Monatsnachrichten der Comboni-Missionare vom Herzen Jesu
NOMINE DELLA SANTA SETE
Mons. Tesfaye, nominato membro del Divcsva
Il 24 giugno 2025, abbiamo appreso con gioia che papa Leone XIV ha nominato il nostro confratello mons. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Addis Abeba (Etiopia), membro del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (Divcsva). Ci congratuliamo con mons. Tesfaye per questa nomina, gli porgiamo i nostri auguri più sinceri di un fecondo servizio alla Chiesa Universale, e gli assicuriamo la nostra costante preghiera.
CONSIGLIO GENERALE
NOTE GENERALI DELLA 35a CONSULTA GENERALE – giugno 2025
Nomine della Consulta
Nel corso della 35a Consulta, il consiglio generale ha nominato:
Erezione del Noviziato di Layibi – Gulu – Uganda
Per far fronte alla necessità di rispondere al crescente numero di giovani che hanno terminato il postulato e chiedono di entrare in noviziato, il consiglio generale, in conformità con il Codice di Diritto Canonico (§647.1) e la Regola di Vita 139.2, ha eretto ad tempus il noviziato continentale per le province APDESAM, a partire dal 1° luglio 2025 fino al 30 giugno 2027, con sede a Layibi (Gulu – Uganda). La casa, messa a disposizione dalla provincia d’Uganda, sarà quella finora utilizzata come postulato continentale dei Fratelli. Il noviziato di Layibi manterrà la dedicazione a San Daniele Comboni.
Il consiglio generale invoca la protezione e l’assistenza di San Daniele Comboni, del Beato Giuseppe Ambrosoli e di tutti i santi africani, perché il loro esempio ispiri i nostri futuri confratelli che faranno la loro iniziazione alla vita consacrata e missionaria in questa casa, e sostenga e incoraggi i due confratelli che hanno accolto la richiesta di assumersi l’incarico della formazione dei novizi, mons. Giuseppe Filippi e padre Avoga Benjamin, e benedica i loro superiori, che li hanno messi a disposizione di una iniziativa continentale.
Riunione dei Consigli Generali della Famiglia comboniana a Roma
Nei giorni 31 maggio e 1° giugno si è tenuto presso la curia generalizia dei missionari comboniani l’incontro annuale dei consigli generali della Famiglia Comboniana, in un clima di preghiera, riflessione e dialogo. Hanno partecipato rappresentanti dei missionari e missionarie comboniani, delle missionarie comboniane secolari e dei laici, con il benvenuto a padre Austine Radol Odhiambo, nuovo membro del consiglio generale dei MCCJ. Fratel Alberto Degan ha guidato una riflessione sul tema della speranza (“Spes non confundit”). Si è discusso del cammino svolto nell’ultimo anno e delle prospettive future, con particolare attenzione alla difficile situazione in Sudan. È emerso il desiderio di un ritorno nel Paese, ma in forme nuove e consapevoli del contesto attuale. Si è parlato anche del prossimo Forum sull’Ecologia Integrale che si terrà a Belém, in concomitanza con la COP30, e si è pianificata la creazione di un dossier che valorizzi l’unità e la diversità del carisma comboniano. Infine, è stato scelto il tema dell’interculturalità per l’incontro del 2026.
Prime professioni 2025
Il consiglio generale, con sentimento di gratitudine, informa tutti i confratelli che quest’anno 41 novizi hanno fatto la loro prima professione nell’Istituto. Di questi, due sono fratelli. Sedici provengono dal noviziato di Cotonou, sedici dal noviziato di Lusaka, cinque dal noviziato di Xochi-milco, e quattro dal noviziato di Nampula. Il consiglio generale è grato a tutti promotori vocazionali e formatori che hanno accompagnato questi neo-professi, e affida tutti loro alla grazia di Dio per il loro cammino futuro.
Foto ufficiali del Consiglio Generale
Molti confratelli hanno chiesto se non fosse possibile avere una foto del Consiglio Generale da esporre nelle nostre case. Le foto sono state scattate durante la consulta di giugno e saranno rese disponibili ai superiori di circoscrizione che saranno presenti a Roma per l’assemblea intercapitolare il prossimo mese di settembre.
Viaggi del Consiglio Generale
I seguenti membri del consiglio generale saranno assenti da Roma nei periodi qui indicati:
Prossima Consulta
La prossima consulta generale avrà luogo dal 6 al 27 ottobre prossimo.
Opera del Redentore
Luglio 01 – 15 KE 16 – 31 M
Agosto 01 – 15 MO 16 – 31 MZ
Settembre 01 – 15 NAP 16 – 30 PCA
Intenzioni di preghiera
Luglio: Perché, come missionarie e missionari, non facciamo affidamento unicamente sulle risorse umane e strutturali, ma soprattutto sulla forza umanizzante del vangelo. Preghiamo.
Agosto: Perché in ogni angolo del mondo possa arrivare un missionario che tenda una mano amica, pronta ad aiutare, e con un cuore compassionevole, capace di amare, piangere, ridere e pregare insieme Dio, che ama profondamente ogni persona. Preghiamo.
