Lunedì 16 marzo 2015
“L’Africa non deve essere un ‘problema’, come a volte pensano le opulente società occidentali, ma una terra capace di crescere e svilupparsi e di partecipare al bene e alla vita internazionale”, ha detto il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, durante l’omelia della Messa che ha presieduto ieri, a chiusura del convegno “Africa: continente in cammino”, tenutosi dal 13 al 15 marzo presso l’Auditorio del Seraphicum a Roma. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio Generale dei Missionari Comboniani, con la collaborazione delle Suore Missionarie Comboniane, per celebrare il 150° anniversario della pubblicazione del “Piano per la Rigenerazione dell’Africa” del fondatore San Daniele Comboni. Nella foto: P. Enrique Sánchez, Superiore Generale dei Comboniani, e Prof. Fulvio De Giorgi, che ha presentato una sintesi dell’evento.

 

Prima fila, da sinistra:
Madre Luzia Premoli,
superiora delle Comboniane,
Card. Fernando Filoni,
e P. Alberto Pelucchi,
Vicario generale dei Comboniani.

I lavori di ieri, domenica mattina, sono iniziati con una tavola rotonda sul tema “Africa in prima pagina”, moderata da Pierluigi Natalia, giornalista del quotidiano “L’Osservatore Romano”, e nella quale si è parlato di media e giornalismo sull’Africa e con l’Africa. I relatori erano i direttori delle riviste missionarie comboniane – Efrem Tresoldi (Nigrizia), Elisa Kidanè (Combonifem), Jaime Calvera (Mundo Negro) – e Stephen Ogongo, giornalista africano di “Africa News”.

 

P. Mariano Tibaldo, missionario comboniano,
membro dell'equipe
organizzativo del convegno.

Il convegno si è concluso con gli interventi di Fulvio De Giorgi, Professore presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha presentato una sintesi dell’evento di questi tre giorni, partendo da due parole chiave – Piano e cuore – e di P. Enrique Sánchez González, Superiore Generale dei Comboniani, che ha ringraziato tutti i partecipanti, gli sponsor e gli organizzatori. Nelle sue parole conclusive, P. Enrique ha detto: “Durante questi giorni è stato chiaro che l’Africa non ha più bisogno di tanti benefattori o di persone buone che vadano a insegnare cose buone, ma ha bisogno soprattutto di giustizia, perché è ormai capace di essere protagonista della propria storia e gli africani di liberare l’Africa”.

Il momento più alto delle attività di ieri mattina è stata la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, accompagnato da una trentina di sacerdoti comboniani, da tante missionarie comboniane, secolari, laici e fedeli amici degli Istituti della famiglia comboniana. Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia tenuta dal Card. Filoni durante la messa.

 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA
A CHIUSURA DEL CONVEGNO
“AFRICA CONTINENTE IN CAMMINO”

Domenica, 15 marzo 2015

Con questa azione liturgica si conclude il convegno “Africa. Continente in Cammino”, che per tre giorni ha portato alla nostra attenzione aspetti importanti relativi alla vita e alle problematiche di questo Continente: migrazioni, cooperazione, solidarietà, geopolitica, interessi economici, ma anche i contributi della Chiesa africana alla giustizia, alla pace, alla riconciliazione, allo sviluppo teologico.

Non posso qui non ricordare che due grandi eventi ecclesiali, i Sinodi Speciali, dal Concilio in poi, hanno approfonditamente scrutato l'Africa. Il primo del 1994 “quale evento di speranza e di resurrezione, nel momento stesso in cui le vicende umane sembravano piuttosto spingere l'Africa allo scoraggiamento e alla disperazione”, come scrisse Giovanni Paolo II, oggi Santo, nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Africa. Non dimentichiamo che quelle parole vennero dette all'indomani dell'ultimo genocidio del XX secolo, quando per 100 giorni quasi un milione di persone, prevalentemente Tutsi, fu sterminato in Rwanda. Il secondo del 2009, voluto da Benedetto XVI, quando disse che "l'impegno dell'Africa per il Signore Gesù è un tesoro prezioso" nella prospettiva di riconciliare le persone e le comunità e promuovere per tutti la pace e la giustizia nella verità" (Africae Munus, 1). Parole quanto mai opportune nel contesto di un Continente afflitto da numerose guerre, violenze e odi, specialmente a nord (Libia), e nella Regione Sub-Sahariana (Nigeria, Niger, Ciad, Cameroon, Repubblica Centroafricana, Repubblica del Congo a nord, Sud Sudan). E che dire delle altre guerre: l'ebola, la malaria, la dengue, l'AIDS, e le numerose malattie endemiche che colpiscono ovunque la popolazione? Poi ci sono le divisioni tribali, i saccheggi delle ricchezze naturali e minerali, la povertà di molti che contrasta con le ricchezze di pochi e la corruzione a vari livelli.

