Venerdì 12 settembre 2025
Nella giornata di giovedì 11 settembre si ha parlato della missione. Padre Fernando Galarza [nella foto], segretario generale della missione, ha presieduto la celebrazione eucaristica del mattino. All’altare c’erano anche i membri del Consiglio generale della missione, presenti all’assemblea intercapitolare.
Ecco un sunto dell’omelia di padre Fernando.
Nel brano di Vangelo della liturgia di oggi (Lc 6,27-38), Gesù ci presenta la via per vivere pienamente, felicemente e in pace. Per ben due volte, ci chiede di amare i nostri nemici, e ci indica tre modi concreti per amarli: «Fate del bene a quelli che vi odiano»; «benedite coloro che vi maledicono»; «pregate per quelli che vi trattano male».
Ma è possibile amare in questo modo? Come possiamo amare coloro che ci vogliono male? Da un punto di vista umano sembra del tutto impossibile. Giovanni, nella sua prima lettera, ci dice che possiamo amare, «perché Dio ci ha amati per primo» (1Gv 4,19). Il fondamento del nostro amore è la consapevolezza di essere amati da Dio. Se ci sentiamo amati da Dio, il nostro amore per il prossimo è vero e perseverante, ed è immagine viva dell’amore che Dio ha per tutti. Possiamo amare come ama Dio perché la sorgente del nostro amore è il cuore stesso di Dio.
Nel mondo di oggi – così pieno di violenza e guerre – Gesù ci chiama a essere suoi discepoli missionari e misericordiosi come il Padre nostro, pronti ad amare come ci ama lui. La proposta di Gesù non può rimanere un mero desiderio, ma va tradotta in opere concrete. Non è una pia esortazione morale, bensì uno stile di vita basato sull’amore. Gesù ci chiama a essere missionari della misericordia, della pace e dell’amore.
Durante questa assemblea intercapitolare, dobbiamo chiederci quale posto occupa l’amore nel nostro stile di vita e nella nostra missione. Prima di amare i nostri nemici, dobbiamo chiederci quanto amiamo i confratelli della nostra comunità e della nostra famiglia comboniana. Il “sogno” della “priorità 2” del XIX Capitolo generale recita: «Sogniamo comunità comboniane interculturali che vivono in fraternità orante come nel Cenacolo degli Apostoli, dove ci prendiamo cura gli uni degli altri. Comunità accoglienti, aperte alla collaborazione e al dialogo, e in cammino sinodale di discernimento, che trasforma la vita e porta all’impegno comune nella missione» (AC ’22, 16).
Mentre amiamo i nostri fratelli con i quali viviamo, come Gesù ci chiede di fare, domandiamoci come possiamo essere missionari della misericordia, promotori di pace, di giustizia e cura del Creato. Dobbiamo essere testimoni che un altro mondo è possibile. Durante questa assemblea intercapitolare, dobbiamo anche chiederci quale posto occupa l’amore nel nostro stile di vita e nel nostro modo di fare missione.
Dio è la fonte della misericordia. È lì che la nostra fragilità e la nostra miseria incontrano il cuore di Dio e il suo amore misericordioso. Ed è da qui che dobbiamo partire per annunciare il Vangelo e testimoniarlo con credibilità. È dall’esperienza della compassione e della misericordia di Dio che proclamiamo il vero volto del Dio, che è amore».
Di seguito, pubblichiamo un riassunto della Relazione del Sgm.
Siamo per natura un istituto missionario e facciamo ogni cosa al servizio della missione. Il Capitolo generale (2022) ci aveva proposto un piano di azione da prendere sul serio e implementare. Partendo dagli impegni definiti dal Capitolo, sono poi nati i piani sessennali delle circoscrizioni. È sorprendente notare come alcuni di questi piani abbiamo ignorano del tutto le indicazioni capitolari. Questa assemblea ha il compito di verificare in che misura le decisioni del Capitolo sono davvero in fase di implementazione.
Vantiamo una ricca storia di fedeltà alla missione anche in tempi di guerra. Siamo pronti ad andare nelle periferie del mondo. Nuove iniziative sono state varate, in particolare connesse alla cura della “Casa comune”. Inoltre, il Capitolo generale ci ha invitati a adottare la ministerialità come criterio per la riqualificazione dei nostri impegni.
La “linea guida 1” del Capitolo generale ci stimola a rispondere al grido di Madre Terra. Alcuni di noi, tuttavia, ritengono che l’ecologia non faccia parte della missione.
I segretari generali della formazione e della missione hanno organizzato varie iniziative e indetto incontri per aiutarci nell’implementazione delle priorità scelte dal Capitolo; molto è stato fatto in questo senso sul tema dell’ecologia integrale, sia a livello provinciale che continentale. Oggi il sito del Sgm offre materiale ricco e stimolante, pronto per l’uso.