Settembre: Nella società odierna, in continuo cambiamento, chiediamo al Signore la capacità di metterci in ascolto delle esigenze di tutta l’umanità e di tutto il creato, compiendo gesti di benevolenza, di rispetto e di cura per la “casa comune”. Preghiamo.
Calendario liturgico comboniano
LUGLIO
28 |
Beato Giuseppe Ambrosoli |
Memoria |
SETTEMBRE
9 |
S. Pietro Claver, sacerdote – Patrono dell’Istituto |
Solennità |
Ricorrenze significative
AGOSTO
2 |
San Frumenzio, vescovo* |
Etiopia |
15 |
Assunzione della Beata Vergine Maria |
RSA (Sudafrica) |
23 |
Santa Rosa da Lima, vergine |
Perù, Cile |
28 |
Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa |
Kenya |
* Il martirologio romano lo menziona il 20 luglio.
SETTEMBRE
9 |
San Pietro Claver, sacerdote, Patrono dell’Istituto, Solennità |
Ciad, Colombia |
14 |
Esaltazione della Santa Croce |
ovunque |
Pubbicazioni
Giulio Albanese, Afriche, inferno e paradiso – Viaggio in un continente dai mille contrasti, Dicastero per la Comunicazione, Città del Vaticano, giugno 2025. pp. 416.
Sono in molti a credere di conoscere l’Africa. Ma il continente che pensano di conoscere non è quello svelato da padre Albanese, missionario comboniano giornalista, in questo suo libro coinvolgente e arguto, in cui ha raccolto alcuni articoli da lui pubblicati su l’Osservatore Romano tra il 2019 e il 2024. L’autore, esperto di culture africane e testimone diretto dell’eccezionale pluralità, molteplicità e complessità del patrimonio secolare di questo contenente – da qui, l’uso di Afriche, invece di Africa nel titolo –, accompagna il lettore in un viaggio che sfida i pregiudizi e risveglia una nuova consapevolezza su uno dei continenti più affascianti nel mondo. Non nasconde le vulnerabilità di questa terra – spesso conse-guenze di un terribile passato coloniale che ha prodotto e lasciato molte, troppe cicatrici –, ma gli preme soprattutto svelarne le secolari tradizioni che, tuttora vivaci, sanno plasmare giovani generazioni rendendole capaci di affrontare e superare le presenti sfide e cambiare il futuro, anche grazie al contributo delle Chiese cristiane, oggi più che mai vogliose di spargere il seme della speranza in un campo impervio.
Innamorato dell’Africa, padre Albanese evita «i soliti stereotipi che la ritraggono quale sconfinata terra di conquista fatta di savane, deserti e foreste pluviali, i cui popoli, per misteriose ragioni ancestrali, sarebbero refrattari alla mente razionale e al pensiero scientifico». Intende, invece, «sfatare certi luoghi comuni, nella consapevolezza che questo è un continente che costituisce un poliedrico contenitore di saperi millenari, di luoghi, di passioni, di ricchezza culturale e artistica». Con un preciso scopo: «generare empatia, più consapevolezza, più coscienza della comune appartenenza umana e del comune destino, dedicando particolare attenzione alla storia e attualità delle condizioni delle persone più fragili – gli anziani, i giovani, le donne – perché è in loro che si riflette, in controluce, il futuro stesso dell’Africa».
CURIA
Riunione dei consigli generali della Famiglia Comboniana a Roma
Mossi dal desiderio di rivivificare la speranza nella circostanza eccezionale del Giubileo, nei giorni sabato 31 maggio e domenica 1° giugno si è svolto, presso la curia generalizia dei missionari comboniani, il tradizionale incontro annuale dei Consigli generali della Famiglia Comboniana (Cgfc). Si sono quindi ritrovati i membri dei consigli generali dei missionari comboniani (Mccj), delle suore missionarie comboniane (Smc) e delle missionarie secolari comboniane (Msc)); i laici missionari comboniani (Lmc) erano rappresentati da Alberto de la Portilla, il coordinatore del comitato centrale. È stato dato il benvenuto al nuovo membro del consiglio generale dei Mccj, padre Austine Radol Odhiambo, che era al suo primo incontro dei Cgfc.
I partecipanti hanno vissuto ore intense di preghiera, riflessione e dialogo, aiutati da fratel Alberto Degan, che ha presentato una riflessione dal titolo “Spes non confundit – Lo Spirito, fonte della nostra Speranza”.
L’incontro è cominciato con una prolungata condivisione sia sul cammino fatto dalle varie realtà nell’ultimo anno (mettendo in risalto i principali passi compiuti) sia sui possibili sviluppi nel prossimo futuro.
Si è poi dialogato sulla situazione del Sudan, che preoccupa tutta la Famiglia Comboniana, in modo particolare i comboniani e le comboniane, che in questi anni hanno visto le loro presenze ridursi a un piccolo gruppo di confratelli e consorelle. Se è chiaro e forte in tutti il desiderio di ritornare in Sudan, appare altrettanto chiaro che non potremo limitarci a un semplice “rientro” per tornare a fare quello che si è fatto in passato, perché il Sudan di oggi non è più il Sudan che abbiamo conosciuto. Il dialogo è destinato a protrarsi sulla base di informazioni più precise, che speriamo di ottenere entro breve.
