Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

Ordinazioni sacerdotali

P. Calderón Vargas Juan Diego (DCA)  San José (CR)     09.01.2010
P. Yadjimadji Ondongar Claude (TC)    Sarh (TC)           06.02.2010
P. Paruñgao Cunanam Victor (A)     San Fernando (RP)   06.02.2010
P. Mula Eutiquio Muso (A)                     Tagum (RP)       12.02.2010
P. Kotoku Lawson Kwaku Evans (T)  Mafi-Kumase (GH)   13.02.2010

Opera del Redentore

Marzo                   01 – 07 DCA        08 – 15 EG          16 – 31 EC

Aprile                   01 – 15 DSP        16 – 30 E

Intenzioni di preghiera

Marzo - Perché, sull’esempio e per intercessione di San Giuseppe, i Fratelli Missionari Comboniani siano testimoni audaci di santità e di fraternità nel compimento dei loro ministeri, per la crescita del Regno. Preghiamo.

Aprile - Perché la crisi economica mondiale, che ha sconvolto la vita già precaria di milioni di persone, sia un’occasione per fare una seria riflessione sui nostri stili di vita impegnandoci a una maggiore sobrietà ed essenzialità. Preghiamo.

ASIA

Secondo Congresso Nazionale del Clero

Dal 25 al 29 gennaio 2010, il clero delle Filippine si è radunato per il Secondo Congresso Nazionale del Clero (SNCC) che aveva come tema “Fedeltà di Cristo e Fedeltà dei Sacerdoti”. Più di cinquemilacinquecento sacerdoti diocesani e religiosi da ogni parte della nazione si sono ritrovati al World Trade Centre per una settimana di rinnovamento spirituale sotto la guida di P. Raniero Cantalamessa.

Mons. Luis Antonio Gokim Tagle, vescovo di Imus, ha avuto il compito di mettere in relazione le parole di P. Raniero con le situazioni concrete delle Filippine. Ha parlato della sana tensione, nella vita del sacerdote, tra la preghiera e il coinvolgimento nel suo lavoro e ha evidenziato l’importanza che l’amore ha nel guidarlo nel suo senso del dovere e nell’applicazione della legge nel suo servizio pastorale.

Il Congresso, oltre che per il contenuto delle conferenze, le intense celebrazioni liturgiche e i significativi momenti di preghiera, è stato particolarmente importante come momento per celebrare il dono del sacerdozio e l’esperienza di amicizia tra il clero.

Un’inaspettata dimostrazione di amicizia

Nelle Filippine la partenza di qualcuno è sempre contrassegnata da una festa. La sera di domenica 24 gennaio, nella cappella San Daniele Comboni della nostra comunità di Roosevelt, Quezon City, si è svolta la festa di saluto per il confratello filippino P. Marnecio Coralde Cuarteros, prossimo a lasciare il paese per la sua nuova assegnazione in Brasile, dopo cinque anni di servizio nella Delegazione come promotore vocazionale. Il programma prevedeva una S. Messa presieduta da P. Marnecio e concelebrata dagli altri sacerdoti della comunità, seguita da un piccolo rinfresco. Quello che non ci aspettavamo è stato l’incredibile numero di persone che hanno partecipato, trasformando l’occasione in una spontanea dimostrazione di affetto per P. Marnecio e, di conseguenza, per i Missionari Comboniani. Dopo la celebrazione eucaristica c’è stata, quindi, la presentazione dei vari gruppi, specialmente delle scuole, dove P. Marnecio era andato a portare il suo messaggio vocazionale, mentre un improvvisato posto di ristorazione serviva cibo ad una fila di gente che non finiva mai.

Così, la cerimonia è durata buona parte della serata in un clima di gioia e cordialità. Secondo alcuni, l’inaspettata e spontanea partecipazione è stata un segno di come il carisma comboniano si stia radicando nell’ambiente filippino, in questo caso, grazie all’influsso che un confratello filippino ha esercitato sulle persone.

Due ordinazioni sacerdotali

Quest’anno, nella nostra Delegazione, abbiamo avuto il dono di due ordinazioni sacerdotali.

