NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ
BUON NATALE
SANTA SEDE
Nomina di Mons. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, M.C.C.J.
Il 21 novembre, il Santo Padre ha nominato oggi Mons. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, M.C.C.J., Vescovo Ausiliare dell’Arcieparchia di Addis Abeba (Etiopia), membro del Dicastero per le Chiese Orientali.
Come famiglia comboniana, ci uniamo con gioia e riconoscenza a questa notizia, lieti e onorati per il servizio che il Santo Padre gli affida a beneficio della Chiesa universale.
Accompagniamo Mons. Tesfaye con il nostro affetto, la nostra vicinanza fraterna e la preghiera, chiedendo al Signore di sostenerlo in questo nuovo incarico.
DIREZIONE GENERALE
Messaggio del consiglio generale in occasione dell’incontro con i membri del Comboni Survivors’ Group (CSG)
“Grati per il cammino fatto”
Tenendo ben salde nel nostro cuore le parole del nostro compianto Papa Francesco, che ci ha ricordato che «un vero incontro significa non solo parlarsi, ma anche ascoltarsi con il cuore», siamo molto grati per il cammino percorso, attraverso una serie di incontri svoltisi nel corso degli anni tra i Comboni Survivors’ Group (CSG) nel Regno Unito e la Direzione dei missionari comboniani , conclusosi con l’incontro tenutosi presso la residenza dell’arcivescovo a Westminster il 2 ottobre 2025.
Questo percorso ha visto, da una parte, il grande coraggio mostrato dai membri del CSG nel condividere le difficili esperienze del loro passato e, dall’altra, la dedizione della direzione generale dei missionari comboniani nell’ascoltare, nel rispondere e nell’impegnarsi, passo dopo passo, per un cambiamento significativo nel corso di questi anni. In questo senso, sono degni di nota l’esito dell’audit indipendente dei missionari comboniani in Inghilterra e Galles dalla Catholic Safeguarding Standards Agency (CSSA) nel luglio del 2025 e la Safeguarding Policy per tutti missionari comboniani ovunque essi siano presenti recentemente pubblicata.
Va detto che tutti i partecipanti hanno continuato a lavorare insieme con apertura, onestà e rispetto, pur essendo dolorosamente consapevoli dell’impatto duraturo degli abusi subiti durante l’infanzia e del peso che questi comportano per tutta la vita per le vittime e le loro famiglie. Ultimo, ma non per importanza, va segnalato il profondo debito di gratitudine dovuto a S.E. il Cardinale Vincent Nichols per la sua saggezza, guida e incoraggiamento nel presiedere le nostre riunioni.
In relazione all’ultimo incontro svoltosi, è degno di nota il livello di soddisfazione personale per il punto a cui si è arrivati, con l’accettazione di un passato che non può esser cambiato, e con la comprensione che è ora possibile un passo avanti verso una maggiore pace interiore. Si è anche riconosciuta la profondità spirituale di questo percorso di guarigione che è allo stesso tempo esigente e gratificante – un percorso di solidarietà e compassione condivisa da quanti si sono coinvolti in esso.
Da parte dei missionari comboniani, la Direzione rimane impegnata nel dialogo continuo e nella cura pastorale dei membri del CSG, anche se in futuro tale impegno si concentrerà in Gran Bretagna, basandosi sul modello di comunicazione consolidato sviluppato tra il superiore provinciale locale e il coordinatore del Comboni Survivors’ Group.
Incontro annuale del consiglio di economia a Roma
Dal 25 al 28 novembre si è tenuto presso la casa generalizia a Roma l’incontro annuale del consiglio di economia (CdE), che ha riunito i rappresentanti continentali, i consiglieri tecnici e l’economato generale. Il prossimo incontro si svolgerà online nel gennaio 2026.
Nel suo intervento introduttivo, il superiore generale, padre Luigi Codianni, ha espresso gratitudine per il servizio svolto dai membri del CdE e ha evidenziato tre priorità per il futuro: una gestione economica più sostenibile nelle circoscrizioni, un maggiore investimento nella formazione degli economi e una preparazione adeguata alle implicazioni del processo di accorpamento delle circoscrizioni in corso in seno all’Istituto. Ha inoltre chiesto al CdE di accompagnare le province in questa fase di cambiamento, affinché la riorganizzazione sia trasparente e sostenibile sotto il profilo economico e amministrativo.
