Giovedì 16 ottobre 2025
“La vita è adesso…”, il motto del Corso Comboniano Anzianità (CCA) bene evidenzia il significato dell’iniziativa che intende aiutare chi vi partecipa a non guardare con rimpianti al proprio passato quanto a valorizzare il tempo presente come kairos, come opportunità. Da sfruttare per una crescita spirituale e umana.

Alla sua quinta edizione e ideato per coloro che nell’Istituto hanno 70 o più anni di età, il corso vede la partecipazione di 12 confratelli provenienti da varie nazionalità: Spagna, Portogallo, Sudafrica, Germania, Perù e Italia. Alcuni tra noi si conoscono già, per altri il corso è un’occasione per una conoscenza reciproca e per tessere legami di fraternità. Iniziato il 7 ottobre scorso, il corso si concluderà il 7 dicembre.

Varie sono le motivazioni che hanno spinto ciascuno di noi a prendere parte a questa iniziativa di formazione permanente. Ma come è emerso sin dalla condivisione del primo giorno queste si possono riassumere nel desiderio di un periodo di riposo anche fisico, di staccare dalla routine degli impegni quotidiani e usufruire di un tempo prolungato per la preghiera, la riflessione e lo studio.

L’obiettivo del corso è ben specificato nell’opuscolo preparato dai due coordinatori: Padre Alberto Silva e Padre Sylvester Hategk’Imana. In sintesi, il CCA è un aiuto per vivere con serenità e fecondità la tappa della vita della anzianità; per approfondire il nostro rapporto con il Signore; per una libertà interiore e non essere attaccati al ruolo, al potere e all’attivismo e per approfondire il rapporto personale con San Daniele Comboni nostro fondatore.

Tra i mezzi indicati per raggiungere lo scopo del corso vi sono la preghiera personale a cui dare più tempo; la liturgia comunitaria da vivere con più calma e partecipazione; la presentazione di alcuni temi riguardanti la dimensione fisica, psicologica, spirituale, missionaria dell’anzianità; gli esercizi spirituali di sei giorni; il pellegrinaggio a Limone e Verona ecc.

Nella sua relazione iniziale, Padre Giulio Albanese ci ha aiutato a contestualizzare questa esperienza di formazione permanente offrendoci un’analisi a tutto campo della complessa e delicata realtà del mondo dal punto di vista politico ed economico-finanziario. Nella sua presentazione ha anche accennato alla realtà ecclesiale di Roma, alle tante sfide della vasta diocesi dove soltanto il 6 -7% dei cattolici è praticante.

I primi tre giorni della seconda settimana sono stati guidati da padre David Glenday che ci ha invitati a rivisitare il dono del nostro fondatore, San Daniele Comboni. In maniera semplice e diretta, ci ha rivolto di volta in volta alcune domande di fondo per farci vivere l’esperienza dell’incontro personale con Comboni. Agli spunti di riflessione di Padre Glenday, ha fatto seguito ogni giorno la condivisione di gruppo dove ciascuno ha raccontato come l’esempio e il messaggio del nostro fondatore hanno segnato e continuano a ispirare il proprio impegno missionario.

Nelle prossime settimane e in particolare durante le giornate di ritiro spirituale, avremo modo ancora di tornare sul tema al fine di crescere verso una più personale relazione con San Daniele Comboni.

Padre Efrem Tresoldi, mccj