Sabato, 6 febbraio, tutti i Comboniani presenti nelle Filippine si sono recati a San Fernando, nella regione di Pampanga, per la solenne ordinazione sacerdotale di Victor Cunanan Paruñgao. Per l’occasione, con loro sono arrivate anche una cinquantina di persone provenienti da Manila. L’ordinazione ha avuto luogo nella parrocchia di sant’Agostino ed è stata presieduta dall’arcivescovo di San Fernando, Mons. Paciano Basilio Aniceto. La famiglia di P. Victor – i genitori e i dieci fratelli e sorelle con le loro mogli o mariti – portavano tutti il tradizionale barong tagalog e hanno dato una testimonianza eccezionale di unità e sostegno a P. Victor. P. Miguel Angel Llamazares González ha portato i ringraziamenti dell’Istituto e ha stupito i presenti salutandoli nella lingua locale, il kapampanga.

Il giorno seguente, domenica sera, la chiesa di sant’Agostino si è riempita di nuovo per la gioiosa e sentita “Messa di Ringraziamento” nella quale P. Victor ha espresso la sua gioia, per aver raggiunto il suo sogno, e la sua disponibilità a servire la missione nella sua prima assegnazione come formatore del postulandato.

La settimana successiva, precisamente venerdì 12 febbraio, quasi tutti i confratelli delle Filippine, accompagnati da amici, sono volati a Davao, nell’isola meridionale di Mindanao, per partecipare all’ordinazione sacerdotale di Eutiquio Muso Mula. La sua ordinazione si è svolta nella cattedrale di Tagum City, assieme ad altri cinque diaconi diocesani, ed è stata presieduta dal vescovo Mons. Wilfredo D. Manlapaz. La grandiosa cattedrale era stipata di parenti e di parrocchiani dei sei diaconi. Nonostante il caldo torrido, i fedeli hanno partecipato di cuore e devotamente alle tre ore di cerimonia.

La “Messa di Ringraziamento” del neosacerdote filippino è stata celebrata nella sua parrocchia, Nostra Signora dell’Assunzione. La mamma di P. Eutiquio, in carrozzella, è stata presente ad entrambe le cerimonie e si è commossa fino alle lacrime, in particolare quando è stato annunciato che suo figlio era stato destinato al Kenya.

CENTRAFRIQUE

Tavola rotonda sulle elezioni

Il Centrafrica si avvia verso le elezioni presidenziali e legislative. Si svolgeranno nel 2010. Il processo elettorale è già iniziato anche se l’opposizione e il partito al potere non si sono ancora messi d’accordo sulla rappresentatività all’interno della commissione elettorale indipendente.

Nel contesto dell’educazione dei giovani e con la preoccupazione di formare le coscienze, la parrocchia Notre Dame de Fatima ha organizzato, per domenica 14 febbraio, una tavola rotonda sulle elezioni, proprio per aiutare i giovani, attraverso l’analisi e le riflessioni di esperti, ad andare alle elezioni con gli occhi aperti. La conferenza è stata animata dalla signora Timoléon Kokongo, avvocato. Ad arricchire il dibattito e a precisare il pensiero della Chiesa sulla politica c’erano P. Lorenzo Frattini, Comboniano, segretario della commissione Giustizia e Pace all’interno della Conferenza Episcopale Centrafricana, e il giurista Dieudonné Mamadou. Lo scambio di idee si è svolto in un clima leale e senza compiacimenti. I giovani hanno detto di non aver ancora preso conoscenza del codice elettorale vigente. E questo, per loro, è un ostacolo. Ma sono stati motivati a coinvolgersi nelle elezioni dato che costituiscono la parte maggioritaria degli elettori centrafricani. Il loro voto potrebbe essere decisivo se le elezioni dovessero svolgersi nella trasparenza e nel rispetto del gioco democratico. I partecipanti alla tavola rotonda erano 160, tra cui i giovani delle altre parrocchie di Bangui e del centro cattolico universitario.

Prima della chiusura dell’incontro, il confratello P. Léonard Ndjadi Ndjate, vicario della parrocchia di Fatima, ha indicato la data, il tema e quelli che interverranno al terzo Forum dei giovani nel prossimo mese di agosto. Questo forum vuole essere uno spazio di riflessione, di formazione cristiana e di dibattito sui temi roventi che agitano la vita dei giovani d’oggi, cioè, formazione dei leader cristiani in grado di prendere in mano il destino di questo paese nel cuore dell’Africa.

