Martedì 11 ottobre 2016
La comunità della Curia Generalizia ha celebrato ieri la festa di san Daniel Comboni con i Comboniani presenti a Roma, alcune Comboniane, e un gruppo di amici e benefattori. Tutti i membri dei consigli generali delle Comboniane e dei Comboniani erano presenti. La messa della festa è stata presieduta da Mons. Jaime Rodríguez Salazar, vescovo emerito di Huánuco (Perù). Gli scolastici comboniani di Casavatore (Napoli) hanno animato la liturgia. “In questa occasione – ha detto Mons. Jaime, comboniano – stiamo celebrando tre avvenimenti che hanno molto significato per la nostra famiglia religiosa e per la Missione e cioè: l’entrata in cielo del nostro Santo Fondatore, san Daniele Comboni, morto il 10 ottobre 1881. Il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale di quelli ordinati nel 1966, alcuni dei quali sono presenti [Mons. Rodríguez Jaime e PP. Bauman Reinhold, Coppe Daniele, Guiducci Giancarlo, König Josef, Porto Mario, Prandina Piergiorgio, Redaelli Enrico, Tonolli Bruno]. E poi la professione religiosa perpetua di Justin Ndhlovu”. Pubblichiamo qui di seguito l’omelia proferita durante la Messa.


Gli scolastici comboniani
di Casavatore (Napoli)
hanno animato la liturgia.

 

Anniversario della morte
di san Daniele Comboni


Reverendo Superiore Generale,
Reverende Suore Comboniane,
Cari confratelli,

Era l’anno 1976 quando P. Tarcisio Agostoni, Superiore Generale, mi scrisse una lettera perché andassi in Zambia a dialogare con le autorità ecclesiastiche per aprire alcune missioni per i Comboniani.

Andammo P. Giuseppe Gusmini, P. Luigi Casagrande, P. Alberto Buffoni ed io. Parlammo con Mons. Nazombwe, vescovo di Chipata, con Mons. Milingo, arcivescovo di Lusaka, che accettarono la presenza dei Comboniani in Zambia, che poi si incaricarono di tre parrocchie. Certamente i confratelli hanno lavorato bene e quindi le vocazioni per i Comboniani hanno cominciato a fiorire.

Titokose Mulungu chifukwa Alipo Anthu amene afuna Kukhala nawe pa religious Banja yatou chimodsi-modsi Justin, che vuol dire: “Ringraziamo Dio perché ci sono persone che vogliono essere membri della nostra famiglia religiosa come Justin”.

In questa occasione stiamo celebrando tre avvenimenti che hanno molto significato per la nostra famiglia religiosa e per la Missione e cioè: l’entrata in cielo del nostro Santo Fondatore, san Daniele Comboni, morto il 10 ottobre 1881. Il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale di quelli ordinati nel 1966, alcuni dei quali sono presenti. E poi la professione religiosa perpetua di Justin Ndhlovu.

Questi tre avvenimenti hanno una profonda relazione tra loro. Infatti, san Daniele Comboni, prima di morire, disse ad alcuni suoi missionari che erano intorno a lui nel momento della sua partenza per l’eternità: non abbandonate mai il campo di lavoro perché io muoio però la mia opera non morirà.

Il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale e la professione perpetua sono una prova dello spirito profetico del nostro Fondatore. Anzi, esse rafforzano la sicurezza che aveva san Daniele, che la sua vocazione missionaria veniva da Dio e quindi anche coloro che lo accettano come maestro sono uniti a lui seguendo la sua donazione alla missione. Questi tre avvenimenti, che stiamo celebrando con gioia e fiducia, ci devono spingere a credere, amare e vivere la nostra vocazione con entusiasmo sull’esempio di san Daniele Comboni, del quale si dice: “Daniele Comboni si distinse per la sua dedizione totale alla causa missionaria per la quale parlò, lavorò, visse e morì” (RV 2).

Comboni, come Abramo, credette e vide da lontano l’opera di Dio, si rallegrò e lavorò perché arrivasse quel tempo in cui gli africani sarebbero stati parte di questo cammino di salvezza.

La sicurezza che la sua vocazione veniva da Dio lo sostenne e lo aiutò a non smarrirsi per le difficoltà, i dolori e le incertezze della missione, ma anzi lo spinse a donarsi totalmente al compimento della volontà di Dio. In questo ambiente di generosità esemplare, noi che stiamo celebrando cinquant’anni di servizio alla Chiesa e al mondo, ringraziamo Iddio per la vocazione che abbiamo ricevuto e per il bene che possiamo aver fatto. Quindi, incoraggiamo questo giovane candidato, che oggi fa la sua professione perpetua, ad affidarsi, come san Daniele Comboni, al cuore aperto del Buon Pastore, perché lui è la Via, la Verità e la Vita, per lui e per tutta quella gente che troverà nel suo servizio missionario.

Caro Justin Ndhlovu: vale la pena sacrificare tutto per riuscire a possedere il tesoro nascosto nel campo, cioè Gesù Cristo. È lui che riceve oggi, attraverso il ministero della Chiesa e dell’Istituto, i tuoi voti per il bene tuo e di tante altre persone. Ti ricordiamo che Gesù Cristo ti ha chiamato a questa vocazione affinché tu collabori al benessere spirituale e materiale di tante persone giacché Dio vuole la salvezza di tutti e che tutti conoscano la verità, Gesù Cristo.

Lui è il Buon Pastore, come abbiamo sentito nel Vangelo di Giovanni, che offre la vita per tutte le pecore, anche quelle che non sono di questo ovile e che, attraverso la collaborazione della Chiesa, devono diventare membri del gregge di Gesù Cristo. L’opera di Dio non è facile, anzi ha tante croci, però la presenza di Gesù Cristo aiuta tutti i missionari a vincere le difficoltà e a superare ogni problema. Per questo, devi sempre domandare a Dio il dono dello Spirito Santo che ti aiuti ad annunziare ai poveri il Regno di Dio con tutte le sue buone conseguenze, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi e a promulgare l’Anno di Misericordia del Signore.

Con i migliori auguri, preghiamo Dio che riceva con gioia la tua consacrazione. Che la Madonna e san Daniele Comboni ti accompagnino sempre. Amen.


Professione religiosa perpetua di Justin Ndhlovu, comboniano dallo Zambia.


In ginocchio Justin Ndhlovu davanti a P. Fermo Bernasconi, superiore della comunità dei confratelli studenti, Mons. Jaime Salazar, e P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, superiore generale dei Missionari Comboniani.