Padre Angelo Giorgetti, economo generale, ha così riassunto i temi più rilevanti su cui si è incentrata la discussione: «Si è valutata l’attuale situazione economica dell’Istituto e sono stati preparati i preventivi per il 2026, che saranno sottoposti al consiglio generale per l’approvazione. Abbiamo poi ripreso i principali elementi emersi nella recente assemblea intercapitolare riguardo all’economia, con particolare riferimento alle implicazioni del processo di accorpamento e al supporto richiesto al CdE per affrontare le questioni tecniche che ne deriveranno. Infine, ci siamo dedicati alla valutazione e alla pianificazione dei percorsi formativi attualmente in corso: la “Palestra dell’Economo”, i corsi presso gli scolasticati e i Centri Internazionali di formazione per Fratelli (CIF), e quelli rivolti ai nuovi economi di circoscrizione»
La giornata del 28 novembre è stata arricchita da un pellegrinaggio giubilare alla Basilica di San Giovanni in Laterano, con la celebrazione eucaristica presieduta da padre Giulio Albanese, dal marzo 2023 direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali e dell’ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese, della diocesi di Roma.
Opera del Redentore
Dicembre 01 – 15 PE 16 – 31 U
Gennaio 01 – 15 A 16 – 31 BR
Intenzioni di preghiera
Dicembre 2025: Signore Gesù, fonte di pace, aiutaci ad essere missionari generosi, a portare il tuo messaggio di amore fraterno a chi vive nell'angoscia, ad essere fratelli dei bisognosi e a liberare gli oppressi, secondo lo stile di San Daniele Comboni. Preghiamo.
Gennaio 2026: Perché la Parola di luce e di verità continui a donare speranza alle donne e agli uomini del nostro tempo e trovi giovani pronti a rispondere alla chiamata di Dio e all’impegno missionario. Preghiamo.
Calendario liturgico comboniano
DICEMBRE
|
3 |
San Francesco Saverio, sacerdote, Patrono delle missioni |
Festa |
Ricorrenze significative
DICEMBRE
|
1 |
Beata Clementina Alfonsina Anuarite Nengapeta, vergine e martire |
Congo |
|
3 |
San Francesco Saverio, sacerdote, Patrono delle missioni |
Festa, Mozambico, Spagna |
|
12 |
Beata Vergine Maria di Guadalupe, Patrona delle Americhe |
Messico |
BRAZIL
Ritiro e assemblea provinciale
Dal 20 al 26 ottobre i membri della provincia si sono riuniti per il ritiro e l’assemblea provinciale, svoltisi presso il Centro di Convivenza “Madre del Buon Consiglio”, a Jundiaí (São Paulo).
Il ritiro, guidato da padre Alfredo Gonçalves, della Congregazione dei Padri Carlisti (Scalabriniani), si è svolto dal 20 al 24 ottobre. Sono stati giorni di intensa preghiera, caratterizzati dal silenzio, dall’ascolto e dalla condivisione, alla luce dell’esperienza di Gesù di Nazareth. La riflessione si è concentrata, in particolare, sulla sintesi tra la “montagna” (l’esperienza della preghiera come dialogo con il Padre, per sintonizzarsi con il suo progetto), il “cammino” (il servizio missionario nelle periferie esistenziali) e la “tavola” (la vita di comunione fraterna e di sinodalità). La valutazione del ritiro è stata molto positiva, soprattutto per il clima di fraternità e per la concretezza delle riflessioni proposte da padre Alfredinho.
Dopo il ritiro, si è svolta l’assemblea provinciale (dal 24 al 26 ottobre), che prevedeva all’ordine del giorno la valutazione dell’ultimo triennio, la pianificazione dei prossimi tre anni, l’elezione del superiore provinciale e il sondaggio per la scelta dei consiglieri provinciali. Sono stati giorni intensi, con molti argomenti importanti per la vita della provincia. (padre Raimundo Rocha, mccj)
Forum della Famiglia Comboniana sull’ecologia integrale e COP30
Dall’11 al 18 novembre, 39 rappresentanti della Famiglia Comboniana, provenienti da 15 nazioni e impegnati in quattro continenti, si sono riuniti a Belém do Pará, per partecipare al Forum della Famiglia Comboniana sull’ecologia integrale, in occasione della 30ª Conferenza delle Parti (COP30) in Amazzonia.
I missionari hanno preso parte a diversi spazi istituzionali di incontro e dibattito organizzati attorno alla COP30, in particolare alla Cúpula dos Povos e al Tapiri Interreligioso. Hanno inoltre dedicato tre giorni al lavoro comune durante il Forum, condividendo momenti di spiritualità, presentando azioni di ecologia integrale realizzate nelle diverse missioni e facendo risuonare quanto visto e ascoltato negli spazi della COP30.
Si sono sentiti toccati e interpellati come membri di una Chiesa “in uscita”, alleata con le conoscenze ancestrali e scientifiche, in un dialogo ecumenico e interreligioso che apre la mente e il cuore. Hanno celebrato la vita e la testimonianza di molti martiri che hanno fatto causa comune con il grido della terra e delle comunità impoverite.
