NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

Nomina della Santa Sede

Padre Léonard nominato Vescovo Ausiliare di Kisangani

Il 13 maggio, Papa Francesco ha nominato padre Léonard Ndjadi Ndjate, mccj, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Kisangani (Repubblica Democratica del Congo). Al momento della nomina, padre Léonard era superiore provinciale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù nella Rd Congo. Gli è stata assegnata la Sede titolare di Case di Numidia (in latino: Casæ in Numidia), un’antica sede episcopale della provincia romana di Numidia, identificabile con El Madher, nell’odierna Algeria.

Mons. Léonard Ndjadi Ndjate nasce il 2 gennaio 1976 a Yanonge, nell’arcidiocesi di Kisangani. Yanonge è una località situata a 55 km da Kisangani, a valle del fiume Congo. Frequenta le scuole medie e secondarie a Kisangani. Nel 1995 entra in contatto con i missionari comboniani. Poco dopo, chiede di entrare nel postulato dei comboniani a Kisangani. Frequenta il triennio filosofico in quello che diventerà il Philo-sophat Edith Stein, dove ottenne il baccalaureato in Filosofia.

In ottobre 2000, entra nel Noviziato “San Pietro Claver”, a Limete-Kinshasa, che conclude con i primi voti il 5 maggio 2002, emessi nelle mani di padre Venanzio Milani, allora Vicario generale.

Entrato nello Scolasticato comboniano di Kinshasa, segue i corsi di teologia all’Istituto Saint Eugène de Mazenod, nella capitale. Il 10 ottobre 2005 fa la professione perpetua a Kinshasa ed è ordinato sacerdote il 13 agosto 2006 a Kisangani.

Il 1° luglio 2006 è destinato all’allora provincia comboniana della Repubblica Centrafricana. Trascorre alcuni mesi a Mbata per lo studio della lingua, per poi essere assegnato alla parrocchia “Nostra Signora di Fatima” a Bangui, diventandone presto parroco. Da febbraio 2011 a dicembre 2012 è vice superiore provinciale.

In gennaio 2013 è a Roma per un corso di specializzazione in Teologia Spirituale, presso la Pontificia Università Gregoriana. Il 1° luglio 2015 è assegnato al Noviziato Internazionale dei Comboniani per l’Africa francofona, a Cotonou, Benin, come padre maestro. Per due anni, è eletto consigliere provinciale della provincia di Togo-Ghana-Benin.

A fine 2019, i suoi confratelli congolesi, desiderosi di riaverlo in patria, lo eleggono superiore provinciale del Congo. Il 1° gennaio 2020, padre Léonard è a Kinshasa, nella sede provinciale. A fine 2022, è rieletto superiore provinciale. Il 1° gennaio 2023 inizia il suo secondo mandato. Quattro mesi e mezzo dopo, Papa Francesco lo chiama altrove, nominandolo Vescovo ausiliare di Kisangani, sua diocesi di origine.

Prime professioni

 

 

NOME

Prov.

Luogo

Data

Sc

John Baptist Phan Van Hoi

A - VN

Manila

6 maggio

Sc

Peter Tran Minh Thong

A - VN

Manila

6 maggio

Sc

Simone Catani

I

Manila

6 maggio

Sc

Agama Etse (Jean-Paul)

TGB T

Cotonou

6 maggio

Fr

Apaloo Koami Emmanuel

TGB T

Cotonou

6 maggio

Fr

Bakodu Gbotea Michel

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Ilolube Tandir Blondel

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Kambale Kawungu Bienfait

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Katika Manani (Charles)

TGB T

Cotonou

6 maggio

Sc

Kpekpe Kossi Pascal

TGB T

Cotonou

6 maggio

Fr

Kumbi Miangemba Rodi

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Mayepa Nkosi Beni

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Mbwiti Mavumu Aristarque Joachim

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Ngassa Mambabua Joseph

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Nzaba Ebampum Michel

RDC

Cotonou

6 maggio

Sc

Olobi Kwami Inyeza Alexis (Herve)

TGB T

Cotonou

6 maggio

Sc

Tehou Akouètè Patrice

TGB B

Cotonou

6 maggio

Sc

Vomi Anderson Merveille

RCA

Cotonou

6 maggio

Sc

Vongoulouma Zacharie Excellence

RCA

Cotonou

6 maggio

Sc

Vlamindi Clement Dieu Merci

RCA

Sarh

7 maggio

Sc

Mbedi Nzofo Josue

RDC

Sarh

7 maggio

Fr

Babaya Moga Jean de Dieu

RDC

Sarh

7 maggio

Sc

Mbaïornom Dénis

TCH

Sarh

7 maggio

Sc

Arroyo Gálvez Roy Manuel

PE

Xochimilco

13 maggio

Sc

Bermúdez Úsuga Didier Alonso

CO

Xochimilco

13 maggio

Sc

Loor Vera Carlos Enrique

EC

Xochimilco

13 maggio

Sc

Mejía Sánchez Emmanuel Alejandro

M

Xochimilco

13 maggio

Sc

Osuna Félix Jesús Daniel

M

Xochimilco

13 maggio

Sc

Rodríguez Robalino Jhonaton Fabricio

EC

Xochimilco

13 maggio

Sc

Rosado Cobeña José Leonardo

EC

Xochimilco

13 maggio

Sc

Xalamihua Zopiyactle Martín

M

Xochimilco

13 maggio

Fr

Umir James Ukongo Jenesio

SS

Lusaka

13 maggio

Sc

Geme Towongo Isaac Nicholas

SS

Lusaka

13 maggio

Sc

George Ibrahim Naguib Nasrallah

EGSD

Lusaka

13 maggio

Sc

Gerard Paul Hieronimo

MZ

Lusaka

13 maggio

Sc

Achim Ibrahim Mdala

MZ

Lusaka

13 maggio

Sc

Cornelius Zindikirani

MZ

Lusaka

13 maggio

Sc

Aaron Chileshe

MZ

Lusaka

13 maggio

Sc

Rutaremwa Cleophas

U

Lusaka

13 maggio

Sc

Mugisha Julius

U

Lusaka

13 maggio

Sc

Okello Ronald

U

Lusaka

13 maggio

Sc

Elisha Irungu Njoroge

KE

Lusaka

13 maggio

Sc

Wilson Njoroge Wairimu

KE

Lusaka

13 maggio

Sc

Amanuel Mahder

ER

Decamere

13 maggio

Sc

Doler da Anifa Bento

MO

Nampula

27 maggio

Sc

Felizardo António

MO

Nampula

27 maggio

Sc

Harmin Gabriel

MO

Nampula

27 maggio

Sc

Jackson Constantino

MO

Nampula

27 maggio

Sc

Tonito Adriano Teaneque

MO

Nampula

27 maggio

Sc

Viegas Arnaldo Viegas

MO

Nampula

27 maggio

Ordinazioni sacerdotali

P. Biro Jexis Berlin (RCA)

Grimari (RCA)

