Ricordando Padre Antonio Di Lella, missionario comboniano: “Un amico dei poveri”

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Domenica 30 aprile 2023
P. Antonio Di Lella è deceduto il 27 aprile, all’età di 85 anni, presso la nostra comunità di Castel d’Azzano. Nelle ultime settimane il suo stato di salute si era deteriorato. Il 29 aprile abbiamo celebrato il suo funerale. Erano presenti, oltre la nostra comunità, alcuni familiari e amici e alcuni confratelli delle comunità vicine, tra cui il nostro provinciale, P. Fabio Baldan. Il superiore della comunità, P. Renzo Piazza, ha presieduto la cerimonia. La salma di P. Antonio è stata poi trasportata a Caserta, dove oggi, 30 aprile, vi sarà una celebrazione a ricordo, presso la Chiesa di Nostra Signora di Lourdes, a Caserta (CE).

Funerale di P. Antonio Di Lella
Omelia di P. Renzo Piazza
29 aprile 2023

P. Antonio Di Lella era nato a Caserta nel 1937. Da ragazzo entrò nel seminario minore della prelatura di Pompei e frequentò il Liceo nel Seminario Regionale di Salerno. Qui si incontrò con Gennaro Campochiaro e ambedue presero la decisione di passare dai Comboniani, e frequentarono il noviziato a Firenze, compagni di avventura nella questua dell’olio, casa per casa.

A 20 anni fece i primi voti e, dopo aver frequentato la teologia nello scolasticato di Venegono, fu ordinato sacerdote a 23 anni. Dopo un periodo in Italia, partì per il Brasile, dove rimase per 36 anni, in diversi periodi, al sud e al nord est del paese, fino al 2014, quando, per motivi di salute, fu costretto a rientrare in Italia.

Padre Antonio e i poveri

Negli anni 70 i comboniani di Napoli avevano libero accesso per l’animazione missionaria e vocazionale nelle diocesi della Campania, eccetto una: quella di Caserta. Il nostro P. Gennaro (che condivideva il lavoro con P. Gaetano Beltrami e Fr. Beppe Lagattolla) incontrò il Vescovo di allora per chiedergli la ragione di questa chiusura. La risposta fu che, in diocesi, due missionari Comboniani provenienti dal Brasile “avevano riempito la città con il loro insegnamento”: non facevano altro che parlare di poveri, di poveri, di poveri… provocando la nascita di gruppi di “maoisti” all’interno della città. “Se volete che riapriamo le porte ai comboniani, disse il Vescovo, aiutatemi a liberare almeno la cattedrale dalla presenza di questi “maoisti”. Facile indovinare oggi chi era uno dei due comboniani che parlavano di poveri. Qualche anno dopo, il 16 marzo 2013, un cardinale Brasiliano Claudio Hummes bisbigliò all’orecchio di Papa Bergoglio appena eletto Papa: “Non dimenticarti dei poveri”. Ma nessuno l’ha accusato di essere “maoista”…

L’attenzione ai poveri ha accompagnato P. Antonio per tutta la vita, anche durante gli ultimi anni di attività trascorsi a Lucca, ed è stata sempre marcata dal suo atteggiamento buono, da fanciullo, a volte ingenuo, con il rischio che qualcuno ne approfittasse.

Anche a Don Tonino Bello era stato rimproverato di aiutare i poveri in modo ingenuo. Nella sua parrocchia dopo la messa erano numerosi a chiedere il suo aiuto sulla strada. “Guarda che ne approfittano…”, gli diceva il parroco. Ma lui rispondeva: “E’ meglio rischiare di dare la carità a quelli che non ne hanno bisogno, piuttosto di non darla a chi ne ha bisogno”.

Quello che P. Antonio faceva, lo faceva con il cuore. Piuttosto di avere un cuore acido, che vede solo il negativo attorno a sé, è meglio avere un cuore dolce, anche un pochettino di troppo.

Il Vangelo del giorno

Il giorno in cui P. Antonio è ritornato alla casa del Padre per stare definitivamente con Gesù, il Vangelo ci diceva: “Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da Lui, viene a me”. Mi sono chiesto chi abbia insegnato a P. Antonio ad ascoltare il Padre e a imparare da lui.

La famiglia di P. Antonio ha dato alla chiesa due figli sacerdoti (un salesiano e un comboniano) e una figlia religiosa (Suora della Carità). Probabilmente è stato proprio nella sua famiglia che P. Antonio, ha trovato chi gli ha fatto conoscere il Padre dei Cieli e il suo Figlio Gesù. Si è lasciato istruire dalla parola e dalla testimonianza di vita dei genitori e, attirato dal Padre, ha scelto di seguire Gesù come missionario e di consacrare le sue forze e le sue energie, per l’annuncio del Vangelo.

