Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

I lavori del XVII Capitolo Generale

Domenica 6 settembre, si è aperto ufficialmente il XVII Capitolo Generale dei Missionari Comboniani, sul tema Dal Piano di Comboni al Piano dei Comboniani: riqualificare la missione, la formazione e il governo, riqualificando noi stessi. L’apertura solenne ha avuto luogo a Roma, presso la Casa generalizia, con l’Eucaristia presieduta dal cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Nel suo primo breve intervento P. Teresino Serra, Superiore Generale, ha sottolineato quattro ‘verbi’ che dovrebbero essere tenuti presenti in ogni momento dai 72 Capitolari: “Ricapitolare in Cristo e in Comboni tutto il cammino percorso fino ad oggi; ascoltare la Parola di Dio che ci orienta, la voce del popolo di Dio e la voce di Comboni; celebrare, perché il Capitolo deve essere una celebrazione gioiosa e gloriosa della nostra vocazione, e infine rivedere il nostro lavoro e il nostro stile di vita”.

Nei giorni precedenti, i Capitolari si erano preparati all’evento capitolare con un ritiro spirituale e l’ascolto di interventi di varia natura da parte di alcuni ospiti tra i quali gli ex Superiori Generali e la Madre Generale delle Missionarie Comboniane.

Dopo l’approvazione dello Statuto capitolare, i Delegati hanno eletto gli ufficiali e gli incaricati delle varie Commissioni. Segretario del Capitolo è Fr. Daniele Giusti, delegato capitolare delle Provincie comboniane di Kenya e Uganda. Primo fratello ad assumere tale importante incarico nella storia dell’Istituto, Fr. Giusti ha finora coordinato ottimamente i lavori del Capitolo. I ‘moderatori' sono P. Enrique Sánchez González, superiore della Delegazione del Centramerica; P. Daniel Cerezo Ruiz, provinciale della Spagna, P. Claudio Lurati, economo generale dell’Istituto, e P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, provinciale dell’Etiopia. I Capitolari, inoltre, hanno eletto come consiglieri del Superiore Generale alla presidenza del Capitolo i due confratelli più anziani: P. Venanzio Milani, delegato per l’Italia, e P. Salvatore Pacifico, provinciale di Khartoum (Sudan). La Commissione Speciale, infine, incaricata di tener conto delle proposte e delle tematiche del Capitolo, è composta da P. Antonio Villarino Rodríguez, superiore della Delegazione della Colombia; P. Rafael González Ponce, provinciale del Messico e P. Joseph Mumbere Musanga, delegato capitolare della provincia del Congo. Questa varietà di nomi e di provenienze è un ulteriore segno concreto dell’assetto multiculturale dell’Istituto. Nei giorni successivi, i Capitolari hanno ascoltato la relazione del Superiore Generale sullo stato attuale dell’Istituto e i rapporti dei diversi continenti.

Con le relazioni dei Segretariati generali, di Archivio e Studium Combonianum, biblioteca, servizi della Curia e le Relazioni Continentali, si è conclusa la fase dell’ascolto e del vedere. Ci siamo, quindi, inoltrati nel cuore del Capitolo, stabilendo le tematiche di maggiore urgenza che verranno affrontate da sette diversi gruppi di studio.

Il panorama ‘continentale’

Una parola di approfondimento meritano le Relazioni Continentali e sub-Continentali, contestualizzate dopo la presentazione globale con aggiunte dalle singole province.