Animati dal carisma comboniano e dall’eredità della dottrina sociale della Chiesa, soprattutto dal magistero di Papa Francesco e dagli appelli della Laudato si’, i partecipanti hanno rinnovato il loro impegno, come Famiglia Comboniana, per l’ecologia integrale e, tra le altre azioni, si sono proposti di:
La valutazione generale dei partecipanti è stata molto positiva. (padre Raimundo Rocha, mccj)
CONGO
Giubileo d’argento della parrocchia Nostra Signora del Buon Soccorso – Una storia di grazia e di speranza
La parrocchia Nostra Signora del Buon Soccorso, a Bibwa, quartiere di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, ha celebrato il suo Giubileo d’Argento il 26 ottobre 2025. Il tema dato alla giornata è stato: “Una storia di grazia e di speranza”.
La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Clet-Clay Mamvemba, segretario-cancelliere e rappresentante del cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, concelebrata da una quindicina di sacerdoti, alla presenza di diverse centinaia di fedeli.
Nell’omelia, don Clet-Clay si è felicitato con la comunità parrocchiale per il cammino compiuto e per il suo impegno, e l’ha incoraggiata a proseguire con la stessa fervente dedizione l’opera di evangelizzazione in uno spirito di comunione, nell’amore di Cristo e al servizio dei più poveri.
Ha inoltre ringraziato i missionari comboniani e le altre congregazioni religiose operanti nella parrocchia per il loro impegno missionario. Don Clet-Clay ha, quindi, esortato i cristiani a vivere il Giubileo in rendimento di grazie per le meraviglie compiute dal Signore in questi 25 anni, percorrendo un cammino di conversione e di riconciliazione tra i membri della comunità parrocchiale. Ha invitato, infine, la comunità a guardare al futuro con speranza: «Dopo questi 25 anni, guardiamo al nostro futuro senza paura e procediamo insieme nella speranza, per rendere la nostra vita parrocchia sempre migliore».
Nata come comunità cristiana nel 1992 grazie agli sforzi pastorali dei missionari saveriani e del clero locale, la parrocchia è stata ufficialmente eretta il 22 ottobre 2000 e affidata ai missionari comboniani. Il primo parroco fu padre Antonio Aparicio. In quella data memorabile, mons. Daniel Landu, di venerata memoria, celebrò l’Eucaristia alla presenza degli alunni della scuola locale, dei cristiani di Bibwa, di Wungu e di altre parrocchie vicine: Sant’Angela, Santa Lucia, San Matteo e San Giacomo.
Secondo la testimonianza del signor Macaire Eyupar, vicecoordinatore del comitato organizzatore del giubileo, la comunità è molto soddisfatta del lavoro svolto dai missionari comboniani: «Sono arrivati qui quando il luogo era privo di tutto. Il buon lavoro che hanno fatto a Bibwa è oggi davanti gli occhi di tutti: la costruzione della chiesa e delle strutture parrocchiali, l’accompagnamento della comunità cristiana, la costruzione della scuola, lo scavo di pozzi, l’assistenza ai bambini malnutriti, e tanto altro».
La parrocchia di Bibwa è cresciuta al punto da dare origine a tre nuove parrocchie: San Paolo VI e la Beata Pauline Jaricot, affidate ai missionari comboniani, e Santi Pietro e Paolo, affidata al clero diocesano.
Fin dalla sua erezione, la comunità parrocchiale si sente in cammino, ispirata dalle parole del cardinale Joseph-Albert Malula (1917–1989), di venerata memoria: «La vostra fede diventerà adulta quando si esprimerà in atti concreti di carità, sostenuti dalla speranza in Dio, che non può sbagliarsi né ingannarci. Vi esorto a partecipare attivamente alla vita delle vostre parrocchie, vivendo la comunione ecclesiale all’interno delle vostre comunità di base, partecipando alla celebrazione eucaristica, che è il centro di ogni autentica vita cristiana, e compiendo i compiti pastorali che la nostra Madre Chiesa vi affida».
Don Clet-Clay ha invitato la comunità parrocchiale di Bibwa a dare una risposta coraggiosa alle molte sfide che si trovano davanti: dotandosi di buone infrastrutture parrocchiali, scolastiche e sanitarie; accrescendo il senso di appartenenza e comunione; vivendo la sinodalità e privilegiando la formazione permanente; diminuendo la povertà presente nella maggioranza della popolazione, e ponendo fine alla situazione di insicurezza causata dai giovani delinquenti del quartiere (chiamati kuluna).
