Martedì 28 novembre 2023
Nell’esortazione Laudate Deum, Papa Francesco chiede un’azione ambiziosa alla COP28. La COP28 è la 28esima “Conferenza delle Parti” dell’organismo delle Nazioni Unite per contrastare i cambiamenti climatici. È un momento importante nella lotta contro la crisi climatica. La Piattaforma d'iniziative Laudato Si', il Movimento Laudato Si' e Caritas Internationalis hanno pubblicato una riflessione in vista della COP28. Ne pubblichiamo qui sotto la traduzione in italiano.

L’esortazione Laudate Deum di Papa Francesco, pubblicata poche settimane prima della COP28, invita i governi e le altre parti interessate a fare un passo avanti e ad affrontare responsabilmente l'emergenza climatica per mitigare e infine invertire questa crisi globale che affligge la nostra casa comune, la creazione di Dio, e le nostre sorelle e fratelli più poveri.

1. Global Stocktake (GST) – Valutazione degli impegni dell'Accordo di Parigi

2. Mitigazione delle emissioni climalteranti

3. Finanziamento della transizione ecologica

4. Risarcimento di perdite e danni

5. Adattamento ai cambiamenti climatici

6. Il contributo della società civile

Proposte di azione per i governi nazionali

L’esortazione Laudate Deum è un invito concreto a promuovere il multilateralismo come forma di governo in grado di stabilire e attuare regole globali ed efficaci per la "salvaguardia globale" del pianeta. Si tratta di uno spazio democratico e inclusivo dove le voci della società civile possano essere ascoltate, dove tutti i Paesi abbiano un ruolo da svolgere, dove la bussola sia il bene comune e non una "autorità mondiale concentrata in una sola persona o in un’élite con eccessivo potere" (LD 35).

In vista della COP28, ogni Stato parte dell’Accordo di Parigi sta finalizzando la propria posizione negoziale. È quindi molto importante fare pressione all'interno di ogni Paese o regione per arrivare a Dubai con impegni chiari per l'attuazione dell'Accordo di Parigi:

1. Global Stocktake (GST)

«Se c’è un sincero interesse a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili.» (LD 59).

La COP di quest'anno intende segnare una pietra miliare nell'attuazione dell'Accordo di Parigi, in quanto istituirà per la prima volta dal 2015 il “Global Stocktake”, il meccanismo di valutazione previsto dall'Accordo di Parigi.

I risultati del GST e le relative decisioni della COP28 devono proporre percorsi chiari, attuabili e specifici per raggiungere gli obiettivi di Parigi, con politiche e piani concreti che adottino un approccio basato sull'evidenza scientifica e sui diritti umani, compresi i diritti dei popoli indigeni, tenendo conto della giustizia sociale e dell'equità intergenerazionale.

Il raggiungimento dell'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C (rispetto all’epoca preindustriale) richiede un'azione immediata e senza precedenti per ridurre rapidamente le emissioni di gas ad effetto serra, soprattutto a breve termine, attraverso l'impegno a eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili. L'appello contenuto nella Laudato si' è un allarme che ci ricorda che la soglia di 1,5 °C non è un semplice numero, ma un imperativo morale (LD 56). Tutti i Paesi che hanno aderito alla UNFCCC (Conferenza quadro delle Nazioni Unite per il contrasto ai cambiamenti climatici) dovrebbero aumentare prima della COP28 (o impegnarsi ad aumentare) i loro Contributi determinati a livello nazionale (NDC) per colmare il deficit di riduzione delle emissioni, nonché per colmare i deficit di implementazione degli impegni assunti, incrementando l'attuazione di politiche per arrivare all’eliminazione progressiva dei combustibili fossili.

Tutte le parti dell'UNFCCC dovrebbero concordare una rapida, giusta ed equa eliminazione globale di tutti i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in tutti i settori, in linea con il limite di 1,5°C di temperatura entro il 2050 al più tardi. Inoltre, devono concordare impegni vincolanti per garantire che ogni Paese faccia la sua parte, a partire da quelli che più hanno inquinato storicamente e quelli ricchi che più inquinano attualmente. Bisogna anche fermare lo sviluppo di nuovi oleodotti, miniere e infrastrutture che perpetuano la nostra dipendenza da combustibili fossili inquinanti, pericolosi e costosi.

"Dobbiamo superare la logica dell’apparire sensibili al problema e allo stesso tempo non avere il coraggio di effettuare cambiamenti sostanziali" (LD 56). Gli Stati dovrebbero concordare un quadro di transizione equo con un obiettivo globale fissato per le energie rinnovabili: triplicare la capacità globale delle rinnovabili a 11.000 GW entro il 2030, dislocando almeno 1.500 GW all'anno entro il 2030.