2 ottobre 2022

P. Valverde Arce Byron José (PCA)

San José (PCA)

25 marzo 2023

Opera del Redentore

Giugno            01 – 07 ER           08 – 15 LP              16 – 30 P

Luglio              01 – 15 KE           16 – 31 M

Intenzioni di preghiera

Giugno

Perché nella nostra attività pastorale sappiamo integrare la cura per la “Casa Comune” e la protezione dell’ambiente come espressione del nostro riconoscerci creature e del nostro riconoscere nel creato la mano provvidente di Dio. Preghiamo.

Luglio

Perché la ricorrenza della prima celebrazione della memoria del Beato Giuseppe Ambrosoli (28 luglio) aiuti tutti i comboniani e le comboniane impegnati nel servizio alla fragilità a rinnovare l’impegno per un cammino di santità nella fedeltà alle circostanze di un servizio umile e sostante ai malati, ai sofferenti e alle persone fragili. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

GIUGNO

16

Sacratissimo Cuore di Gesù

Titolare dell’Istituto

Solennità

(Togo-Ghana-Benin)

17

Cuore Immacolato di Maria Vergine

 

Ricorrenze significative

GIUGNO

1

Anniversario della fondazione dell’Istituto

 

3

San Carlo Lwanga e compagni, martiri

Uganda

5

San Bonifacio, vescovo e martire

Memoria – DSP

(Sud Tirolo, Austria, Germania)

Pubblicazioni

Il 18 maggio scorso, nella Sala “Padre Farè” della sede provinciale dei Missionari Comboniani a Madrid, è stato presentato il libro Habari za Francisco (kiswahili per “Parole e Messaggi di Francesco”), pubblicato dalla Casa Editrice Mundo Negro. Il sottotitolo: “L'Africa nel magistero del Papa (2013-2023)”.

Il libro copre dieci anni di magistero di Papa Francesco sull'Africa. È stato curato da Javier Fariñas Martín, redattore capo della rivista Mundo Negro. In questi dieci anni di pontificato, Papa Francesco ha rivolto il suo messaggio all'Africa e agli africani in più di 400 occasioni. La prima volta fu durante l'udienza generale del 27 marzo 2013, quando lanciò un forte appello perché il mondo intervenisse a porre fine alle violenze che stavano devastando la Repubblica Centrafricana.

L'esame dei testi raccolti in questo volume ci permette di avvicinarci a un continente sistematicamente messo a tacere dai grandi del mondo e, in molte occasioni, del tutto ignorato dai mass media. Habari za Francisco non è solo un compendio del pensiero del Papa sul continente, ma anche una radiografia dell’Africa attraverso le sue parole.

Il giorno della presentazione del volume, Javier Fariñas Martín ha ricevuto da Papa Francesco una lettera personale di ringraziamento, che è stata letta durante la cerimonia.

CONSIGLIO MISSIONE AMERICA/ASIA

Forum “Ecologia Integrale” della Famiglia Comboniana in America

Il 22 maggio si è svolto online il Forum “Ecologia Integrale” della Famiglia Comboniana in America, sul tema “Verso una conversione ecologica missionaria”. Più di 75 missionari comboniani (fratelli, sacerdoti, suore e laici) hanno condiviso, per ben quattro ore, le loro attività pastorali nel campo dell’ecologia integrale come parte della loro vocazione missionaria. Si è trattato di una giornata di sensibilizzazione e messa in comune di impegni, sfide, proposte e strategie varate per aumentare la consapevolezza dell’emergenza planetaria e dell’urgenza di far fronte al grave degrado ambientale, come pure delle scandalose disuguaglianze che ancora perseguitano l’umanità intera.

Incoraggiata dal “Patto per la Casa Comune” stipulato durante il Sinodo per l’Amazzonia (celebrato a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019 sul tema “Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”), la Famiglia Comboniana in America intende promuovere il “Patto Comboniano per la Casa Comune”, che padre Dario Bossi (missionario comboniano che ha partecipato al Sinodo per l’Amazzonia e fu relatore del circolo minore italiano “A”; oggi è coordinatore del Consiglio Missione America/Asia) ha presentato in un approfondito articolo pubblicato anche sul sito web https://www.comboni.org/contenuti/113470.

Questo “patto”, che è un invito a tutti i missionari comboniani sia a intraprendere una profonda riflessione sul tema, attraverso lo studio e la preghiera, sia ad assumere atteggiamenti consoni all’ecologia integrale da tradurre poi in gesti concreti, aveva già ricevuto un forte impulso dal Forum Sociale Comboniano, tenuto a Belém do Para (Brasile), nell’agosto 2022, subito dopo il X Forum Sociale Panamazzonico, dal 28 al 31 luglio. In quell’occasione, fu messa in evidenza la resistenza dei popoli indigeni, delle donne e dei giovani alle violenze compiute contro la Casa Comune nelle più svariate forme.

Padre Juan Armando Goicochea Calderón ha presentato l’importanza del Centro Laudato Si’ di Lima come luogo di formazione, ricerca e progettazione. Vi si sta organizzando una scuola di formazione all’ecologia integrale per operatori pastorali comboniani e diocesani. La pubblicazione del libro Questa terra è nelle tue mani è stata un’ottima iniziativa in termini di formazione dei giovani. Sono in fase di attuazione altri due progetti di produzione sostenibile: apicoltura (che protegge la biodiversità dalla monocoltura industriale) ed esportazione di caffè biologico in Europa.