Le province di lingua anglofona e Mozambico hanno aperto le relazioni, un blocco significativo di paesi in cui lavorano ad oggi 528 Comboniani, corrispondente al 30% dell’Istituto. Anche qui la media d’età va crescendo avendo superato i 56 anni, tuttavia si presentano grandi potenzialità e grandi segnali di speranza con il numero di membri ‘radicali’ che conta 187 confratelli e i candidati in formazione di base che costituiscono il 30% dell’intero Istituto. La relazione di questo sub-continente, che include province ‘storiche’ come Egitto, Sudan e Uganda, ha sottolineato il crescente cammino di collaborazione tra province e la volontà di affrontare insieme le grandi sfide che la rapida evoluzione delle società africane pone all’Istituto e alla sua missione, tra cui, in particolare, l’avanzata dell’Islam, le condizioni delle popolazioni ‘pastoraliste’, l’urbanizzazione sempre più accentuata, il grande numero di sfollati, rifugiati e migranti, l’urgenza della formazione dei giovani e di leader ecclesiali laici.

Il quadro dell’Africa ‘comboniana’ è stato poi completato con la presentazione delle quattro province di lingua francofona. Un blocco di paesi caratterizzato da grande dinamismo e un buon progresso nella collaborazione reciproca. Di questo sub-continente fanno parte 172 Comboniani, con una media di 52 anni d’età. Il loro futuro appare molto promettente, visto che il 35% dei giovani in formazione provengono da quest’area (51 scolastici e 3 fratelli nei CIF). I membri radicali di queste province sono 131, corrispondente al 41% del totale dei Comboniani africani, che conta 318 confratelli. Il personale attualmente operante nell’Africa francofona è in gran parte africano: il personale che lavora in Togo-Ghana-Benin, ad esempio, vede un 47% di confratelli africani. Grandi sono le sfide affrontate al presente dai membri di queste province, dovute al protrarsi dell’instabilità sociale e politica di paesi come il Ciad, il Centrafrica e, da molti anni, la Repubblica Democratica del Congo. In una prospettiva futura, i Comboniani di queste province hanno scelto quali impegni prioritari nella fedeltà al carisma una presenza in nuovi areopaghi come quello dei mezzi di comunicazione, una più equilibrata presenza nelle aree povere rurali e urbane, un orientamento verso una pastorale più ‘specializzata’ e un impegno di maggiore integrazione delle diverse espressioni del carisma e del servizio missionario nelle Chiese locali.

Nelle Americhe, i Comboniani contano 96 comunità, per un totale di 448 confratelli che lavorano in 12 diversi paesi marcati spesso da conflitti sociali, crisi economica, processi migratori e, in termini religiosi, da un substrato cristiano in veloce processo di trasformazione ad opera dei meccanismi secolarizzanti della globalizzazione. La relazione continentale e i contributi provinciali hanno descritto con chiarezza l’odierno quadro ecclesiale indicando quali siano i settori prioritari per attuare un’efficace riqualificazione degli impegni: consolidamento di presenza tra gli indios, le periferie urbane, l’animazione missionaria nel contesto del programma di Aparecida che ha parlato di ‘Missione Continentale’, la continuazione dell’impegno nella promozione di Giustizia, Pace e Integrità del Creato. Nel corso del dialogo non si sono potute evitare domande su quali siano i motivi che possono spiegare la grave crisi – anche nelle province di Nord, Centro e Sud America – del numero di vocazioni comboniane, e quali i maggiori ostacoli all’intenzione di unificare tra esse alcune province.

Anche se inclusa nel gruppo delle province d’America, la Delegazione dell’Asia ha esposto, in modo rapido ma interessante, una propria autonoma relazione, consapevole del numero ancora esiguo dei Comboniani che la compongono (oggi 19 confratelli), ma non per questo meno determinata a presentare al Capitolo la sfida di affrontare l’opera di evangelizzazione nel continente più popoloso e meno evangelizzato del globo.

