Martedì 23 settembre 2025
Ieri l’Assemblea intercapitolare è entrata nella terza e ultima settimana con la celebrazione eucaristica presieduta da padre Kakule Muvawa Emery-Justin, in rappresentanza dei superiori delle circoscrizioni dell’Africa francofona–ASCAF (RD Congo, Togo-Ghana-Benin, Centrafrica e Ciad). Il tema principale della giornata, “La fragilità biologica nell’Istituto”, è stato sviluppato da fratel Daniele Giusti, medico e segretario generale dei missionari comboniani.

Superiori delle circoscrizioni dell’Africa francofona–ASCAF (RD Congo, Togo-Ghana-Benin, Centrafrica e Ciad).

I lavori sono iniziati con il suo intervento di fratel Daniele Giusti, volto a chiarire quali siano le determinanti della fragilità biologica nel nostro contesto, a livello di comunità e dei singoli membri, di circoscrizione e di direzione generale.

Fratel Daniele ha illustrato la complessità della cosiddetta fragilità biologica, ovvero la vulnerabilità e la debolezza di ogni essere umano, assieme al fenomeno della malattia fisica (acuta o cronica) come causa di fragilità. Ha affermato: «Una volta tutto sembrava più semplice; oggi abbiamo davanti a noi una sfida complessa, multifattoriale, in continua e tumultuosa evoluzione, e non solo nei cosiddetti Paesi sviluppati, bensì ovunque».

Concretamente, ha riferito che l’Istituto conta 430 confratelli (29%) in età a rischio per acuzie (fasi acute di una patologia) e 462 (32%) a rischio di perdita di autonomia.

In sostanza, ha sottolineato che «la fragilità biologica è un’area di bisogno complesso che va guardata, conosciuta, affrontata da ognuno di noi che si trovi in condizione di leadership. Non può essere delegata in toto agli specialisti della materia (medici, infermieri); c’è un livello di competenza che deve essere obbligatoriamente acquisito da chi svolge il servizio dell’autorità. La fragilità biologica è presente tra noi in modo considerevole ed è necessario che in ogni contesto si identifichino strategie e modalità adeguate di affronto: non c’è spazio per l’improvvisazione. Queste modalità variano da circoscrizione a circoscrizione: non esiste una ricetta valida per tutti, né essa può essere calata dall’alto, perché la conoscenza del contesto è determinante».

Ha aggiunto che «i fattori fondamentali che determinano la salute biologica delle persone e dei gruppi devono essere conosciuti non solo dagli esperti, ma anche da coloro che svolgono il servizio dell’autorità. In tal senso, è utile abituarsi a un linguaggio specialistico non familiare».

Secondo fratel Daniele, le determinanti della fragilità biologica nell’Istituto sono complesse e in continua evoluzione. Tra esse ha evidenziato:

  • la situazione demografica e ambientale, nonché la grande mobilità del personale;
  • la malattia acuta o cronica;
  • le emergenze e urgenze che aumentano a partire dal cinquantesimo anno di età;
  • la perdita di funzioni strumentali (cucinare, ecc.) o di funzioni di base (alzarsi, lavarsi, ecc.).

Come possibili risposte o linee guida per affrontare la fragilità nelle sue diverse articolazioni (comunità, circoscrizione, continente e direzione generale), ha indicato la necessità e l’urgenza di:

  • elaborare un documento di politica sanitaria o un vademecum della salute per ogni circoscrizione;
  • assicurare che ogni confratello mantenga aggiornato il proprio dossier sanitario;
  • chiarire i limiti della privacy;
  • rendere il confratello consapevole del suo livello di criticità e delle diverse opzioni disponibili per la cura;
  • assicurarsi che ogni confratello depositi le proprie Disposizioni anticipate di trattamento (DAT).

Ha inoltre ribadito che è compito specifico di ogni superiore maggiore:

  • verificare se il confratello dispone di una forma di assicurazione sanitaria;
  • stipulare assicurazioni sanitarie secondo le condizioni di ogni circoscrizione;
  • identificare medici disponibili ad aiutare nell’individuazione delle cure e dei percorsi;
  • stipulare accordi con strutture assistenziali e ospedaliere;
  • costituire un gruppo misto di confratelli e laici che possano suggerire soluzioni, con un incaricato per il coordinamento degli interventi;
  • promuovere stili di vita sobri che prevengano le dipendenze;
  • tenersi aggiornati sull’evoluzione della legislazione sanitaria in ogni Paese;
  • conservare il fondo sanitario mutualistico dell’Istituto.

