Sabato 17 aprile 2021
Il poeta della nostra comunità è partito! Per raggiungere finalmente lo Spirito ispiratore della bellezza poetica della vita e del creato. Fratel Virginio aveva 92 anni. In pochi giorni ha dovuto congedarsi da questo mondo. Godeva di una discreta buona salute ed autonomia. Ma un cancro, silenziosamente, come un tarlo, ha fatto precipitare le sue condizioni fisiche. Virginio se ne è accorto naturalmente. Ma ne ha avuto la conferma quando alcuni suoi familiari, avvertiti dal Superiore della comunità, sono venuti a visitarlo. “Allora sto veramente male!”, fu la sua reazione. (...)

Ricordando Fratel Virginio Manzana,
il nostro poeta

Fr. Virginio Manzana nacque il 16 ottobre 1928 a Desenzano (diocesi di Verona), fece il noviziato a Firenze (1948-1950), professò il 19 marzo 1950 e emise i voti perpetui il 19 marzo 1956. Svolse la sua vita missionaria in: Italia (50-56), Sud Sudan (56-64), Italia (64-66), Uganda (66-74), Kenya (74-77), Italia (77-80), Uganda (80-88), Italia (88-91), Congo (92-99), Italia (00-21). Si addormentò nel Signore il 12 aprile 2021 nella nostra comunità di Castel D’Azzano (VR) e fu sepolto il 15 aprile 2021 con i nostri confratelli che giacciono nel cimitero monumentale di Verona.

Il poeta della nostra comunità è partito! Per raggiungere finalmente lo Spirito ispiratore della bellezza poetica della vita e del creato. Fratel Virginio aveva 92 anni. In pochi giorni ha dovuto congedarsi da questo mondo. Godeva di una discreta buona salute ed autonomia. Ma un cancro, silenziosamente, come un tarlo, ha fatto precipitare le sue condizioni fisiche. Virginio se ne è accorto naturalmente. Ma ne ha avuto la conferma quando alcuni suoi familiari, avvertiti dal Superiore della comunità, sono venuti a visitarlo. “Allora sto veramente male!”, fu la sua reazione.

Scrivere poesie era il suo passatempo e lo manteneva attivo mentalmente. Qualche giorno prima di morire discuteva ancora sul numero di copie da stampare di un’altra sua raccolta.
Gli piaceva condividere le sue opinioni e ricordi. Aveva una buona memoria e raccontava volentieri i suoi ricordi della missione, spesso con dettagli storici inediti e interessanti.
Ieri abbiamo celebrato il suo funerale nella nostra comunità. Una cerimonia semplice, in un clima di serena mestizia. Un momento speciale di profonda fraternità in cui consegniamo il nostro fratello al Padre della Vita e della Misericordia. La celebrazione è stata presieduta da P. Renzo Piazza. Alla fine dell’Eucaristia P. Renzo ha letto una poesia che Nina, una nostra operatrice, aveva composto per Virginio e gli aveva consegnato in mano qualche giorno prima, suscitando la sua commozione.
In cielo, come in terra, Virginio non appartiene certo alla cerchia di Virgilio o di Dante ma rimane comunque un bel esempio di missionario che a modo suo ha cercato di cantare la bellezza della vita e della vocazione missionaria.

Fr. Virginio Manzana
Omelia di P. Renzo Piazza
15 aprile 2021

Miei ultimi desideri

Fr. Virginio ha dato delle indicazioni precise sul suo fine vita: Prego il Superiore che sarà presente alla mia morte di accogliere i miei ultimi desideri. Quando sarò sul letto in cui si prevede la mia fine su questa terra, chiedo ai miei confratelli di non venire a chiedermi come sto, ma di aiutarmi a pregare. I Confratelli sacerdoti, mi segnino la Croce sulla fronte: il tentatore fuggirà.

  1. Chiedo che sulla mia bara non venga posto nessun fiore;
  2. sul feretro venga messa una candela o un cero. Segno della Fede ricevuta nel Battesimo e credo di averla conservata per tutta la mia vita;
  3. desidero essere sepolto nel cimitero di Verona in compagnia dei miei confratelli; 
  4. le letture per la santa Messa: 2 Tm 4, 1-8.”Ho conservato la fede”;  alleluia pasquale; il vangelo Mt 25, 1-13 (le 10 vergini);
  5. mi si dica la santa messa nel giorno della morte e l’altra nel giorno del funerale; 
  6. ai parenti si diano solo le condoglianze perché quello che ho, appartiene all’istituto;
  7. sulla bara venga fissato il mio crocefisso dei voti e non quello in uso.

Spero per la misericordia del Padre e per il sangue del Redentore Gesù Cristo di contemplare il volto del Padre, per la Sua maggior gloria e di poterlo contemplare in eterno.

Scrivo questa dichiarazione dopo matura riflessione e in piena libertà e chiedo a chi si prenderà cura di me (Superiore religioso, Familiari, Medici) di rispettare i desideri che ho espresso.

1. Virginio cristiano

Ha voluto una candela sulla bara, segno della fede ricevuta nel battesimo e ha scelto da una lettera di Paolo, prigioniero e al termine della vita, il testo con cui ribadisce il suo attaccamento al Signore: “Ho conservato la fede”. 