Con la relazione del continente europeo si è conclusa la fase dell’ascolto. Alcune delle maggiori sfide e problematiche per il futuro dell’Istituto sono state poste in luce da quest’ultima relazione. Le province europee, che contano 435 confratelli e ospitano la provincia più numerosa (l’Italia, con 256 membri e un’età media di 71,1 anni) hanno sottolineato la grave e perdurante crisi di vocazioni, l’accelerato processo di invecchiamento (86% dei membri della provincia è sopra i 50 anni) e i tanti limiti della nostra presenza e azione nelle Chiese locali d’Europa. Considerando il futuro, la relazione ha evidenziato tre principali aree di consenso: il significato dell’ad gentes in Europa; le nostre relazioni con le Chiese locali e il nostro stile di vita. La discussione seguita alla relazione ha sottolineato la carenza di una sufficiente ‘internazionalizzazione’ delle province europee; l’urgenza di personale per l’assistenza ad anziani e infermi, dato che il sostegno della Direzione Generale in questo campo non basta e che si tratta di un fenomeno riguardante tutto l’Istituto; la relazione con le Chiese locali, l’accorpamento di province e il coinvolgimento nell’impegno a favore degli immigranti dall’Africa.

Questa seconda fase dei lavori capitolari ha messo in evidenza alcuni limiti che sono tipici dello stile comboniano. La presentazione delle relazioni, infatti, non è stata certo una “fiera delle vanità” ma non è mancata la tendenza a confondere l’ideale con la realtà, una facilità nell’individuare i limiti e le problematiche degli altri (della società e della Chiesa in cui operiamo…) con una maggiore difficoltà a vedere e riconoscere i nostri.

Intanto, è iniziata la condivisione con il lavoro dei sette gruppi in cui si sono suddivisi i Capitolari per affrontare le tematiche identificate dalla Commissione Speciale. Tre gruppi linguistici (italiano, spagnolo, inglese) hanno iniziato lo studio dei tre temi della Ratio Missionis: identità, spiritualità e missione; altri tre gruppi affrontano il tema della formazione (di base e permanente) mentre un gruppo è incaricato di studiare la struttura di governo dell’Istituto. Il lavoro dei gruppi è stato preceduto, come altri importanti momenti del Capitolo, da un tempo dedicato alla preghiera e al discernimento personale, per lasciare spazio all’ascolto della Parola e accogliere l’illuminazione dello Spirito. Un metodo che ha permesso fino ad oggi di affrontare con la necessaria serenità i momenti critici dell’assemblea capitolare e di assumere un atteggiamento costruttivo e di reciproca apertura tra tutti i Capitolari.

Importante la decisione di posticipare le elezioni del nuovo Consiglio Generale a dopo il completamento del dibattito sui temi scelti dalla Commissione Speciale. Si avrà modo così di stabilire i criteri più adatti nella scelta delle persone più idonee a guidare l’Istituto nel prossimo sessennio. (P. Giuseppe Cavallini)

I Capitolari ai confratelli dell'Eritrea

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Rm 8,31).

Con queste parole di san Paolo noi, delegati al XVII Capitolo Generale, vogliamo esprimere la nostra solidarietà e comunione a voi tutti, carissimi confratelli, alla Chiesa locale e a tutto il popolo eritreo. Siamo assolutamente sconcertati dai tragici eventi che accadono nel vostro paese. Le relazioni a noi presentate dalla delegazione ci confermano che avete abbracciato la croce, in questo tempo di prova e di apprensione, seguendo il cammino di san Daniele Comboni. È lodevole che camminiate con la gente con fede e speranza, in attesa di un nuovo segno da Maria, arca misericordiosa dell’Alleanza. Grazie per essere ‘testimoni di speranza cristiana’, la speranza che impedisce che venga estinta la ‘luce’ di Cristo in qualunque difficoltà ci si trovi.

Fate in modo che nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore o delatore. Al contrario, se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome” (1 Pt 4,15-16).

State soffrendo per una causa lodevole e vi incoraggiamo a essere forti e proseguire il cammino con la gente, conducendola alla pace e alla riconciliazione.

La nostra madre e signora Kidane Mehret interceda per l’Eritrea!

Specializzazioni

P. José Aldo Sierra Moreno ha conseguito il Master in Teologia della Comunicazione presso la Facoltà di Teologia di Innsbruck, discutendo la tesi “El concepto de misión de los Misioneros Combonianos como criterio y base para la formación de nuestros candidatos”.