Odile Nkoy Mputu Booto, direttrice del Centro Missionario Laudato Si’ di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, invitata a parte-cipare al forum online, ha presentato le attività del Centro, tutte miranti ad aiutare la gente a interiorizzare l’approccio adottato dalla Laudato si’ e a condividere iniziative per promuovere la cura della Casa Comune. Le attività del Centro comprendono incontri annuali che prevedono uno scambio di idee ed esperienze tra istituzioni civili e amministrazioni locali. Alcuni dei suoi membri erano presenti al X Forum Sociale Panamazzonico.

La signora Odile ha sottolineato come il Centro sia veramente un’opportunità per mettere in discussione la pastorale ecclesiale e promuovere un lavoro comune tra laici e religiosi, favorendo una “cittadinanza ecologica critica” in difesa della Madre Terra. Il Centro si è dato come compito principale quello di diffondere i contenuti dell’enciclica di Papa Francesco con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti, e di portare l’educazione ecologica nei centri educativi sia pubblici che privati.

A organizzare questo “forum online” hanno collaborato in maniera determinante Flávio Schmidt, laico comboniano brasiliano che ha lavorato negli ultimi anni a Piquiá de Baixo (Maranhão), e il laico spagnolo Xoan Carlos Sánchez. Parlando della loro comunità di Piquiá, i due hanno raccontato delle molte sofferenze patite dalla gente locale a causa dell’inquinamento minerario, ma anche della grande capacità di resistenza presente nella comunità e la sua determinazione a lottare per la difesa della Casa Comune e dei diritti umani.

CIAD

I primi voti di quattro giovani comboniani

Domenica 7 maggio è stata una grande festa per la famiglia comboniana presente in Ciad. A rendere speciale la giornata è stata la prima professione religiosa di quattro giovani, giunti al termine del loro noviziato. I loro nomi: Dénis Mbaïornom, originario del Ciad; Clement Dieu Merci Vlamindi, della Repubblica Centrafricana; Josuè Mbedi Nzofo e Jean de Dieu Babaya Moga, ambedue della Rd Congo. Jean de Dieu è candidato Fratello.

La solenne cerimonia ha avuto luogo nella parrocchia comboniana di San Kizito, a Bégou, periferia di Sarh. A ricevere i loro voti è stato padre Marco Vailati, delegato provinciale del Ciad, in rappresentanza del superiore generale e dei superiori delle circoscrizioni della Repubblica Centrafricana e della Rd Congo.

Presenti alla cerimonia erano numerosi confratelli del Ciad, un buon numero di sacerdoti, religiosi e religiose diocesani, e moltissimi parrocchiani. Folta anche la presenza di amici e cattolici della zona pastorale “San Daniele Comboni” di Kilwiti, nella periferia di N’Djaména.

Uno dopo l’altro, i quattro giovani hanno proclamato, in maniera chiara e convinta, la loro volontà di consacrarsi alla missione con i voti di castità, povertà e obbedienza, secondo il carisma di San Daniele Comboni, meritandosi un gioioso e caloroso applauso di incoraggiamento.

Nell’omelia, padre Marco li ha incoraggiati a rimanere fedeli a Cristo, così da realizzare il sogno profetico di Comboni: «Salvare l’Africa con l’Africa». La cerimonia è stata ricca di colori e atmosfere gioiose, animata da canti e balli della comunità cristiana di Bégou.

Il percorso di discernimento compiuto dai quattro giovani è stato quasi identico: iniziato nei propri paesi di origine con un anno di propedeutica e due anni di postulato con lo studio della filosofia e l’approfondimento della vita religiosa, è poi proseguito nei due anni di noviziato trascorsi nel Noviziato interprovinciale “Santa Croce” di Sarh, durante i quali essi hanno approfondito il carisma comboniano, sotto la guida del padre maestro, padre Stéphane Kamanga, e incominciato anche ad assaporare la vita di missione durante brevi esperienze di alcuni mesi nelle varie comunità comboniane in Ciad.

Dopo la solenne celebrazione, la giornata è proseguita con il pranzo in comune e un momento di festa animato da danze e canti tradizionali.

Il cammino dei quattro giovani ora proseguirà con gli anni di studio della teologia negli scolasticati internazionali dell’Istituto. Incontreranno nuove culture, dovranno apprendere nuove lingue, e si apriranno all’internazionalità delle odierne comunità comboniane.

L’augurio è che proseguano con gioia il loro cammino di fede e formativo per diventare autentici evangelizzatori, pronti a fare “causa comune con i più poveri e abbandonati”, da autentici seguaci di San Daniele Comboni.

CONGO

Afriquespoir celebra il suo giubileo d’argento

Sabato, 29 aprile 2023, il “Centre Afriquespoir” ha celebrato il giubileo d’argento della sua creazione. La cerimonia si è svolta a Kinshasa, presso la sede del Centro, che fu inaugurato da padre Neno Contran con la pubblicazione del primo numero della rivista Afriquespoir nell’aprile 1998. Padre Neno è da poco tornato alla casa del Padre (23 marzo scorso), ma molti lo ricorderanno a lungo per la sua bontà, generosità, gioiosità, altruismo, affabilità e premurosità.

Dalla pubblicazione di quel primo numero di Afriquespoir, il Centro non ha mai cessato di animare le Chiese locali dell’Africa francofona, attraverso la sua rivista e le sue molte pubblicazioni. Ed è esattamente questa sua intensa e indispensabile attività di divulgazione e diffusione di “buone notizie” che si è voluto celebrare.

All’evento celebrativo hanno partecipato oltre duecento persone, tra cui missionari comboniani, suore comboniane, laici comboniani, collaboratori, vari abbonati di lunga data alla rivista Afriquespoir, amici, conoscenti e vicini.

La celebrazione è stata contrassegnata da tre momenti. All’inizio, è stato proiettato un documentario sulla vita e attività del Centro, dalla sua creazione a oggi. Poi, sono seguite due interessantissime conferenze.