 

Il coro ACSE
di Roma
ha animato la liturgia.

 

Africae Munus richiama tutto ma, al di sopra e al di là di tutto, cita Marco 10,49: Africa, "coraggio! Alzati, ti chiama il Padre celeste... Intraprendi il cammino" (AM, 173). Si tratta di un appello alla ri-generazione del Continente, quasi eco a quel "Piano per la rigenerazione dell'Africa", che fu concepito dal Comboni nel 1864, 150 anni fa. L'idea centrale di "rigenerare l'Africa con l'Africa", oggi, possiamo dire, è più che "idea", se, come è vero, questo Continente conta circa 536 Circoscrizioni ecclesiastiche per una popolazione stimata in 1.066.140 abitanti, con 200 milioni di cattolici, oltre 40 mila sacerdoti, più di 600 vescovi autoctoni, circa 30 mila seminaristi maggiori, oltre 60 mila istituzioni educative dipendenti da autorità religiose, 7 mila tra ospedali, dispensari, lebbrosari, case per malati cronici. Non cito le statistiche per le statistiche, ma perché si veda che il sogno di Comboni, grazie all'opera di religiosi, religiose, laici, in questi 150 anni di missionarietà, ha preso consistenza e realtà.

In verità, non era solo il sogno del Comboni, ma di Cristo stesso; secondo la prima Lettura di oggi, infatti, la visione di Isaia si realizza in Gesù e passa nella Chiesa: lo Spirito del Signore Dio è su di me, per questo mi ha consacrato; per questo mi ha mandato ai poveri, ai cuori spezzati, agli schiavi, ai prigionieri, agli afflitti; ossia, promulgare la misericordia e ungere con l'olio di letizia. Trovo queste espressioni così belle e adatte all'Africa, che ha bisogno di incoraggiamento e di solidarietà. Non ha bisogno di migrazioni, di acquisto di armi, di saccheggi. Ha bisogno di solidarietà: questo è il nuovo sogno! Mi pare che tale sogno e prospettiva siano esattamente in linea con quanto l'Apostolo Paolo dice nel brano preso dalla Lettera ai Galati: "essere nuova Creatura" (Gal 6,16). Cioè, se l'Africa è una "nuova Creatura", a cui si deve rispetto, amore, sostegno e solidarietà, l'Africa sarà veramente terra di "pace e misericordia". Cristo rimane la fonte della sua rigenerazione spirituale e morale. L'Africa non deve essere un "problema", come per esempio a volte pensano le società opulente occidentali, ma una terra capace di crescere e svilupparsi, e di partecipare al bene e alla vita internazionale.

Con il Vangelo di oggi torno a pensare, però, che quest’Africa abbia bisogno di un "buon Pastore". Spiritualmente parlando, Gesù è il buon Pastore per l'Africa, perché continua a offrire la vita, tramite tanti suoi figli, africani e non, che gli vogliono bene. Cristo ne conosce la vita e le esigenze; ne indica i buoni "pascoli"; non è un "mercenario", né un profittatore. Ha una voce di verità: "ascolteranno la mia voce".

In Cristo, dunque, questo amato continente del Comboni, dove volle terminare la sua vita, ha bisogno di leader politici coraggiosi e profetici, che sanno ispirarsi al Vangelo; Vescovi e sacerdoti secondo il cuore di Cristo; laici generosi e responsabili – figli devoti, che guardano alla propria terra non come luogo problematico e avaro, ma ricco del bene e della speranza che si semina e si costruisce.
Amen”.


Membro del Coro ACSE cantando il salmo della Messa.


Tavola rotonda sul tema “Africa in prima pagina”. Da sinistra:
Jaime Calvera (Mundo Negro), Stephen Ogongo (Africa News), Pierluigi Natalia (Osservatore Romano),
Elisa Kidanè (Combonifem), e Efrem Tresoldi (Nigrizia).


Stephen Ogongo, giornalista di "Africa News", e Monica, membro dell'equipe organizzativo del convegno.