Professioni perpetue

Sc. Bachulu Diangolo Olivier (CN)       Isiro (CN)            01.05.2009

Sc. Dubon Chavez Jaime Roberto (ES) San Salvador (ES)  12.07.2009

Opera del Redentore

Ottobre                01 – 15 P             16 – 31 RSA

Novembre            01 – 07 SS           08 – 15  TC          16 – 30 T

Intenzioni di preghiera

Ottobre - Per le Chiese d’Africa, perché la celebrazione del II Sinodo speciale le renda sempre più testimoni gioiose e coraggiose di riconciliazione, di giustizia e di pace. Preghiamo.

Novembre - Perché i nostri fratelli e sorelle defunti, che ci hanno preceduto nelle fatiche della missione, ci insegnino a donare la nostra vita per gli interessi di Dio. Preghiamo.

BRASIL DO SUL

Inserzione, cammino di missione

“Sta accadendo qualcosa di nuovo nella parrocchia di São Domingos de Gusmão!”. La gente si accorge del movimento, la ristrutturazione della casa, l’arrivo di persone nuove. Sanno che è un buon segno, anche se non capiscono fino in fondo che sta per iniziare una comunità comboniana di formazione inserita a Nova Contagem.

Nasce, così, il desiderio di condividere questo “nuovo” anche se con la consapevolezza che siamo solo all’inizio del cammino.

“Un piccolo gruppo di scolastici inseriti nella missione, in mezzo al popolo, in una comunità comboniana”. Questa frase potrebbe riassumere l’esperienza che abbiamo iniziato in questi mesi. Non è un nuovo cammino, ma un nuovo modo di camminare. Formare una comunità religiosa, comboniana, missionaria, che integri i vari elementi del carisma comboniano.

Innanzitutto è bene ricordare che non esiste un cammino già fatto, nell’inserzione: essa nasce nel fare, nel cominciare, nel tentare… Non vi sono ricette pronte. Stare con i poveri e vivere la missione in atteggiamento di ascolto, dialogo, umiltà, servizio, disponibilità… questo è il cammino. Altra sfida è che la formazione nell’inserzione oggi è diversa da quella di venti o trent’anni fa. Sono diverse le modalità, le concretizzazioni, i giovani, la realtà, la Chiesa. È necessario costruire a partire da questo terreno e con questa materia prima.

Condividere il “nuovo” consiste nel riaffermare la nostra opzione di essere presenza in mezzo ai poveri come comunità e non individualmente. Questa è l’altra grande sfida della missione, della Chiesa, dello stile comboniano. Lasciare che il popolo modelli le nostre strutture, case, attività.

Il criterio base è credere nel valore di questo cammino, nel quale tutti si sentano coinvolti: è la missione che forma, a partire da uno stile di vita sobrio e in comunione con il popolo.

P. Teresino Serra, di recente, ha scritto: “Sogno che un giorno finalmente si trovi la formula giusta per formare per la missione, in missione, con la missione. Ma c’è un’altra virtù insostituibile che è forza nel formare i nostri candidati: la nostra testimonianza personale e comunitaria” nata da quell’entusiasmo evangelico che rende il nostro carisma attraente e capace di conquistare i giovani.

Per iniziare questo cammino sono arrivati, pieni di entusiasmo missionario, Orlando René Vera Coello dall’Ecuador e Willy Abraham Montalvo Alcántara dal Perù che studieranno Teologia qui a Belo Horizonte. Sono nella fase dell’ascoltare molto, guardare tutto e parlare poco. Anche perché il primo compito missionario è quello di imparare la lingua e dopo il linguaggio della gente.