La prima a parlare è stata la signora Laeticia Muabila, responsabile dei lavori dell’Institut Facultaire des Sciences de l’Information et de la Communication (IFASIC). Ha offerto una precisa visione delle sfide che la comunicazione incontra nel mondo di oggi, soprattutto in Africa. Prendendo come spunto di partenza i due ultimi messaggi di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali [2022, 56a Giornata, sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”; 2023, 57a Giornata, sul tema “Parlare col cuore – Secondo verità nella carità” (Ef 4,15)], ha insistito sulla necessità di parlare e ascoltare “con il cuore” per una comunicazione costruttiva e non violenta. Ha inoltre invitato i partecipanti a fare buon uso dei social network, mettendoli in guardia contro alcune tecniche deleterie, che inquinano il mondo della comunicazione con infox and intox (due neologismi, due “parole macedonia”, formate dalla fusione di “informazione” e “intossicazione”, per indicare la sistematica diffusione di opinioni, sia vere che false, e più o meno allarmanti; intox sembrerebbe evidenziare ulteriormente la negatività e la tossicità del fenomeno).

La seconda conferenza è stata tenuta da Fratel Lwanga Kakule, giornalista e membro della redazione di Afriquespoir, che ha spiegato “la missione” del Centre Afriquespoir: “informare” e “formare”, “evangelizzare” attraverso i media e “animare” le Chiese locali, affinché prendano coscienza della loro vocazione missionaria. Ha, inoltre, raccontato per sommi capi la storia del Centro, mettendo in rilievo i suoi punti di forza, senza tacere i punti di debolezza, per poi terminare con la presentazione delle sue prospettive future.

Dopo le due conferenze c’è stata la celebrazione eucaristica, presieduta da padre Léonard Ndjadi, superiore provinciale dei Missionari Comboniani nella Rd Congo. Dopo aver richiamato gli elementi base del carisma comboniano, padre Léonard è tornato sulla genesi e sulla missione del Centre Afriquespoir. Per lui, la rivista Afriquespoir è perfettamente in linea con le altre riviste comboniane nel mondo (Nigrizia, in Italia; Mundo Negro, in Spagna; Além-Mar, in Portogallo, New People, a Nairobi per l’Africa anglofona, ecc.), il cui compito è quello di annunciare il Vangelo attraverso i media, seguendo l’esempio di Comboni, che, come riporta la nostra Regola di Vita, «considerava come aspetto essenziale della sua vocazione il compito di risvegliare la coscienza missionaria di tutta la Chiesa» (RV, 71.1), per l’evangelizzazione del continente africano.

Concludendo la sua omelia, il superiore provinciale ha invitato i partecipanti ad abbonarsi e a far abbonare altri alla rivista Afriquespoir e ad acquistare i libri pubblicati dal centro, utili per la formazione spirituale, intellettuale e missionaria.

Va ricordato che, oltre ai 102 numeri della rivista (pubblicati ininterrottamente), il Centre Afriquespoir ha pubblicato più di quaranta libri, tutti molto apprezzati dai lettori per il loro contenuto formativo.

Dopo la messa, c’è stata anche una gioiosa “competizione” tra i presenti su fatti, persone e altre cose riguardanti il Centro, con grande soddisfazione di tutti. A coronare il tutto, è seguito un pasto fraterno offerto a tutti i presenti. Il Giubileo d’argento continuerà per tutto il 2023 attraverso altre iniziative. Lunga vita ad Afriquespoir!

In morte del novizio Bembide Zabele Dieudonné

Dieudonné era un giovane sano, alto più di 1,90 m, con un carattere aperto e allegro. Tra i vari compiti assegnatigli nella comunità, c’era lo sport, compito che svolgeva con entusiasmo e gioia.

Il mercoledì 10 maggio è iniziato come ogni altro giorno nella vita del noviziato: preghiera del mattino, celebrazione eucaristica, lavori domestici, colazione, incontri e lezioni di formazione, lavoro… Dieudonné ha partecipato a tutti questi momenti senza manifestare il benché minimo segno di stanchezza o malessere.

Dopo il pranzo, per alcuni minuti, mi sono trattenuto con lui parlando e scherzando su alcuni canti liturgici, dato che era anche responsabile della musica nella comunità. Poi, come tutti, si è ritirato nella sua stanza per riposare un po’.

Alle 15:00, come ogni mercoledì, tutti i novizi sono andati nel campetto di football della nostra parrocchia di Santa Anna per la solita partitella di calcio. Ed è stato proprio Dieudonné ad organizzare ogni cosa. Per quasi due ore, tutti hanno corso, calciato il pallone, riso e scherzato. Dieudonné era oltremodo contento, anche perché la sua squadra aveva vinto la partita. Alla fine, si è avvicinato al giovane che aveva fatto da arbitro, lo ha ringraziato del servizio reso e si è congratulato con lui per il modo eccellente in cui aveva svolto il suo compito.

Poi tutti si sono sdraiati per terra per riposarsi un poco, prima di andare a pregare nella chiesa e fare ritorno in noviziato. È stato in quel preciso momento che Dieudonné è parso lasciarsi cadere all’indietro. Sulle prime, gli altri novizi hanno pensato che stesse scherzando. Ma poiché non si muoveva, si sono affrettati ad andare da lui per vedere se stesse male. Hanno cercato di scuoterlo, ma lui non reagiva. Lo hanno quindi preso di peso e portato in parrocchia dove fratel Duilio, infermiere di professione, ha iniziato a praticagli il massaggio cardiaco, facendosi aiutare anche da alcuni novizi. Ma poiché il ragazzo non si riprendeva, lo hanno portato al vicino ospedale, dove i medici hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma senza successo. Alla fine, lo hanno dichiarato morto in seguito a infarto.

Io ero rimasto nel noviziato. Quando alcuni novizi sono venuti a darmi la notizia del malessere avvertito da Dieudonné e del seguente ricovero, mi sono precipitato all’ospedale, ma era già morto. Ho subito comunicato la notizia al padre Provinciale, Léonard Ndjadi Ndjate, e al vice provinciale, padre Emery-Justin Kakule Muvawa. Dietro indicazione di padre Léonard, abbiamo dato inizio al delicato processo di dialogo con la famiglia a Kisangani per organizzare il funerale e la sepoltura.

