Roma, giovedì 6 ottobre 2011
I Missionari Comboniani italiani completano 90 anni di presenza a Padova e 80 anni nella casa di Via S. Giovanni di Verdara. La festa di anniversario sarà celebrata la domenica 9 ottobre 2011 a Padova, nel santuario di San Giuseppe annesso alla casa che si trova in via S. Giovanni di Verdara.

La lettera della comunità inviata agli amici e benefattori dice:
“La nostra amicizia e la missione di San Daniele Comboni sono il vincolo che ci uniscono e ci sostengono nel nostro impegno missionario. Un’amicizia che dura ormai da quando S.E. il vescovo di Padova, Mons. Elia Dalla Costa, ha inaugurato la nuova casa dei Missionari Comboniani nel lontano Ottobre del 1931.
A distanza quindi di ottanta anni, perché quest’amicizia si mantenga forte, ci vogliamo ritrovare per un momento di preghiera per ringraziare il Signore del dono che ci ha fatto per la presenza nella diocesi di Padova e per i tanti giovani generosi che sono passati nei decenni trascorsi attraverso questa casa di formazione in vista della missione nel mondo intero.
La festa è fissata per domenica 9 ottobre 2011 a Padova, nel santuario di San Giuseppe annesso alla casa che si trova in via S. Giovanni di Verdara, 139. La Santa Messa di ringraziamento sarà alle ore 10.30 a.m. e sarà animata dai Laici Comboniani e dai giovani postulanti. Al termine della medesima ci ritroveremo per un momento di convivialità e condivisione.
P. Celestino Prevedello – e Comunità Missionaria Comboniana (nella foto) – Tel. 049 - 875 1506
E-mail: combonipadova@tin.it .”

Un po’ di storia comboniana a Padova

Arrivo dei primi missionari comboniani
Novant’anni fa, nel 1921, i primi Missionari Comboniani, p. Tommasin, p. Valcavi e p. Albino Colombaroli, arrivano a Padova e prestano servizio pastorale nella chiesa di S. Agnese in via Dante. Li aveva chiamati nella nostra città il vescovo Mons. Elia Dalla Costa. L’arrivo a Padova dei Comboniani, il cui nome ufficiale era “Figli del Sacro Cuore di Gesù”, era stato fortemente voluto da p. Galvan e dal padre spirituale del Seminario che era anche delegato delle missioni. Nel giugno del 1922 arrivano p. Cotta, p. Angelo Abbà, e fr. Bortolato. L’attività di questa comunità era l’animazione missionaria, il ministero e le confessioni nelle parrocchie.

Da subito si pensò di fondare a Padova una casa di formazione. Nel 1928 si acquistò il terreno in via S. Giovanni da Verdara, dopo che mons. Elia Dalla Costa aveva concesso il permesso di costruire un piccolo Seminario che “avrebbe incrementato le Missioni Africane e attirato benedizioni dal cielo sulla Diocesi di Padova”. Nel 1931 la casa prende la sua forma definitiva.

La casa dei missionari comboniani a Padova: inaugurazione
La casa dei Missionari Comboniani di Padova è stata costruita dai Fratelli comboniani. Il 10 ottobre 1931, a 50 anni dalla morte di mons. Comboni, la comunità comboniana di Padova prende alloggio nella nuova casa. L’inaugurazione ufficiale ha luogo il 14 ottobre 1931. E’ un gran giorno che vede la presenza del nuovo Padre Generale, p. Simoncelli, di mons. Formaglio, parroco del Carmine, nel cui territorio si trova la nostra casa, don Lino Stevanin, delegato delle Opere Missionarie. Presiede la cerimonia mons. Elia dalla Costa, vescovo di Padova. Significativa è la presenza di p. Abbà, che parla della casa e del suo scopo e chiede al vescovo la benedizione.

Il vescovo benedice gli inizi di questo seminario missionario e chiede a Dio che questa benedizione arrivi a tutti i seminaristi che passeranno per questa casa, ai formatori e ai benefattori che sosterranno quest’opera. La casa è dedicata a San Giuseppe. Nel mese di ottobre arrivano i primi seminaristi, circa una trentina, e così il seminario missionario inizia la sua esistenza.

Il 16 novembre 1931 una folla di amici saluta p. Abbà che parte per l’Africa. L’opera di questo confratello, la sua capacità di animatore missionario e di guida spirituale sono stati delle basi solide su cui è stata costruita la presenza comboniana a Padova.