Si è poi parlato del Forum Comboniano sulla Ecologia Integrale, che si svolgerà a Belém (Brasile) in novembre, in concomitanza con la 30a Conferenza delle Parti (Cop30), offrendo precise informazioni e indicazioni per facilitare la partecipazione all’evento.
Il dialogo ha poi definito meglio come si procederà nella redazione di uno strumento comune (un dossier, o un inserto, da presentare sulle riviste e nei siti-Web comboniani, o fatto conoscere attraverso altri strumenti divulgativi della Famiglia Comboniana) che sappia mettere in risalto il fatto che il carisma comboniano è vissuto come comune origine carismatica, ma con diversi stili di presenza e differenti enfasi metodologiche, e con una fruttuosa collaborazione nei diversi contenti sia geografici che culturali.
Per ultimo si è identificato come tema di grande rilevanza e di comune interesse quello della Interculturalità, che farà da tema di fondo del prossimo incontro dei Cgfc, che avrà luogo il 30 e 31 maggio 2026 presso la casa generalizia delle suore comboniane a Roma.
L’incontro si è concluso con la celebrazione dell’Eucaristia della solennità dell’Ascensione del Signore, presieduta da padre David Domingues, vicario generale dei Mccj. (Fratel Daniele Giusti, mccj)
CURIA – Confratelli Studenti (CCS)
Padre Fene-Fene Santime Augustin laureato in Psicologia Clinica e di Comunità a Roma
Il 18 giugno 2025, padre Augustin Fene-Fene Santime, originario dell’Rd Congo, ha completato il percorso di specializzazione in Psicologia Clinica e di Comunità, della durata di cinque anni, presso l’ Università Pontificia Salesiana, in Roma, difendendo la sua tesi di laurea specialistica sul tema della psicologia della personalità, dal titolo francese L’évaluation de la personnalité des candidats à la vie conscarée. Avantages, limites et perspectives (“La valutazione psicologica della personalità dei candidati alla vita consacrata”).
È lo stesso padre Augustin a spiegare che «questo studio nasce dalla consapevolezza che, in un contesto ecclesiale profondamente segnato dai cambiamenti culturali e antropologici contemporanei, la formazione dei candidati alla vita consacrata richiede un accompagnamento integrale, capace di abbracciare tutte le dimensioni della persona umana. In tale prospettiva, la psicologia – e, in particolare, la valutazione della personalità – si rivela oggi un supporto prezioso per il discernimento vocazionale, a condizione che sia inserita in un quadro etico, dialogico e rispettoso della libertà personale».
La domanda centrale che ha orientato la sua ricerca è stata: “Come viene attualmente integrata la valutazione psicologica nella pratica formativa?”. Per rispondere, egli ha condotto un’indagine esplorativa rivolta ai formatori, con l’obiettivo di comprendere il grado di recezione di tale strumento, le sue applicazioni concrete e i limiti percepiti nel contesto della vita consacrata.
L’indagine ha coinvolto 231 formatori: 5 laiche consacrate, 108 religiose, 11 religiosi, 33 sacerdoti diocesani e 74 sacerdoti religiosi. Cosa hanno mostrato i risultati dell’indagine? Risponde padre Augustin: «I risultati rivelano una larga adesione all’uso della valutazione psicologica (93,5%), considerata utile per approfondire la conoscenza dei candidati, favorire la consapevolezza di sé e orientare il discernimento. Tra i benefici principali sono stati rilevati il miglioramento delle relazioni interpersonali e una maggiore chiarezza vocazionale». Tuttavia, padre Augustin si affretta ad aggiungere: «Non sono mancati elementi critici: resistenze culturali da parte dei candidati (56,3%), carenza di psicologi specializzati (43,7%), inadeguatezza percepita degli strumenti rispetto al contesto religioso (41,6%) e insufficienti competenze dei formatori nell’utilizzo dei dati psicologici. Solo il 39,4% dei formatori ha dichiarato di collaborare regolarmente con uno psicologo».
Alla luce di queste osservazioni, la ricerca di padre Augustin ha formulato diverse raccomandazioni: potenziare la formazione dei formatori nella lettura e interpretazione dei risultati psicologici; promuovere una collaborazione regolare e strutturata con gli psicologi; adattare gli strumenti diagnostici alle peculiarità della vita consacrata; incoraggiare una cultura della valutazione continua, integrata e benevola.
Lo studio, inoltre, invita a superare una visione puramente tecnica della valutazione, per riscoprirne la valenza formativa e umanizzante. Spiega: «Sebbene l’indagine abbia privilegiato il punto di vista dei formatori, essa apre la strada a ulteriori ricerche che coinvolgano anche i candidati e gli psicologi, così da costruire una comprensione condivisa e tridimensionale delle dinamiche formative. In questo modo, la valutazione psicolo-gica può diventare un autentico strumento di maturazione personale e spirituale, pienamente coerente con le finalità della vita consacrata».
Dopo un periodo di vacanze in patria, padre Augustin, già destinato alla provincia di Malawi-Zambia, si recherà a Lusaka dove assumerà il compito di socius del padre maestro nel noviziato.