L’improvvisa morte di Dieudonné ha lasciato tutti noi in un profondo dolore. Ci sembrava impossibile che non fosse più con noi. Mai e poi mai aveva mostrato il benché minimo problema di salute!

Con la memoria, abbiamo più volte ripercorso l’intera giornata di mercoledì, cercando di ricordare cosa aveva fatto e chiedendoci se avevamo notato un segnale, un gesto, un’espressione fuori dal normale. Niente!

Davanti alla sua morte, possiamo solo fare appello alla fede, e dire con Giobbe:

«Il Signore ha dato, [o dà, o, più esattamente, presta]

il Signore ha tolto [o se l’è ripreso]!

Sia benedetto il nome del Signore» (Jb 1,21).

Perché se ciò che ci è stato tolto non fosse stato ripreso da Dio, non avremmo alcuna speranza. Ma nella misura in cui Dieudonné è stato “ripreso” da Dio, ora il nostro amico è nelle sue mani. (Padre Juan Antonio Fraile Gómez, mccj, maestro dei novizi).

ETIOPIA

Il piano sessennale

Venti missionari comboniani che lavorano in Etiopia si sono riuniti da martedì pomeriggio, 9 maggio, a venerdì 12, nella Casa dei Comboniani di Hawassa, per preparare il Piano 2023-2028, prendendo come linea guida gli Atti Capitolari del 2022.

L’incontro è iniziato con una riflessione sulla vita comunitaria presentata da padre Hippolyte Apedovi Awoumessi. Poi, padre Asfaha Yohannes Weldeghiorghis, superiore provinciale, ha presentato la sua relazione sullo stato della Provincia. Ognuna delle due presentazioni è stata seguita da un tempo di discussione e condivisione. Padre Juan González Núñez, amministratore apostolico del Vicariato di Hawassa, ha chiuso i lavori della giornata, presiedendo l’Eucaristia.

La mattinata del secondo giorno è stata dedicata alla presentazione e allo studio in gruppi della bozza del Piano Sessennale preparata dalla commissione ad hoc, servendosi delle riflessioni e dei suggerimenti venuti dai lavori svolti nelle comunità. Lo scopo era di scegliere, tra i 120 impegni proposti dal Capitolo, quelli ritenuti più rilevanti per la Provincia oggi.

Il pomeriggio del secondo giorno e l’intera terza giornata sono stati dedicati alle riflessioni e discussioni, in assemblea plenaria, sulle cinque priorità proposte dal Capitolo Generale [Spiritualità, Identità e comunità, Revisione della formazione, Ministerialità al servizio della riqualificazione, Comunione dei beni, condivisione e sostenibilità], per poi passare alla scelta degli impegni che la Provincia intende attuare nei prossimi sei anni.

Padre Nicola Di Iorio, Vicario delegato e Amministratore finanziario della diocesi di Hawassa, ha presieduto l’Eucaristia, mentre padre Abreham Woldetinsae Hailemariam, ordinato sacerdote il 3 dicembre scorso, ha presieduto la messa la sera del terzo giorno.

Giovedì, dopo cena, c’è stata una “serata sociale” per festeggiare sia l’ordinazione di padre Abreham, sia la laurea e il ritorno in Etiopia di padre Pedro Pablo Hernández. Alla festa hanno partecipato anche le Suore Comboniane della Comunità di Hawassa.

Il mattino dell’ultimo giorno, padre Juan Núñez e suor Marisa Zorzan hanno condiviso con l’assemblea alcune importanti informazioni sul Vicariato di Hawassa e sulla Provincia delle Suore Missionarie Combo-niane. Padre Asfaha ha concluso l’assemblea, presiedendo l’Eucaristia di chiusura.

Le Missionarie Comboniane in Etiopia sono 25, suddivise in nove comunità nelle Eparchie di Addis Abeba (due) e Bahir Dar-Dessie (due), e nel Vicariato di Hawassa (cinque). Lavorano tra i gruppi Sidama, Guji e Gumuz in cinque missioni.

Ad Hawassa, due confratelli stanno ultimando la creazione del Centro Giovanile Comboniano; altri due guidano il Vicariato in attesa della nomina del vescovo. Ad Addis Abeba i comboniani hanno due comunità: la Casa Provinciale e il Postulato.

ITALIA

Mostra d’arte congolese al Museo Africano di Verona

Venerdì 28 aprile scorso, presso il Museo Africano (“MA”) di Verona, si è svolta l’inaugurazione della mostra “Nel cuore del Congo”. Questa esposizione d’arte presenta una panoramica artistica e culturale dedicata alla Repubblica Democratica del Congo. Si compone di oltre 60 sculture e oggetti d’arte tradizionale, con sculture e maschere, anche di grandi dimensioni, come pure di una ricca selezione di statuaria, quali feticci, sgabelli e altri oggetti rappresentativi dei diversi stili. L’esposizione riunisce una campionatura di pezzi provenienti da 27 villaggi della Rd Congo, in rappresentanza di 12 gruppi culturali.

Il Superiore Provinciale, padre Fabio Baldan, dopo aver salutato i numerosi intervenuti, ha innanzitutto ringraziato il Museo Africano di Madrid, che ha concesso il prestito della mostra, e l’Ambasciatore spagnolo José Antonio Bordallo Huidobro, che ha donato ai Comboniani di Spagna la sua ricchissima collezione di oggetti artistici raccolti durante i suoi numerosi anni di servizio diplomatico nella Rd Congo.

Padre Fabio ha usato parole di elogio per questa significativa collaborazione tra i due musei comboniani, augurandosi che tale cooperazione possa continuare attraverso altre simili iniziative.

Il coordinatore della Fondazione Nigrizia Onlus, padre Pietro Ciuciulla, ha detto che «l’obiettivo della mostra è quello di far conoscere l’arte africana – nel caso specifico, quella congolese –, offrendo ai visitatori la possibilità di scoprire i contesti e i significati che uniscono la cultura materiale al tessuto religioso di cui gli oggetti esposti sono mezzi. Questi artefatti, alcuni davvero artistici, sono chiari indici di una ricerca e scoperta del mondo spirituale, di una apertura alla religione e alla comunicazione con Dio, gli spiriti e gli antenati, con cui entrare in contatto attraverso preghie-re e libazioni, e di un sentirsi parte integrante della natura e della Madre Terra».

