Venerdì 19 settembre 2025
I superiori provinciali e i delegati delle circoscrizioni comboniane che partecipano all’Assemblea intercapitolare, in corso a Roma dall’8 al 27 settembre, hanno presentato i loro rapporti, suddivisi per continenti (America e Asia–AA, Africa anglofona e Mozambico–APDESAM, Africa francofona–ASCAF, ed Europa), martedì pomeriggio e per l’intera giornata del mercoledì 17.

I superiori provinciali e i delegati delle circoscrizioni comboniane dell’APDESAM.

La celebrazione eucaristica di mercoledì mattina è stata presieduta da padre John Baptist Opargiw, superiore provinciale del Sudafrica e coordinatore dell’APDESAM. Padre Opargiw ha iniziato presentando i superiori delle circoscrizioni di Egitto/Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, Kenya, Uganda, Malawi/Zambia, Sudafrica e Mozambico, dicendo: «Qui davanti a voi, oggi, c’è la leadership delle circoscrizioni dell’APDESAM, che è la culla della missione comboniana. Questo è un primato di cui siamo molto fieri. In questa santa messa portiamo al Signore tutte le gioie e le sofferenze dei nostri missionari e dei popoli dell’Africa anglofona e del Mozambico presso cui lavorano».

Riferendosi alle immagini collocate davanti all’altare, padre Opargiw ha detto:

«Siamo anche in comunione con i nostri “venerabili” missionari comboniani che hanno vissuto e lavorato nella macroregione APDESAM – un territorio bagnato dalle acque sacre del fiume Nilo, simboleggiata dalla capulana (un telo dai colori bianco e azzurro, di origine asiatica ma fortemente integrato nella cultura mozambicana – ndr.). Due si essi sono già stati dichiarati santi e uno beato; altri sono sulla via verso gli altari.

Si diventa santi, non malgrado il contesto in cui si vive o si lavora, ma a causa di, o grazie a tale contesto. Per i nostri cari discepoli missionari dell’APDESAM – san Daniele Comboni, beato padre Giuseppe Ambrosoli, e i Servi di Dio mons. Antonio Roveggio, padre Bernardo Sartori, fratel Giosuè dei Cas –, questo contesto fu la missione. Dunque, la missione li ha preparati al Regno di Dio, alla comunione con Cristo e alla santità.

Possiamo dire che la missione APDESAM è come un buon albero che produce buoni frutti. Preghiamo perché la missione possa essere, anche per noi, un invito costante alla conversione e alla santità».

Padre Juan Diego, superiore della Provincia de Centro América.

Relazioni dei continenti

Nel pomeriggio di martedì si è iniziata la presentazione delle varie relazioni continentali. Ogni relazione è stata elaborata seguendo un formato comune: la menzione dei “sogni” sognati durante il Capitolo generale; sobri ma precisi accenni ai vari “segni di vita” riscontrabili nella circoscrizione e agli “inviti dello Spirito” cui si è cercato di risponde; un breve riscontro di come si sono implementate le priorità assunte nel Capitolo generale (spiritualità, vita comunitaria, formazione, missione e ministerialità al servizio della riqualificazione, comunione dei beni, condivisione e sostenibilità); valutazione del grado di adempimento degli impegni assunti proposti del Capitolo.

Dopo ogni relazione, ogni superiore ha avuto l’opportunità di informare l’assemblea sulle situazioni specifiche della propria circoscrizione, lasciando poi tempo sufficiente per domande e chiarimenti.

Macroregione America-Asia (México, Provincia de Centro América, Colombia, Brasil, Ecuador, Perú, North American Province, e Asia). Padre Juan Diego, moderatore, ha richiamato il “sogno” della macroregione: «Sogniamo di essere un’America-Asia come una famiglia fraterna, radicata nel Sacro Cuore, essendo Missionari Comboniani profondamente immersi nell’amore di Dio, identificati con la nostra vocazione missionaria. Vogliamo essere una comunità comboniana aperta e impegnata, che cerca di trasformare la vita attraverso la testimonianza e la passione per il carisma». Ha aggiunto: «Vogliamo raggiungere questo obiettivo, anche instillando nei nostri candidati risposte chiare e impegnate che rispondano alla realtà della missione nella semplicità e nella vicinanza ai popoli. Vogliamo essere pellegrini, autentici testimoni della fede e della missione ad Gentes, vicini agli emarginati della società americana e asiatica: afro, indigeni, migranti, abitanti delle periferie. Tutto questo intendiamo fare come comunitarie autosufficienti e autosostenibili».