Dopo un breve dibattito, la discussione è proseguita nei gruppi, suddivisi in base alla media dell’età e ai livelli di rischio dei confratelli nelle rispettive circoscrizioni, con riferimento alle due determinanti della fragilità biologica: la malattia acuta e la malattia cronica. I livelli di rischio considerati, secondo una ricerca condotta, sono stati: “basso per ora”, “medio per ora”, “consistente”, e “attuale” ed “elevato”.

Per guidare la riflessione, fratel Daniele ha proposto varie domande volte a far emergere l’esperienza vissuta in ciascuna circoscrizione riguardo all’assistenza sanitaria ai confratelli, e ad approfondire la consapevolezza dell’urgenza del problema.

Terminati i lavori di gruppo, l’Assemblea si è riunita in plenaria per condividere e discutere le riflessioni emerse. Ne riportiamo una sintesi.

  • Le esperienze delle diverse circoscrizioni riguardano confratelli che, pur colpiti dalla malattia, desiderano restare in missione. Normalmente, l’opzione finale è il rientro in patria, deciso dopo un dialogo con i superiori provinciali. Si cerca, comunque, di prestare attenzione alla persona, valutare la possibilità di un rientro dopo la guarigione, e garantire che il confratello segua le terapie anche quando tende a negare la propria fragilità.
  • Alcuni confratelli faticano a rendersi conto che, con l’avanzare dell’età, non possono più svolgere le stesse attività di prima. È necessario che ogni circoscrizione formalizzi, anche nei direttori, una politica sanitaria che dovrebbe essere affrontata già nel periodo della formazione iniziale.
  • Non mancano casi difficili da discernere. Le difficoltà riguardano: l’incertezza sull’opportunità di un ritorno in patria e su chi se ne assuma la responsabilità; la mancanza di franchezza nel dialogo; disturbi psicologici e difficoltà ad accettare la malattia; la resistenza a utilizzare strutture dedicate perché percepite come limitanti; la demenza senile; l’influenza dei familiari dei confratelli.
  • Il dialogo con il confratello fragile non è semplice, anche a causa della resistenza di alcuni confratelli ad aprirsi.
  • È opportuno aiutare le province a dotarsi di piccole strutture per i confratelli anziani, poiché le strutture pubbliche non sempre garantiscono una qualità adeguata nelle relazioni umane.

Fratel Daniele ha fatto osservare che in Italia si è cercato di coinvolgere in ogni modo possibile i parenti dei confratelli, i quali, se adeguatamente informati, di solito si mostrano cooperativi.

Ha aggiunto: «Per evitare incomprensioni nel dialogo con i confratelli, il superiore dovrebbe accompagnarli con istruzioni scritte che riassumano i frutti del dialogo, in modo che il provinciale della circoscrizione di destinazione possa fare riferimento a quanto già convenuto. Realisticamente, occorre tener presente che la presa in carico dipende ancora in gran parte dall’Istituto e non dalle strutture governative, anche nei contesti più favorevoli. È fondamentale assicurarsi che ogni circoscrizione operi con numeri adeguati a garantire un’economia di scala.

L’anzianità non va affrontata necessariamente con la creazione di centri specializzati, che sarebbero molto costosi: se i numeri sono ridotti, è preferibile appoggiarsi a strutture già esistenti.

Quanto al consenso informato, a volte è meglio ricorrere a una delega scritta, confermata da un notaio, nella quale il confratello affida a una persona di sua scelta le decisioni da prendere qualora non fosse in grado di decidere. È naturalmente necessario che tali persone vengano informate sui criteri della Chiesa riguardo a queste situazioni critiche».

Dalla discussione seguita è emerso che alcune circoscrizioni hanno già elaborato politiche sanitarie, redatto documenti scritti e avviato la creazione di strutture provinciali adeguate allo scopo.

Prima di concludere la sessione, ai partecipanti è stato raccomandato di leggere i documenti già disponibili sul tema dell’Accorpamento di circoscrizioni, argomento dei prossimi due giorni (23 e 24 settembre), e di preparare i propri rapporti con chiarezza e concretezza sui passi già compiuti a livello di circoscrizione e di continente.

Il pomeriggio è stato dedicato alla riflessione personale e agli incontri dei superiori provinciali con il Consiglio generale.