EGITTO - KUWAIT

Parrocchia San Daniele Comboni in Kuwait

Il 29 gennaio 2010 il Vicario Apostolico Mons. Camillo Ballin ha eretto la parrocchia San Daniele Comboni nella città di Jleeb al-Shu-youkh, a circa 20 Km dalla capitale, dove vivono diverse migliaia d’indiani, molti dei quali sono illegali e quindi non possono venire in cattedrale per la Messa. Sette fanatiche approfittano di questa situazione per “rubare fedeli” e attirarli ai loro gruppi. Appunto per contrastare questa emorragia di cattolici, il 24 settembre 2008 era stata aperta la Missione San Daniele Comboni: due appartamenti, in cui abitano tre sacerdoti indiani (la quarta stanza è cappella per l’adorazione perpetua, molto frequentata dalla gente). La Messa era celebrata quotidianamente solo in casa, alle 6 del mattino. Era proibito cantare per non disturbare i vicini, i quali avrebbero potuto denunciare alla polizia che si facevano cerimonie religiose nel palazzo. Infatti, qui è vietato celebrare fuori della chiesa riconosciuta.

Finalmente abbiamo preso in affitto un salone che è ora la nostra chiesa, ovviamente abusiva. È, quindi, una parrocchia che cammina sulle acque. Da un momento all’altro potremmo ricevere l’ordine della polizia di chiudere tutto, sperando che non ci siano conseguenze ancora più pesanti. L’erezione di questa parrocchia è un rischio continuo, ma San Daniele Comboni ci aiuterà. Lo abbiamo scelto perché, come ha fondato la Chiesa in Sudan, così ora la fondi anche qui.

La gente è entusiasta di avere una parrocchia e si sta organizzando in modo splendido. Sono state distribuite centinaia di cartoline del Comboni e anche un opuscolo in inglese sulla sua vita, preparato dal primo parroco, un carmelitano indiano. Prima della Messa solenne è stato proiettato un filmato in inglese, sempre su Comboni, e la gente l’ha seguito con estrema attenzione, nonostante stessero tutti in piedi (non c’e’ posto per mettere delle sedie). Sanno che lì assisteranno alla Messa, ma sempre in piedi! Due bellissimi ritratti a olio, uno della Madonna e l’altro del Comboni, regalati da Mons. Jaime Rodríguez Salazar (Perù), invitano alla preghiera e rendono meravigliosa questa chiesa illegale. In ogni parrocchia del Vicariato ogni giovedì, alla fine della Messa, si pronuncia una preghiera speciale a San Daniele Comboni perché ci dia un terreno e una chiesa in quella città: mettiamo il futuro nelle sue mani.

ITALIA

MISNA

Durante l’ultima assemblea dell’Agenzia Misna sono stati presentati alcuni dati sulla visibilità dell’Agenzia Misna sul sito web. La voce dei missionari è ora ancora più presente che in passato nella Misna: l’ultima rilevazione è stata soprattutto in concomitanza con il Sinodo Africano che la stessa Misna ha riportato ben oltre 100 volte. Continua la tempestività della Misna nel fornire notizie. Una prova recente sono stati i servizi e le informazioni forniti sul terremoto di Haiti.

Sta emergendo una nuova realtà: la presenza sempre più rilevante delle notizie Misna nei blog. Tra dicembre e gennaio, Misna è stata citata 1.908 volte. Si nota anche un aumento dei siti che facilitano l’accesso a Misna attraverso link e riferimenti vari. Particolarmente positiva risulta la presenza Misna nei blog, essendo questi una realtà che tocca un pubblico prevalentemente giovanile. Stralciamo dal messaggio che Nicodemo ha scritto in un blog: “Guardando la catastrofe scatenata dal terremoto che ha distrutto la città di Port-au-Prince, mi vengono in mente tanti pensieri ma, su tutti, tre in particolare: pregare, informarsi, aiutare”.

Un altro dato interessante è che la Misna ha tra gli abbonati tutte le ambasciate e tutti i consolati d’Italia all’estero, più alcune organizzazioni internazionali.

 

KHARTOUM

Campagna elettorale

Dopo tanti rinvii, dopo accese polemiche e recriminazioni reciproche, dopo tanti dubbi, finalmente pare che i problemi principali siano stati risolti, almeno in qualche modo, e la campagna elettorale si è messa in moto. Ufficialmente il 12 gennaio i candidati sono scesi in campo e hanno iniziato a presentare i loro programmi.