Tutti i governi dovrebbero anche adottare un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili come strumento fondamentale per integrare e rafforzare l'Accordo di Parigi, il cui testo omette qualsiasi riferimento ai combustibili fossili, nonostante siano il principale fattore di alterazione del clima. L'adozione di un trattato sui combustibili fossili supererà questa lacuna dell'Accordo di Parigi, portando a impegni più concreti negli NDC.

2. Mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra

False soluzioni – come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e altre tecnologie di "abbattimento" delle emissioni – hanno come funzione principale quella di distrarre dalla necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili. "Supporre che ogni problema futuro possa essere risolto con nuovi interventi tecnici è un pragmatismo fatale, destinato a provocare un effetto-valanga" (LD 57). La CCS ha una storia pluridecennale di promesse eccessive e di mancate concretizzazioni e, nonostante siano in circolazione da decenni, gli impianti di CCS catturano attualmente meno dello 0,1% delle emissioni globali. La CCS e le altre tecnologie non devono distrarre dall'obiettivo principale di ridurre le emissioni di gas serra attraverso una giusta transizione dai combustibili fossili.

3. Finanziamento della transizione ecologica

"La necessaria transizione verso energie pulite, come quella eolica, quella solare, abbandonando i combustibili fossili, non sta procedendo abbastanza velocemente" (LD 55). Le economie emergenti e in via di sviluppo sono destinate a rappresentare la maggior parte della crescita delle emissioni nei prossimi decenni, e un aumento senza precedenti della spesa per l'energia pulita è necessario per portare i Paesi su un percorso verso emissioni nette zero.

  • Finora i Paesi sviluppati non sono riusciti a raggiungere l'obiettivo di 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima, che dovrebbero essere erogati annualmente dal 2020 al 2025. I Paesi sviluppati dovrebbero garantire che tale obiettivo possa essere raggiunto, compensando le carenze di erogazione nei primi anni.
  • Bisogna anche spostare tutti i flussi finanziari in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi: tutti i Paesi dell'UNFCCC dovrebbero eliminare gradualmente i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili.
  • Riforma dell'architettura finanziaria internazionale: le principali istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero adottare rapidamente politiche di disinvestimento dai combustibili fossili, maggiori garanzie per i diritti umani, strutture di gestione più democratiche che includano meccanismi di partecipazione e monitoraggio da parte dei Paesi in via di sviluppo, delle popolazioni indigene, della società civile e delle comunità locali, sviluppare obiettivi di finanziamento per il clima e la biodiversità, nonché agire con urgenza sulla riduzione del debito.
  • La transizione energetica rischia di essere ancora una volta ingiusta se si limita a sostituire i combustibili fossili con energie rinnovabili senza cambiare stili di vita insostenibili e modalità di produzione e consumo distruttive. Una transizione giusta richiede un sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi meno sviluppati, garantendo equità e giustizia nel processo.
  • I finanziamenti per l'energia pulita non dovrebbero assumere la forma di debiti e prestiti dal settore privato, che spingerebbero ulteriormente i Paesi emergenti e sviluppati in "trappole del debito". I Paesi più ricchi hanno un "debito ecologico" (LS 51) che devono ripagare attraverso finanziamenti pubblici.
  • Il Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG) sui finanziamenti per il clima – cioè la somma di finanziamenti annuali per il contrasto ai cambiamenti climatici che verrà definito alla COP 28 – deve essere basato sui bisogni dei territori ed essere sufficiente a coprire l'intera scala dei costi necessari ai Paesi per svolgere appieno il loro ruolo nel raggiungimento dell'Accordo di Parigi.
  • La dichiarazione di Papa Francesco nella Laudate Deum sottolinea l'importanza di assicurare che le misure adottate alla COP28 non siano solo semplici aspirazioni, ma siano vincolanti e applicabili. Queste misure devono soddisfare tre criteri chiave: devono essere efficaci, obbligatorie e facilmente monitorabili.

