Venerdì 23 maggio 2025
Il 2024 segna un nuovo record negativo per l’insicurezza alimentare globale, con quasi 300 milioni di persone in lotta per il cibo. Un dato allarmante emerge dal recente Rapporto globale 2025 sulle crisi alimentari (GRFC): nel 2024 ben 295 milioni di persone in 53 paesi si sono trovate in condizioni di emergenza alimentare, segnando un preoccupante aumento di 13,7 milioni rispetto all’anno precedente. [Rapporto globale 2025 sulle crisi alimentari]
Il Rapporto, frutto della collaborazione tra organismi delle Nazioni Unite come FAO e Programma alimentare mondiale e diverse agenzie umanitarie, lancia un grido d’allarme sulla crescente insicurezza alimentare acuta e sulla malnutrizione infantile, giunta al sesto anno consecutivo di aumento, spingendo milioni di persone sull’orlo del baratro nelle regioni più vulnerabili del pianeta.
L’accusa di Guterres: “Un fallimento dell’umanità”. Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha commentato con toni gravi questi dati, definendoli una “ulteriore risoluta accusa a un mondo pericolosamente fuori rotta”. “La fame e la malnutrizione – ha scritto Guterres – si stanno diffondendo più velocemente della nostra capacità di risposta, nonostante a livello globale un terzo di tutto il cibo prodotto venga sprecato o gettato via”. “Questo è più di un fallimento dei sistemi: è un fallimento dell’umanità”, ha aggiunto con amarezza. “La fame nel XXI secolo è indifendibile. Non possiamo rispondere a stomaci vuoti con mani vuote e voltando le spalle”.
Bambini a rischio: malnutrizione acuta in zone di conflitto. La situazione è particolarmente critica per i bambini. Quasi 38 milioni di minori sotto i cinque anni hanno sofferto di malnutrizione acuta, con livelli estremamente elevati registrati in zone di conflitto come la Striscia di Gaza, il Mali, il Sudan e lo Yemen.
Tagli ai finanziamenti umanitari: un’ulteriore aggravante. A rendere il quadro ancora più desolante, come sottolineato dal Segretario generale, ha contribuito la “drastica riduzione dei finanziamenti umanitari salvavita”, in seguito alla decisione statunitense di sospendere gli aiuti del programma USAID.
Conflitti e sfollamenti: le cause principali della crisi. Il rapporto GRFC evidenzia come i conflitti nelle regioni più fragili del pianeta rappresentino la causa principale delle crisi alimentari, superando fattori tradizionali come povertà, crisi economiche e condizioni meteorologiche estreme, colpendo quasi 140 milioni di persone in 20 paesi. Anche il fenomeno dei rifugiati e degli sfollamenti forzati, anch’esso in crescita, contribuisce significativamente all’insicurezza alimentare: dei 128 milioni di persone costrette alla fuga nel 2024, quasi 95 milioni vivevano in paesi già alle prese con scarsità di cibo.
Eventi meteorologici estremi: un impatto crescente. Non vanno sottovalutati, inoltre, gli eventi meteorologici estremi, che nel 2024 hanno provocato crisi alimentari in 18 paesi, colpendo oltre 96 milioni di persone, in particolare nell’Asia meridionale e in Africa, nel Sahel, nell’Africa australe e nel Corno.
L’urgenza di intervenire: aiuti e soluzioni a lungo termine. In conclusione, il Rapporto globale 2025 sulle crisi alimentari ribadisce l’urgenza di un incremento degli aiuti umanitari e dell’assistenza, affiancati da interventi mirati ad affrontare le radici profonde della scarsità di cibo e dell’insicurezza alimentare. La comunità internazionale è chiamata a una risposta immediata e coordinata per evitare una catastrofe umanitaria di proporzioni ancora maggiori.