Vita del Seminario comboniano fin a oggi: 1931-2011
La casa ha conservato fino ai nostri giorni la sua finalità: formare missionari per l’evangelizzazione soprattutto - ma non solo - in Africa. Il seminario apre nell’ottobre 1931 con una trentina di allievi, cui si aggiungono – l’anno dopo – altri 32 ragazzi. Per tutti gli anni successivi, fino al 1945, gli alunni sono sempre tra i 60 e i 70. Dopo la guerra, il numero di seminaristi ritrova stabilità e ogni anno - fino al 1968 - i nuovi entrati sono una trentina, cosicché il numero globale si aggira sui 70 allievi. Nei vent’anni di Liceo (1970-1990) il numero di seminaristi oscilla tra le 30 e le 50 unità. Poi la casa viene utilizzata come Postulato: a causa della ‘crisi vocazionale’ le presenze sono più ridotte, ma c’è una media tra i quattro e dieci giovani ogni anno. Molti di questi allievi sono stati – e sono ancora – missionari in Africa, America e Asia. Altri prestano il loro servizio in Europa. Inoltre, quanti solidi cristiani sono stati formati in questo seminario, laici impegnati ieri e oggi! 

Animazione Missionaria
Chiamati a Padova per una specifica attività di animazione missionaria, i Missionari Comboniani, sono sempre rimasti fedeli a questo impegno, portato avanti da decine di confratelli. L’animazione missionaria è stata fatta soprattutto di presenza nella vita pastorale della diocesi, in piena comunione con il vescovo e in attiva collaborazione con il delegato diocesano delle missioni. Momenti forti di animazione missionaria sono state le partecipazioni alla celebrazione della Giornata missionaria mondiale. Memorabile quella del 1967, con la contemporanea celebrazione del Centenario dell’Istituto comboniano. “Le missioni sono finite?”, era il titolo della conferenza tenuta da p. Bartolucci. Mons. Bortignon ha presieduto una grande concelebrazione in cattedrale. Due grandi momenti di animazione missionaria sono stati anche il 1995, anno dedicato al decimo anniversario della morte di p. Ezechiele Ramin, e il 1996, anno della Beatificazione di Daniele Comboni. Numerose manifestazioni religiose e culturali sono state realizzate in quegli anni con la partecipazione di molta gente e di autorità religiose e civili. Si sono avute celebrazione al Duomo, al Santo e al Carmine. Ci sono stati convegni all’Università, conferenze in seminario, pellegrinaggi a Roma, Verona e Limone. Da citare il ritiro predicato da p. David Glenday, Superiore Generale, ai preti della diocesi.

Un’attività nuova di animazione missionaria inizia nel 1978: s’indirizza particolarmente ai giovani con incontri nelle parrocchie e scuole, e con un cammino di accompagnamento fatto di raduni periodici in casa nostra e di campi estivi, anche in missione. Questo tipo di animazione, che ha una forte connotazione vocazionale, viene chiamata GIM (Giovani Impegno Missionario). Continua ancora oggi e molti comboniani devono la loro formazione vocazionale a quest’attività.

Missionari comboniani padovani
Quanti ragazzi e giovani sono stati in contatto con i missionari comboniani in questi 90 anni di presenza e hanno frequentato la nostra casa? Difficile dirlo, e ancora più difficile dire per quanti questo contatto abbia influenzato la loro vita e le loro scelte religiose e professionali. Molti dicono che i comboniani sono stati per loro un dono di Dio. Certamente la diocesi di Padova è stata una grazia di Dio per i Comboniani. Centinaia sono stati i collaboratori e i benefattori.

Tra le decine di missionari è bello ricordare che Padova ha dato alla chiesa alcuni vescovi comboniani: mons. Edoardo Mason, mons. Olindo Spagnolo, mons. Antonio Menegazzo, mons. Camillo Ballin e, per la sua origine d’infanzia, anche mons. Rino Perin. Sicuramente tanti comboniani sono stati accompagnati dalla sofferenza nella loro missione. In particolare, due fra loro hanno trovato in missione la morte violenta: P. Marco Vedovato, di Borgoricco, ucciso il 16 aprile 1968 a Mirador, in Brasile, e p. Ezechiele Ramin, della parrocchia san Giuseppe a Padova, ucciso a Cacoal, in Brasile, il 24 luglio 1985.

Essere missionari comboniani a Padova oggi
La comunità comboniana abita ancora oggi in via san Giovanni di Verdara a Padova, e qui continua la formazione dei giovani alla vita missionaria nel Postulato. Continua le sue attività vocazionali anche il GIM, che propone un cammino di formazione umana, cristiana e missionaria a un buon gruppo di giovani. L’animazione missionaria continua in piena collaborazione con il Centro Diocesano Missionario, con giornate missionarie nelle parrocchie, serate di conferenze – dibattito e presenza nelle parrocchie per il ministero ordinario di celebrazioni e confessioni. Le porte della chiesa santuario di san Giuseppe sono sempre spalancate.

I Comboniani hanno dato molto a Padova, ma anche Padova ha dato molto ai Comboniani con la sua accoglienza, perciò guardiamo con fiducia e speranza al futuro di questo connubio, per lavorare e crescere uniti. Grazie per questi lunghi anni di vita missionaria insieme!
comboninsieme.com