Presente per la prima volta all’apertura di una mostra artistica al “MA” l’Assessora alla Cultura del Comune di Verona, dott.ssa Marta Ugolini, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale e dimostrato gran-de sensibilità e attenzione verso i temi della mostra e le iniziative culturali della Fondazione Nigrizia.

Per l’occasione, era presente l’intero personale del Museo Africano di Madrid, venuti a Verona per dimostrare la loro amicizia e il desiderio di collaborazione e scambio con il personale del “MA” di Verona.

Tantissimi sono stati gli ospiti presenti, tra cui molti visitatori usuali del Museo e cittadini di Verona precedentemente invitati. Degna di nota è stata la folta presenza di padri e fratelli comboniani, suore comboniane e, tra queste, un gruppetto di giovani suore che si stanno preparando ai voti perpetui.

Nei giorni successivi alla inaugurazione, la mostra è stata visitata dagli studenti del Corso di Antropologia Culturale dell’Università Bicocca di Milano, accompagnati dalla loro professoressa. Altre università, quali la Ca’ Foscari di Venezia e l’Alma Mater di Bologna, hanno subito prenotato visite guidate. Per non parlare di scuole di tutti i gradi di Verona e provincia.

La mostra rimarrà aperta al “MA” di Verona fino al 19 novembre 2023. Ma sono già in atto i preparativi per trasferire e allestire la mostra all’Università di Varese nel mese di gennaio 2024. Padre Pietro ha già contattato alcune comunità comboniane, offrendo loro la possibilità di ospitare la mostra nelle loro città.

ACSE di nuovo “in festa”

Il 21 maggio scorso, dopo dieci anni, si è tornati a celebrare la Festa dell’Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi (ACSE), con una folta presenza di soci, volontari, migranti e studenti universitari beneficiari di borse di studio, nella sede della Curia generalizia, EUR, Roma. Se ne avvertiva la mancanza, e il desiderio di riprendere la festa era grande. Ma è arrivata anche la pandemia di Covid-19 a prolungare ulteriormente il ritardo.

Finalmente, si è potuto radunare di nuovo l’intera comunità dell’ACSE “in presenza”, per tornare a socializzare e condividere percorsi ed esperienze. «Soprattutto, per continuare a riflettere sul servizio dell’associazione in relazione ai profondi cambiamenti in corso – ha tenuto a precisare padre Venanzio Milani, presidente dell’ACSE –, sia per quanto riguarda i migranti che le situazioni storiche e sociali. È importante domandarsi sempre chi siano oggi i migranti e quali aspettative abbiano, per sostenere progetti migratori che partano dalla soggettività di migranti e rifugiati».

A facilitare la riflessione è stato invitato padre Camillo Ripamonti, medico e sacerdote della Compagnia di Gesù, presidente del Centro Astalli di Roma, che con otto sedi e 500 volontari assiste 17.000 utenti con progetti che vanno dalla prima accoglienza alle attività culturali.

Padre Camillo ha offerto una chiave di lettura di una realtà sempre più complessa in Italia in relazione ai migranti. Ha messo in luce le tendenze della politica riguardo gli ingressi in Italia e le questioni nodali del lavoro, della casa e della vulnerabilità, sottolineando come un approccio costruttivo richieda di affrontare tali questioni considerando i territori nel loro insieme, cioè affrontando le questioni dei bisogni e dei diritti in modo inclusivo.

A completare la festa c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta da padre Tesfaye Tadesse, superiore generale dei Missionari Comboniani, che ha ringraziato tutti i volontari e partecipanti per il loro servizio e collaborazione – «Siete una chiara testimonianza della presenza di Gesù tra noi» –, sottolineando come il loro impegno debba sempre essere motivato dalla loro fede, al di là di altre pur valide motivazioni, sia umanitarie che politiche.

Tra i commenti dei partecipanti, ci piace citare il seguente: «La grande generosità e il senso di fraternità che la comunità dell’ACSE esprime attraverso le relazioni e il servizio sono un segno di grande speranza e della vita che viene dal Regno di Dio».

La mostra “Oltre i muri” a Castel Volturno

“Oltre i Muri” è il titolo della mostra proposta dai Missionari Comboniani, in rete con varie realtà del territorio, a Castel Volturno (Caserta), dall’11 aprile al 12 maggio 2023, per invitare tutti, giovani, bambini, studenti, migranti e italiani ad “allargare lo sguardo” e a capire ciò che ostacola un percorso di costruzione condivisa del presente e del futuro.

I primi a farci visita sono i giovani rom del Campo di Scampia, a nord di Napoli, che vivono sulla loro pelle il muro della diffidenza e dell’odio. Poi, tante scuole che si lasciano colpire al cuore dai video dei migranti che devono passare i muri delle frontiere e dei mari, dalle foto delle vittime delle rotte migratorie, e, soprattutto, dalla testimonianza diretta di Appiah Kwasi, originario del Ghana, oggi mediatore culturale della nostra Associazione Black&White. Appiah ha lasciato il proprio paese, attraversato il deserto del Sahara e vissuto nelle prigioni in Libia; alla fine, ha attraversato il Mediterraneo su un barcone.

Nel corso della mostra, alcuni eventi hanno accompagnato il percorso per dare vita, parole, sapore, testimonianze a una rinnovata consapevolezza su temi di ampia portata.