Padre Séraphin Adobo, parroco della parrocchia, è fiducioso che, con la grazia di Dio, la comunità saprà affrontare queste sfide attraverso la preghiera e l’intensificazione della formazione dei giovani e dei membri dei diversi gruppi e commissioni.
La celebrazione eucaristica si è conclusa con la benedizione della nuova statua della Vergine Maria, dei nuovi servizi igienici e del nuovo podio, finanziati interamente dai contributi dei fedeli. (Fratel Kakule Silusawa Lwanga, mccj)
DEUTSCHSPRACHIGE PROVINZ
130 anni di presenza comboniana a Bressanone
La Provincia di lingua tedesca (DSP) dei missionari comboniani ha festeggiato il 130° anniversario della propria presenza a Bressanone-Milland con due giornate di celebrazioni, il 18 e 19 ottobre, alla presenza del superiore generale, padre Luigi Codianni, e del vicario generale, padre David Domingues. Circa trenta persone provenienti da Graz e dintorni – dove l’istituto è impegnato in attività pastorali – hanno voluto unirsi alla festa in occasione di un loro viaggio parrocchiale in Nord Tirolo e Alto Adige.
L’apertura dell’anniversario, sabato 18 ottobre, è avvenuta nella cappella della nostra casa, dove padre Baumann Reinhold ha ripercorso i 130 anni di storia della presenza comboniana a Bressanone. Nel suo intervento ha ricordato come, alla fine dell’Ottocento, l’Impero austro-ungarico era la potenza protettrice delle missioni in Sudan. Quando Verona e Limone sul Garda, paese natale di san Daniele Comboni, passarono all’Italia nel 1866, la monarchia asburgica espresse il forte desiderio di avere, se non proprio la casa madre, almeno una importante filiale dell’istituto comboniano nel proprio territorio.
Fino ad allora, tutti i candidati alla missione – provenienti in gran parte dai territori dell’Impero austro-ungarico e da quello tedesco – dovevano imparare l’italiano per poter studiare teologia a Verona. A causa delle cosiddette “leggi gesuitiche”, prima della Prima guerra mondiale non era possibile fondare comunità religiose in Germania. Ma il governo imperiale di Vienna insistette perché i comboniani avessero almeno una sede più grande in una città di lingua tedesca.
Nel maggio 1895 fu così acquistato un terreno di circa 14 ettari a Milland, alla periferia di Bressanone. Poiché i Missionari di Mill Hill avevano già una loro sede in città, ai missionari comboniani fu inizialmente vietato reclutare candidati in Alto Adige. Di conseguenza, i nostri studenti provenivano soprattutto dalle odierne Austria, Slovenia e Germania.
Da allora la casa è diventata un importante centro di formazione missionaria, che nei primi decenni contava in media 65 membri tra padri, fratelli, scolastici e novizi. Le due guerre mondiali segnarono profondamente i confratelli di lingua tedesca: molti di loro furono chiamati alle armi e non fecero più ritorno.
Il momento culminante del giubileo è stata la messa solenne bilingue – in tedesco e in italiano – celebrata domenica 19 nella chiesa parrocchiale di Milland, dedicata san Joseph Freinademetz. Il superiore provinciale, padre Grabmann Hubert Josef, ha presieduto la celebrazione; l’omelia è stata tenuta dal superiore generale, che ha offerto una riflessione sulla missione come cuore dell’identità comboniana.
Tra i concelebranti figuravano, oltre al vicario generale, anche i padri Radol Austine Odhiambo, consigliere generale, Otii Alir Moses (Graz), Sierra Moreno José Aldo (Sudafrica), Weber Franz, e i padri Donati Tullio (Trento-Italia) e Benedetti Donato (Limone-Italia), a testimonianza del forte legame con la provincia italiana.
Dopo la messa, i partecipanti si sono ritrovati per un rinfresco in piedi. I tre scolastici della comunità formativa di Graz – Ilolube Tandir Blondel (CN), Osuna Félix Jesús Daniel (M) e Wairimu Wilson Njoroge (KE) – e una missionaria laica comboniana ugandese residente in Alto Adige avevano preparato chapati e maandazi, che hanno aggiunto un tocco di sapore africano all’agape fraterna, proprio nel giorno della Giornata missionaria mondiale.
La celebrazione ha avuto anche un valore simbolico: la chiesa parrocchiale di Milland fu, infatti, consacrata esattamente quarant’anni or sono, il 19 ottobre 1985, dieci anni dopo la beatificazione di Josef Freinademetz, canonizzato nel 2003, assieme a san Daniele Comboni.
Le due giornate di festa si sono concluse con un pranzo comunitario nella grande sala della casa comboniana, tra canti, amicizia e gratitudine per una lunga storia di impegno missionario.