Padre Juan Diego ha anche letto un messaggio ai partecipanti all’Assemblea intercapitolare: «Prima di concludere questo rapporto continentale, vorrei leggervi il messaggio che i superiori provinciali e i delegati dell’America e dell’Asia, riuniti in Messico dal 6 al 9 maggio 2025, hanno redatto per questa Assemblea e chiesto che fosse incluso nel rapporto continentale. Questo messaggio elenca alcuni aspetti della nostra situazione e vogliamo che siano discussi durante l’Assemblea Intercapitolare e presi in considerazione dal Consiglio Generale».

Ecco l’elenco degli otto aspetti da sottoporre all’attenzione dell’Istituto:

  • + in molti c’è la sensazione che il Segretariato della Missione sia un ombrello che comprende molti, forse troppi settori;
  • + si avverte una tendenza – piuttosto “clericale e sacramentale” – che si sta diffondendo nell’Istituto, in particolare nelle nostre case di formazione;
  • + l’opzione prioritaria per le pastorali specifiche dovrebbe essere tenuta in considerazione già nella fase della formazione iniziale, in particolare negli scolasticati;
  • + si chiede una maggiore integrazione dei Fratelli nelle attività delle comunità e delle circoscrizioni;
  • + ci poniamo un punto di domanda sull’obbligo della presenza di un rappresentante dei Fratelli a livello continentale e in altre situazione o circostanze dell’Istituto;
  • + ci interroghiamo anche sulle “eccezioni” concesse a scolastici per quanto riguarda il “servizio missionario”;
  • + chiediamo di approfondire i criteri cui attenersi nell’accettare un candidato già in età avanzata e/o con esperienza professionale.
Da sinistra, padre John Baptist e padre Diego Dalle Carbonare.

La presentazione della relazione dell’Africa anglofona + Mozambico (APDESAM) è stata moderata da padre John Baptist Opargiw. Si è poi parlato sulla situazione particolare che stiamo vivendo a Beirut e in Sudan ed Eritrea. Padre Diego Dalle Carbonare ha ricordato che la guerra in Sudan è iniziata in aprile 2023 nella capitale e si è ora spostata in modo più intenso nell’ovest (Darfur ed El Obeid).

Padre Diego ha precisato: «Abbiamo dovuto sospendere quattro comunità. È stata una scelta molto sofferta. Anche i confratelli hanno sempre fatto una riflessione sofferta, ma poi obbedito. Quasi tutti avrebbero voluto rimanere e lo hanno fatto sino a quando è stato umanamente possibile. Siamo rimasti a Port Sudan e Kosti. L’idea è di riaprire una presenza a Khartoum entro Natale, con due o tre confratelli ad Omdurman, come ha fatto don Joseph Horwalder dopo crisi scatenata dalla Mahdia. Un laico ha già riaperto la scuola con 50 studenti. In un secondo momento, potremmo riattivare la sede provinciale e la parrocchia. Per quanto riguarda il Comboni College, ci vorrà più tempo, perché i danni strutturali sono stati ingenti, anche se avrebbero potuto essere molto peggiori.

Nel giugno scorso, io e padre Lorenzo Baccin abbiamo fatto una visita di quattro giorni a Khartoum. Ci sono segni di speranza: gli studenti, la chiesa locale e i cristiani ci aspettano. Nel frattempo, il Comboni College è stato aperto a Port Sudan.

Il nuovo Comboni College è stato aperto a Port Sudan.

Quanto a Beirut stavano facendo gli spirituali quando c’è stato l’attacco di Israele. Ora la situazione è molto più calma. Però ci sono ancora bombardamenti nella zona sud. Noi siamo nella zona nord, un po’ fuori città, e questo è rassicurante.