I candidati in lizza per il posto di presidente sono dodici, tutti musulmani, tutti del Nord eccetto uno, il candidato del partito di Turabi, che è un Denka musulmano. Nell’accordo di pace del 2005, il CPA dice che se nel primo round nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta, ci sarà un ballottaggio tra i due che avranno raggiunto il maggior numero di voti.

I candidati sono dodici, ma quelli che hanno qualche speranza di farcela e sui quali si concentra l’attenzione sono tre: Bashir, Al Mahdi e Arman.

Bashir è il presidente uscente. Capo del paese da quando s’impadronì del potere con un colpo di stato vent’anni fa, sul suo capo pende un mandato di cattura internazionale di giudizio per vari crimini contro l’umanità commessi nel Dar Fur. Bashir e il suo partito, il National Congress Party, contano di utilizzare l’eventuale vittoria, che ritengono certa, anche per legittimare in qualche modo Bashir di fronte all’opinione mondiale, compresa la corte criminale internazionale. Bashir ha aperto la sua campagna nello stadio Hilal a Omdurman in modo festoso. Benché si senta sicuro di vincere al primo round con la maggioranza assoluta, tuttavia ha dichiarato che, se si dovesse passare al ballottaggio, ne rispetterà i risultati e si farà da parte se dovesse perdere. Secondo gli esperti, Bashir non ha un vasto sostegno popolare, tuttavia ha dalla sua parte la possibilità di usare tutto l’apparato dello stato.

L’altro candidato, diciamo storico, è Sadiq Al Mahdi, tradizionale figura politica di spicco, capo di un grande partito e movimento religioso, già due volte capo del governo e due volte cacciato dai militari, prima Nimeri e poi Bashir. Gioca a suo favore il fatto di continuare ad avere i suoi sostenitori tradizionali che, anche sotto i regimi militari, hanno mantenuto la loro influenza sulla gente. Al Mahdi spera nel ballottaggio, così tutti potrebbero allearsi contro Bashir e lui potrebbe tornare al governo. È responsabile di molte cose negative nella politica del Sudan. Nella guerra contro il Sud ha favorito la politica dell’arabizzazione e islamizzazione, anche se in certe occasioni si è appoggiato ai sudisti contro Bashir. La gente del sud, però, ha visto in lui solo opportunismo politico.

Il terzo uomo è Yasir Arman, un uomo nuovo sulla scena politica ma non del tutto. È il capogruppo del SPLM al parlamento di Khartoum e segretario del settore Nord dello stesso partito. Potrebbe essere l’alternativa. Lo slogan elettorale è “cambiare”. È del Nord, è Musulmano, però ha combattuto accanto a quelli del Sud di cui condivideva gli orientamenti: stato laico, principi democratici, attenzione agli emarginati. Sin dai tempi dell’università, e prima di fuggire all’estero per arruolarsi nel SPLM, è stato membro attivo delle forze di sinistra e poi in movimenti di liberazione. Una volta approdato al SPLM è rimasto fedele fino alla fine, anche nei momenti di crisi. Anche lui spera nel ballottaggio e naturalmente anche lui conta sul fatto che tutte le forze contrarie a Bashir formino un’alleanza attorno al suo nome. Il fatto che sia del SPLM potrebbe aiutarlo, in caso di vittoria, a rappacificare il Sud con il Nord.

In conclusione, l’impressione è che la campagna elettorale sia cominciata bene. Certo, siamo alle prime battute e senz’altro i toni si faranno più accesi. Tuttavia la gente si augura che le paure della vigilia siano state esagerate e che invece il processo possa svolgersi pacificamente. È già una grande cosa che i Sudanesi finalmente provino a confrontarsi nei dibattiti politici anziché sui campi di battaglia. L’impressione è che il processo elettorale in se stesso sia molto positivo, una scuola di democrazia nei fatti. Aiuta le persone a riflettere e a valutare le varie posizioni. Si spera che la gente ci prenda gusto. Anche i toni del dibattito unione-separazione pare si siano smorzati. La gente continua a tenere la propria posizione, ma si parla già molto del dopo-referendum, e si fa sempre più strada l’idea che, qualunque sia il risultato del referendum, le due parti del paese dovranno in un certo senso avere un percorso comune, nell’interesse di tutti: un percorso ovviamente non imposto ma concordato.