In occasione dell’anniversario, Radio Maria Südtirol ha trasmesso una intervista a padre Franz Weber sul tema “Missione, il tema fondamentale della mia vita”.
Un ringraziamento speciale va a fratel Tremmel Friedbert, alla comunità comboniana di Bressanone-Milland e a tutto il personale per la preparazione, l’organizzazione e la riuscita di queste giornate di festa e di fraternità.
EGITTO/SUDAN
Il superiore generale in visita in Sudan
«Quando osservi una foresta da lontano, non vedi alcun sentiero. È quando ti avvicini che scorgi un varco». Con queste parole il nostro collaboratore laico di lunga data, Mansour Mahani, di Omdurman, descrive la riapertura della scuola Comboni Boys’ a Masalma, Omdurman, lo scorso settembre, nonostante tutte le difficoltà e i molti timori.
La saggezza contenuta in queste parole descrive bene la visita in Sudan del superiore generale, padre Luigi Codianni, svoltasi dal 4 al 21 novembre. La presenza di padre Luigi in questo periodo turbolento di guerra è stata quell’“avvicinarsi” che potrebbe consentire all’Istituto di guardare al Sudan con occhi rinnovati.
È arrivato a Port Sudan martedì 4 novembre. Mercoledì e giovedì ha avuto l’opportunità di visitare la nuova sede del Comboni College of Science and Technology, la scuola secondaria e alcune delle nostre scuole nelle periferie. Ha inoltre incontrato online il vescovo ausiliare di Khartoum, mons. Daniel Adwok, in partenza per l’assemblea plenaria dei vescovi a Malakal. Il vescovo ha espresso il desiderio che i missionari comboniani continuino sia il loro lavoro di catechesi e cura pastorale, sia il loro impegno educativo. Ha anche sottolineato l’importanza di essere realistici in questo periodo di guerra e ringraziato i missionari comboniani per la loro testimonianza di resilienza a Kosti.
Dopo aver ottenuto (con qualche ritardo) i permessi necessari, i superiori generale e provinciale sono partiti, venerdì 7, per Atbara per incontrare l’arcivescovo Michael Didi e ascoltare da lui quale possa essere la visione della Chiesa locale in questo difficile momento. Sabato 8, hanno proseguito il viaggio verso Kosti, dove sono arrivati la mattina di domenica 9, in tempo per la celebrazione della messa.
Il superiore generale ha potuto visitare i centri parrocchiali e le scuole (in particolare Kadugli, Quartiere 63, Lea e Goz el-Salam) ed è rimasto molto colpito nel vedere che i confratelli di Kosti sono contenti di rimanere, nonostante tutte le difficoltà. Anche tra la gente, la determinazione ad andare avanti e a non arrendersi è palpabile.
Dopo ulteriori ritardi nell’ottenere i permessi, il superiore generale e il superiore provinciale sono partiti, giovedì 13, per Omdurman, dove si sono uniti a padre Yousif William e padre Lorenzo Baccin, trasferitisi due settimane prima nella casa delle Missionarie della Carità. Venerdì 14, hanno visitato Khartoum (Comboni College, Villa Gilda, la scuola Saint Francis, il cimitero e la cattedrale) e la nostra casa provinciale a Khartoum Nord. La desolazione del centro di Khartoum è solo timidamente interrotta da poche persone che camminano per le strade deserte; eppure, qua e là si vedono negozi in riparazione e uomini al lavoro per ricostruire ciò che resta delle loro case e dei loro luoghi di lavoro. La nostra casa provinciale, sulla riva del Nilo, è rapidamente reclamata dalla vegetazione, ulteriore segno della resilienza della vita e del passare del tempo; tuttavia, nel complesso, si può essere grati che le strutture abbiano riportato solo danni lievi. Sabato 15, i due hanno visitato la parrocchia di Masalma, con le sue due scuole. Colpisce sentire come gli insegnanti siano stati pronti a lavorare con quasi nessuno stipendio pur di riportare i bambini a scuola. Domenica 16 i padri hanno celebrato l’Eucaristia con la comunità cristiana di Thaura (blocco 48).
La visita ci ha permesso di comprendere che, per ora, è meglio riaprire la nostra presenza a Masalma; per questo stiamo ora chiedendo all’arcivescovo di nominare uno di noi come parroco. Stiamo anche pianificando alcuni interventi di manutenzione (la parte principale riguarda la riparazione delle lamiere forate dai proiettili, e poi alcuni muri, l’arredamento e il ripristino di elettricità e acqua).