Per l’anno prossimo aspettiamo l’arrivo di altri due giovani comboniani per completare la comunità. Così P. Francesco Lenzi ed io integriamo la comunità con ministeri, compiti, età ed esperienze diverse, sperando di poter contribuire e di arricchirci in questo bel cammino. (P. Giorgio Padovan)

ITALIA

Sinodo Africano: Roma, 4-25 ottobre 2009

La CIMI, in collaborazione con MISSIO e altri Organismi, promuove una serie d’iniziative per animare e sensibilizzare le comunità e le chiese dove siamo inseriti e la società civile sul Sinodo Africano. Pensiamo in particolare alle problematiche che travagliano l’Africa e le ricadute sull’Italia e sull’Europa per quanto riguarda temi di capitale importanza per un mondo sempre più riconciliato, giusto e solidale.

Siamo a conoscenza di varie iniziative che gli animatori missionari stanno promuovendo in varie regioni d’Italia, per esempio in Lombardia, Friuli, Toscana, Veneto, Puglia, Campania… e questo non può che rallegrarci.

Elenchiamo le iniziative che sono state organizzate a Roma.

Briefing (10 settembre): Nella sala stampa dell’Azione Cattolica (Via Conciliazione, n° 1), alle 11.30 si realizzerà un briefing sul Sinodo, do-ve missionari, direttori e redattori di riviste missionarie (FESMI), rappresentanti del Volontariato (FOCSIV) e L’unione della stampa cattolica del Lazio (UCSI) presenteranno ai Media nazionali il significato di questo evento e le ricadute sul Continente africano ed europeo.

Convegno (1 ottobre): Presso il Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, in via IV Novembre n° 119, dalle ore 16.00 alle ore 21 si terrà un Convegno con la partecipazione di Mons. Laurent P. Mosengwo, arcivescovo di Kinshasa, J. Léonard Touadi, deputato al parlamento Italiano, e altri esponenti del mondo missionario e dell’Africa per riflettere insieme sulla realtà dell’Africa oggi, le risposte e le iniziative delle Chiese in Africa e le attese del Sinodo.

Presidio di Preghiera (4- 25 ottobre): Il Movimento Giovanile Missionario (MGM) legato a MISSIO, nella chiesa della Traspontina a Roma, organizzerà ogni giorno, durante tutta la durata del Sinodo, un incontro di preghiera alle ore 21.00. Ci sarà la recita dei Vespri e sarà invitato ogni giorno un delegato del Sinodo per presentare uno degli aspetti dell’Instrumentum Laboris e una breve condivisione di vita e di impegno con i presenti.

Celebrazione di Accoglienza: In data da definire, MISSIO e CIMI organizzeranno, nella stessa chiesa dove si realizza il presidio di preghiera, una celebrazione di Accoglienza, dove rappresentanti della CEI e della CIMI accoglieranno alcuni rappresentanti dei delegati sinodali. Alla fine della celebrazione ci sarà un’agape fraterna.

Osservatorio (4-25 ottobre): Durante tutta la durata del Sinodo, missionari, direttori e giornalisti di riviste missionarie e organizzazioni missionarie e di volontariato, si avvicenderanno per dare attenzione al dibattito sinodale e s’impegneranno a fare da cassa di risonanza per i MEDIA nazionali, per le chiese d’Italia, la società civile e per le nostre comunità consacrate.

Recital (19 ottobre): Con il Patrocinio di MISSIO, presso l’Auditorium della Conciliazione, alle ore 20.00, Filomeno Lopez della Guinea Bissau presenterà un recital, dove ci saranno testimonianze e ritmi di artisti al servizio della riconciliazione in Africa. (P. Alberto Pelucchi, Presidente CIMI)

NAP

Mostra fotografica sulla Repubblica Democratica del Congo

I Comboniani di Cincinnati, Ohio, e l’ufficio di giustizia e pace delle Suore della Carità hanno lavorato assieme per realizzare una mostra fotografica di circa 70 fotografie per far conoscere gli atroci crimini contro l’umanità che vengono perpetrati contro la popolazione del Congo. Le foto e le didascalie, con l’aiuto di persone preparate e di documenti adeguati, spiegano le ragioni che stanno dietro alla morte di quasi sei milioni di persone e gli innumerevoli crimini commessi contro vittime innocenti di ogni età.