EGYPT-SUDAN
Asdiqa’ Comboni (“Amici di Comboni”)
Il 14 giugno 2025, più di 50 amici di Comboni si sono incontrati nel Centro di Animazione Missionaria “Cordi Jesu”, al Cairo. È stato un momento forte di incontro, preghiera e formazione, animato dall’équipe degli animatori missionari e incentrato sull’importanza di avere amici che condividono la nostra spiritualità e pregano per la missione. Al centro della riflessione e discussione sono stati posti la visione e i contenuti del Piano per la Rigenerazione dell’Africa di San Daniele Comboni.
Padre Giovanni Antonello ha aperto l’incontro con un momento di preghiera e ha poi aiutato l’assemblea a capire che tutti noi abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri in un determinato momento della nostra vita.
Dopo aver dato il benvenuto ai presenti, padre Christophe Bamana ha ricordato che il nostro fondatore, San Daniele Comboni, aveva molti amici in Europa, ma anche nei luoghi di missione. Uno dei suoi amici era il sovrano d’Egitto del suo tempo, Ismail Pascià. Costui donò al grande missionario un pezzo di terreno dove fu posta la prima pietra della “Cordi Jesu”, la prima chiesa dedicata al Sacro Cuore in Africa e centro delle attività missionarie di Comboni.
Padre Mina Albeer ha poi presentato lo scopo dell’incontro: «Vorremmo condividere con i nostri amici la nostra spiritualità e alcune esperienze di missione e pregare per la missione».
Si è poi incominciato a presentare il Piano di Comboni. Suor Amani Boulis, missionaria comboniana, ha sottolineato che l’obiettivo principale del nostro fondatore era quello di raggiungere le persone che vivevano nel centro dell’Africa, perché altre congregazioni erano già presenti sulle coste del continente. Questo incontro è stato una grande occasione per riunire gli amici e testimoniare la bellezza della missione comboniana oggi.
Inaugurazione della nuova sede del Comboni College of Science and Technology a Port Sudan
Il 28 giugno scorso, il Comboni College of Science and Technology (Ccst) ha inaugurato la sua nuova sede a Port Sudan. Le nuove strutture miglioreranno la qualità del lavoro che il Collegio sta già svolgendo con gli studenti universitari iscritti prima dello scoppio della guerra a Khartoum, ma apriranno le porte anche a nuovi studenti.
Luca Renda, rappresentante residente del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) in Sudan, ha elogiato il modo in cui una istituzione privata come il Ccst si integra nello sviluppo nazionale attraverso la collaborazione con i Ministeri della Sanità e dell’Istruzione Superiore e con la comunità, in questo caso attraverso le attività della Clinica infermieristica, dell’Hospice per le cure palliative e dei suoi volontari. Ha inoltre sottolineato le caratteristiche dell’edificio, completamente sostenibile dal punto di vista energetico (attraverso l’installazione di pannelli solari) e idrico, grazie al sistema di raccolta dell’acqua condensata dai condizionatori. Anche la scuola secondaria “Daniel Comboni” beneficia dell’edificio, poiché il piano terra comprende tre aule per la sezione femminile.
Domenica 29, sono iniziati gli esami nazionali di maturità in tutto il Paese. Si tratta della seconda sessione dopo l’inizio della guerra, quindi valgono come esami della scuola secondaria per il 2024. Il Ministro dell’Educazione Generale, il dr. Ahmed Khalifa, ha visitato la scuola secondaria comboniana e la nuova sede del Collegio, dove ha potuto apprezzare la qualità e le caratteristiche della nostra proposta educativa. Ha sottolineato la necessità di incorporare l’istruzione online in Sudan per aumentarne il livello e ampliarne gli orizzonti.
ITALIA
Festa dell’Acse presso la comunità comboniana a Roma
Domenica 15 giugno si è svolta presso la comunità comboniana di Via Luigi Lilio, Roma, l’annuale festa dell’Associazione comboniana servizio emigranti (Acse) con un’ottima partecipazione di soci, volontari e amici, nonostante il caldo.
L’incontro è iniziato con una riflessione di padre Venanzio Milani, missionario comboniano, presidente dell’Acse, sull’esito di uno dei cinque referendum tenuti l’8 e il 9 giugno – quello che a lui stava più a cuore – concernente la “Cittadinanza italiana per stranieri”, che proponeva di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Nessuno dei cinque referendum ha ottenuto il quorum richiesto (50% +1). Ha commentato padre Venanzio: «È stata una tremenda delusione…. Ma noi non ci fermiamo in termini di servizi resi ai migranti e iniziative miranti a una giusta informazione sul fenomeno».
Tre studenti universitari che usufruiscono delle borse di studio, promosse dall’Acse, hanno presentato la loro esperienza e attuale situazione. È seguita una riflessione sulla “Tratta degli esseri umani” fatta da suor Mariarosa Venturelli, missionaria comboniana. Secondo le Nazioni Unite, si stima che 50 milioni di persone siano vittime della tratta a livello globale. Coloro che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono donne, bambini, migranti e rifugiati. Ha detto suor Mariarosa: «Il ministero di lotta contro la tratta di persone è strettamente legato al fenomeno migratorio. La tratta di esseri umani è come un meccanismo perverso che cattura e stritola le persone, ma tanti granelli di sabbia possono fare in modo che i suoi ingranaggi si inceppino».
