Il cammino del 17° Capitolo Generale dei Missionari Comboniani

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La seconda giornata di preparazione al 17° Capitolo Generale è stata caratterizzata dall’incontro nella mattinata con il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, p. Adolfo Nicolas.

Il cammino del 17° Capitolo Generale dei Missionari Comboniani

 La seconda giornata di preparazione al 17° Capitolo Generale è stata caratterizzata dall’incontro nella mattinata con il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, p. Adolfo Nicolas. Ha presentato il tema: “Evangelizzazione, Grazia della Chiesa e risposta di Dio al Popolo, a partire dalla realtà del continente asiatico”.

La persona dell’oratore è già un richiamo storico. Il Capitolo dei Comboniani vuole infatti centrare lo sguardo su una particolare sfida per l’Istituto: l’attuazione oggi dello spirito missionario di Comboni; in termini più formali, Dal piano di Comboni al piano dei Comboniani: riqualificare la missione, la formazione ed il governo. E i Comboniani non dimenticano che, in uno dei momenti più difficili dell’Istituto è ai Gesuiti che la Santa Sede fece ricorso per trasformare l’Istituto delle Missioni per la Nigrizia, fondato da Daniele Comboni quasi vent’anni prima, in Congregazione religiosa e dirigerla negli anni che vanno dal 1885 al 1899.

La conferenza di p. Adolfo Nicolas è stata particolarmente apprezzata dai Capitolari per la profondità teologica e per l’approccio pieno di simpatia e di esperienza al tema della Missione oggi in un contesto emblematico e significativo come quello asiatico, culla di grandi religioni che esercitano oggi un fascino speciale sulla cultura tecnologica occidentale. A quando, si è per esempio chiesto una festa della creazione? Il rapporto con la natura è essenziale nella religiosità asiatica e pur essendo la creazione centrale nella fede biblica –perché esplosione primaria dell’amore divino- non ha uno spazio specifico per celebrarla.

L’esperienza del divino –inizio d’ogni cammino di fede- si fonde in una concezione della vita, in un sistema di pensiero che trasforma e configura il senso e il modo di vivere. L’esperienza religiosa ha bisogno, per la stessa natura della persona umana, di compiere questo cammino, ma un sistema di pensiero, processo progressivo e sempre aperto tende a racchiudere tutto soffocando l’esperienza, divenendo un assoluto.

Ci sono allora due modi di reagire a questo imporsi del sistema di pensiero: reagire o accettare. Lo scontro delle due posizioni provoca la crisi. E il missionario è per vocazione nel bel mezzo di questa crisi perché è chiamato ad accompagnare chi cerca Dio e il senso della vita: ad entrare cioè nella profondità di misteri che nemmeno lui conosce. Perché in fondo, come insegna anche la grande teologia occidentale, Dio non si conosce ma entrare in contatto con Lui è possibile. E in tempo di crisi l’umiltà è una virtù molto buona. La persona religiosa è povera –povertà come valore religioso- e questa povertà aiuta la sua coerenza e credibilità. Nella ricchezza dell’avere tutto è facile parlare di speranza, solo nella povertà si può testimoniarla come certezza.

L’Asia rappresenta per i Comboniani l’ultima apertura a nuovi campi d’evangelizzazione. E per la loro origine i 72 Capitolari rappresentano tre continenti, Europa, Africa, America ma non l’Asia appunto, e nemmeno l’Australia. Dei 72 capitolari, 45 sono europei, 14 dall’America, 13 africani.

Curiose le statistiche per fasce di età: 18 capitolari superano i 60 anni, 8 ne hanno meno di 40 e la grande maggioranza, 45, sono compresi nella fascia dai 40 ai 60 anni. Il più anziano è il p. Salvatore Pacifico, provinciale di Khartoum Nord con i suoi 71 anni; il più giovane, con 33, il delegato del Sud Africa, p. Makhabela Masoja Vincent.

La sapienza orientale, sottolineava p. Adolfo è andare al fondo della realtà, del senso delle cose per scoprire la sapienza della vita nascosta nelle cose e nei fatti che constatiamo nel quotidiano.

p. Venanzio Milani

p. Venanzio Milani