Smontati pannelli e materiale vario, la mostra continua attraverso il lavoro e il sogno quotidiano. È urgente, infatti, l’obiettivo di “costruire ponti” per un’umanità radicalmente diversa attraverso i volti, le storie e i racconti delle vittime dei muri. Qualche costruzione è già in corso: il progetto collegato alla Mostra, verso cui sono convogliate le offerte ricevute dagli oltre mille visitatori, porta proprio il titolo “Oltre i muri… costruiamo ponti”. È il sogno, che accarezziamo da tempo, di avere uno spazio comunitario per bambini, giovani e adulti nell’area di Destra Volturno, la frazione più disagiata di questa terra di sofferenze, dove non esistono punti d’incontro. Uno spazio da vivere tra diversi, migranti e italiani, per incontrarsi, diventare amici, giocare, guardare un film o un’opera teatrale, ascoltare un concerto, pregare... (Padre Flippo Ivardi Ganapini, mccj)

MALAWI-ZAMBIA

Dodici neo-professi a Lusaka

Il 13 maggio scorso, memoria della Beata Vergine Maria di Fatima, 12 novizi comboniani hanno fatto la loro prima professione religiosa nella cappella del Noviziato Interprovinciale di Bauleni, Lusaka. Undici di essi saranno destinati a scolasticati internazionali in vista del sacerdozio; uno, a un centro internazionale per Fratelli. Provengono da Uganda, Egitto, Kenya, Sud Sudan e Malawi-Zambia. (Per i nomi, consulta la tabella a pag. 2).

Profonda emozione, frammista a evidente gioia, era visibilissima sui loro volti, soprattutto nel momento in cui, uno dopo l’altro, hanno letto la formula di consacrazione, immancabilmente incorniciata da frasi ricche di personalissime riflessioni biblico-teologiche. Un caloroso applauso ha coronato il “sì” con cui hanno espresso al Signore la propria volontà di consacrarsi alla Missione nell’Istituto dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.

A solennizzare l’evento c’è stata la presenza dei superiori provinciali di Uganda, Malawi-Zambia, Kenya ed Egitto-Sudan. A dare il tono all’intera celebrazione, presieduta da padre John Baptist Keraryo Opargiw, superiore della Provincia del Sudafrica, è stato il costante senso di rendimento di grazie a Dio per il dono di questi nuovi confratelli comboniani.

Alla fine della cerimonia, i neo-professi sono stati informati ufficialmente del nome dello scolasticato internazionale o centro internazionale per fratelli dove andranno a completare la loro formazione.

“I dodici”, incapaci di trattenere la gioia che avevano nel cuore, hanno voluto ringraziare il Signore per essere stato loro vicino durante il lungo periodo formativo e, in particolare, nei due ultimi anni di noviziato.

Il clima sereno, gioioso e di preghiera ha reso l’intera celebrazione un momento di grazia avvertito da tutti i presenti. Ad incrementare il già forte senso di fratellanza e comunione creato attorno ai neo-professi hanno contribuito anche la folta presenza e la vivace partecipazione di rappresentanze delle varie congregazioni religiose con le quali i novizi hanno coltivato rapporti di amicizia e collaborazione durante i due anni trascorsi nel noviziato.

Il coro della parrocchia comboniana di Lilanda-Lusaka, eccellente nell’eseguire i canti, ha aiutato a risvegliare e mantenere alta in tutti la gioia di essere parte di una Chiesa viva e piena di speranza.

Benché solenne, la celebrazione è stata caratterizzata da semplicità e sobrietà, due aspetti apprezzati da tutti i partecipanti. Qualcuno ha commentato: «Non è stata la festa soltanto dei neoprofessi, ma di tutti coloro che hanno accolto l’invito della comunità del noviziato a unirsi ad essi nel loro grande giorno. Tutti, alla fine, hanno potuto dire in cuor loro: “Questo è stato davvero un giorno fatto dal Signore – Ci siamo rallegrati e abbiamo esultato”».

Non è mancato il momento in cui si è ringraziato il Signore per i genitori e i parenti dei neo-professi e per la generosità da essi mostrata nell’offrire i propri figli al servizio del Regno di Dio.

Tutti si sono ripromessi di continuare a pregare per la perseveranza dei neoprofessi, perché possano continuare a servire la missione, rimanendo innestati come i tralci alla vite, che è Cristo, sempre pronti a dare il meglio di sé nel fare causa comune con i più poveri e abbandonati.

E che il Signore «li benedica e custodisca; faccia brillare il suo volto su di loro; e conceda loro pace» (cfr. Numeri 6:22-27), e li renda «santi e capaci», come sognava il nostro Fondatore, San Daniele Comboni.

PORTUGAL

Casa provinciale affollata

Come tutti sanno, la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Lisbona, Portogallo, dal 1° al 6 agosto 2023. Padre Fernando Domingues, superiore provinciale del Portogallo, desidera far sapere a tutti i confratelli comboniani, come pure ai loro parenti e amici, alcuni dei quali desidererebbero partecipare all’evento, che le camere adibite all’accoglienza di ospiti sono già tutte prenotate dal 24 luglio al 7 agosto.

RCA

La visita di padre Elias e padre Gigi

Dal 28 aprile al 16 maggio nella Delegazione abbiamo avuto la visita dei due assistenti generali, padre Elias Sindjalim e padre Luigi Codianni. Per entrambi si è trattato della loro prima volta in queste terre dell’Oubangui-Chari. È stata anche la prima visita ufficiale alla circoscrizione da parte dei membri del Consiglio Generale dopo la loro elezione, avvenuta nel mese di giugno 2022.

Al loro arrivo all’aeroporto non hanno avuto difficoltà a memorizzare la password che ha permesso loro di uscire senza alcun controllo dei bagagli alla dogana: “Pères de Fatima”.

Il caldo era davvero soffocante (sono atterrati alle 3:00 del pomeriggio), ma era anche un modo per avvertirli che nei quindici giorni che avrebbero trascorso in Centrafrica non sarebbe andata meglio.

Il giorno dopo, hanno potuto constatare quanto fosse “reale” la password usata. Siamo, infatti, andati a visitare la parrocchia di Notre Dame de Fatima e a salutare i due confratelli che vi lavorano. La parrocchia, punto focale di tristi eventi durante i vari conflitti armati, invita a “fare memoria” per non dimenticare la storia che ci lega tanto fortemente alla popolazione. È una terra di martiri, di fedeltà coraggiosa, al punto da rimanere anche quando non c’era quasi più nessuno. Ed è forse proprio per questa testimonianza che la maggior parte degli abitanti di Bangui ci conosce come pères de Fatima (padri di Fatima).

Non è mancato un saluto fraterno ai confratelli della comunità della Maison St Joseph (Postulato). Sono stati felici di vedere da vicino il volto dei padri che avevano visto solo sulla foto ufficiale del Consiglio Generale, ricevuta pochi giorni prima.

