Martedì 1 marzo 2016
L'8 febbraio 2016, festa di santa Giuseppina Bakhita, tutto il personale della radio e la diocesi di Juba hanno celebrato il 10° anniversario di Radio Bakhita, la prima emittente lanciata dal CRN (Catholic Radio Network) che si è poi estesa ad altre 8 stazioni radiofoniche sparse nelle diocesi del Sud Sudan e in Sudan. La decisione iniziale dell’apertura della radio, presa dai Consigli Generali dei Comboniani e delle Comboniane, era stata pensata come un dono speciale ai cristiani della terra di san Daniele Comboni, perché, in un paese lacerato dalla guerra, potessero essere raggiunti da notizie aggiornate e da programmi di formazione umana e spirituale.

Inizialmente prevedeva una sola stazione radio, ma dopo il CPA, l'accordo raggiunto tra Nord e Sud nel 2005, si aprì la possibilità di avere una stazione radio in ogni diocesi del Sud Sudan e una sui Monti Nuba. È stato un grande lavoro, portato avanti da alcuni dei nostri confratelli e sorelle comboniane, con un’infinità di ostacoli, tanta pazienza e sacrifici per stabilire tutte queste stazioni radio che oggi raggiungono almeno quattro milioni di persone in tutto il paese.

La celebrazione del 10° anniversario è stata una bella occasione per ricordare i momenti dell’inizio e il duro lavoro per continuare a trasmettere anche in questo tempo difficile, a causa della guerra e delle minacce da parte del governo. Molti ospiti, giornalisti e mass media, organizzazioni della società civile e partecipanti all’evento, si sono congratulati per i risultati di Radio Bakhita in questo decennio. La cerimonia ha avuto come tema "Radio Bakhita, la voce che parla di pace: sognando una società attiva, informata, riconciliata e giusta". Il vescovo ausiliare della diocesi di Juba, Mons. Santo Loku Pio, è stato l'ospite principale insieme con Lam Akol Ajawin, presidente del partito dell’Alleanza Nazionale. Entrambi hanno sottolineato la necessità che i giornalisti del paese abbiano piena libertà di informare i cittadini e di lavorare senza problemi e minacce per la loro vita. Si tratta di un momento storico in cui la radio e i media in generale devono contribuire a portare la riconciliazione e il perdono nel paese, bandendo qualsiasi tentativo di usare i media per creare divisione e alimentare lo spirito tribale. Al termine della cerimonia sono stati consegnati a numerosi partecipanti dei riconoscimenti per il loro sostegno durante questi dieci anni di vita della Radio.

Diversi riconoscimenti sono andati anche alla Famiglia Comboniana (CMS e MCCJ), in particolare ai confratelli e alle sorelle comboniane che hanno contribuito a questo importante servizio e dono fatto alla Chiesa cattolica in Sud Sudan.


Missionarie
comboniane,
in Sud Sudan.

 

Conclusione dell’Anno della Vita Consacrata

Gli Istituti religiosi dell'arcidiocesi di Juba hanno svolto un programma di tre giorni per celebrare la conclusione dell'Anno dedicato alla Vita Consacrata. Il programma è iniziato con un pellegrinaggio al quale hanno partecipato molti religiosi, religiose e fedeli. Partendo dalla parrocchia di Tutti i Santi di Rejaf, i pellegrini sono arrivati al nuovo Centro per la formazione umana e spirituale, ancora in costruzione a Kit, una località a circa 10 km dalla città, dove è stata celebrata l'Eucaristia. Il celebrante principale è stato P. Antonio La Braca, che ha anche festeggiato i suoi 50 anni di ordinazione sacerdotale. Il pellegrinaggio ha effettuato delle soste per pregare in 7 diverse comunità di Istituti religiosi e luoghi storici. Il secondo giorno si è tenuta, a Gumbo, la celebrazione eucaristica di ringraziamento dei Salesiani che hanno celebrato la festa del loro fondatore, san Giovanni Bosco.

La celebrazione eucaristica conclusiva è stata presieduta da mons. Thomas Oliha, amministratore apostolico della diocesi di Torit ed ex superiore generale degli Apostoli di Gesù. Una cena conviviale e alcuni bei momenti di intrattenimento hanno coronato queste tre giornate contribuendo a creare un clima di gioia e di unità, grande segno per tutti i religiosi di questo paese lacerato da tante divisioni.

Attualmente, nei dieci stati del Sud Sudan vi sono più di 47 Istituti religiosi e oltre cinquecento religiosi e religiose provenienti da varie nazioni che si consacrano al servizio dei più poveri e abbandonati nella Chiesa e nella società sudsudanese.