Sulla presenza comboniana in Eritrea, padre Ghaim Haileselassie ha detto che nel paese ci sono solo otto confratelli sacerdoti in quattro comunità. Al momento, hanno 19 aspiranti, 2 postulanti, 3 scolastici (di cui 2 stano facendo il servizio militare obbligatorio). Si cerca di dialogare con il governo, perché permetta ai nostri candidati non fare il servizio militare che occuperebbe un tempo lunghissimo.

Infine, fratel Ngunza Mboma Gédéon, rappresentante dei Fratelli dell’APDESAM, ha sottolineato il kairos vocazionale nella regione APDESAM e in particolare per quanto riguardo i Fratelli. Ha detto: «Siamo 43 fratelli (di cui 29 con voti perpetui). C’è stato un importante incontro a Nairobi durante il quale si è riflettuto sull’aggiornamento della formazione dei Fratelli, sulla promozione vocazionale, sulla condivisione di competenze e conoscenze per quanto riguarda opere di promozione umana, metodologie di lavoro, progettualità e risultati. Un grande aiuto ci viene dal Comboni Alliance for Social Entrepreneurship (CASE), un progetto comboniano che mira a facilitare la nascita e la crescita di imprese sociali nel contesto delle missioni comboniane nel continente. La sfida è quella di essere “catalizzatori di sviluppo umano” e generatori di un’economia più sostenibile».

Da sinistra, padre John Baptist, padre Vailati Marco (Ciad) e padre Kakule Muvawa Emery-Justin (Congo).

Mattinata del 17 settembre, Relazioni dell’Africa Francofona e dell’Europa

Durante le due sessioni del mattino del 15 settembre, sono state presentate le relazioni dell’Africa francofona (Rd. Congo, Togo-Ghana-Benin, Centrafrica e Ciad–ASCAF) e dell’Europa.

Terminata la presentazione della relazione dell’Ascaf, fratel Abotsi Koffi Afunonemu Pascal, rappresentante dei fratelli della regione Ascat, ha precisato che i fratelli dell’area sono coinvolti nell’animazione missionaria e culturale, nella formazione e nei progetti di sviluppo, nel dialogo interreligioso e nell’educazione. Ha aggiunto: «Le sfide sono quelle connesse alla possibilità di progetti in cui fratelli lavorino insieme agli studente e giovani e possano suscitare vocazioni, tenendo presente che si solito si lavoro in ambiente in cui prevale un chiaro clericalismo».

Da sinistra, padre John Baptist e padre Fabio Baldan (Italia)

La presentazione della relazione dell’Europa è stata moderata da padre Fabio Baldan, superiore provinciale dell’Italia. Terminata la lettura, ogni superiore di circoscrizione – padre Fabio Baldan (Italia), padre Miguel Angel Llamazares (Spagna), padre Ruben Padilla Rocha (London Province), padre Hubert Unterberger (DSP), padre Fernando Domingues (Portogallo) e padre Adam Zagaja, (Polonia) – ha preso brevemente la parola per aggiungere qualche specificità delle loro circoscrizioni.

Tra le principali sfide continentali emerse, figurano:

  • migranti (politiche sovraniste e contrarie all’arrivo e integrazione dei migranti);
  • secolarizzazione (società sempre più indifferente alla dimensione religiosa della vita) e mancanza di spiritualità (sete di spiritualità dei giovani);
  • cura degli anziani e ammalati (numero elevato di confratelli anziani e ammalati, che richiedono investimenti di considerevoli risorse umane e materiali);
  • interculturalità nelle nostre comunità (integrazione di confratelli proveniente da altre province extra europea);
  • animazione missionaria (crisi delle forme tradizionali di animazione);
  • accorpamento (diversità di vedute e di opinioni circa il bisogno o la convenienza di questo ministero);
  • economia sostenibile (strutture spesso sproporzionate rispetto al loro effettivo utilizzo).

Nelle due sessioni del pomeriggio, i partecipanti sono stati invitati a dividersi in gruppi per dialogare, offrire suggerimenti o porre domande relative dapprima al continente nel suo insieme e poi alle singole province. Ne è seguito un lungo, vivace e fruttuoso dibattitto.