Il superiore generale ha concluso la sua visita a Port Sudan con incontri personali con i confratelli della comunità e una riunione online con il consiglio provinciale e il consigliere generale per l’APDESAM. La riflessione sui futuri scenari è vivace e piena di speranza. L’ultimo giorno il superiore generale ha partecipato alla celebrazione della messa nel centro Christ the King a Inqaz, sobborgo meridionale di Port Sudan, dove – grazie anche alla solidarietà della DSP e della Provincia Italiana – lo scorso anno sono state costruite nuove strutture scolastiche. Anche questo è un segno di speranza, mentre la comunità locale si prepara a tornare a essere un centro in cui catechesi e liturgie possano svolgersi regolarmente.
La guerra in Sudan continua a infuriare, come ricordano le terribili notizie dal Darfur. La foresta è fitta, e a volte il cammino può sembrare oscuro e impenetrabile. Ma un passo alla volta, il sentiero si apre. (Padre Diego Dalle Carbonare, mccj)
EUROPA
Assemblea europea della formazione a Verona
Dal 4 al 7 novembre, presso la Casa Madre dei missionari comboniani di Verona (Italia), si è svolta l’Assemblea europea per la formazione. Hanno partecipato 16 missionari di 12 nazionalità, impegnati nel ministero della pastorale giovanile vocazionale e nella formazione di base e permanente nel continente europeo.
Ad eccezione della London Province, tutte le circoscrizioni europee – Italia, Portogallo, Spagna, Germania e Polonia – hanno inviato i propri rappresentanti. Erano presenti anche padre Elias Sindjialim, assistente generale; padre José de Jesús Villaseñor, segretario generale della formazione; padre Sylvester Hategek’Imana, dell’équipe centrale della formazione permanente a Roma; e padre Fernando Domingues, superiore provinciale del Portogallo e referente continentale per la formazione.
I temi affrontati hanno riguardato la pastorale giovanile in Europa, la formazione permanente (con l’aiuto di padre Sylvester Hategek’Imana), e l’accompagnamento nel cammino formativo e di discernimento vocazionale.
«Ci siamo confrontati sulla complessità di questo continente e sulle difficoltà di incontrare i giovani di oggi. Al tempo stesso, tuttavia, siamo animati dalla speranza che il carisma comboniano rimanga sempre un grande dono per la Chiesa e per la società, anche europea, e dalla grande sete dei giovani di una spiritualità incarnata e di testimonianze di solidarietà», ha dichiarato padre Stefano Giudici, formatore allo scolasticato di Casavatore (Italia).
Attualmente sono 39 i giovani comboniani che frequentano corsi di teologia in Europa, per la maggior parte africani, distribuiti nelle quattro case di formazione: due scolasticati – a Casavatore (Italia), con 16 scolastici, e a Granada (Spagna), con 15 – e due comunità formative – a Graz (Austria), con 3 scolastici, e a Maia (Portogallo), con 5. In totale, gli scolastici dell’Istituto comboniano sono 198.
ITALIA
L’ACSE ringrazia suor Lucia per il servizio ai migranti a Roma
L’8 novembre scorso, soci, volontari e amici dell’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi (Acse) si sono riuniti nella sede di Roma per salutare la missionaria comboniana suor Lucia Cacelli con una celebrazione eucaristica. Dopo sei anni di servizio all’Acse, suor Lucia è stata destinata a una nuova missione presso la casa madre del suo istituto, a Verona. All’Acse suor Lucia ha insegnato italiano ai migranti e si è particolarmente impegnata nella distribuzione dei viveri: ogni giovedì l’Associazione distribuisce circa 100 pacchi di alimenti ai migranti.
I partecipanti alla celebrazione hanno ringraziato calorosamente suor Lucia per il suo generoso impegno a servizio dei migranti e le hanno augu-rato un proficuo apostolato nella nuova destinazione. Nell’occasione è stata presentata la suora che sostituirà suor Lucia all’Acse: è Ornella Monti, già missionaria in Kenya.
Suor Lucia ha svolto il suo servizio missionario in diversi Paesi dell’Africa (tra cui Repubblica Centrafricana, Congo e Camerun) e dell’America Latina (Messico, Costa Rica e Guatemala), dedicandosi all’insegnamento, alla promozione della donna, alla formazione dei catechisti e alla preparazione delle candidate comboniane. (Padre Venanzio Milani, mccj, presidente dell’Acse)
Università di Padova – Convegno su padre Ezechiele Ramin – “Una vita per i diritti umani”
Giovedì 13 novembre 2025 si è tenuto presso l’Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, un convegno dal titolo “Padre Ezechiele Ramin — Una vita per i diritti umani”. I due relatori, padre Giovanni Munari, compagno di formazione e di missione in Brasile di padre Ezechiele, e Antonio Ramin, fratello di Ezechiele, introdotti da padre Gaetano Montresor, quasi coetaneo di Ezechiele, sono intervenuti nel Corso di relazioni internazionali, su invito del prof. Marco Mascia.
