Domenica 7 settembre 2014
P. Italo Scoccia, sacerdote italiano, ha emesso oggi i primi voti nell’Istituto dei Missionari Comboniani, durante l’Assemblea Provinciale (6-12 settembre), che si tiene nella comunità di Maia, in Portogallo. Pubblichiamo la testimonianza di P. Italo, che sogna di essere inviato in Sud Sudan, la missione del suo cuore. Nella foto: P. José da Silva Vieira, superiore provinciale del Portogallo, consegna il crocifisso al neoprofesso.

 

P. Italo Scoccia, 64 anni,
missionario comboniano
italiano.

 

Sono nato l’11 settembre 1949.
I miei genitori erano contadini. Eravamo una famiglia povera ma ricca di fede. Nelle sere d’inverno mio padre si sedeva accanto al camino, mi prendeva sulle ginocchia e, dopo la recita del rosario, mi raccontava la storia di Gesù. In quei momenti mi sentivo felice, circondato da tanto amore.

A otto anni, dopo aver sentito la testimonianza di un missionario, decisi di diventare missionario in Africa. Così, dopo le elementari, entrai dai Salesiani di Loreto. Nel 1972 morì mio fratello ed ebbi una lunga crisi; lasciai i Salesiani per il seminario regionale di Ancona. Ero già d’accordo con un missionario fidei donum della mia diocesi per andare in missione subito dopo l’ordinazione.

Nel 1979 fui ordinato sacerdote da Papa Giovanni Paolo II. Nel 1985 partii per Lima, Perù, come sacerdote fidei donum. I poveri, la vita comunitaria, la pastorale e le attività della Chiesa che viveva fra gli ultimi e i più sofferenti della periferia di Lima cambiarono il mio modo di credere, di pregare, di agire... I dodici anni di vita missionaria in Perù sono stati i più belli che ho vissuto finora, nonostante momenti di buio ed errori.


Sono rientrato in Italia dopo la morte di mio padre, nel 1997, per rimanere vicino a mia madre. Dopo la sua morte, nel 2012, ho immediatamente chiesto al mio vescovo di tornare in missione.

Nel frattempo avevo preso contatti con il mio amico comboniano, P. Daniele Moschetti, e sono stato mandato dal superiore della provincia italiana a fare un’esperienza in Sud Sudan.

Finalmente, il 19 agosto 2013, dopo diversi dialoghi, sono entrato nel noviziato europeo di Santarém.

Le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere i Comboniani sono il metodo missionario di san Daniele Comboni di “Salvare l’Africa con l’Africa”, l’opzione del suo Istituto di testimoniare il vangelo fra i più poveri, opzione che avevo già maturato in Perù, e la speranza di realizzare la mia vocazione missionaria ad gentes, vocazione che ho sentito fin da bambino, che non ho mai dimenticato e che è il regalo più bello che è stato fatto alla mia vita.
P. Italo Scoccia