore delle guerre e la speranza della pace. Avete visto come la fede si è incarnata in contesti diversi, come la solidarietà ha resistito all’indifferenza, come il Vangelo ha continuato a essere “buona notizia” per i poveri.
Forse oggi altri “vi porteranno dove non volete”, in una nuova residenza, in una routine che non avete scelto, costretti a dipendere da cure che prima eravate voi a offrire.
Dovunque siate, Gesù vi dice: «Tu seguimi!». Perché seguire Gesù non significa solo camminare: significa soprattutto lasciarsi amare.
In questa nuova fase della vita, voi siete chiamati a lasciarvi curare con dignità, a condividere la vostra saggezza, a benedire con la vostra presenza da “pensionati” che vivono gioiosamente.
E non siete soli! La comunità ha bisogno di voi. Le nuove generazioni hanno bisogno di ascoltare le vostre storie, le vostre battaglie, le vostre speranze. Hanno bisogno di sapere che la fede non è una moda che passa presto, ma un’esperienza profonda che dura decenni. Devono apprendere che l’impegno sociale non è ideologia, ma Vangelo incarnato. Soprattutto, devono sperimentare che l’amore non va mai in pensione.
Grazie, pertanto, della vostra vita, della vostra dedizione silenziosa, degli anni di missione, delle notti trascorse in preghiera, delle lotte che avete sostenuto e delle speranze che avete coltivato.
Grazie, soprattutto, del vostro essere luce, anche quando il mondo non sempre la vede.
La Chiesa e la società hanno bisogno di voi. E Dio vi guarda con infinita tenerezza.
In comunione con coloro che, ancora oggi, sono radice, testimonianza e benedizione,
vostro padre José Miguel Córdova Alcázar, mccj.