Va tuttavia detto che c’è ancora molto da fare per raggiungere una vera “conversione all’ecologia integrale” e ritenere la dimensione di GPIC (Giustizia, Pace e Integrità del Creato) un aspetto trasversale e un necessario campo di azione all’interno della missione e del carisma comboniano.
Per implementare la “linea 2” del Capitolo generale, il Sgm ha preparato una guida su come aderire alle Piattaforma di iniziative Laudato si’, pubblicato vari articoli e schede sull’ecologia integrale, e varato l’iniziativa di un impegno giubilare comboniano. Purtroppo, le iniziative hanno trovato una ricezione molto povera all’interno dell’Istituto.
Per implementare la “linea 3” del Capitolo generale, relativa alla riqualificazione dei nostri impegni di pastorale specifica, il Sgm ha pubblicato e diffuso abbondante materiale sulla ministerialità e sulle priorità pastorali specifiche di ogni continente; in particolare, ha rilanciato la visione della pastorale suburbana in Africa.
I prossimi obiettivi del Sgm sono: animare i nostri gruppi continentali a riflettere sulle pastorali specifiche; sviluppare una metodologia di azione condivisa; programmare specializzazioni; spingere l’Istituto nel suo insieme ad andare oltre, a rinnovarsi, a uscire dall’idea che “si è sempre fatto così”.
Per implementare la linea “guida 4”, il Sgm ha cercato di riportare al centro dell’attenzione il valore dell’animazione missionaria e le nuove sfide che la caratterizzano. In tale scopo, si è organizzata un’assemblea generale, si sono avviati percorsi di riflessione e collaborazione a livello continentale, e si continua a stimolare l’implementazione delle linee guida capitolari a livello di circoscrizioni. In particolare, si vuole affrontare la sfida legata all’affermarsi del mondo digitale e dei social media.
Il Sgm ha scelto di lavorare in termini di sinodalità all’interno dell’Istituto, con l’intera Famiglia comboniana, con gli altri organi dell’istituto, con realtà intercongregazionali ed ecclesiali, e con organizzazioni civili.
Per implementare la linea “guida 6”, il Sgm ha cercato di incoraggiare un ripensamento dell’attività missionaria con riferimento ai gruppi umani da servire più che ad aree geografiche.
In sintesi, il Sgm stimola l’adesione alla Laudato si’, sostiene lo sviluppo di pastorali specifiche e di ministerialità, propone l’adozione di uno schema comune per elaborare piani di azione missionaria, lavora per l’adozione di un piano comune di comunicazione per le nostre riviste e i nostri centri di animazione missionaria (Cam), chiede la specializzazione di un adeguato numero di confratelli, e promuove lo sforzo di rimettere la missione al centro della nostra vita.
Altre priorità indicate dal Capitolo generale sono la spiritualità, l’identità, la formazione e l’economia. La spiritualità esige che recuperiamo la centralità della relazione con Cristo e della meditazione della Parola. L’approfondimento della nostra identità e della vita comunitaria esige che accogliamo l’interculturalità e che acquistiamo uno stile di cammino sinodale. La Regola di Vita offre strumenti utili alla costruzione di comunità vive, caratterizzate da preghiera in comune, regolare consiglio di comunità, programmazione, condivisione dei beni.
Quanto alla revisione della formazione, è necessario che i nostri candidati abbiano un senso di comunione con Gesù, missionario del Padre, e disponibilità a raggiungere le periferie umane come Comboni. Si tratta di recuperare le direttive del XV Capitolo generale, che raccomandavano che la prima destinazione dei neo-consacrati sia ad extra e che duri almeno 9 anni. Il l’esperienza chiamata “servizio missionario” dovrebbe essere una vera e propria iniziazione pratica alla vita missionaria e comunitaria, e preferibilmente da svolgersi in un luogo di missione piuttosto che nella provincia di origine. L’anno che precede l’ordinazione sia un anno pastorale.
Quanto all’economia, si mira a perseguire una gestione delle risorse che sia al servizio della missione e sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ecologico. La sfida sarà quella di usare i beni in modo evangelico e professionale allo stesso contempo, di perseguire trasparenza e professionalità, e di preparare tecnicamente i nostri economi. Strumento privilegiato sarà la piena adozione del Fondo comune totale, in sintonia con la Dottrina sociale della chiesa e l’“Economia di Francesco”.
La giornata si è conclusa con una preghiera presso la grotta della Madonna, nel parco della Curia. Si è reso grazie a Dio per il lavoro pastorale e missionario di tutti i comboniani, soprattutto quelli che svolgono il loro ministero in contesti di violenza e guerra. Inoltre, ci si è affidati all’intercessione di Maria, Madre della Pace, pregando perché ogni popolo possa ritrovare la speranza, la giustizia e il dono della riconciliazione, in comunione con tutte persone del mondo che desiderano la pace.