L’incontro è proseguito con la celebrazione eucaristica, presieduta dal superiore generale dei comboniani, padre Luigi Codianni, allietata da canti congolesi. Un pranzo ha chiuso la giornata.
Ripensare il modello di sviluppo – Iniziativa dei comboniani a Padova
Dal 2024 al 2025 a Padova si è sviluppato un percorso formativo ispirato all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Il progetto, intitolato Nel solco della Laudato si’, ha visto l’organizzazione di 13 eventi – conferenze, passeggiate, spettacoli e incontri – con l’obiettivo di promuovere consapevolezza sulle crisi ambientali e sociali e stimolare un cambiamento nei nostri stili di vita.
Promosso da un gruppo di volontari, insieme ai missionari e Laici missionari comboniani, e sostenuto da enti e associazioni locali, il progetto nasce anche come parte di una tesi di laurea in Ecologia Integrale presso la Pontificia Università Antonianum. Il punto di partenza è stato l’appello dell’enciclica: non esistono due crisi separate – ambientale e sociale – ma un’unica crisi complessa, che richiede un nuovo sguardo culturale.
Il ciclo di incontri si è contraddistinto per l’approccio interdisciplinare, volto a coinvolgere diverse prospettive – scientifica, etica, filosofica – per affrontare la crisi ecologica nella sua complessità. Il primo evento, ad aprile 2024, ha aperto la riflessione su “Il cambiamento necessario”, sottolineando la necessità di una pedagogia della cura e della responsabilità.
Nel secondo appuntamento, a maggio 2024, il tema “Scienza, etica e transizione ecologica” ha messo in discussione l’apparente neutralità della scienza e della tecnica, evidenziando il rischio di una deriva tecnocratica.
A fine maggio si è affrontato il tema del “Valore del capitale naturale”, con un focus sui costi ambientali del nostro benessere: la pesca industriale, la deforestazione e lo sfruttamento dei suoli, spesso al servizio del consumo di pochi, producono danni e costi che ricadranno sulle generazioni future.
In ottobre, l’Appello del Centro Studi di Economia e Tecnica dell’Energia dell’Università di Padova ha rilanciato l’allarme degli scienziati sulla crisi climatica, mentre la “Passeggiata climatica” ha reso visibili, anche sul territorio urbano, le sfide dell’adattamento climatico.
L’incontro “Uomini e alberi”, a novembre, ha ribadito l’importanza di una corretta informazione per affrontare la complessità. Il 1° dicembre lo spettacolo “Clima con delitto” ha chiuso il 2024 con un esempio efficace di comunicazione scientifica.
Nel 2025 le associazioni coinvolte hanno promosso eventi su tematiche specifiche: ANACI ha parlato di edilizia sostenibile; i biologi del Veneto hanno presentato azioni urgenti per contrastare il cambiamento climatico; Il SUMAI di Padova ha trattato l’inquinamento da PFAS e da farmaci, sottolineando i rischi per la salute umana.
L’evento conclusivo del 30 maggio 2025, “Le azioni necessarie per un benessere diverso”, ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, universitari e degli enti promotori. Durante l’incontro sono stati presentati due strumenti concreti: il vademecum Io impatto meno e il filmato coLibriamoci. Le riflessioni finali, affidate a un economista, una scienziata e un filosofo, hanno ribadito la necessità di ripensare profondamente il nostro modello di sviluppo.
Come organizzatori – religiosi, laici missionari comboniani e volontari – abbiamo appreso molto da questo percorso. La Laudato si’ si è confermata un testo trasversale e profetico, rivolto a tutte le persone di buona volontà. Abbiamo compreso l’importanza della rete, del fare comunità e della collaborazione tra saperi, come dimostrato dalla generosa partecipazione di docenti delle Università di Padova, Milano Bicocca, Verona, del Mario Negri di Milano e di istituti teologici.
Il progetto ha affrontato temi cruciali – dalla tecnocrazia alla giustizia sociale, dai valori spirituali all’urgenza ecologica – dimostrando che ogni persona può contribuire al cambiamento. Serve consapevolezza, e proprio questa consapevolezza è stata il cuore dell’intero cammino: capire per agire, riscoprire il legame tra il nostro stile di vita e la salute della Terra. (Padre Gaetano Montresor, Laici missionari comboniani, Margherita Sedino e la Colibanda)
Nuova parrocchia a Pescopagano di Mondragone
A Pescopagano, piccola frazione del comune di Mondragone (Caserta), è iniziata una nuova fase pastorale con l’arrivo dei missionari comboniani nella parrocchia di San Gaetano da Thiene. L’avvio ufficiale del mandato è avvenuto domenica 29 giugno, Festa dei Santi Pietro e Paolo, con una celebrazione presieduta da mons. Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca.
Il vescovo, ispirandosi alla testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo, ha affidato ai religiosi il delicato compito di promuovere unità, armonia e fraternità in un contesto sociale complesso, segnato dalla forte presenza di immigrati e da tensioni etniche, religiose e culturali. Ha sottolineato l’importanza di riconoscerci «tutti uno in Gesù Cristo, al di là delle differenze».
I comboniani sono presenti da decenni nel territorio campano, soprattutto nella diocesi di Capua, impegnati a favore degli ultimi: immigrati, donne e bambini. Il loro lavoro spazia dall’assistenza materiale e educativa alla promozione della giustizia sociale e ambientale, dei diritti umani e della pace.
