Venerdì 22 agosto 2025
Da domenica scorsa, 17 agosto, tre strade cittadine sono state re-intitolate ad altrettanti cittadini per onorarne la memoria: suor Giusy Lupo, missionaria comboniana, padre Nicola di Iorio, missionario comboniano, e Antonio Cormano, un giovane morto annegato nel tentativo di salvare un amico dalle acque del vicino lago. Con apposita targa, è stato ricordato anche Antonio Mascoli, il ragazzo che Antonio Cormano aveva cercato di salvare. Un riconoscimento a tre persone che hanno offerto la propria vita a servizio del prossimo.
Conservare la memoria di vite spese per gli altri
È stato davvero emozionante ricevere, già dai primi di maggio, l’annuncio della delibera dell’amministrazione comunale di Celenza Valfortore, in provincia di Foggia. Nella persona del sindaco, Massimo Venditti, i cittadini hanno realizzato un sogno che li accompagnava da tempo: dedicare tre strade tre figli di questa terra che hanno saputo donare la propria vita per il bene degli altri: padre Nicola di Iorio, suor Giusy Lupo e Antonio Cormano.
«Predicate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Con queste parole il Risorto affidò agli apostoli il mandato missionario universale, assicurando la sua costante presenza. Le stesse parole hanno risuonato con forza nella vita di suor Giusy e di padre Nicola, degni figli di san Daniele Comboni, che in Brasile e in Etiopia hanno consumato la loro vita fino alla fine. «Da parte nostra – recita la delibera comunale – è un giusto e doveroso riconoscimento verso chi ha sacrificato, in tempi, luoghi e modi diversi, la propria vita per il prossimo».
Come membri della famiglia comboniana, in quattro consorelle abbiamo avuto la gioia di partecipare a questo grande evento, celebrato a Celenza Valfortore sabato 16 e domenica 17 agosto 2025. Già dal sabato sera, grazie alle amiche più care di suor Giusy, è stata organizzata una veglia di preghiera nello stile di Taizé, alla quale ha preso parte numerosa la comunità parrocchiale. È stato un momento intenso di memoria e di gratitudine per l’eredità che suor Giusy ha lasciato alle sue compagne di adolescenza e di gioventù: una spiritualità missionaria e comboniana vissuta con autenticità, che continua a dare frutto.
Particolarmente toccante è stata la presenza di tanti bambini che, pur non avendo conosciuto suor Giusy, hanno proclamato con entusiasmo e freschezza i suoi messaggi spirituali e missionari. Questi stessi messaggi, custoditi dalle loro mamme come un tesoro prezioso, sono diventati per loro una guida di vita. È stato un momento che ha commosso tutti: le lacrime sgorgavano spontanee, non di dolore ma di gratitudine e di rinnovato impegno a proseguire il cammino che suor Giusy aveva iniziato sin da piccola, con il desiderio di «vivere come amici sempre» fino agli ultimi confini della terra.
Profonda è stata anche la commozione dei genitori di suor Giusy, papà Pietro e mamma Maria, che con il cuore colmo di emozione e le lacrime agli occhi hanno percepito come la loro figlia continui a essere missionaria comboniana anche dal cielo, toccando i cuori e infiammando di passione per la missione.
La domenica mattina abbiamo vissuto un momento particolarmente significativo per tutta la cittadinanza, ritrovandoci al municipio insieme con il sindaco e l’amministrazione comunale. Accompagnati dalla banda, in processione ci siamo diretti verso la Chiesa Madre, dove il parroco, padre Zaccaria – originario della Tanzania – ha presieduto la celebrazione eucaristica. Nella sua omelia, ispirata al Vangelo della domenica, ci ha invitati a mantenere sempre acceso il fuoco dell’amore di Cristo nel mondo.
La memoria di suor Giusy, di padre Nicola e di Antonio Cormano, che hanno donato senza misura la loro vita per gli altri, diventa per noi stimolo a camminare sulle loro orme, pronti anche noi a vivere per il bene altrui perché l’amore di Cristo continui a vincere ogni resistenza di morte. La loro testimonianza è sorgente di vita piena: dal cielo essi si fanno presenti in noi, che siamo battezzati nel suo amore.
Commoventi sono state anche le parole del sindaco Venditti, che ha voluto condividere il ricordo personale del sacrificio di Antonio Cormano. Da adolescente, chiamato dagli amici ad aiutare un coetaneo scivolato in acqua, non esitò a gettarsi nel lago per salvarlo. Nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì a portarlo a riva e i due morirono insieme annegati. Un gesto eroico che la comunità non ha mai dimenticato.
Anche noi, sorelle comboniane, abbiamo voluto rivolgere alla comunità parrocchiale e civile due parole-chiave: grazie e benedizione. Grazie di cuore per questo evento così significativo, culminato nella benedizione delle targhe apposte nelle tre strade, poste vicino alle case dove vivono ancora oggi i genitori di suor Giusy e di padre Nicola, segni che la loro memoria continuerà a vivere nel cuore della cittadinanza e delle nuove generazioni.
Questo evento è per noi una vera “benedizione di Dio” per tutti. Fare memoria di suor Giusy e di padre Nicola significa continuare a essere benedizione, ricordandoci che ovunque ci troviamo, siamo chiamati a dire bene di Dio e a fare il bene nel suo nome.
Questa è l’eredità che oggi riceviamo da loro e che ci impegniamo a trasmettere alle nuove generazioni: essere forti nello spirito, irremovibili nella ricerca della verità, perseveranti nella preghiera, generosi nell’amore al prossimo, animati da compassione e solidarietà, fino al dono totale della vita per Cristo.
(Suor Tarcisia Ciavarella, missionaria comboniana)