La gente ha percepito che era autentico. ”Avvicinava tutti al Signore; non ha mai criticato nessuno; innocente come un bambino; amava il prossimo; ce ne fossero tanti come lui! Chi lo incontrava si faceva un pieno di spiritualità”; “Portava la Parola di Dio, convertiva le persone, salvava le anime”; Umanità, pazienza e dolcezza: portava le anime a Dio”. “Lo ricordo per la sua semplicità e per la sua capacità di vedere il bene ovunque. Il male che riceveva, non lo ricordava. Non portava rancore”. Veramente P. Antonio ha imparato dal Padre a voler bene a tutti incondizionatamente.

Nella comunità di Castel d’Azzano

Non ascolteremo più la sua intenzione quotidiana alle lodi del mattino: ”Per quanti si raccomandano alle nostre preghiere, parenti, amici, benefattori, perché il Padre li esaudisca nelle loro necessità, preghiamo…” Intenzione che rivelava qualcosa del suo cuore, la riconoscenza, la fedeltà alla promessa fatta a qualcuno, l’attenzione verso chi gratuitamente, ci vuole bene.

Non incontreremo più un confratello fedele e regolare ai suoi impegni, tra i primi a raggiungere con difficoltà la cappella, desideroso di dare un contributo alla preghiera della comunità.

Non ci sarà più uno che ci ricorderà i santi del giorno, quelli magari dal nome un po’ strano o dalla vita un po’ originale. Senza dubbio a lui sarebbe piaciuto oggi, festa di Santa Caterina da Siena, mantenere le letture della santa, piuttosto di quelle della liturgia per i defunti. Lo abbiamo accontentato. E da queste letture vogliamo sottolineare due punti. Il primo, dalla lettera di S. Giovanni.

Antonio, al momento di presentarti davanti al Signore, non avere paura: il sangue di Gesù, il Figlio suo, ti purifica da ogni peccato. Non avere paura: egli è fedele e giusto tanto da perdonarti i peccati e purificarti da ogni iniquità. Non avere paura: abbiamo un difensore presso il Padre, Gesù Cristo il giusto, vittima di espiazione per i nostri peccati. Dice un canto francese: Nel regno dove te ne vai, ogni notte diventa luce. Il sangue di Cristo in croce ti porta verso il Padre. Noi ti diciamo ad-Dio, ma è al nostro Dio che ha fatto tutto per te.

Il secondo pensiero viene dal Vangelo. San Matteo ci ricorda che un piccolo a cui il Padre nella sua benevolenza ha rivelato i misteri del regno, si chiamava Antonio Di Lella, che ha preso su di sé il giogo dolce dell’amore e da esso si è fatto guidare per attirare altri verso il Padre. Per quanto ha detto e quanto ha fatto ai suoi fratelli, che il nome di Dio sia lodato.

Gli ultimi ricordi

Lunedì 24 l’ho accompagnato per l’ultima visita cardiologica, in via del Capitel, parlando serenamente del più e del meno. Siamo stati bene accolti dal personale sanitario, un’infermiera delicata e una dottoressa attenta e scrupolosa. Mentre la dottoressa leggeva con attenzione i numerosi referti delle sue malattie pregresse, P. Antonio le ha offerto, tirandola fuori dalla sua tasca, una caramella senza zucchero. Lo stesso ha fatto con l’infermiera. Ha voluto sapere i loro nomi, Renata e Lucia, e ha fatto un piccolo commento sul loro significato, con una piccola conclusione evangelica. La dottoressa ha concluso la visita ricordando che la sua situazione era praticamente stabile e di continuare con le cure in corso.

Mercoledì 26, all’ora di Messa fr. Gino ha spinto P. Antonio in carrozzina al suo posto, vicino all’altare. P. Antonio gli ha chiesto di ritornare nella sua stanza, perché aveva dimenticato l’orologio. Fr. Gino non trovando l’orologio, è tornato portandogli la sveglia del comodino… Mi chiedevo tra me: ma cosa gli serve l’orologio durante la Messa? Quale ora vuole conoscere?

Poco dopo ero avvertito che era già giunta l’ora del suo passaggio da questo mondo al Padre, in modo quasi improvviso. E’ bastata una crisi respiratoria a smentire quanto la dottoressa aveva detto due giorni prima. Il Padre lo ha attirato a sé perché sia con Gesù per sempre, nell’attesa della risurrezione dell’ultimo giorno. Ciao, P. Antonio. Ora che sei presso il Padre, senza problemi di salute e con tanto tempo a disposizione, noi ci raccomandiamo alle tue preghiere. Intercedi perché desideriamo quello che Dio desidera e vi rispondiamo con prontezza e letizia di cuore.
[comboni2000]