Mercoledì, 10 settembre 2025
La seconda giornata dell’Assemblea intercapitolare, in corso fino al 27 settembre presso la Casa Generalizia a Roma, è stata dedicata alla formazione permanente. A guidarla è stato padre Gonzalo Fernández, missionario claretiano, già facilitatore dei lavori del XIX Capitolo Generale nel 2022.
La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta da padre Gonzalo, secondo la liturgia solenne di san Pietro Claver, patrono dell’Istituto comboniano. Questo santo missionario fu di grande ispirazione per san Daniele Comboni e continua a esserlo per ogni comboniano, poiché dedicò la sua vita alla causa degli schiavi africani deportati in America Latina, costretti a lavori durissimi e trattati in modo disumano. Il suo impegno radicale gli valse il titolo di “apostolo dei neri”, e papa Leone XIII lo proclamò “patrono di tutte le missioni cattoliche tra i neri”.
Ogni missionario comboniano è dunque chiamato a proseguire questa eredità, lottando non solo contro le forme di schiavitù dei popoli neri – sulle orme di san Pietro Claver e di san Daniele Comboni –, ma anche contro le moderne schiavitù, portando ad esse la luce liberatrice del Vangelo e l’annuncio della Risurrezione. È fondamentale, perciò, custodire nel cuore le parole di Gesù proclamate nella sinagoga di Nazaret e ascoltate durante la liturgia (Lc 4,18-19):
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Le conferenze di padre Gonzalo
Padre Gonzalo ha guidato quattro sessioni – due al mattino e due al pomeriggio – sul tema generale “Come possiamo riaccendere il cuore nella missione”, «ispirato dall’esigenza di conversione e di ritorno alla missione percepita a livello di Istituto», come ha spiegato padre David Domingues, vicario generale.
Padre Gonzalo ha così esordito: «In ogni Istituto arde come una fiamma il desiderio di evangelizzare, ma questa fiamma può essere soffocata dallo scoraggiamento o dalla routine». Da qui la necessità di riflettere su quattro fattori, sviluppati nelle quattro sessioni della giornata:
Offriamo un sunto schematico di quanto ha detto.
1. Cosa sta succedendo oggi nel mondo, nella Chiesa e nella vita consacrata
Il contesto attuale è segnato da:
Per affrontare tale realtà occorre un messaggio forte, saldo, capace di infondere speranza, dissipare l’ansietà e offrire visioni chiare e globali della vita.
Il contesto ecclesiale è oggi caratterizzato da un forte desiderio di comunione, partecipazione, missione e sinodalità: né clericalismo né democraticismo, ma un cammino che si inserisce nel percorso avviato negli ultimi 150 anni, orientato verso un’ecclesiologia di comunione e collegialità.
La vita consacrata, in questo quadro, è chiamata a essere voce profetica e promotrice della sinodalità, laboratorio di interculturalità e comunità radicata nel territorio. Tuttavia, essa incontra resistenze: non si può vivere la sinodalità senza disponibilità all’uscita da sé; la sinodalità implica coinvolgimento dei laici, collaborazione nella pluralità ministeriale: la sua evoluzione avviene con ritmi diversi secondo i contesti geografici e culturali.
Domanda finale per la riflessione personale e la condivisione in gruppi:
Quali aspetti della situazione attuale del mondo, della Chiesa e della vita consacrata hanno l’impatto più diretto sulla missione comboniana nel luogo in cui vivi?
2. Come interpretare questa realtà
La vita consacrata affronta diverse sfide:
La vita consacrata deve oggi affrontare una triplice sfida:
Le cause della crisi possono essere identificate in tre dimensioni:
Per rispondere, occorre avviare un movimento spirituale che riporti al centro Cristo e la sua vita. Alcuni orientamenti:
3. Il paradigma di Emmaus come itinerario terapeutico
Il cammino dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35) diventa immagine di un processo di guarigione e di riaccensione del fuoco di Cristo nel cuore, che trasforma da “dimissionari” a missionari. Le tappe sono: parlare, ascoltare, riconoscere, ritornare e raccontare. È il cammino fatto con Cristo e assieme agli altri.
4. Le dinamiche che possono aiutarci a riaccendere il fuoco
Per riaccendere il fuoco della missione occorre:
La giornata si è conclusa con alcuni minuti di riflessione personale silenziosa, seguiti da una breve condivisione in assemblea.