“Ho combattuto la buona battaglia”. Possiamo dire che Fr. Virginio è stato un fratello battagliero, che ha combattuto la buona battaglia della missione in Sudan, in Uganda, in Kenya e in Congo per quasi 40 anni, al tempo in cui la missione era davvero una sfida difficile, i viaggi complicati, la malaria onnipresente e i rapporti con le autorità conflittuali. E’ uno degli espulsi dal Sudan nel 1964. Attorno al tema della missione sapeva incuriosire, suscitare interesse, entusiasmare. Anche gli ultimi anni trascorsi nelle case di riposo sono stati vissuti come varie battaglie per mantenere una salute malferma. L’ultima battaglia l’ha combattuta contro il Coronavirus, con ben tre lunghi periodi di quarantena e di isolamento. Ha combattuto anche per migliorare se stesso: alle volte qualche slancio o improvvisazione lo portavano un po’ sopra le righe o ad essere un po’ ruvido. Allora chiedeva scusa, magari con una lacrimuccia, chiedeva di essere perdonato e ripartiva.

“Ho terminato la corsa”. La sua corsa è stata la sua vita da missionario, conclusa serenamente lunedì a mezzogiorno, quando il suo cuore ha smesso di battere e ha raggiunto l’obiettivo della sua esistenza: contemplare per sempre il volto del Padre.

“Ho conservato la fede”. La fede è stato il tesoro prezioso per lui, ricevuta in dono nel battesimo, trasmessa da una famiglia patriarcale di tradizioni sane e profonde, verso la quale ha mantenuto un grande attaccamento e una profonda venerazione. Abitavano la stessa casa dov’era vissuta, 500 anni prima, sant’Angela Merici. I ricordi del catechismo, del Parroco, della prima comunione, della scoperta della sua vocazione non si sono mai cancellati. Ha messo in poesia il suo attaccamento alla persona di Gesù e il suo amore per il Vangelo. “La Fede ricevuta nel Battesimo, credo di averla conservata per tutta la mia vita” ci ha detto poco fa.

2. Virginio, fratello comboniano  

Ha raccontato che il suo sogno da ragazzo era di diventare sacerdote. Forse le difficoltà scolastiche e qualche problema di salute lo hanno orientato diversamente e così è diventato fratello. 

Per molti anni ha amato l’Africa  attraverso la sua professione di meccanico e i mille lavoretti pratici che costituiscono il mondo del fratello. Ha ben scritto in una poesia: “Africa, ti ho amato con le mie mani”. Aggiustando le macchine permetteva al vangelo e agli operai del vangelo di continuare la loro corsa e il loro servizio all’umanità sofferente… 

Era contento e orgoglioso di essere fratello comboniano: partecipava regolarmente agli incontri annuali a Pesaro, non faceva mancare le sue riflessioni e nella valutazione finale vi era sempre un rilievo sugli altoparlanti della casa “non sufficientemente potenti”…

3. Virginio poeta

Virginio non riceverà il premio Nobel per la poesia e il suo nome non sarà annoverato tra i grandi della letteratura, ma durante gli ultimi anni della sua vita ha saputo fare qualcosa di veramente significativo. Si è appassionato di poesia e attraverso la poesia è stato un testimone del passato, della famiglia, dei valori di una volta, della missione, dell’Africa amata.  Ma è stato anche attento alle problematiche attuali: la salvaguardia del creato, l’amore alla natura, il bullismo, e, a modo suo, la dignità della donna. 

Attraverso la poesia rivelava qualcosa di se stesso, dei suoi affetti e dei suoi valori, manifestava interesse e riconoscenza al personale, tessendone l’elogio. Ogni evento, ogni festa, ogni ricorrenza erano occasione per essere presente e partecipe attraverso i suoi versi. Ha riempito le sue giornate scrivendo, consultando dizionari, cercando le rime, chiedendo aiuto per il PC che si inceppava al primo fisioterapista che passava… E poi la preoccupazione per la stampa, la diffusione e la sostenibilità del suo lavoro letterario. Ha trovato una via tutta sua per tenersi in vita, mantenere gli interessi, salvaguardare le capacità residue. Alla fine incolpava il computer di non funzionare a dovere, di non rispondere ai suoi comandi… immaginando che un altro, di produzione più recente, potesse risolvere i problemi che erano nella sua fragilità. 

Conclusione

Proponendo il vangelo delle 10 vergini forse fr. Virginio pensava che il Signore sarebbe arrivato a mezzanotte. Invece è arrivato a mezzogiorno… e non è stato lui che è andato incontro allo sposo, perché non ne aveva più forza, ma è lo sposo che è venuto incontro a lui. Lo ha trovato con i vasetti d’olio pronti: la sua vita offerta per i fratelli. Chiediamo a Gesù di condurlo nel Regno del Padre a ricevere la corona di gloria riservata a coloro che hanno atteso con amore la sua venuta. 

PER TE, AMICO MIO!!!

Hai visto il cielo, il sole, i fiori,
con i loro profumi e tanti colori.
I campi del grano, i boschi, il mare
Un mondo da vivere e da amare…

Avevi il destino da Dio segnato
La vita eterna hai predicato
Hai seminato l’amore e pace
Pensavi, scrivevi, lasciando le tracce.

Hai visto sorrisi e tanti abbracci
La gioia, l’amore, carezze e baci
Ma anche dolore e povertà
La gente che sogna la libertà

Hai visto gli occhi degli innocenti
Il bene, il male e tanti segreti
Ricchezza, potere e carità
La vita che nasce, e poi…se ne va…

Un soffio, un attimo, una ventata
La vita è stata…è già passata…
Nasce nel cielo una stellina
Mentre, si spegne, la candelina…

Nina

[Combonianum]