Alla celebrazione di insediamento erano presenti, accanto al vescovo, diversi sacerdoti della diocesi. A guidare la parrocchia saranno i padri Daniele Moschetti, Filippo Ivardi e Daniel Gbedenygna.
MOZAMBICO
Assemblea provinciale a Nampula
I missionari comboniani presenti in Mozambico si sono riuniti in assemblea dal 16 al 22 giugno 2025 presso il Centro socio-pastorale Paolo VI di Anchilo, Nampula, nel nord del Mozambico. All’assemblea provinciale hanno partecipato tutti i confratelli, eccetto padre Juan Sánchez Arenas e padre José Júlio Marques per motivi giustificati. Nel primo giorno erano presenti anche suor Guadalupe Alejandra Mancilla, superiora provinciale delle suore comboniane in Mozambico e Zambia, e due rappresentanti dei collaboratori e amici di Nampula, chiamati “Padrini dei Mccj”, la cui attuale coordinatrice è la signora Zainabo Aníbal.
L’assemblea è iniziata con la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta da padre José Joaquim Luís Pedro, superiore provinciale, che ha rivolto ai presenti un appello a essere generosi e a vivere l’amore fraterno nelle comunità. Poi, in apertura dell’assemblea, ha invitato i partecipanti ad «affinare lo sguardo, a perfezionare il discernimento e ad avere il coraggio di fare nuove scelte».
Un invito in linea sia con il tema scelto per l’assemblea – “Pellegrini di speranza sulla strada della riqualificazione della missione, della formazione e della sostenibilità economica” – sia con gli obiettivi dell’assemblea stessa: “Riprendere le sfide del XIX Capitolo Generale e riabbracciare gli impegni del Piano Sessennale 2022-2028”.
Durante l’assemblea si sono avuti momenti di preghiera personale e comunitaria, l’esposizione di contenuti di formazione permanente, la presentazione delle relazioni del consiglio provinciale, delle comunità e dei vari segretariati, come pure lavori di gruppo e sessioni plenarie. Si è discusso soprattutto di temi legati alla missione, alla formazione e alla situazione economica della circoscrizione.
Gli argomenti cui si è data maggiore attenzione sono stati: l’eccessivo numero di candidati (sovraffollamento) nelle case di formazione, il rafforzamento delle équipe formative (più formatori), la necessità di aumentare il numero di confratelli nelle singole comunità, l’urgenza di promuovere collaboratori e benefattori locali attraverso l’Opera del Redentore, e la possibilità di affittare alcune delle nostre case.
È stato inoltre auspicato che la celebrazione degli 80 anni di presenza comboniana in Mozambico (1946-2026) possa risultare un’ottima occasione per rivitalizzare la nostra vocazione e missione in Mozambico, affrontando con profezia le attuali sfide della Chiesa e della società mozambicane.
Le sessioni, volte in un clima di serenità e fraternità, sono state molto produttive. I partecipanti hanno espresso la loro gratitudine per la preparazione e la realizzazione di questo importante momento di discernimento per la nostra circoscrizione.
L’assemblea si è conclusa sabato 22 con la messa presieduta da padre José Joaquim, il quale, nell’omelia, ha invitato tutti a collaborare per realizzare le proposte avanzate durante l’assemblea e a confidare nella Provvidenza. Ha concluso dicendo che tutto questo sarà possibile, a condizione che tutti coltiviamo una solida spiritualità, condizione essenziale per la fecondità della nostra pastorale missionaria comboniana (Padre Sergio Mario Vilanculo, mccj)
PORTOGALLO
Cinfães onora Padre José da Silva Vieira
Il 10 giugno di ogni anno i portoghesi celebrano la “Giornata del Portogallo, di Camões e delle Comunità portoghesi”. Questa giornata commemora la morte del poeta nazionale Luís de Camões, il riconoscimento ufficiale della lingua portoghese come lingua nazionale, e le Comunità portoghesi all’estero. È l’occasione per organizzare eventi culturali in tutto il paese: spettacoli, concerti, mostre e parate per onorare la storia e l’identità portoghesi. È anche una festa di ogni comune, e i sindaci colgono l’occasione per onorare alcuni cittadini “degni di plauso”.
Padre José da Silva Vieira, in vacanze dalla sua missione in Etiopia, è stato uno dei cittadini prescelti dal sindaco del suo comune, Cinfães, situato nel distretto di Viseu, per essere omaggiati durante la cerimonia ufficiale tenuta nel centro culturale locale.
Nell’occasione, il sindaco Serafim Rodrigues ha spiegato il motivo di questo omaggio a padre José Vieira, sottolineando «l’eccezionale percorso compiuto dal missionario, sempre al servizio degli altri, soprattutto nelle missioni in cui si è recato, diffondendo il messaggio evangelico nei modi più svariati e facendo della sua stessa vita, totalmente spesa per gli altri, un chiaro messaggio di pace e di comunione». Ha poi aggiunto, rivolgendosi direttamente a padre Vieira: «Ma c’è anche un’altra ragione: il tuo profondo amore per la terra di Cinfães. Per questo, caro padre José, il Comune è grato che uno dei suoi figli porti in giro per il mondo non solo il messaggio della fede, ma anche il nome della terra che lo ha visto nascere».