MALAWI-ZAMBIA

Assemblea provinciale

La nostra assemblea provinciale si è svolta a Lilongwe, Malawi, dall’8 al 12 febbraio e vi hanno partecipato quasi tutti i confratelli della provincia. Infatti, come ci ricorda la Regola di Vita, “l’Assemblea provinciale tratta i vari aspetti della vita e attività della provincia. Essendo un’espressione di solidarietà e di vita comunitaria, ogni missionario vi prende parte” (RV 130). Ringraziamo tutti i confratelli per la loro attiva, fraterna e fruttuosa partecipazione: abbiamo sperimentato un grande spirito di famiglia fra tutti i membri della provincia.

In questi quattro giorni abbiamo affrontato i temi principali in agenda: introduzione ai Documenti Capitolari, revisione del Direttorio provinciale, Relazioni dei Segretariati, Relazione sull’andamento del piano sessennale e pianificazione per il futuro. Una copia degli Atti del XVII Capitolo Generale è stata distribuita ai confratelli. Dopo l’introduzione generale sui nove temi del Capitolo, fatta dai tre delegati capitolari della nostra provincia (Fr. Jonas Yawovi Dzinekou, P. Jesto Michael Bwalya e P. Dário Balula Chaves), abbiamo dedicato del tempo alla riflessione personale e alla condivisione di gruppo, come punto di partenza per un approfondimento da continuare nelle varie comunità. Durante l’assemblea abbiamo anche rivisto e aggiornato il Direttorio provinciale che sarà approvato più tardi. Dopo le Relazioni dei Segretariati e quella presentata dal provinciale, sul piano sessennale, abbiamo riflettuto insieme e approvato alcune risoluzioni per il futuro.

Alla fine di quest’assemblea siamo più consapevoli del fatto che gli Atti Capitolari sono un dono speciale del Signore per aiutarci a vivere in modo più profondo la nostra vocazione missionaria. Ci impegniamo anche, nel corso di quest’anno, a utilizzarli nella nostra preghiera personale e nella condivisione comunitaria.

Oltre che una forte esperienza di comunione tra noi, l’assemblea è stata un evento importante di formazione permanente che ci aiuterà a rinnovare il nostro impegno alla missione secondo il nostro carisma comboniano, contestualizzato nella provincia del Malawi-Zambia.

RSA

Consacrazione episcopale di Mons. Giuseppe Sandri

Il 31 gennaio 2010, una bella giornata di sole, nella diocesi di Witbank c’è stata una gioiosa celebrazione. Molta gente è venuta dalle varie parrocchie della diocesi e da quella vicina. Il clero della diocesi era felice, dopo un anno di sede vacante, di dare il benvenuto al nuovo vescovo, Mons. Giuseppe Sandri. Erano presenti tutti i Comboniani che lavorano in Sudafrica, compresi gli undici scolastici di Pietermartzburg. Erano presenti anche i provinciali dell’Africa anglofona e Mozambico (APDESAM) con il rappresentante del Consiglio Generale, P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie. Hanno partecipato alla celebrazione trenta vescovi della Conferenza Episcopale del Sudafrica, il Segretario del Nunzio Apostolico, molte suore e fratelli, oltre che membri di altri Istituti. L’Arcivescovo Buthi Joseph Tlagale, presidente della Conferenza Episcopale e Arcivescovo metropolitano di Johannesburg ha presieduto la celebrazione accompagnato da Mons. Mogale Paul Nkumishe, già vescovo della diocesi di Witbank e ora della diocesi di Polokwane, e Mons. Hugh Patrick Slattery, vescovo della diocesi di Tzaneen. La commissione organizzativa della diocesi di Witbank ha preparato l’evento in modo splendido. Ringraziamo il Signore per aver scelto un Missionario Comboniano come pastore di questa diocesi fondata proprio dai Comboniani che comprende la regione di Mpumalanga e parte di quella di Limpopo. Mons. Sandri ha lavorato più di vent’anni in questa diocesi. Conosce bene la gente e le lingue parlate in queste regioni del nord del Sudafrica che confinano con il Mozambico. Ha aiutato a tradurre i “libri deuterocanonici” in Tsonga-Shan-gaan per realizzare un’edizione cattolica della Bibbia in cooperazione con la Società Biblica Sudafricana. Anzi, ha appena terminato di preparare la seconda edizione.

