Martedì 15 marzo 2016
Più di mille persone, organizzate in 350 famiglie, formano il quartiere di Piquiá de Baixo, nello stato preamazzonico del Maranhão, in Brasile. Nato alla fine della decada del ’60, il quartiere è uno dei primi della città di Açailândia. Così come questo quartiere, anche la comunità cristiana è una delle prime ad essersi formata nella città. I primi abitanti locali parlano di una terra ricca d’acqua, propizia per la coltivazione, la caccia e la pesca. La vita è cambiata quando Piquiá de Baixo è stata segnata da grandi progetti minerari, dal passaggio della Ferrovia di Carajás per l’esportazione del minerale e dall’installazione del polo siderurgico di Açailândia. Le industre hanno invaso le terre e si sono installate praticamente nel cortile delle famiglie, senza chiedere permesso, con la falsa promessa di lavoro e prosperità per tutti. Quella che era una terra “dove corre latte e miele” oggi è una terra sterile, sporca, inquinata, ove nessuno più vuole abitare e chi resta finisce per ammalarsi o morire.

 

Priorità amazzonia:
presenza comboniana
a Piquiá de Baixo

 

I Missionari Comboniani accompagnano Piquiá de Baixo fin dagli anni ’90, ma si sono dedicati con forza alla causa socio ambientale di questa comunità da circa 8 anni. Il metodo di servizio missionario a fianco della popolazione locale ha come principio base l’inserzione, presenza incarnata e ascolto costante della comunità, celebrando con essa e lottando giorno per giorno assieme ad essa per affrontare i problemi comuni. La decisione collettiva della comunità è stata per il trasferimento di tutte le famiglie in una terra libera dall’inquinamento, in cui ricostruire la vita comune. Senza cessare, naturalmente, di denunciare le violazioni dell’industria mineraria e siderurgica, fino a che il modello di produzione non cambi radicalmente.

La comunità comboniana vive dentro il quartiere di Piquiá, condividendo quindi le stesse condizioni di inquinamento e di conflitto sofferte da tutti gli abitanti. Questo obbliga i comboniani ad assumere in prima persona l’accompagnamento di vari casi di violazione di diritti: risulta impossibile isolarsi o ignorarli.

Negli anni ’90, i missionari hanno aiutato a fondare un Centro di Difesa della Vita e dei Diritti Umani ad Açailândia. Più recentemente, nel 2008, i comboniani hanno creato la rete Justiça nos Trilhos, che offre alle comunità colpite dalle attività minerarie consulenza giuridica, educazione popolare, strumenti di ricerca e comunicazione e alternative al modello economico egemonico.

L’alleanza dei missionari con il Centro di Difesa e con la rete Justiça nos Trilhos ha permesso di offrire alla popolazione di Piquiá de Baixo un appoggio consistente per le loro denunce, rivendicazioni e sogni. Una delle strategie più efficaci è quella degli intercambi tra comunità colpite da questo tipo di impatti: valorizzando la pedagogia di Paulo Freire, si stimola l’autocomprensione della realtà a partire dal punto di vista di diverse comunità oppresse che si incontrano, riconoscono ciò che hanno in comune e si rafforzano tra loro a partire dalla riflessione comune.

La missione in difesa della vita e dei diritti umani deve interagire in modo costante e competente con le diverse istituzioni di difesa dei diritti collettivi, nella sfera locale, nazionale ed internazionale. La Chiesa riconosce così la necessità di complementare la sua missione di evangelizzazione con la collaborazione di altre istituzioni e la consulenza di professionisti, in molti casi motivati dalla stessa fede e testimoni di scelte di vita e servizio ancor più radicali delle nostre.

Il carisma comboniano e le sue articolazioni internazionali ha permesso, insieme all’impegno di altri, di offrire una grande visibilità al conflitto di Piquiá de Baixo e alla sua storia di liberazione, da molti comparata ad un esodo o, come dice Papa Francesco, un “ricercare insieme cammini di liberazione” (LS 64). La storia di Piquiá de Baixo ha ispirato diverse riflessioni biblico-pastorali, recentemente pubblicate in Brasile nel libro “Chiesa e miniere” e articolate con il movimento più ampio della chiesa latinoamericana in difesa della Panamazzonia.

Così, la Chiesa si posiziona con coraggio nella denuncia dell’attuale modello di sviluppo predatore e “insopportabile”, come l’ha definito Papa Francesco. Nel nostro contesto locale, le chiese di tutte le diocesi dello stato del Maranhão hanno celebrato esattamente a Piquiá de Baixo la Romaria da Terra e das Águas, una notte di veglia e celebrazione alla presenza di più di diecimila persone, riaffermando l’urgenza della cura della nostra casa comune.

La Provincia del Brasile rinnova così la sua priorità “Evangelizzazione e Amazzonia”, in difesa della giustizia socio ambientale e nella promozione delle popolazioni più fragili, indigene ed afro discendenti che abitano e proteggono i territori.