Sulle prime, padre José Vieira era stato incline a rifiutare l’invito, poi, invece, ha accettato. E gli è toccato anche rivolgere la parola ai molti presenti. Ecco il suo brevissimo discorso.
Grazie – «Confesso di essere contrario a ricevere onorificenze di questo tipo. Quando mi è stato proposta, ci ho pensato due o tre volte! Poi ho accettato per una semplice ragione: sono qui a nome della fede della gente di Cinfães, dove sono nato e cresciuto, imparando cos’è la vita e apprendendo la fede cristiana, che poi ho cercato di condividere con il gruppo etnico dei guji, del sud dell’Etiopia, per dodici anni, con i sud-sudanesi per altri sette anni, e con i messicani per poco più di nove mesi.
In tutta onestà, mi sento un umile testimone del Vangelo della grazia di Dio. Svolgo il ministero dell’annuncio evangelico a nome vostro e con la forza della vostra amicizia. Il servizio missionario è un privilegio unico e una fonte di gioia e vitalità. È un’esperienza umana unica poter condividere la vita con persone che non sapevo nemmeno che esistessero e che mi hanno accolto come uno di loro.
José Tolentino de Mendonça, grande faro della letteratura e della spiritualità contemporanea, ha scritto: “Quando dono la mia vita, ecco che essa si moltiplica. Quando mi abbandono agli altri, ecco che ritrovo me stesso. Quando dico a qualcuno ‘la mia vita è tua’, ecco che essa mi appartiene per davvero. La vita sarà un’avventura piena di frutti, se possiamo contare su questo tipo di amore”. La missione che sto svolgendo mi fa vivere questa realtà ogni giorno!
Sono un nativo di Cinfães e immensamente orgoglioso delle mie radici. Perfino del mio accento! Quando vivevo a Lisbona, molte persone che mi sentivano parlare mi dicevano: “Lei, padre, è del Nord, vero?”. Sono di Cinfães, e questo mi rende orgoglioso. Di più: mi sento responsabile di questo, perché sono il vostro ambasciatore in tutti gli angoli del mondo!
Molti della mia generazione vivono in diaspora per motivi di lavoro o di famiglia, oppure per seguire una vocazione, come me.
Abbiamo lasciato Cinfães, ma Cinfães non ci ha lasciato andare. Il richiamo della culla che ci ha accolto alla nascita e di questa terra magica incastonata tra il fiume e le montagne, ha forgiato il nostro carattere. Siamo resistenti e forti come il granito di Montemuro. Siamo calmi – oserei dire “poeti contemplativi” – come le tranquille acque del fiume Douro che scorrono ai nostri piedi.
Cinfães è più di un luogo sperduto su una cartina geografica e difficile da raggiungere: è una identità che ci forma, un marchio indelebile che ci accompagna sempre, un segno di appartenenza, di identificazione personale e comunitaria.
Sono profondamente grato per questo riconoscimento: grato soprattutto a Dio nel quale ci muoviamo, respiriamo ed esistiamo.
Desidero anche ringraziare il dottor Serafim Rodrigues, il sindaco in carica, soprattutto per l’amicizia che ci lega da molti anni. E dico grazie a ciascuno di voi per la vostra vicinanza.
Che il Signore della Vita e della Missione ci benedica tutti».
Incontro degli ultrasettantenni a Viseu
Dall’11 sera al 13 giugno si è svolto a Viseu il consueto incontro dei confratelli della provincia con più di settant’anni di età. Questa iniziativa del segretariato della formazione permanente ha come obiettivo quello di aiutare i confratelli di questa fascia d’età a mantenere viva la dimensione della formazione permanente nella propria vita.
Se l’incontro dell’anno scorso era incentrato sulle cure (mediche e non) da tenere in considerazione nel processo di invecchiamento psicofisico (guidato dal fratel Jorge, dei Fratelli di San Giovanni di Dio), l’evento di quest’anno, incentrato sul tema “Le relazioni tra persone in età avanzata”, è stato guidato da suor Paula Carneiro, delle Suore Ospedaliere di Idanha, e la giornata di riflessione è stata accompagnata da due sessioni di Zoom.
Suor Paula ha affrontato il tema a partire dall’enciclica Dilexit nos, presentando l’amore di Cristo come modello delle relazioni nella fraternità apostolica, e sottolineando l’importanza del cuore come luogo d’incontro e comunione tra le persone, e come spazio per costruire relazioni fraterne. Il cuore ha a che fare con la comunicazione con gli altri in un duplice modo: primo, come luogo della nostra autocoscienza, cioè della consapevolezza di noi stessi e della nostra identità; secondo, come luogo della consapevolezza dell’alterità, degli altri e della nostra identità, dell’Altro e della sua presenza.
È seguito un momento di riflessione tra i partecipanti, che si è sviluppato attorno a tre domande proposte da suor Paula:
La condivisione si è rivelata fruttuosa in termini di riscoperta dei doni personali in vista di una autentica comunicazione nella comunità e del superamento delle personali resistenze. Questo ritorno al cuore nella vita fraterna diventa particolarmente importante in una comunità missionaria e apostolica, come è la comunità comboniana, anche se composta da persone anziane. Possiamo perdere i sensi fisici nella vecchiaia, ma non possiamo perdere i sensi spirituali del cuore, per riconoscere i segni di Dio e per vivere in comunione con Cristo e con gli altri.