Due serie di foto con didascalie sono state stampate e saranno presto inviate agli altri due Comboni Mission Center della NAP oltre che a vari collegi, licei, istituti religiosi, diocesi, musei e biblioteche del continente americano. Per gli insegnanti è stato preparato anche del materiale educativo.

Inoltre, è stato preparato un ottimo sussidio audiovisivo, con presentazione in PowerPoint, che comprende foto, musica e narrazione, per i piccoli gruppi e per quei luoghi dove non è possibile allestire una mostra fotografica.

Si spera che durante l’anno questo mezzo d’informazione possa educare un gran numero di persone provenienti da vari ambienti ed essere di aiuto per la popolazione del Congo.

Sedicesima edizione del Festival Latinoamericano

Per rispondere al bisogno d’informazione sulla cultura dell’America Latina, poco conosciuta negli Stati Uniti centro-occidentali, è stato istituito l’ufficio per gli affari latinoamericani dell’arcidiocesi di Cincinnati, diretto, negli ultimi dodici anni, dai Missionari Comboniani. Così, proprio per celebrare la varietà di forme di questa cultura, la comunità cattolica latinoamericana di S. Carlo Borromeo, nella quale operano i Comboniani, ha pensato di organizzare un festival annuale. Fin dal suo inizio nel 1993, questo Festival latinoamericano è stato un modello di collaborazione per l’intera comunità di Cincinnati.

Il festival offre musica, danze, cibo, artigianato e lavoro artistico, in un clima coinvolgente che riflette tutta la ricchezza etnica latinoamericana. Dal punto di vista culturale, sono rappresentate sia la popolazione indigena che quella attuale di quindici nazioni. Questi diversi gruppi collaborano non solo durante il festival ma anche nei mesi di preparazione. Più di 200 volontari hanno prestato il loro tempo e lavoro, soprattutto in cucina. Più di 25.000 persone dell’area di Greater Cincinnati hanno partecipato alle due giornate del Festival.

PORTUGAL

Giornate missionarie

Preparare un documento sulla Missione in Portogallo e creare un Osservatorio della Missione sono alcuni degli impegni assunti dai partecipanti alle Giornate Missionarie realizzate a Fatima, dal 18 al 20 settembre.

Per due giorni, 450 persone, fra cui molti laici e giovani, hanno riflettuto, con l’aiuto di vari esperti, su “San Paolo e la passione per la missione”, tema delle Giornate.

Il presidente della commissione episcopale delle missioni, Mons. Antonio Couto, ha detto che il documento sulla missione, voluto al congresso missionario del 2008, è in fase di elaborazione. Da parte sua, P. Manuel Durães, segretario delle Pontificie Opere Missionarie, ha comunicato che il processo di creazione dell’Osservatorio della Missione è in fase di studio e che è già stata tracciata una prima bozza delle norme per il suo funzionamento. L’Osservatorio, iniziativa, anche questa, venuta fuori dal congresso missionario dello scorso anno, vuole essere un organismo che segua tutto ciò che riguarda la realtà della missione.

Durante la Messa di chiusura, presieduta da Mons. Manuel Quintas, vescovo di Algarve, si è svolta una piccola cerimonia di invio di vari missionari e missionarie, laici e giovani, che fra poco partiranno per diversi paesi dell’Africa, America Latina e Asia.

IN PACE CHRISTI

P. Ivo Martins do Vale (07.11.1952 – 27.08.2009)

P. Vittorio Turchetti (31.03.1920 – 31.08.2009)

Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: William, di P. Yousif William Idris El Tom (KH).

LA MADRE: Maria, di P. Anton Schneider (DSP).

LA SORELLA: Maria, di P. Antonio Soldà (I).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Urmina Sinico, Sr. M. Ildegonda Orsi, Sr. Clementina Vicentini, Sr. M. Alexandrine Courdji.