Mercoledì 26 agosto 2015
Dopo alcuni mesi di formazione permanente nella comunità della Casa generalizia a Roma, Fratel Alberto Visintin, 66 anni, è tornato nella Repubblica Centrafricana. Oggi, 25 agosto, ci scrive da Bangui, prima della sua partenza per la missione di Mongoumba: “Per arrivare alla missione c’è bisogno di ‘armarsi’ di tanta pazienza, perché dovete sapere che i ponti sono ancora un miraggio. Al ritorno dalla missione di Mongoumba sarò membro della comunità del postulato di Bangui, dove ancora oggi ci sono 97 famiglie di rifugiati”.

 

"Nella foto mi vedete assieme ad alcuni giovani che frequentano le parrocchie di Bangui e che vogliono fare un cammino di verifica vocazionale. Ho partecipato ad un incontro, parlando loro del mio cammino vocazionale e come il Signore attraverso il Vangelo si rivolge a ciascuno di noi. Dopo l’intervallo è intervenuta la signora Mamadoum, responsabile del laicato missionario comboniano, che oltre a esporre l’operato e lo spirito del laico comboniano nonché l’impegno missionario nella propria parrocchia, ha condiviso la sua esperienza personale e di fede durante questo periodo travagliato che il paese ha vissuto in questi ultimi tre anni. Una testimonianza che mi ha edificato".
Fr. A. Visintin.

 

Fratel Alberto Visintin
ci scrive
dalla Repubblica Centrafricana

“Domani parto per la nostra missione di Mongoumba dove resterò con P. Samuel Yacob Langena, comboniano etiopico, circa un mese, in attesa che P. Maurice Fessou Kokou Hola, togolese, torni dopo un tempo di riposo nel suo paese. Questa nostra missione si trova lungo il fiume Ubangui, nella diocesi di Mbaiki. Il vescovo è un comboniano, Mons. Perin Guerrino. Per arrivare alla missione c’è bisogno di ‘armarsi’ di tanta pazienza, perché dovete sapere che i ponti sono ancora un miraggio, quindi condizionati dal ‘zatterone’ che con il suo motore traghetta tutto, camion, animali e persone. Se tutto va bene, partiamo al mattino e alla sera si arriva in missione, altrimenti… vi lascio immaginare.

Nella foto mi vedete assieme ad alcuni giovani che frequentano le parrocchie di Bangui e che vogliono fare un cammino di verifica vocazionale. Ho partecipato ad un incontro, parlando loro del mio cammino vocazionale e come il Signore attraverso il Vangelo si rivolge a ciascuno di noi. Dopo l’intervallo è intervenuta la signora Mamadoum, responsabile del laicato missionario comboniano, che oltre a esporre l’operato e lo spirito del laico comboniano nonché l’impegno missionario nella propria parrocchia, ha condiviso la sua esperienza personale e di fede durante questo periodo travagliato che il paese ha vissuto in questi ultimi tre anni. Una testimonianza che mi ha edificato.

Alcuni tra questi giovani sono orfani. In questi tre anni di disordini si sono ampliati gli orrori di una insensata guerra di potere che ha messo in ginocchio il paese e ferito profondamente l’anima di questo popolo centrafricano.

Al ritorno dalla missione di Moungumba, sarò membro della comunità del postulato di Bangui a cui è stato dato il nome di San Giuseppe (dove ancora oggi ci sono 97 famiglie di rifugiati). Oltre al servizio che mi sarà affidato, avrò anche il compito di seguire questi giovani che vogliono intraprendere la vita religiosa.

Carissimi non vi elenco i bisogni che sarò chiamato ad affrontare: siamo nelle mani del Signore, sotto lo sguardo del nostro fondatore San Daniele Comboni e della Madre celeste Maria. Parto ben sapendo che sarò nell’impossibilità di trasmettere mie notizie, ma lo farò appena sarò di ritorno da Mongoumba.

A voi tutti auguro ogni bene e vi affido al Signore. Saluti.”
Fratel Alberto Visintin