Il secondo giorno dell’incontro è stato dedicato a una piacevole escursione sulle alture della Serra da Estrela, precisamente a São Romão, a Seia, dove abbiamo visitato il Museo Naturale dell’Elettricità, celebrato l’Eucaristia e poi siamo saliti alla Lagoa Comprida dopo aver gustato un buon pranzo. Nel tardo pomeriggio siamo rientrati a Viseu.
I ringraziamenti dei partecipanti sono andati alla comunità di Viseu (in particolare a padre Xavier) e alla commissione della formazione permanente, con l’auspicio che al prossimo incontro saremo più numerosi e… più ringiovaniti. (Padre Manuel Augusto L. Ferreira, mccj)
UGANDA
Consacrazione della Cattedrale dell’Amore Misericordioso di Gesù a Moroto
In un giorno che rimarrà impresso nei cuori e nelle menti della nostra comunità, la Cattedrale dell’Amore Misericordioso di Gesù, nella diocesi di Moroto, nel nord-est dell’Uganda, è stata solennemente consacrata sabato 24 maggio 2025, segnando una tappa significativa nel nostro cammino di fede. La cerimonia, alla quale hanno partecipato parrocchiani provenienti da tutta la diocesi e da quelle vicine, religiosi e religiose, leader della comunità e ospiti d’onore – tra cui, in particolare, Sua Eccellenza l’on. Jessica Alupo, vicepresidente della Repubblica dell’Uganda, e l’ambasciatore d’Italia in Uganda – è stata una splendida testimonianza del nostro impegno per la crescita spirituale, l’unità e il servizio.
L’evento si è aperto con una gioiosa processione e l’apertura delle porte della cattedrale, guidata dal nunzio apostolico in Uganda, mons. Luigi Bianco, accompagnato da sette vescovi: mons. Damiano Guzzetti (diocesi di Moroto), mons. Emmanuel Obbo (arcidiocesi di Tororo), mons. Dominic Eibu (diocesi di Kotido), mons. Eciru Joseph Oliach (diocesi di Soroti), mons. Sabino Ochan Odoki (diocesi di Arua), mons. Giuseppe Filippi (vescovo emerito di Kotido), mons. John Baptist Odama (arcivescovo emerito di Gulu), assieme a numerosi sacerdoti locali e fedeli laici. L’atmosfera era colma di un palpabile senso di reverenza e gioia, mentre migliaia di persone si riunivano per assistere a questa sacra occasione. La chiesa, adornata di fiori e decorata con vivaci stendardi, si era trasformata in un vivido arazzo di fede, speranza e comunità.
Durante la consacrazione, il nunzio ha tenuto un’omelia toccante sull’importanza di questa chiesa-cattedrale come santuario di culto, fraternità e missione. Ha sottolineato che questa nuova cattedrale, che sostituisce la cattedrale Regina Mundi, è molto più di una struttura fisica: è un luogo e un segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, un luogo dove nascono amicizie, si trasformano vite e si condivide l’amore di Dio. Ha inoltre affermato che la cattedrale è la chiesa del vescovo, madre di tutte le chiese della diocesi, e in essa la Chiesa di Cristo – una, santa, cattolica e apostolica – è presente e vive.
L’assemblea ha ascoltato con attenzione, riflettendo sulle molte benedizioni che la nostra Chiesa ha portato nelle loro vite.
Dopo l’omelia, ha avuto luogo il rito della consacrazione, durante il quale sono state impartite le benedizioni sacre alla chiesa e l’altare è stato dedicato come punto focale del culto attraverso l’unzione con olio crismale; l’unzione è stata eseguita anche sulle pareti della chiesa. Il rito ha incluso l’aspersione con acqua benedetta per simboleggiare la nuova vita e la purificazione, l’accensione delle candele e la benedizione del tabernacolo.
L’accompagnamento musicale durante tutta la celebrazione eucaristica, offerto dal nostro talentuoso coro e dai musicisti, ha riempito la chiesa con inni gioiosi e melodie sacre, accrescendo l’atmosfera spirituale della giornata. L’assemblea ha partecipato in armonia, creando un ispirato coro di voci che ha rispecchiato la gioia dell’occasione.
Molti hanno espresso gratitudine per l’instancabile impegno di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della chiesa, dai finanziatori agli operai e progettisti, fino ai volontari che hanno dedicato innumerevoli ore, mesi e anni per trasformare questo sogno in realtà. (Damiano Guzzetti – vescovo di Moroto)
PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI
LA MADRE: Elisabeth, di fratel Bernhard Hengl (DSP).
IL FRATELLO: Julio, di padre Rubio Aguerri José (E); Hubert, di padre Josef Gerner (DSP).
LA SORELLA: Beatriz, di padre Huamán Inga Máximo (PE); Rocío (“La Nena”), di padre Aguiñaga Pantoja Guillermo (MEX).
SUORE COMBONIANE: suor Giancostanza Ramus (I); suor Milena Agata Zanet (I); suor Bianchi Laura (I).