Sabato 16 agosto 2025
Dal 31 luglio al 4 agosto 2025 i vescovi africani si sono riuniti a Kigali, capitale del Ruanda, per la loro Assemblea plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM). Il tema scelto, “Cristo, fonte di speranza, riconciliazione e pace: la visione della Chiesa-famiglia di Dio in Africa per i prossimi 25 anni (2025-2050)”, ha un respiro profetico e interpella profondamente il continente.

Questo tema non è solo una bella formula. Risuona in un contesto segnato da tensioni persistenti, conflitti ricorrenti e profonde fratture sociali. Ponendosi sotto lo sguardo di Cristo, fonte inesauribile di riconciliazione, la Chiesa in Africa sceglie di ricordare che la pace non è solo il frutto di negoziati politici, ma anche una grazia che nasce da cuori trasformati.

L’orizzonte 2050 fissa un obiettivo: pensare fin da oggi i cammini affinché la Chiesa-famiglia di Dio sia non solo testimone, ma anche artefice di speranza in un mondo che cambia rapidamente. Questo obiettivo richiede una visione strategica che integri la formazione dei giovani, l’impegno per la giustizia sociale, il dialogo interreligioso e la tutela della dignità umana.

La scelta di Kigali: una città simbolo

Riunire questa Assemblea a Kigali non è una scelta neutra. La capitale ruandese porta ancora nella memoria le ferite del genocidio del 1994, in cui furono massacrate più di 800.000 persone. Tuttavia, Kigali è anche diventata un simbolo di resilienza e ricostruzione, un laboratorio di riconciliazione nazionale, anche se il cammino rimane imperfetto.

Questa scelta assume ancora più peso alla luce delle attuali tensioni tra il Ruanda e il suo vicino, la Repubblica Democratica del Congo, legate in particolare alle violenze che continuano a imperversare nella parte orientale del Congo. Accogliere i vescovi africani in questo contesto significa collocare la Chiesa al centro della frattura, dove la speranza sembra fragile, per proclamare che la pace è sempre possibile, anche nel cuore delle ferite.

La speranza, un’urgenza africana

L’Africa del 2025 sta vivendo un boom demografico senza precedenti, ma anche una maggiore vulnerabilità alla povertà, alle migrazioni forzate, ai conflitti etnici e religiosi, ai cambiamenti climatici. Di fronte a questo quadro, la speranza cristiana non è ingenuità: diventa una forza attiva che spinge all’azione, una leva per scelte politiche ed economiche incentrate sull’uomo e non su interessi particolari.

Cristo, in questa prospettiva, non è solo un modello morale: è la fonte viva che rinnova la missione della Chiesa, affinché si avvicini ai poveri, portatrice di riconciliazione e testimone di pace nelle nazioni.

Prospettive per il 2025-2050: una Chiesa attrice di trasformazione

Fissando l’orizzonte al 2050, i vescovi invitano la Chiesa africana a uscire da una pastorale di semplice mantenimento per entrare in una dinamica missionaria e trasformatrice. Questa prospettiva implica una solida formazione dei laici, dei sacerdoti e dei religiosi per affrontare le sfide culturali, economiche ed etiche del futuro; un impegno sociale coraggioso, capace di denunciare le ingiustizie e di dialogare con le autorità politiche per la promozione del bene comune; una testimonianza profetica di riconciliazione, che attraversa le frontiere etniche, linguistiche e nazionali; una maggiore attenzione ai giovani, affinché siano formati non solo per il mercato del lavoro, ma anche per diventare costruttori di pace e una Chiesa attenta alla salvaguardia del Creato, consapevole che i cambiamenti climatici colpiranno duramente il continente.

Un cammino di fede e di audacia

L’Assemblea di Kigali rimarrà come un momento in cui la Chiesa in Africa ha voluto proiettarsi, non lamentandosi delle sfide, ma contando sulla forza di Cristo per inventare un futuro nuovo. Kigali, con le sue ferite e la sua rinascita, diventa così lo specchio dell’Africa: un continente ferito ma in piedi, fragile ma portatore di un potenziale immenso, martoriato ma chiamato alla pace.

Ripartendo da Kigali, i vescovi africani portano con sé una missione: fare della Chiesa-famiglia di Dio in Africa un segno vivente che la riconciliazione è possibile, che la pace è realizzabile e che la speranza non è un sogno ma una scelta quotidiana, radicata in Cristo.

Yanick Nzanzu Maliro – Settimana News