Un centinaio di persone, per lo più giovani studenti, hanno seguito con attenzione e interesse la ricca esposizione dei due relatori. Una grande emozione ha accompagnato l’intero convegno.
Padre Munari ha presentato un percorso storico molto documentato sulla situazione sociopolitica del Brasile negli ultimi sessant’anni: i governi succedutisi, le scelte economiche e le loro conseguenze sociali devastanti sia per la popolazione che per il territorio, fino alla grave crisi sociale e ambientale degli anni più recenti.
In questo Brasile ha vissuto e operato padre Ezechiele Ramin per poco più di un anno e mezzo, dal gennaio 1984 al luglio 1985. È stato assassinato il 24 luglio 1985, subito dopo essersi presentato all’appuntamento con i suoi uccisori in una sincera e coraggiosa solidarietà con i contadini, ai quali era negata ingiustamente la terra che loro spettava.
Antonio Ramin ha iniziato il suo racconto con un’affermazione molto forte: «Padre Ezechiele non è morto. È stato ucciso!». Perché è stato ucciso, e da chi? Ezechiele aveva scelto di proteggere la dignità e la vita dei contadini, come gli avevano chiesto le loro madri, mogli e figli.
Questa scelta era frutto di un lungo percorso iniziato in famiglia, dove Ezechiele aveva respirato valori civici e morali, in particolare quello della giustizia, al quale sarebbe rimasto fedele fino al martirio.
Solo nel tragico momento del suo assassinio la sua famiglia scoprì che Ezechiele non apparteneva più solo a loro, ma alla Chiesa e al mondo. Arrivato in Brasile, un Paese dalle proporzioni enormi – la parrocchia di Cacoal copriva un’area grande quanto il Veneto –, si inserì nel suo ruolo di sacerdote seguendo Cristo in quella realtà, affrontando sfide enormi in materia di diritti umani, in particolare la difesa della vita e la giustizia.
Dagli atti del processo si apprende che ciascuno degli uomini che gli spararono ricevette una somma pari a circa 50 euro. Puntuale l’affermazione finale di Antonio: «Padre Ezechiele parla oggi più di quanto parlasse in vita».
Una giovane studentessa universitaria, di nome Catherine, ha letto alcuni brani degli scritti di padre Ezechiele scelti dal fratello Fabiano.
A chiudere il convegno è stato l’intervento dell’avvocato Mariano Paolin, già notaio attuario nel processo diocesano di beatificazione e nella rogatoria internazionale del tribunale brasiliano svoltasi a Padova. L’avvocato Paolin, assieme a un collega brasiliano, è riuscito a ottenere – dopo quarant’anni di inutili tentativi – il documento ufficiale riguardante il terreno in cui si svolsero sia l’incontro di padre Ezechiele con i contadini sia il luogo, poco distante, dove fu ucciso. Il documento certifica che padre Ezechiele non aveva violato alcuna proprietà privata: il terreno era pubblico.
Nozze d’oro della parrocchia San Martín de Pangoa
Quest’anno la parrocchia di San Martín de Pangoa celebra i 50 anni di fondazione. Situata nel cuore del territorio peruviano, ai margini dell’Amazzonia, fa parte del vicariato apostolico di San Ramón. Il suo territorio, di oltre 6.000 km², si estendeva dalle pendici orientali delle Ande fino al fiume Ene.
Inizialmente la zona fu affidata a un padre francescano. Dopo la sua tragica morte nel fiume Tambo, per 22 anni fu seguita dalla parrocchia più vicina, che garantiva le messe domenicali e nelle principali festività. Sedici anni or sono, è stata affidata ai missionari comboniani.
Il vasto territorio ospita diverse comunità native appartenenti alle etnie nomatsiguenga e asháninka. Fu questo il principale motivo per cui la provincia comboniana del Perù decise di assumere la missione nel 2009, in linea con una delle priorità continentali: il lavoro con i popoli indigeni.
In verità, la presenza comboniana a Pangoa risale al 2003, quando padre Gianni Pacher, assegnato alla vicina comunità di Palca, si occupò della parrocchia per sei anni e vi costruì il Collegio parrocchiale “San Daniele Comboni”, che oggi accoglie quasi 800 studenti, e iniziò a occuparsi della zona rurale, con oltre 200 comunità native, centri abitati e frazioni.
Con l’apertura ufficiale della comunità comboniana, la parrocchia è cresciuta. Sono sorte numerose cappelle e comunità, alcune distanti molte ore di cammino. Da allora, a Pangoa hanno lavorato 16 comboniani, tra padri, fratelli e scolastici impegnati nel servizio missionario.