Il 1° maggio è cominciata la nostra “avventura sulle strade della missione in Centrafrica”. Mongoumba, Mbaïki e Boda ci attendevano. È stato davvero un “safari missionario”: molte ore di viaggio in mezzo a polvere, fango, buche lungo la strada, e la bellezza della foresta equatoriale. A Mongoumba, ci aspettavano la comunità dei Comboniani e dei Laici Missionari Comboniani.

Dopo Mongoumba e la breve visita a Mbaïki, dove c’è la residenza episcopale di Mons. Jesús Ruiz Molina, siamo andati a Boda, dove abbiamo incontrato padre Norbert Rangu e uno stagista della diocesi. Ci siamo arrivati la sera, pur essendo partiti la mattina presto.

Siamo ritornati a Bangui il 5 maggio. Il giorno seguente abbiamo preso la strada per Grimari e per Dekoa. «È da folli fare un viaggio così lungo in pochi giorni», ci era stato detto. Forse era vero, ma abbiamo voluto fare quella “follia”, perché ci tenevamo a incontrare tutti i confratelli là dove lavorano tra mille difficoltà, e ascoltarli tutti, perché non si sentissero soli, isolati e abbandonati in un posto non molto lontano dall’equatore.

Dopo la visita alle comunità lontane, è stata la volta delle comunità presenti nella capitale. Alla fine, ogni confratello – compresi i nostri due vescovi, Mons. Juan José Aguirre, di Bangassou, e Mons. Jésus Ruiz Molina, di Mbaïki, e i LMC – ha potuto avere un momento di dialogo e di ascolto con i due assistenti generali e ogni comunità ha avuto la possibilità di godere di una celebrazione eucaristica con loro.

Tre sono stati i verbi che hanno dettato lo “stile” della visita di padre Elia e padre Gigi, e dato “sapore” ai loro incontri con le comunità: ascoltare, conoscere, accompagnare. La missione è una storia di fede e ogni confratello ha un modo del tutto personale di raccontarla e condividerla. L’ascoltare (doverosamente reciproco) ci arricchisce e ci riporta alla passione per la missione. Conoscere la realtà della Repubblica Centrafricana è indispensabile per capire davvero ciò che stiamo vivendo, e questo non può lasciarci indifferenti. Accompagnare la circoscrizione è la sfida che i due assistenti generali si sono portati dietro partendo. Hanno visto la nostra realtà con i loro stessi occhi. Ora attendiamo che ci “accompagnino”.

Alcuni confratelli sono rimasti sorpresi dal fatto che, dopo tanti anni, questa è stata la prima volta (a detta di alcuni) che gli assistenti generali visitano davvero tutte le comunità della Delegazione. Il momento scelto per questa visita è stato molto appropriato, e tutti abbiamo apprezzato questo. E abbiamo anche ammirato la loro disponibilità a adattarsi alle circostanze. L’impressione generale è stata ottima.

La visita si è conclusa con tre caratteristiche che qualificano il gruppo dei comboniani in Centrafrica: gioia di “vivere la missione” e di “essere in missione”; clima positivo che caratterizza la vita spirituale delle comunità e della provincia tutta, nonostante le molte difficoltà; impegno appassionato per la missione, a dispetto della mancanza di personale. (Padre Victor Hugo Castillo Matarrita, mccj).

TGB

Prime professioni a Cotonou

Sabato 6 maggio scorso, 16 giovani hanno coronato i loro due anni di noviziato, trascorsi nel Noviziato “San Daniele Comboni” di Cotonou, con la prima professione religiosa.

La solenne cerimonia si è svolta nella parrocchia di San Francesco d’Assisi, a Fidjrossé.

Dei neo-professi, otto sono originari della Repubblica Democratica del Congo, sei della provincia comboniana di Togo-Ghana-Benin, e due della Repubblica Centrafricana. Tredici sono scolastici, in cammino verso il sacerdozio; tre sono candidati Fratelli (per i nomi, vedi tabella a pag. 2).

Léonard Ndjadi Ndjate, Superiore Provinciale della RD Congo, che ha tenuto l’omelia, ha ricordato che, come Geremia fu chiamato al triplice ruolo di annunciare il primato di Dio, denunciare il male e rinnegare sé stesso, anche i neo-professi – come pure tutti i missionari – sono chiamati alla missione nel mondo odierno attraverso la pratica dei consigli evangelici. Ha aggiunto che, per noi comboniani, i voti sono da vivere in un contesto di vita comunitaria: «È in quanto membri di una comunità e come comunità che siamo chiamati a evangelizzare, come voluto dal nostro Fondatore, San Daniele Comboni».

Ha poi ringraziato tutti coloro che hanno partecipato alla formazione dei giovani neo-professi: genitori, formatori, confratelli, amici, benefattori e benefattrici.

A presiedere la celebrazione eucaristica è stato padre Timothée Hounaké Kouassi, superiore provinciale della provincia di TGB, che ha anche ricevuto i voti dei novizi della sua provincia e di quelli della delegazione della Repubblica Centrafricana. Anch’egli ha ringraziato tutti i candidati per la loro disponibilità a rispondere alla chiamata di Dio e li ha esortati ad affidarsi a Dio e a continuare nel loro cammino.

La cerimonia si è conclusa con un’agape fraterna.

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL PADRE: Rafael, di padre José Rafael Pérez Moreno (PCA – Guatemala).

LA MADRE: Luisa, di padre Balda Echarri Martín José (E); Misonia Angel, di padre Katembo Muhandiro Jean-Paul (KE); Magdalena, di padre Enrique Ibarra Hernández (M).

IL FRATELLO: Javier, di padre Padilla Rocha Ruben (LP); Ottavio, di padre Pinuccio Floris (I).

LA SORELLA: Anna Maria, di fratel Mariano Zonta (I); Teresina, di fratel Gino Baldo (I), di fratel Guerrino Baldo (I) e di suor Irene, smc (I); Giacoma, di padre Luigi Sala (I).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Suor Rachele Beretta; Suor Rina Paola Caliari; Suor Anna Luisa Massagrande; Suor M. Camilla Andreatta.