I vescovi in marcia contro l’inquinamento: «La Chiesa non può tacere»

Immagine

Martedì 20 maggio 2025
Partito da Pompei il Pellegrinaggio giubilare della speranza organizzato dai vescovi campani nei luoghi della devastazione ambientale. Il vescovo Di Donna recita un mea culpa sull’ambiente. [Nella foto, la partenza del gruppo di pellegrini – Ufficio comunicazioni sociali Cec. Testo: Avvenire]

Hanno ricevuto il mandato ai piedi dell’immagine della Madonna venerata nel Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. È lì che è iniziato, ieri mattina, il cammino che porterà 15 pellegrini a toccare i luoghi-simbolo dello scempio dell’ambiente, attraversando le diocesi della loro terra. Saranno proprio loro al centro del Pellegrinaggio giubilare della Speranza organizzato dalla Conferenza episcopale campana nel decimo anniversario della Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco sulla cura della Casa comune ispirata anche dal dramma della Terra dei fuochi, che avrà una parte centrale nel cammino che toccherà le aree della Campania più interessate dall’inquinamento.

Nel momento di preghiera che ha preceduto la consegna del mandato ai pellegrini, il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana (Cec), Antonio Di Donna, ha recitato a nome delle Chiese della regione un mea culpa sull’ambiente, accompagnato da una richiesta di perdono. «Signore, perdonaci – ha detto il prelato −. Che cosa abbiamo fatto della nostra Madre Terra? L’abbiamo saccheggiata fino a non avere coscienza dei nostri limiti. Pensavamo che lo sviluppo fosse infinito. Ma il nostro sviluppo, il nostro potere, la nostra libertà ha un limite. Diciamo: “Mai più”. Mentre ci chiediamo: “Dove eravamo? Perché siamo stati omertosi?”». Un passaggio centrale del discorso di monsignor Di Donna è stato dedicato proprio alla Laudato si’, il cui decimo anniversario ricorre il 24 maggio prossimo, giorno di chiusura del pellegrinaggio promosso dalla Cec. «Impegniamoci – ha esortato il presidente dei vescovi campani − perché la Laudato si’ sia più conosciuta e più tradotta in gesti concreti, partendo dalla costituzione in ogni diocesi dell’ufficio per la custodia del Creato e dall’inserimento del testo nei cammini di fede. Chiediamo la conversione del cuore di vescovi e presbiteri: che non abbiamo ritrosia a toccare temi del magistero sociale della Chiesa. Non per fare politica, ma per difendere la dignità delle persone».

L’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, ha ricordato che «Pompei è terra di pace e la difesa del Creato, dono di Dio, è strettamente legata alla concordia e alla fratellanza. Non c’è pace dove manca la giustizia e dove intere popolazioni sono costrette a vivere in terre ferite da un inquinamento devastante che mette a rischio la salute e la vita stessa degli abitanti. In condizioni del genere, anche la speranza corre il rischio di spegnersi». Per Caputo, il Pellegrinaggio giubilare partito ieri «sarà strumento per pregare e chiedere che Dio illumini gli amministratori, ma anche ogni singolo cittadino, facendo comprendere quanto sia fondamentale il rispetto del Creato, che il Padre stesso ci ha donato».

Il vescovo Di Donna nel Santuario di Pompei dà il mandato ai pellegrini - Ufficio Comunicazioni sociali Cec.

Il cammino dei pellegrini ha raggiunto nel pomeriggio la foce del fiume Sarno, il punto in cui uno dei corsi d’acqua più inquinati del mondo (a causa degli scarichi delle industrie) raggiunge il Golfo di Napoli, nel territorio dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia. «Il fiume Sarno – ha ammonito l’arcivescovo, Francesco Alfano − è come un grido inascoltato! L’inquinamento altissimo, che da decenni si cerca di combattere e finalmente sanare, si scontra ancora con gli interessi economici di un sistema di produzione ripiegato sul profitto e con l’indifferenza troppo diffusa nella società civile, quasi un senso di rassegnazione fatalistica dinanzi a un problema che pare non risolversi mai. Come Chiesa non possiamo tacere». Secondo il prelato, «l’opera di sensibilizzazione non è quindi per noi affatto opzionale, come la Laudato si’ ci ha insegnato con chiarezza: l’ecologia integrale, su cui tanto ha insistito Papa Francesco nel suo ricco e intenso magistero, ci obbliga come discepoli del Vangelo a stare dalla parte dei poveri per il bene di tutti». Oggi, il pellegrinaggio giubilare della Speranza promosso dai vescovi campani raggiungerà la diocesi di Nola, entrando di fatto nei luoghi colpiti dal disastro Terra dei fuochi.

Antonio Averaimo – Avvenire