Roma, lunedì 3 ottobre 2011
P. Giuseppe Scattolin ci racconta un’esperienza straordinaria di missione in Egitto. Scrive il missionario comboniano: “Credo che parlare dell’amore di Dio a più di mille sufi non sia un’esperienza comune per un cristiano, e tanto meno quando uno è prete. Questo è ciò che mi è capitato nei giorni 21-23 settembre 2011”.

L’invito è arrivato dallo sheikh Hussein, capo di una confraternita sufi (tariqa in arabo) locale che ha la sua base in un villaggio dell’Alto Egitto, chiamato Busayliyya, a nord di Edfu, città della regione famosa per il suo tempio faraonico ancora quasi intatto. L’occasione era la commemorazione del fondatore di tale confraternita, lo sheikh al-Bayyumi (m. 1938), per cui essa è chiamata Bayyumiyya. Tali festività sono frequenti nei santuari sufi, dove riposano i resti di ‘santi’ musulmani venerati dal popolo (soprattutto nelle campagne), pratica spesso osteggiata da molti dottori dell’Islam, e soprattutto da molti movimenti del cosiddetto Islam politico, attaccati ad una lettura letteralista dei testi religiosi di base.

All’origine, c’era evidentemente tutto il lavoro che ho fatto in questi anni di studi e pubblicazioni sul sufismo, soprattutto l’antologia di testi sufi dal titolo ‘Manifestazioni spirituali dell’Islam’, che ha avuto e continua ad avere grande successo a tutti i livelli. Quest’antologia è stata realizzata insieme con il mio studente e collega (ora che ha ottenuto il dottorato in sufismo) Ahmed Hasan Anwar. Tramite lui, si sono aperte moltissime porte di incontri, convegni e dialoghi con un gran numero di musulmani. Posso dire che, con i miei lavori di pubblicazione, ho acquistato una certa rinomanza in molti ambienti musulmani come studioso serio del sufismo islamico.

Invitati quindi a questo convegno o festival sufi di Busayliyya, abbiamo preso parte alle loro celebrazioni che hanno visto un’ampia partecipazione della popolazione locale e non, dal momento che erano state invitate tutte le confraternite dell’Alto Egitto. Si calcola che nella serata principale, quella di giovedì 22 settembre, nella piazza centrale e adiacenze, ci fossero circa duemila persone, ma comunque, di sicuro, più di mille. La celebrazione è andata avanti per tutta la notte, dalle 23.00 alle 4.00 del mattino. Un famoso cantante locale, Amin al-Dishnawi, ha cantato per cinque ore di seguito, mentre la gente attorno eseguiva le danze tipiche dei sufi, con movimenti in crescendo che portano ad uno stato di trance, che viene interpretato come estasi, cioè come incontro con Dio.

Ci avevano chiesto di parlare del sufismo all’inizio della cerimonia per spiegare a quella gente semplice, che lo vive a livello più che altro emotivo, il vero senso del sufismo islamico, in modo da controbattere alle accuse che gli vengono mosse dagli ambienti giuridico-legalisti, che si basano su una lettura letteralista dei testi sacri dell’Islam.

Nel mio intervento ho sottolineato alcuni aspetti importanti del sufismo o mistica islamica. Il primo è il primato della spiritualità sulla ritualità. Non basta compiere cerimonie esteriori senza una profonda e seria conversione del cuore. Questo è un tema di base del sufismo, come di ogni spiritualità seria. E su questo punto ci sono dei testi sufi molto importanti che occorre conoscere per aiutare la gente ad orientarsi nel cammino spirituale. Poi, ho sottolineato il tema dell’amore per Dio e di Dio, amore aperto a tutta l’umanità, anzi a tutto il cosmo, mostrando, sempre attraverso una serie di testi sufi, come per i più grandi sufi tale amore debba essere considerato l’apice della vita spirituale. Anche qui evidentemente occorre una seria conoscenza della letteratura sufi per poter essere convincenti. Questo tema deve aver toccato il cuore di questo uditorio ‘popolare’; perché molte delle reazioni che ho sentito in seguito, a cominciare da quella dello sheikh Hussein, hanno messo in luce come questo tema li abbia particolarmente interessati.

Il mio studente-collega Ahmed ha chiarito nel suo intervento alcune questioni concernenti l’origine del sufismo, il senso del nome ‘sufi’ e la sua posizione nella tradizione islamica. Il tutto per concludere che, contrariamente a quanto si sente dire in alcuni ambienti islamici e non, il sufismo non è un movimento marginale nella storia del mondo islamico, ma ne è parte integrante. Eliminare il sufismo significa privare la storia islamica di molte delle sue più importanti manifestazioni nel campo della letteratura, dell’arte e della poesia. I sufi sono stati una fonte continua d’ispirazione di arte e di pensiero in tutti i campi. Per di più, le confraternite sufi hanno svolto un grande lavoro educativo all’interno della comunità islamica a tutti i livelli. Tra i sufi sono comparsi grandi ‘educatori’, come pure grandi pensatori, come Ibn ‘Arabi (m. 1240), detto ‘il Grande Maestro Sufi’, uno degli autori più letti a livello mondiale.

La sorpresa finale di tale incontro è accaduta ad Asswan. Passeggiando per il mercato (suq) dietro la nostra chiesa, siamo stati fermati da un uomo che aveva un bambino in braccio e ne teneva un altro per mano. All’inizio abbiamo creduto che fosse uno dei soliti mendicanti. Invece si è presentato ringraziandoci per le parole dette al convegno, al quale aveva partecipato: era l’imam della moschea che si trova al centro del mercato, non lontano dalla nostra chiesa. Ci ha invitati a fargli visita il giorno dopo e così abbiamo fatto. Mi ha fatto sedere sulla ‘cattedra’ dei predicatori, e abbiamo passato un paio d’ore a parlare dell’importanza del sufismo, della vita spirituale e dell’amore, ecc.

È chiaro che non sono così ingenuo da pensare che basti una conferenza per cambiare il cuore e il comportamento di tanta gente. Ma credo sia positivo il fatto che abbiano accettato questo messaggio da un cristiano, per di più prete, e che alla fine sia rimasto il desiderio e l’impegno per altri incontri simili. La spiritualità è un punto di dialogo importante tra religioni e con l’Islam in particolare: questa è la mia profonda convinzione.

Lo Spirito soffia dove vuole... e credo sia meglio lasciarlo soffiare... noi siamo strumenti della sua azione... e preghiamo che esso penetri in tutti e faccia lievitare in tutti la vita del Regno di Dio, una vita basata sul comandamento ama Dio e ama il tuo prossimo.
In sha’ Allah
Giuseppe Scattolin