Lunedì 3 novembre 2025
Noi giovani confratelli (dei 3 a 7 anni di missione), riuniti a Kisangani, nella Casa San Giuseppe per una sessione di formazione permanente, vi salutiamo dal profondo del cuore. È con l’intento di prendersi cura dei giovani confratelli e di accompagnarli nei loro primi anni di missione che il Consiglio Provinciale ha organizzato questa sessione di formazione che si è svolta dal 20 al 29 ottobre 2025. Questi giorni sono stati per noi un’occasione per ritrovarci insieme, per rivivere un’atmosfera fraterna e anche per condividere le nostre diverse esperienze missionarie.

Il nostro ringraziamento va innanzitutto al Signore per la sua presenza durante questi giorni e la nostra gratitudine al Consiglio Provinciale per la sua attenzione. La nostra profonda riconoscenza va anche ai padri Fernando Zolli e Fidèle Katsan per il coordinamento di questi incontri; infine, un grande grazie ai diversi relatori intervenuti.

Nel suo discorso di apertura e di benvenuto, il superiore provinciale, padre Justin Kakule, ci ha presentato l’importanza della formazione permanente come momento essenziale e importante per ogni missionario. È partito dalla constatazione che a volte le realtà pastorali ci preoccupano e possiamo sentirci svuotati, stanchi, esausti, ecc. È in questo senso che la formazione permanente diventa allora un contesto propizio per la ripresa spirituale, il rinnovamento personale e la conversione. Essa ci permette quindi di ripartire su nuove basi e con nuove energie, per continuare ad essere testimoni credibili di Cristo in un mondo in cui le persone hanno più bisogno di testimoni che di maestri.

Questo periodo è stato per noi un momento favorevole alla condivisione delle nostre esperienze missionarie. Abbiamo potuto individuare i punti positivi o i semi di vita quali la gioia missionaria, l’importanza della preghiera, la necessità di fare meglio, il valore dell’accompagnamento psico-spirituale, la disponibilità alla missione e l’interculturalità come forza, ecc. Siamo stati invitati a basarci su questi aspetti per continuare la nostra missione con zelo e dedizione. Ma abbiamo anche sottolineato alcune sfide da affrontare: la mancanza di un’assemblea provinciale, la carenza dei mezzi necessari per compiere bene la missione, la poca valorizzazione delle qualità e delle capacità dei confratelli, la tendenza al tribalismo e al regionalismo che spinge a leggere tutto secondo una chiave etnica, ecc.

I diversi temi affrontati (la presentazione della realtà sociopolitica ed ecclesiale dell’Africa, la vita spirituale, la consacrazione con i voti religiosi, il carisma e la missione comboniani, la vita comunitaria e interiore) ci hanno aiutato a riflettere e a confrontarci sulle diverse sfide missionarie sopra elencate che incontriamo.

Oltre a questi diversi temi, abbiamo dedicato la giornata di martedì 28 ottobre a discutere alcune questioni aperte che la provincia deve affrontare e sulle quali deve prestare particolare attenzione, quali i conflitti (tribalismo, regionalismo), la mancanza di programmazione, la stabilità nella missione (soprattutto nei primi anni di ministero), gli incarichi, la moralità: alcol e affettività, economia, rapporto con il coordinamento provinciale, relazioni tra le generazioni.

Per affrontare queste sfide, proponiamo:

  • L’urgenza di un’Assemblea Provinciale (non rappresentativa) per trattare le questioni più importanti che la provincia deve affrontare.
  • Un incontro ogni due anni per i confratelli da 1 a 9 anni e darne continuità con le visite dell’accompagnatore provinciale.
  • Affrontare il conflitto che crea spirito di tribalismo, regionalismo, ecc. Siamo invitati a coltivare una fraternità vera e sincera, ad essere ponti di unione e di comunione, e non fonte di divisione e separazione che proviene dallo spirito diabolico.
  • Siamo invitati ad essere testimoni del Vangelo attraverso la nostra vita morale: un buon controllo del bere e dell’affettività.
  • Siamo incoraggiati a valorizzare l’accompagnamento come luogo di condivisione delle nostre gioie e difficoltà.
  • Ovunque siamo chiamati a lasciare un segno comboniano nel nostro modo di fare pastorale. Ciò significa che dobbiamo valorizzare le peculiarità comboniane nelle nostre diverse missioni.

Per concludere, al termine di questa formazione, che il Signore aiuti, noi giovani confratelli ad essere, ovunque ci troviamo, segni di speranza, come lo è stato il nostro Santo Padre fondatore, Daniele Comboni.

Kisangani, il 30 ottobre 2025

P. Pascal Adrupiako Akuma
P. Maurice Malema
P. Emmanuel Kasika
P. Gratien Muhindo
P. Michel Muhindo
P. Germain Fazili
Fr Ghislain Kambale