Tutti hanno gioiosamente preso parte alla cerimonia che è durata quattro ore, cantando e danzando sotto il sole di mezzogiorno. Durante l’offertorio sono stati portati molti doni in segno di gratitudine e ringraziamento. Alla fine è stato servito un pranzo per tutti i presenti.

Nel suo discorso, Mons. Sandri ha citato le parole che Comboni ha rivolto alla popolazione di Khartoum: “Il giorno e la notte, il sole e la pioggia mi troveranno ugualmente e sempre pronto ai vostri spirituali bisogni…” (S 3158).

Auguriamo al nuovo vescovo lo spirito e il coraggio di camminare sulle orme di Cristo e di Comboni e di donare la sua vita per il bene della gente, secondo le parole che ha scelto per il suo motto “venio ministrare” (“vengo a servire”).

UGANDA

Centenario dell’arrivo dei Comboniani

P. Sylvester Hategek’Imana, provinciale, ha così ricordato il centenario dell’arrivo dei Missionari Comboniani e gli inizi della fede cattolica nel Nord Uganda.

“Cari confratelli, cento anni fa, esattamente il 17 febbraio 1910, un gruppo di Comboniani guidati da P. Franz Xaver Geyer giunsero qui, via Omach, portando nel loro cuore nient’altro che il desiderio di far conoscere la Buona Novella. Siamo fieri di poter dire che, grazie ai loro sforzi, alla loro determinazione e abnegazione, alla loro passione per il Vangelo, siamo giunti a questa celebrazione di oggi. Unitevi a me, dunque, in questo 17 febbraio 2010, per rendere grazie al Signore per le meraviglie che ha compiuto attraverso di loro e di tanti altri confratelli che durante questi cento anni sono stati protagonisti della missione nel nord Uganda. Molti di loro hanno sacrificato la vita per l’unica causa di Cristo, condividendo pienamente il destino di Gesù, guida e maestro, nella fedeltà fino a dare la propria vita.

Penso che non sia un caso che questo giorno coincida con il mercoledì delle ceneri, primo giorno della Quaresima. È un segno che ci introduce più profondamente nel mistero della nostra redenzione, ricordandoci che come Missionari Comboniani stiamo iniziando nuovamente un cammino d’impegno in questo mistero.

La celebrazione ufficiale del centenario si svolgerà il 20 marzo 2010 nella diocesi di Nebbi e sono riconoscente alla Chiesa locale di Nebbi, Arua e Gulu che ha scelto quest’occasione per rinnovare l’impegno di fede dei cristiani. È questo lo spirito e il significato di questa celebrazione. Unitevi a me nell’accogliere questo dono prezioso che la Chiesa locale ci offre, con un senso di gratitudine verso i confratelli che ci hanno preceduto nella fede e nell’Istituto.

Visitando le nostre comunità di Gulu, Lira e Moroto/Kotido ho constatato quanto difficili siano le sfide che dobbiamo affrontare come provincia, dopo un secolo di presenza in Uganda. Non scoraggiamoci, non lasciamoci tentare dal pessimismo, ma crediamo che Colui che ci ha chiamati e consacrati possa fare ancora, attraverso di noi, grandi cose”.

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: Matías, di P. Carrera Augusto Francisco (KE); Augustin, del novizio Prosper Tehou (BEN).

LA MADRE: François, di P. Louis Kouevi Adjetey Mawoulolo (T); Pierina, di P. Domenico Cibei (I); Maria, di P. Giuseppe Simoni (T).

IL FRATELLO: Seamus, di P. Robert David Hicks (LP), Rudolf, di P. Anton Maier (†), Juan José, di P. Rubén Padilla Rocha (M).

LA SORELLA: Suor Celeste (suora francescana), di P. Manuel Ferreira Horta (P); Ester, di P. Mario Negrini (M); Veronica, di Fr. Fernando Cesaro (KE).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Martina De Guidi; Sr. M. Giuditta Rocco.

Marzo 2010 - n. 673