4. Perdite e Danni

A seguito della storica decisione di istituire nuove modalità di finanziamento, compreso un fondo, per rispondere alle perdite e ai danni subiti a causa dei cambiamenti climatici, con il Comitato di transizione che ha elaborato raccomandazioni da esaminare e adottare alla COP28, gli Stati dovrebbero procedere sui seguenti punti ed essere pronti a trovare un accordo a Dubai:

  • I finanziamenti per affrontare le perdite e i danni associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici dovrebbero essere nuovi finanziamenti pubblici, aggiuntivi e prevedibili che diano chiaramente la priorità alle sovvenzioni; sottolineiamo che il fondo per le perdite e i danni deve essere incentrato sull'affrontare le perdite e i danni secondo le decisioni della COP27.
  • Il fondo per le perdite e i danni dovrebbe essere centrale rispetto agli accordi di finanziamento esistenti, al fine di catalizzare la maggior parte dei fondi e coordinare gli accordi di finanziamento esistenti per garantirne la complementarità e la coerenza e affrontare le lacune di finanziamento.
  • Il fondo per le perdite e i danni deve essere facilmente accessibile, in modo da garantire che le comunità bisognose in tutto il Sud globale ricevano i fondi necessari per riprendersi e siano padrone del proprio futuro; deve essere completo per sostenere sia le risposte alle perdite e ai danni economici che a quelli non economici, sia per gli eventi meteorologici estremi che per quelli a lenta insorgenza.
  • Deve essere riparativo, in quanto fornisce sovvenzioni e non prestiti sulla base del principio "chi inquina paga".
  • Deve essere rappresentativo e basato sui diritti umani e sul principio di sussidiarietà, e governato da una autorità equa che agisce per il bene comune; efficiente ed efficace, in quanto agisce come fondo globale di riferimento per affrontare perdite e danni insieme ad altri accordi di finanziamento.

5. Adattamento ai cambiamenti climatici

Gli sforzi di adattamento non tengono il passo con l'aumento degli impatti climatici. Il rapporto IPCC AR6 indica che la pianificazione dell'adattamento è in espansione, ma l'attuazione è inadeguata. È urgente elevare la discussione politica sull'adattamento in seno all'UNFCCC:

  • Gli Stati dovrebbero adottare un ordine del giorno permanente sull'Obiettivo Globale sull'Adattamento (GGA), cioè l’accordo internazionale sulla quantità di finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
  • Sono necessari progressi sostanziali nella definizione del quadro di riferimento e delle linee guida del GGA, in vista della sua operatività, alla COP28. Bisogna definire un obiettivo globale sull'adattamento credibile, solido e attuabile per migliorare la capacità di adattamento, rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
  • L'obiettivo globale sull’adattamento dovrebbe essere concepito per sostenere:

=    il coordinamento, i processi e le azioni sull'adattamento a livello regionale e nazionale;

=    gli obiettivi e i piani e le azioni a livello sub-nazionale e locale;

=    l’azione per gli ecosistemi e le comunità locali;

=    approcci inclusivi, in particolare con l’inclusione della saggezza, dei valori e delle conoscenze delle popolazioni indigene.

  • Gli Stati dovrebbero aumentare i loro impegni e presentare una tabella di marcia definitiva per un raddoppio collettivo dei finanziamenti per l'adattamento entro il 2025, rispetto ai livelli del 2019, con l'obiettivo di raggiungere un equilibrio tra i finanziamenti per la mitigazione e per l'adattamento.
  • La presidenza degli Emirati Arabi Uniti della COP28 ha chiesto una Dichiarazione sui sistemi alimentari alla COP28. I governi devono impegnarsi a ridurre le emissioni agricole e a trasformare l'agricoltura per il pianeta e per le persone. Alla COP28, rafforzando i sistemi alimentari locali e amplificando le voci degli agricoltori, l'impegno potrebbe catalizzare i finanziamenti e quindi compiere progressi significativi nei sistemi alimentari, promuovendo un futuro sostenibile che sia significativo e duraturo.

6. Il contributo della società civile

Un impegno significativo della società civile, in particolare dei giovani attivisti, è indispensabile per un'azione sul clima efficace e basata sui diritti. Il loro coinvolgimento attivo garantisce prospettive diverse, soluzioni innovative e responsabilità, migliorando la qualità complessiva e l'impatto delle iniziative sul clima. "Le istanze che emergono dal basso in tutto il mondo, dove persone impegnate dei Paesi più diversi si aiutano e si accompagnano a vicenda, possono riuscire a fare pressione sui fattori di potere" (LD 38). Chiediamo una partecipazione aperta e trasparente della società civile, libera dal timore di ripercussioni.

Per il bene della nostra casa comune, vi preghiamo di portare le richieste concrete di cui sopra all'attenzione urgente del vostro governo nazionale e degli organismi internazionali. Al tempo stesso, in quanto persone di fede consapevoli che il Creato è un dono sacro di Dio, siamo chiamati a trasformare i valori delle nostre comunità e società. In definitiva, "non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali" (LD 70).