Messa di chiusura dell’incontro dei Superiori di circoscrizione a Roma

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Lunedì 27 febbraio 2017
Mons. Miguel Angel Ayuso Guixot, missionario comboniano e segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-religioso, ha presieduto il 25 febbraio la Santa Messa conclusiva dell’incontro della Direzione Generale con tutti i Superiori delle circoscrizioni comboniane, presso la Casa Generalizia dei Missionari Comboniani a Roma. Mons. Ayuso, commentando le letture del giorno nel contesto delle celebrazioni del 150° Anniversario dell’Istituto Comboniano, ha incoraggiato i superiori maggiori a proseguire il loro ministero “sulla via della riconciliazione e del dialogo”, ricordando “quanto stia a cuore a Papa Francesco la ‘cultura del dialogo’ e quanto siano importanti nella vita dei missionari ‘la conversione’, ‘la croce’, e la ‘speranza verso il futuro’”. Alla Messa ha partecipato anche il Consiglio Generale delle Suore Missionarie Comboniane.

Omelia della Santa Messa con i Superiori comboniani
Sabato, 25 febbraio 2017

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
“L’amore del Signore è per sempre” dice il ritornello del salmo responsoriale odierno. Esso ci ricorda la nostra vocazione e “ci ricorda l'importanza di mantenerci fedeli a un ideale, ricordando che come i marinai si lasciavano guidare dalle stelle se volevano arrivare in porto, noi dobbiamo lasciarci guidare dagli insegnamenti del Vangelo se vogliamo essere persone coerenti e felici. La vocazione missionaria e l'appartenenza a una famiglia missionaria sono un dono, non sono merito nostro. Siamo missionari perché Dio è stato buono e ha voluto servirsi di noi per mostrare il suo volto paterno a tanti fratelli e sorelle che ancora non lo conoscono” (Lettera in occasione del 150° Anniversario dell'Istituto Comboniano, p. 2).

Da questo scaturisce il nostro ringraziamento a Dio, guardando al passato e ai tanti missionari che nelle vostre Provincie/Delegazioni hanno testimoniato questo amore di Dio e hanno offerto la loro vita per la missione. Ma guardando anche con realismo il presente, riconoscendo che siamo chiamati a testimoniare il Regno di Dio. Da qui la chiamata alla conversione, ad accettare le croci, e a guardare con speranza verso il futuro, come ci indica il Consiglio Generale in questo 150° Anniversario dell'Istituto Comboniano.

1. Conversione: la conversione del cuore viene presentata oggi nel Vangelo, sotto questa forma semplice di farci bambini. Nel Vangelo, a quest'uomo così grande per i doni di Dio, Gesù ripete più volte l'invito a diventare “come un bambino”: è la condizione per entrare nel Regno del Padre. E per diventare “bambini” abbiamo una via: essere figli di Maria, che è stata piccola ed è stata contenta di esserlo: “Il mio spirito esulta in Dio, perché ha guardato l'umiltà della sua serva”.

È difficile essere contenti dei propri limiti! Il segreto è essere umili e magnanimi, per questo Maria ha potuto parlare per sé di grandezza e di umiltà. Maria è stata adulta nella fede, ha usato, come dice il Siràcide, il discernimento per ragionare: all'Angelo annunciante ha fatto domande essenziali per risposte precise. Ed è stata piccola, docile e fiduciosa nell'abbandonarsi a Dio. Ecco la nostra conversione del cuore, che ci permette di avvicinare gli altri, come superiori, con uno spirito di servizio umile e generoso verso tutti.

2. Croce: da saper abbracciare nello spirito della prima lettura del Siràcide: “discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro perché ragionassero, li riempì di dottrina e di intelligenza e indicò loro anche il bene e il male. Credo che nel vostro compito di servizio, come Superiori, questa indicazione del Siràcide, possa essere applicata all'attenzione particolare che dovete dare alle persone, nel vostro servizio verso tutti e ciascun membro della vostra provincia/delegazione, guardando alle persone, alla realtà della missione con discernimento e attenzione alla persona. Vorrei qui ricordare le parole a braccio di Papa Francesco durante la sua Omelia nella mia Ordinazione Episcopale lo scorso 19 marzo 2016 a San Pietro: “Guardate i fedeli negli occhi! Non in obliquo, negli occhi, per guardare il cuore”. Assumere o prendere la nostra croce quotidiana, presuppone prima di tutto che noi impariamo continuamente a guardare, ad ascoltare e a pregare perché un buon e sereno discernimento ci permetta di diventare, come Superiori, punto di riferimento di chi continuamente indica la meridiana, che è il Signore che ci chiama come fratelli a vivere a servizio della nostra missione, come grazia da Lui ricevuta. In San Daniele Comboni, nostro fondatore, abbiamo un modello di chi ha saputo abbracciare la croce con generosità e amore.

3. Infine, la speranza: guardare al futuro con speranza! L'ultimo Capitolo Generale ci ha invitati non solo a convertirci ma anche a sognare un nuovo modo di capire e di vivere la missione. Dobbiamo ‘diventare missione’ annunciando la gioia del Vangelo in solidarietà con i popoli, facendoci promotori di riconciliazione e di dialogo, riscoprendo la spiritualità delle relazioni a livello interpersonale, istituzionale, sociale e ambientale (cf. AC ’15, n. 20). Come Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, desidero ricordare e incoraggiare tutti a proseguire sulla via della riconciliazione e del dialogo. Sappiamo quanto stia a cuore a Papa Francesco la “cultura del dialogo” così importante per il nostro mondo di oggi e del futuro. Rinnoviamoci con speranza, perché la nostra missione, la nostra responsabilità come Superiori non perda mai di vista questa cultura del dialogo che richiede tanta pazienza, comprensione e ascolto!

A conclusione e sull’esempio del nostro Fondatore, ringraziamo il Signore per i tanti doni elargiti. Desidero rivolgere un particolare ringraziamento a Suor Luigina Coccia, Superiora Generale, e a tutto il suo Consiglio che ha da poco iniziato il proprio servizio alla missione e per il quale auspico la benedizione del Signore. Parimenti ringrazio i provinciali precedenti perché il Signore li benedica nelle nuove missioni assegnate loro. Infine, incoraggio voi tutti neo-eletti perché possiate proseguire testimoniando con spirito di dialogo, aperto a tutti, il Vangelo, con umiltà e in spirito di servizio, per dare così tanti buoni frutti, di giustizia, di pace e di carità, per contribuire alla crescita del Regno di Dio. Come abbiamo pregato nell’Alleluia della liturgia odierna, “Ti rendo lode Signore del Cielo e della Terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno”. A Te la lode e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.