Lunedì 18 maggio 2015
Sabato scorso, due giovani hanno fatto la prima consacrazione religiosa nel noviziato comboniano europeo di Santarém. I novizi Mateusz Adam Poreba, 23 anni, della Polonia, e Quisito Orlando Veloso, 26 anni, del Mozambico, hanno professato una vita di castità, povertà e obbedienza secondo la Regola di Vita dei Missionari Comboniani. P. Gianni Gaiga, rappresentante del Vicario Generale per la Polonia, ha presieduto la celebrazione eucaristica e P. José da Silva Vieira, superiore provinciale del Portogallo, ha tenuto l’omelia.


Alla festa dei primi voti dei novizi Mateusz e Orlando erano presenti alcuni missionari e missionarie membri dei quattro rami della famiglia comboniana, rappresen- tanti delle comunità di Gualdim, Santarém, Lamorosa, Telhal, Maia e Vila Nova de Famalicão, dove i novizi hanno vissuto le diverse tappe del noviziato, e molti vicini di casa del noviziato.

Nell’omelia, P. José Vieira ha detto che “la celebrazione della prima professione religiosa nella solennità dell’Ascensione segna, con una felice coincidenza, il legame permanente fra consacrazione e missione. Siamo consacrati per il servizio missionario. I consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza non ci chiudono in un guscio di virtù rigida e soddisfatta, autoreferenziale, ma ci aprono alla missione attraverso la vulnerabilità: il missionario è casto per amare tutti e tutte con tutto il suo cuore; povero per condividere; obbediente per discernere nella comunità il progetto concreto di Dio per la realtà in cui vive”.

Poi, dopo aver chiesto “le benedizioni di Dio per Mateus e Quisito”, P. José Vieira ha concluso: “I consigli evangelici che professerete per la prima volta per un anno siano per tutta la vita per il servizio missionario della Chiesa attraverso l’Istituto comboniano che vi accoglie con grande gioia come fratelli più giovani”. I neoprofessi, in un messaggio congiunto, hanno definito la prima professione religiosa come “giorno con Cristo e con la Chiesa”, riconoscendo che non è stato merito loro se sono arrivati a “questo giorno ineguagliabile” e che la strada non è stata “sempre rosea: vi sono state molte gioie ma anche momenti di tristezza”. Quisito ha ricordato di aver perso entrambi i genitori in Mozambico, mentre faceva il noviziato a Santarém.

Quisito, dopo qualche giorno di vacanza in Mozambico, andrà a terminare il corso di teologia a San Paolo, in Brasile, mentre Mateusz, dopo un breve periodo in Polonia, andrà a Nairobi, Kenya, per lo stesso motivo. I quattro novizi del primo anno – tre mozambicani e un portoghese – continuano la loro formazione con le esperienze pastorali e di lavoro a Lamarosa, Telhal, Maia e Famalicão.


Nell’omelia, P. José Vieira ha detto che “la celebrazione della prima professione religiosa nella solennità dell’Ascensione segna, con una felice coincidenza, il legame permanente fra consacrazione e missione. Siamo consacrati per il servizio missionario. I consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza non ci chiudono in un guscio di virtù rigida e soddisfatta, autoreferenziale, ma ci aprono alla missione attraverso la vulnerabilità: il missionario è casto per amare tutti e tutte con tutto il suo cuore; povero per condividere; obbediente per discernere nella comunità il progetto concreto di Dio per la realtà in cui vive”.


Quisito, dopo qualche giorno di vacanza in Mozambico, andrà a terminare il corso di teologia a San Paolo, in Brasile.