Tre anni or sono è stata creata una nuova parrocchia, staccando la zona più lontana, conosciuta come Missione dell’Alto Río Ene. Qui per molti anni ha svolto il suo lavoro missionario padre Pedro Percy Carbonero.
Nel contesto delle celebrazioni del 50° anniversario di fondazione è stata allestita una mostra fotografica sulla storia dell’evangelizzazione in queste terre, che risale al XVII secolo. È stato indetto anche un concorso di disegno e pittura dedicato al patrono della parrocchia (San Martino de Porres), la cui festa cade il 3 novembre, giorno centrale delle celebrazioni, con la processione e la messa solenne. L’Eucaristia è stata presieduta da padre Alfonso Tapia, vicario generale del vicariato, seguita da un momento di condivisione fraterna nel salone parrocchiale. Nei giorni precedenti, si erano svolti un recital di cori, una sfilata di persone “travestite” da vari santi, e una serata artistica.
Al presente sono tre i comboniani presenti a Pangoa: padre Díez Maeso Lorenzo, padre Miąsik Maciej Tomasz e lo scolastico Mwaba Mathews, impegnati nel servizio missionario nella vasta missione, dando priorità alle comunità native nomatsiguenga, con un costante sforzo nell’apprendimento della loro lingua per poter animare sempre meglio le celebrazioni e curare adeguatamente la formazione degli animatori cristiani. È in fase di costruzione un centro culturale e di supporto sociale per le comunità native.
Non mancano i primi frutti tangibili dell’evangelizzazione svolta tra le comunità indigene nomatsiguenga: ci sono già un aspirante comboniano e diversi animatori cristiani; entro la fine dell’anno, avremo l’ordinazione di un diacono permanente. Nella zona urbana, invece, vantiamo già un diacono permanente e alcuni gruppi pastorali animati da laici impegnati che, nella loro semplicità, perseverano nella speranza per poter diventare in futuro più numerosi e meglio organizzati. Noi cerchiamo di sostenerli nel miglior modo possibile: perché il loro impegno sia costante e sempre più sincero, li formiamo nella Scuola di evangelizzazione che il vicariato gestisce per i ministeri laicali. (La comunità comboniana di Pangoa).
SUDAFRICA
Visita dell’economo generale
Dall’11 al 23 novembre, abbiamo avuto l’onore di ospitare per la prima volta l’economo generale, padre Angelo Giorgetti, dall’11 al 23 novembre 2025. Durante la visita, ha collaborato con il fratel Paulo Felix, economo provinciale, per la verifica dei conti provinciali e affrontato alcune questioni tecniche riguardanti il sistema contabile, nella sede provinciale di Kensington. Ha inoltre incontrato gli economi locali e i membri del segretariato provinciale dell’economia a Silverton, Pretoria.
Dal 17 al 22 novembre, assieme a fratel Paulo e a padre John Baptist, superiore provinciale, padre Angelo ha tenuto un corso di formazione allo scolasticato di Pietermaritzburg sui seguenti temi: economia e il XIX Capitolo Generale; principi di contabilità; struttura giuridica e organizzativa dell’Istituto; Fondo totale comune, e le sfide del nostro sistema economico. Nel corso dell’incontro, padre John Baptist ha presentato il Codice Deontologico e il documento Politica di Tutela.
La visita è stata un’importante occasione di comunione con l’intero Istituto. Padre Angelo, con professionalità e grande disponibilità, ha sensibilizzato la comunità sulla gestione responsabile delle risorse e sulle implicazioni economiche della missione, richiamando l’esempio di San Daniele Comboni.
Siamo profondamente grati per la sua presenza e confidiamo che quanto appreso porti frutti abbondanti per la nostra provincia e per il futuro dell’Istituto. (Padre John Baptist Opargiw e fratel Paulo Felix).
PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI
LA MADRE: Bruna, di padre Gianni Gaiga (PE); Manzalie Monique, di padre Claude Ondongar (EGSD); Maria Auxiliadora, di padre Dunn Álvarez Henry Oswaldo (†); Ornella, di fratel Alberto Degan (I)
IL PADRE: Giampietro, di padre Fabio Baldan (I); Gervais Paluku Kalwana, di padre Kakule Muvawa Emery-Justin (DRC)
IL FRATELLO: Antonio, di fratel Domenico Cariolato (I); Juan, di padre Arellano Hernández José (EGSD); Giovanni, di padre Lenzi Francesco (I); Gesuino, di padre Serra Teresino (I) e di suor Gina Serra (I);
LA SORELLA: Carmen Vicente, di padre Serrano Aparici Vicente (E)
LA NONNA: Paulina, dello scolastico Wilson Njoroge (KE)
SUORE COMBONIANE: Sr. Gambarin Maria Luigia; Sr. Stellato Donatina